Lecco, il patron Di Nunno e’ intervenuto a Laprovinciaunicatv.it e ha fatto chiarezza sulla questione della cessione societaria. Andiamo a vedere le sue parole.
In attesa che il campo sancisca la matematica retrocessione del Lecco, il patron Paolo Di Nunno ha detto la sua su un altro tema caldo in queste settimane.
Le trattative per la cessione societaria, infatti, non sta dando i frutti speranti. A fare il punto della situazione e’ lo stesso numero uno manzoniano, ai microfoni de Laprovinciaunicstv.it.
Questi i contenuti e le parole di Di Nunno, riprese dal portale Pianetaserieb.it
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“Il Lecco lo regalo, con 2-3 milioni di euro siamo pari e patta. Non posso rimanere, non mi vogliono, e io non dimentico le offese personali. Vedremo se chi arriverà farà meglio. Ogni due anni, nelle passate gestioni, si parlava di fallimento e di mancata iscrizione. Dal 2017 qui non ci sono debiti, anche non considerando la promozione in B”.
“Ma quale bluff. Ho chiesto, a cinesi e americani, la stessa cifra, che si aggira sui 2 milioni di euro
per ultime spese, e un milione per me. Mi pare una richiesta equa, anche perché lascerò circa 700mila euro di paracadute dalla Lega, quando retrocederemo, e 1,1 milioni di euro da prendere dalla Lega, praticamente e’ un regalo. Il cinese non mi pare voglia cacciare i soldi, ma coinvolgermi in discorsi economici che a me non interessano più. Gli americani hanno fatto una proposta simile a quella del cinese, e nessuno mi ha più contattato. Anche loro stanno vedendo di coinvolgere altri. Ma io lo dico chiaro: se vengono con i soldi, il Lecco e’ loro”.“Avete visto che con Malgrati le cose vanno un po’ meglio? Avrei fatto anche prima questo cambio e, se non avessimo sbagliato mercato, con Fracchiola, e se fossi stato bene di salute, credetemi, il Lecco sarebbe ancora in serie B. Chi lo compra avrà già la squadra pronta e uno dei mister più bravi, che ha ancora il contratto per un anno. Andate a vedere i prestiti che abbiamo in giro, ci fate una squadra di C di buon livello. Ma a me non interessa più, mi hanno già rovinato questa estate, quando pensavo di salvarmi come minimo in B“.
“Se non avessimo avuto quel mese e mezzo di ritardo, tutte quelle incertezze, con le altre squadre che si sono prese i giovani migliori e hanno raccattato tutti i prestiti, Ascoli in primis, non saremmo in queste condizioni. Sto studiando il modo di fare causa alla FIGC per quella ingiustizia che, per sanarla, ci ha costretti ad andare fino al Consiglio di Stato
. Di sicuro non e’ colpa nostra, ma a retrocedere siamo noi. Mentre gli altri facevano mercato, noi eravamo in tribunale”.Aggiornato al 10/04/2024 6:35
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