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ESCLUSIVA – Paolo Bargiggia: “Serie A piena zeppa di stranieri… Mourinho farà anche l’influencer”

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È un Paolo Bargiggia in versione culturista quello incontrato ai Bagni Paparazzi di Milano Marittima, alla vigilia del Vip Master 2021 (23/24 luglio). Fisico scolpito e una bella abbronzatura per il noto giornalista (uno dei massimi esperti del calciomercato nazionale) che non si è sottratto alle nostre domande, con la solita schiettezza e genuina autenticità che lo contraddistingue, senza peli sulla lingua.

FACE TO FACE CON PAOLO BARGIGGIA

Ciao Paolo, il Vip Master Tennis si avvicina… Sarai tu nel weekend la Star numero 1 dell’evento estivo più cool della riviera romagnola?

Siete troppo buoni! Innanzitutto un saluto a tutti. Riguardo al Vip Master direi che sono semplicemente un invitato dell’organizzazione che ha il merito di portare tanti personaggi della tv e non solo in questo weekend a Milano Marittima.  Come sapete io mi occupo di sport e di calcio, quindi ho un po’ di popolarità e di visibilità, solo per gli anni attraverso i quali ho sviluppato la mia carriera professionale..”.

In questi giorni ai Bagni Paparazzi c’era Francesco Acerbi, uno dei campioni d’Europa con la nostra Nazionale…. Ti saresti mai aspettato di vincere Euro 2020? Chi è stata la sorpresa?

L’Italia una sorpresa incredibile. Non dobbiamo dimenticare di come eravamo partiti nel 2018, ovvero dalle macerie del Mondiale di Russia. Va detto inoltre che, sulla carta, il campionato italiano non offriva al nuovo allenatore Mancini tante scelte, in quanto la nostra Serie A è piena zeppa di stranieri, molti dei quali inutili. Mancini ha avuto il coraggio di puntare sui giovani, perché il nostro campionato italiano soprattutto 3 anni fa non era un campionato per giovani. Invece Mancini, tra l’altro perdendo per strada giocatori importanti come Zaniolo, è riuscito a portarci in cima all’Europa. La grossa sorpresa è stato proprio lui, Roberto Mancini, sia dal punto di vista della gestione del gruppo che della serenità, coesione, qualità del gioco. Non abbiamo giocato mai una partita come si dice all’italiana, bensì sempre con coraggio, sempre all’attacco e con possesso palla. Una cosa, questa, difficile da vedere in serie A, un gioco propositivo che fanno poche squadre come l’Atalanta. Meriti a Mancini. Nel capolavoro finale ci sono giocatori che si sono distinti, io penso  a Gigio Donnarumma su tutti, che era arrivato tra l’altro a questo europeo senza avere squadra. Gigio ha saputo mantenere una calma incredibile”.

Quali sono a tuo avviso i club che si stanno muovendo meglio sotto l’ombrellone estivo a livello di calciomercato?  Chi sarà l’outsider del prossimo campionato di serie A?

“Il Milan ha già investito quasi 60 milioni di euro per riscattare giocatori che riteneva importanti e per acquistarne altri tra cui l’erede di Donnarumma Maignan. Sicuramente è una società gestita da un fondo d’investimento, Elliott, che sta sorprendendo per chiarezza di idee e di progetto. Per il campionato, in linea generale, il mercato è figlio della crisi dovuta alla pandemia e anche la Juve in questo momento mi sta sorprendendo in modo un po’ negativo perché fa fatica ad esempio a chiudere operazioni come quella di Locatelli a 40 milioni. Ciò perché non vuole mettere il carico sull’attuale bilancio. Si stanno muovendo un po’ meglio le romane, la Lazio galvanizzata dall’arrivo di Sarri, la Roma da quello di Mourinho. Nello stesso tempo ci sono altre squadre completamente ferme come il Napoli di De Laurentiis”.

Mourinho sarà l’uomo giusto per la Roma oppure non riuscirà a mangiare il panettone o la colomba?

Sicuramente dal punto di vista mediatico e della delicatezza di una piazza come Roma, e di una società Roma che negli ultimi anni non ha mai avuto un personaggio, un frontman che dialogasse con la piazza e che ne conoscesse il sentimento, è stata una scelta azzeccatissima. Vedrete che Mourinho farà l’allenatore, le pubbliche relazioni, l’influencer. Scalderà la piazza”.  

A proposito di influencer, cosa ne pensi del pianeta giornalistico nell’era della rivoluzione digitale? Con le nuove figure social si può parlare di giornalismo in difficoltà?  In passato se non erro ti eri espresso su alcune showgirl diventate commentatrici o conduttrici in tv…

“Chiaramente negli ultimi anni gli editori e le televisioni hanno puntato molto, e sotto un certo punto di vista è anche giusto, sull’aspetto estetico. E quindi il ruolo della giornalista brava e bella sarebbe un connubio perfetto. Io dico che ci sono tante giornaliste conduttrici in questo momento, troppe belle e poche brave; però ci sono anche delle brave e delle belle. Non è bello fare magari troppa distinzione.  Ma vi faccio due nomi: si può essere brave giornaliste e anche belle. A Sky Anna Billò sul calcio e Federica Masolin sempre su Sky in ambito motori.  Dimenticherò sicuramente qualcuna…”

Con chi non andresti mai a cena? Oppure con chi andresti a cena volentieri? Con questo fisico da culturista devi anche svelarci i tuoi segreti…

“Segreti? Ho sempre fatto sport, mi piace allenarmi, ho praticato CrossFit fino a 2 anni fa, adesso faccio più palestra perché andando avanti con l’età CrossFit è un po’ invasivo. Curo poi abbastanza l’alimentazione, non siamo in una condizione pazzesca però diciamo che per età e standard medi non mi lamento. Con chi andrei volentieri a cena? Temo che lui rifiuterebbe l’invito perché  in passato abbiamo avuto parecchie discussioni. Sto parlando di Roberto Mancini, andrei volentieri a cena con lui  per provare a conoscere un Mancini diverso rispetto a quello conosciuto ai tempi dell’Inter 2007-2008; era un Mancini a mia percezione diverso, un uomo meno sereno che trasmetteva meno serenità forse, e che non faceva un calcio così bello, evoluto e moderno. Andrei a cena volentieri con lui per chiarirmi e per farmi spiegare questa sua trasformazione in positivo. Trasformazione attraverso la quale tutto il paese, in particolar modo la Nazionale, ne ha beneficiato”.

Quale sarà il colpo dell’estate? Anche sul tuo blog parlerai molto di calciomercato estivo…

Il mio blog paolobargiggia.it è un blog di notizie e opinioni che non fa sconti a nessuno. Io sarei curioso di vedere cosa succederà, anche se è facile prevedere che non si sposterà  ma non è al 100%, il futuro di Cristiano Ronaldo a proposito di Juventus…”

Come mai la Nazionale ha vinto Euro 2020 mentre i club italiani faticano in Europa?

 Il discorso è abbastanza semplice. I club italiani fanno fatica in Europa ma la nazionale è campione d’Europa. Nelle nazionali le squadre partono più alla pari, nel senso che devi avere la nazionalità per poter giocare in quella rappresentativa. Nei club invece non parti alla pari, perché i soldi e gli investimenti contano molto. Le squadre inglesi sono andate avanti nelle coppe, prima ancora le spagnole come Real Madrid e Barcellona, questo perché hanno più soldi da spendere. Il calcio italiano patisce l’essere sceso di fascia ossia non essere più calcio di prima fascia che può attrarre i migliori calciatori. Noi abbiamo portato Ronaldo praticamente a 35 anni, Ibra a 40, Ribery a 38. Per tale motivo poi nei club non parti alla pari come con le nazionali o quasi….”

Tifosi allo stadio… Come vedi la situazione della prossima serie A?

“Io sono molto critico col governo sotto questo punto di vista, adesso la serie A ha chiesto di poter riaprire al 100%, invece ad oggi le disposizioni sono di aprire solo al 25%. La Federcalcio e la Lega puntano almeno a un 50%. In Inghilterra aprono tutto, in Germania fanno un 50%. Però mi chiedo: se i vaccini e i green pass sono così importanti, lo saranno e lo sono, perché aprendo con green pass e tamponi non si può stare al 100% della capienza dello stadio? Se sono sicuri bisogna aprire al 100%, altrimenti non ci vengano a dire che sono sicuri se poi non fanno entrare persone…”

Giornalista marchigiano classe 1989, in oltre 17 anni di giornalismo si occupa di argomenti quali cronaca e sport. Laureato in Economia e Commercio (110 e lode), ha lavorato come telecronista, radiocronista e inviato, rivestendo l’incarico di responsabile ufficio stampa (Jesina Calcio) e collaborando con magazine, settimanali, quotidiani cartacei (Corriere Adriatico) e online. Eletto Professionista dell’anno 2021 Giornalismo Sport & Food a novembre 2021 presso Hotel Principe Savoia Milano, in occasione del prestigioso premio Le Fonti Awards. Ha partecipato negli anni a eventi sportivi come Gran Galà Calcio Serie A Milano, Gran Galà Calcio Serie B, Sport Digital Marketing Festival e Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Nel suo cv un Master Sport – Digital Marketing & Communication del Sole 24 Ore. A marzo 2022 è stato eletto Professionista dell’Anno Comunicazione e Giornalismo Settoriale a Piazza Affari – Borsa Italiana Milano in occasione di Innovation&Leadership Awards. Risulta tra i vincitori del premio ‘Overtime Web Festival 2018’ (miglior articolo sport individuali), si conferma nel 2019 e ottiene il premio giornalistico nazionale Mimmo Ferrara 2019 (menzione speciale all’Odg - Napoli). E’ tra i vincitori del concorso letterario Racconti Sportivi 2019 (Centro Sportivo Italiano – Historica) la cui cerimonia di premiazione si è svolta in occasione della settimana del Salone del Libro di Torino 2019 e al Teatro Arena di Bologna. Si ripete nell’edizione 2020 di Racconti Sportivi. È stato premiato a Maggio 2019 come miglior giornalista under 30 ‘Premio Renato Cesarini 2019’. Nominato tra i migliori 30 millennials d’Italia 2019, vincitore del prestigioso Myllennium Award all’Accademia di Francia a Roma in ambito comunicazione sportiva. A settembre 2019 riceve la menzione d’onore al Premio Letterario Città di Ascoli Piceno. Ha all’attivo interventi e docenze in giornalismo e comunicazione in università e master (Roma, Bologna, Ancona, Macerata). A luglio 2020 viene premiato dal Ministro Sport Vincenzo Spadafora al Myllennium Award 2020 (Accademia di Francia – Villa Medici), alla presenza del Presidente Coni Giovanni Malagò, e ottiene il premio speciale di migliore giornalista giovane al Premio Cesarini ad agosto 2020. A Torino vince sempre nel 2020 il Premio Giovanni Arpino - Inedito dedicato alla letteratura sportiva. Vincitore del titolo di miglior blogger sportivo 2020 (Blog dell’Anno 2020) e del premio di giornalismo sportivo Simona Cigana 2020 (Friuli Venezia Giulia). Vince il Premio Giornalismo Internazionale Campania Terra Felix 2021 (sezione web), anche la menzione speciale al Premio Internazionale Città di Sarzana e al Premio Santucce Storm Festival sempre in ambito storytelling sportivo. Premiato al festival Nazionale del Giornalismo e Racconto Sportivo 2023 e al premio giornalismo internazionale Campania Terra Felix 2023. Autore del libro Happy Hour da fuoriclasse al Bartocci. E’ giornalista Giudice del programma King of Pizza 2022 (Sky Canale Italia - talent-show cucina gourmet). Il suo blog principale è www.danielebartocci.com Ha vinto anche il Premio Pizza d'oro 2022 (giornalismo - evento World Masterchef Milano Marittima) e il premio miglior giornalista giovane 2023 (Teatro dell'Aquila - Fermo - Premio R.Cesarini 2023). Eletto blogger dell'anno 2022 (Blog dell'Anno). Ha ricevuto il riconoscimento (food storytelling) a Excellence Food Innovation (Stadio Olimpico Roma - Cucina della Nonna), confermato tra i migliori professionisti horeca anche per il 2023 (BarAwards 2023). Vincitore del premio 100 Eccellenze Italiane alla Camera dei Deputati (food) e Food and Travel Awards 2022.

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Francesco Tafanelli (Matilde Brandi): “Thiago o Tudor per la Juve”

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matilde brandi

Sulla panca della mia Juventus vedrei bene Thiago Motta del Bologna. Post-Pioli al Milan? Direi Zlatan Ibrahimovic”. Così ai nostri microfoni il noto manager Francesco Tafanelli, tifoso bianconero, compagno della showgirl Matilde Brandi (attualmente impegnata all’Isola dei Famosi). L’uomo, ex promettente calciatore delle parti di San Severo (oggi manager nel mondo della moda), ha 53 anni. E’ uscito allo scoperto come compagno di Matilde Brandi esattamente a inizio 2023, quando i due raccontarono la loro relazione al noto talk-show Verissimo. Tafanelli ha mosso i primi passi sui campi da calcio in Puglia: faceva parte della Primavera del Foggia nel periodo ’86-88’. Un club sicuramente blasonato di cui hanno fatto parte, nel corso degli anni, calciatori del calibro di ‘Ciccio’ Baiano, Beppe Signori, Rambaudi, Kolyvanov e Šalimov.

Purtroppo, a causa della rottura prima del ginocchio sinistro poi di quello destro, Tafanelli passò presto dai livelli professionistici a quelli amatoriali, pur mantenendo rapporti d’amicizia con svariati calciatori. Lo abbiamo incontrato per un commento sulla stagione della sua amata Juventus. Il tutto con un occhio attento nei confronti di Milan, Inter, Roma (squadra del cuore di Matilde Brandi) e Lazio. Scopriamo cosa ci ha detto in esclusiva. Un’intervista a tutto campo, ricca di ‘chicche’ e rivelazioni interessanti anche su calciomercato, Nazionale Azzurra ed Euro 2024.

Buongiorno Francesco. Sappiamo che sei un tifosissimo della Juventus. Come valuti la stagione bianconera? Sin da piccolo sono molto legato a questi colori. Tuttavia devo ammettere che negli ultimi tempi, vuoi per la dirigenza vuoi per una serie di scelte molto particolari, soffriamo la necessità di un cambiamento radicale. Probabilmente Max Allegri, che rimane un ottimo professionista e un vincente, ha esaurito la sua vena all’interno di un contesto di questo tipo. Con tutta probabilità la Juventus, che comunque – camaleonticamente – sa trasformarsi, ha adesso bisogno di un vero processo di cambiamento per riportarsi ai livelli cui è abituata.

Chi vedresti bene in panchina al posto di Allegri? Pensi Antonio Conte possa essere un’idea ‘stuzzicante’? Personalmente io non sono per i recuperi storici in quanto credo che, fatto un percorso, è giusto che ci siano delle trasformazioni. Devo dire, per la mia vena bianconera, che Igor Tudor può essere un uomo capace di dare una svolta, anche se è difficile secondo me che lo lascino andar via dalla Lazio.. Sicuramente non mi dispiacerebbe vedere alla Juve l’attuale tecnico del Bologna Thiago Motta…

Thiago Motta è dunque il tuo preferito per la panca juventina?  In realtà l’addio da Bologna non è poi così scontato… Esattamente. Io credo Thiago Motta sia un elemento diventato bandiera a Bologna. E credo che la città, più che la dirigenza stessa, urlerà a gran voce il fatto di volerlo trattenere. Ma come spesso accade in queste realtà di provincia, cosiddette tali anche se Bologna rappresenta una città internazionale, purtroppo prestano il fianco poi a ‘colossi’ del calcio italiano ed estero. Dunque è chiaro che Motta in questo momento è in una vetrina straordinaria… Ma con tutta onestà non mi dispiacerebbe affatto vederlo alla Juve, lo ribadisco…

Vorrei mettere un accento particolare proprio sul Bologna… Una squadra che sta facendo un campionato straordinario con un allenatore che sta dimostrando che si possono fare grandi cose anche in una città cosiddetta di provincia. Va dato anche merito alla dirigenza del Bologna che, non dimentichiamolo, ha continuato a pagare gli stipendi di Mihajlovic anche quando Miha non c’era più. E nel calcio, che è fatto soltanto di numeri, investimenti e interessi soprattutto economici, un atteggiamento del genere a mio avviso andrebbe fortemente sottolineato.

Oltre a Thiago, ti piace molto Igor Tudor e, come accennato, lo vedresti bene alla Juve. Sicuramente la vecchia Lazio di Sarri è diversa dallo stile di gioco che vuole Tudor… Cosa ne pensi a riguardo… Puoi farci un confronto tra questi allenatori? Mi limito a dire che la Lazio di Sarri, per il suo stile di gioco, è diversa dall’idea di calcio di Tudor …. Beh sì, Sarri è un uomo che abbiamo imparato a conoscere bene attraverso un Napoli che in più di una circostanza ha sfiorato l’impresa scudetto. Ma che poi per una serie di motivi non ci è mai arrivato… Ricordiamo che quello era il Napoli di Sarri e contava su un organico particolare…

Non credo che l’uomo sia cambiato..  Io sinceramente penso che gli ambienti in qualche modo interferiscano su tanti aspetti tecnici e caratteriali. Forse Sarri non aveva più nulla da dare alla Lazio, che è una squadra che io trovo molto forte specie se prendiamo gli elementi singoli. Adesso la Lazio ha veramente bisogno di qualcuno che riesca ad orchestrarla come si deve. Il potenziale dei laziali a mio avviso resta straordinario… Riassumendo: Tudor via dalla Lazio? Non credo proprio. Sarà nella panca biancoceleste anche il prossimo anno. Ma mi piacerebbe…

Sarri a tuo avviso potrebbe essere l’uomo giusto per il Milan nell’era post-Pioli? Dall’altra parte Simone Inzaghi è secondo te sempre più ‘leader carismatico’ della Pazza Inter? Partiamo dal DiavoloIl Milan è una squadra che ha bisogno di riorganizzarsi. Più che altro sul fronte tecnico. Pioli ha dimostrato di avere grandi capacità e non lo scopriamo oggi. Se dovessi pensare a un cambiamento, che è quasi certo direi, l’uomo che potrebbe prendere in mano questa squadra, trasformandola dal punto di vista del carattere più che tecnico, si chiama Zlatan Ibrahimovic. Ibra nella panca rossonera assolutamente sì…

Lo vedo benissimo. Discorso completamente diverso per Simone Inzaghi e la sua Inter… Andando oltre quelli che potrebbero essere dei condizionamenti societari, per tutto quello che sappiamo e che speriamo per loro si ‘recuperino’ presto (riferimento agli asset finanziari, ndr), credo che Inzaghi abbia fatto un lavoro straordinario, contando su un gruppo di giocatori eccellenti. Ma che soprattutto hanno espresso un calcio sensazionale. C’è poco da dire a riguardo, sono forti…

Ora diamo un’occhiata alla Capitale… La tua compagna Matilde Brandi è una grande tifosa della Roma. Non può dunque mancare un’analisi dettagliata sulla ‘vecchia’ Roma di José Mourinho, ma anche sulla nuova Roma di De Rossi… 

Mou secondo me è un uomo che non si può discutere. Dico sempre che la storia di questi uomini racconta benissimo la loro cifra tecnica. E credo che Mourinho, da questo punto di vista, abbia vinto tanto ovunque. Puntargli il dito non sarebbe il caso… Nella piazza di Roma ha portato il suo spessore e credo sia un uomo alla stessa stregua dell’ex Lazio Julio Velasco. Uomini di grande carisma e che hanno innegabili capacità tecniche e umane per poter entrare nel vissuto dei loro atleti e tirar fuori da loro il meglio.

Poi è ovvio… a volte ci si riesce, altre volte no. Ricordiamoci che alla fine in campo ci vanno gli atleti che devono metterci tutta la loro personalità. E delle volte possono far bene, altre volte male… Per essere chiaro, direi che puntare il dito sempre contro un tecnico non è la scelta migliore, per come la penso io…

Con Daniele De Rossi c’è profumo di cambiamento autentico a Roma? O questa è solamente una stagione transitoria? “Mi ricordo che DDR, quando arrivò sulla panca della Roma, disse chiaramente di non volere favoritismi di nessun genere. E di essere semplicemente un tecnico che ha avuto una storia e appartenenza ai colori giallorossi, capace evidentemente di poter dare una impronta tecnica e personale. Io credo sarà confermato anche per la prossima stagione.

Arrigo Sacchi, in una nostra recente intervista, parlava della differenza tra allenatori tattici e allenatori strateghi. Tra i mister strateghi citati da Sacchi spiccava il nome di Luciano Spalletti… E’ secondo te l’uomo giusto per la nostra Nazionale Azzurra?

A me piace proprio Spalletti. È a mio modo di vedere una figura profondamente carismatica e che ha la capacità di trasformare anche gli uomini. Lo ha dimostrato a Napoli in un momento storico in cui erano andati via giocatori in maniera inaspettata. Uno su tutti Insigne. Spalletti ha dimostrato che caparbietà, abnegazione, rispetto, devozione a un popolo, a una maglia e a una città sono elementi fondamentali. Ma soprattutto il rigore tecnico. Se ci fate caso Spalletti continua a ‘professare’ il fatto che non vuole che i suoi giocatori restino fino a tardi davanti alla Play Station.  Questo perché alla fine bisogna sempre calarsi in un ruolo con grande professionalità, grande rispetto per la maglia che si indossa. Penso proprio Spalletti in tal senso sia un uomo straordinario…

Un tuo pronostico su Euro 2024? Italia favorita alla vittoria finale? Onestamente non sono un amente dei pronostici. Il calcio ci ha insegnato che qualsiasi idea può essere tranquillamente ribaltata per una lunga serie di motivi. Credo Luciano Spalletti possa fare molto bene se la squadra sarà in grado di seguirlo.

Manca qualcosa lì in attacco alla nostra Nazionale per essere ancora più competitiva? O bastano i nomi che abbiamo, da Scamacca a Raspadori… Non ci mancano secondo me gli attaccanti. Dobbiamo lavorare sugli uomini che abbiamo in quanto hanno qualità, potenzialità e rigore tecnico. Se avranno l’umiltà di assecondare le richieste dell’allenatore potranno tirar fuori il meglio e fare molto male agli avversari…

A proposito di far male, secondo te Roberto Mancini ha in qualche modo ‘tradito’ il nostro paese, come sostengono alcuni addetti ai lavori? Probabilmente ha peccato di superbia, ha intravisto la possibilità di un arricchimento mostruoso in un paese che in questo momento attira tutto e tutti. Perché il denaro è davvero spropositato… E probabilmente Mancini avrebbe fatto meglio a restare, ciò in quanto non credo che abbia bisogno di ulteriori stratosferici guadagni. Nello stesso tempo, però, nella testa di un uomo, di un professionista, possono succedere tante cose che lo spingono a prendere decisioni diverse. Mancini ha preso le sue. E oggi, secondo me, sta pagando il conto. Tuttavia ritengo che sia un uomo immediatamente reinseribile in un club di grande spessore. E sicuramente potrebbe fare non bene… ma benissimo!

Il calcio italiano resta un pochino indietro rispetto ad altri importanti paesi europei? C’è davvero un gap da colmare? Qual è il tuo pensiero in merito? Basta pensare a Roma-Leverkusen in Europa League. Il divario direi che è ancora molto significativo e noi in Italia abbiamo bisogno di recuperare un gap che in questo momento sembra essere troppo grande.

C’è un giocatore talentuoso in particolare, che milita in campionati stranieri, che ti piacerebbe vedere in Italia, magari alla Juve? E Icardi con la maglia bianconera potrebbe essere un cocktail ‘appetitoso’? Dico subito che Mauro Icardi non gode del mio favore… Bisogna ammettere che, nei tre campionati probabilmente più importanti d’Europa (Inghilterra, Germania e Spagna), di calciatori da portare alla Juve ce ne sarebbero tanti.. Di certo eviterei di far clamore come è avvenuto ai tempi di Cristiano Ronaldo. CR7 fu evidentemente più un’operazione di marketing che di calcio vera e propria. Anche se Ronaldo poi il suo forte contributo lo ha dato senz’altro…

In questo momento io veramente punterei l’attenzione su giocatori che al Real, piuttosto che al Liverpool e al Manchester City, stanno facendo molto bene. E avere però la forza economica che secondo me, ahimè, manca in questo momento in Italia, anche in una società come quella degli Agnelli. Sarebbe il caso di portare nel Bel Paese giocatori importanti, anche per rendere più competitive le nostre squadre in Europa…

Grazie Francesco e a presto… Grazie a te Daniele (Bartocci). Sempre Forza Juve.

Francesco Tafanelli, compagno Matilde Brandi (la Brandi è protagonista all’Isola dei Famosi 2024).

matilde brandi

Francesco Tafanelli compagno Matilde Brandi

matilde brandi

MATILDE BRANDI FRANCESCO TAFANELLI

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Esclusiva Moggi: “Conte l’uomo giusto per il Napoli, Biosogna valorizzare i giocatori italiani, sopratutto quelli delle giovanili”

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Moggi

L’Ex direttore sportivo della Juventus, Luciano Moggi, è stato ospite di Match!, la trasmissione di approfondimento sul calciomercato a cura di LBDV e calciostyle.

Nel corso dell’intervista sono state varie le tematiche trattate da Luciano Moggi, tra le quali l’attuale situazione del calcio italiano e il periodo che sta vivendo il Napoli.

Luciano Moggi

Luciano Moggi

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Queste le parole di Luciano Moggi:

“Il calcio italiano è rappresentato dalla Nazionale di calcio che va in giro a collezionare brutte figure. Basterebbe puntare di più sui calciatori italiani che su quelli stranieri. Anche perché i calciatori stranieri che giocano oggi in Italia non sono piu i Maradona, i Van Basten o i Gullit di un tempo.
Adesso questi tipi di giocatori non vengono o, se vengono, arrivano in Serie A solo in età avanzata come Ribery o Ibrahimovic: è questo è il dramma del calcio italiano.
Bisogna dare nuovo vigore al settore giovanile.
Attualmente in Serie A giocano 362 stranieri e di questi saranno guardabili al massimo una decina.
Di questo il campionato italiano ne soffre, anche perché non c’è più né il senso di appartenenza né attaccamento alla maglia.
Nella finale del Mondiale del 2006 tra l’Italia e la Francia giocavano ben 10 giocatori della Juventus, oltre all’allenatore Lippi e al massaggiatore Esposito, sembrava quasi un’amichevole tra la Juventus A e quella B. Quello è un esempio pratico di quanto fosse importante il campionato italiano e di come anche ora potrebbe esserlo.
Oggi purtroppo la situazione del calcio italiano è quella di società pesantemente indebitate”.

Secondo Moggi, Antonio Conte potrebbe essere la scelta giusta per la situazione attuale, considerando anche la presenza del presidente De Laurentiis?

“Conte potrebbe essere sicuramente il toccasana del Napoli. Toccasana sportivo ma non economico, su questo non c’è dubbio. Al Napoli occorre una scelta del genere per dare una svolta all’attuale situazione, ma per prendere Conte è importante che il presidente si metta in disparte.
Solo a quel punto lì potrebbe arrivare conte e le condizioni per farlo arrivare ci sarebbe sicuramente, magari con Ciro Ferrara come secondo.
Un allenatore come Conte però sicuramente non gradirebbe le incursioni di De Laurentiis negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo.
Cosa che il presidente del Napoli, per esempio, non faceva con Spalletti lo scorso anno.
Per quanto riguarda l’aspetto economico dell’operazione Conte va detto che esistono due De Laurentiis, quello imprenditore che riesce a mantenere i conti della società in regola e a mantenere gli stipendi dei giocatori bassi. Rendendo il Napoli una squadra che fa gola a molti giocatori, i quali possono mettersi nel club azzurro per poi puntare a squadre più importanti.

Vedi Osimhen che il prossimo anno sicuramente sarà in Premier League.

C’è poi il De Laurentiis presidente sportivo, il quale se prende un allenatore come Conte deve mettersi da parte e lasciar fare a chi parla di calcio”.

Cosa ne pensa dei nuovi format delle competizioni sportive che obbligano i giocatori a sostenere numerose partite nel corso della stagione calcistica?

“Sono le squadre che vogliono poter giocare più partite in modo da poter guadagnare di più con la vendita dei biglietti.
Fifa e Uefa vogliono spettacolarizzare il calcio, ma la critica che si può muovere a loro é quella, per esempio, di far giocare partite degli Europei in giro per il Mondo. Queste cose funzionano poco.
Anche il campionato che ha vinto lo scorso anno il Napoli è stato un campionato particolare, poiché diviso in due. Io non sono un indovino, ma Spalletti veniva dall’esperienza in Russia doveva aveva vinto il campionato con lo Zenit, torneo anch’esso diviso in due parti:una fino a dicembre e l’altra da febbraio in poi.
Secondo me ha avuto modo di mettere in pratica quello che ha appreso in Russia: ha impostato gli allenamenti per partire subito forte a inizio campionato e poi i vari richiami quando riparte il campionato.
E lì Spalletti é stato bravo perché veniva da questa esperienza russa e quindi ha creato una squadra che ha fatto molti punti nella prima parte di campionato”.

Come si spiega che il Napoli che l’anno scorso ha vinto lo scudetto, quest’anno si ritrovi al nono posto e con 33 punti in meno della scorsa stagione? De Laurentiis ha commesso qualche errore?

“L’errore più grande che ha commesso De Laurentiis è stato quello di cambiare troppi allenatori. Cambiando troppi mister permetti ai giocatori di avere l’alibi, di non rendere come dovrebbero.
E se cambi tre allenatori non puoi che avere risultati diversi da quelli di quest’anno.
Hai permesso ai giocatori di non rendere più come dovevano sapendo che questi sono allenatori di passaggio.
Personalmente avrei continuato con Rudi Garcia, ma facendolo lavorare e senza gli inserimenti di del Presidente che hanno di fatto delegittimato l’allenatore.
Oltretutto permettendo ai giocatori di fare come volevano, vedi Osimhen che è stato oltre un mese in Nigeria per farsi curare dai suoi medici e non da quelli societari”.

Tra l’usato sicuro Lukaku e una promessa come David del Lille chi potrebbe essere il sostituto ideale di Osimhen?

“Queste sono scelte che dovrà fare la dirigenza con il nuovo allenatore. Più che l’attaccante è importante avere giocatori che permettano agli attaccanti di segnare. Lo scorso anno Osimhen ha realizzato molti gol anche grazie agli assist di Kvaratskhelia, che quest’anno ha reso meno dello scorso anno”

Per Moggi quale potrebbe essere la cura del calcio italiano?

“Come ho detto bisognerebbe puntare su pochi stranieri ma buoni.
Valorizzare i giocatori italiani, sopratutto quelli delle giovanili.
Prendete la Juventus che ha tre giocatori giovanissimi in prestito al Frosinone che stanno ben facendo già quest’anno.
A Torino hanno pure Yildiz e Iling junior che stanno facendo ottime prestazioni.
Di fatto la Juve ha già pronta la squadra del futuro”.

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Alexandra Colasanti: “Il successo crea invidia”

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Intervista all’ex arbitro Alexandra Colasanti, ora presentatrice ed opinionista televisiva, in esclusiva per Calciostyle.it con la nostra redazione.

Di seguito le parole di Alexandra Colasanti

Alexandra Colasanti

Ciao Alexandra, partiamo da una cosa fondamentale, tu sei stata un arbitro…

“Sono stata un arbitro perché all’età di 18 anni, quindi un po’ in tarda età perché oggi gli arbitri diciamo che si avvicinano a questo ambiente intorno ai 16 o 17 anni, che credo che sia l’età giusta per fare poi un giusto iter che ti permette poi se hai i numeri e soprattutto la preparazione atletica di arrivare poi nelle divisioni alte del campionato.

Ho iniziato un po’ per ribellione e un po’ per dimostrare al capo famiglia che fossi più brava di lui ed ovviamente ho fallito (ride) come tante cose che ho provato a fare come mio padre. Sono cresciuta nel calcio perché è stato un arbitro di Serie A, soprattutto di quei tempi, secondo me, in cui la Serie A era ancora calcio-poesia, io questo ci tengo a sottolinearlo”.

Alexandra tu sei opinionista nella trasmissione “Calcissimo” di Fulvio Collovati che va in onda su TopCalcio24 ma sei anche conduttrice di una trasmissione in onda su Città Celeste TV in Roma…

“Si, in realtà Città Celeste è un ritorno a quello che era il mio passato, arbitrai una partita e da lì mi coinvolsero in una radio che era in partnership con Città Celeste che era Centro Suono Sport che era quella della Roma. Da lì passai poi a Città Celeste e tutti i Lunedì, da Settembre, ho scritto questo programma ritagliandomi questo spazio che si chiama “Il salotto di Sasha” in cui parlo di calcio. Ovviamente parlo molto di Lazio ma anche molto del campionato a 360° perché da 7 mesi ho cercato di far comprendere agli spettatori Laziali storici e veterani, che in realtà è importante vedere cosa stanno facendo le altre squadre perché il “nemico” bisogna vederlo anche da vicino per capire cosa sta facendo. Quindi il Lunedì è anche importante esaminare qual è l’andamento delle competitor”.

Tifosa della Juventus, Allegriana o no cosa pensi a fine della stagione per il discorso della panchina bianconera?

“Io sono sempre stata per 2 anni consecutivi pro-Allegri perché credo che questo allenatore sia il miglior condottiero che la Juventus possa avere in questo momento. Come consuntivo della stagione io direi che Allegri inizia questo campionato senza un mercato. Pogba si infortuna, si è puntato il dito su Allegri che lo ha voluto, però Pogba si infortuna e sceglie una terapia alternativa quindi va contro quello che gli viene consigliato dalla società Juventus e questo non lo poteva gestire Allegri. Arriva Alcaraz e si infortuna e Allegri non poteva prevedere che si infortunasse.

Allegri gestisce una squadra dove non c’è una struttura societaria, quale altra squadra in Italia senza una struttura societaria… parlo proprio della struttura che manca! C’è stato un periodo in cui le vicende della dirigenza della Juventus sono state veramente pesanti ed hanno veramente colpito in modo importante questa società ed Allegri è stato sempre lì da scudo! E poi mettiamoci anche la vicenda delle scommesse in cui si vede portar via uno dei giocatori importanti, forse uno dei più importanti del centrocampo ovvero Fagioli, che poi porta Locatelli a giocare in un altro ruolo.

Guarda caso si inizia un processo che sappiamo tutti coinvolge una serie di giocatori, però come mai ci si ferma a Fagioli, Tonali e Zaniolo e non si va più a fondo? Era per buttare il polverone sui bianconeri, perché purtroppo in questo paese, e lo continuo a sostenere, il successo crea invidia!

Di seguito il link della video-intervista integrale di Alexandra Colasanti dove parla ampiamente di Allegri, di Juventus e di tanto altro…

 

 

 

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