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Venezia-Milan, curiosità e statistiche

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Venezia-Milan

Venezia-Milan, incontro valido per la 34^ giornata di Serie A: curiosità e statistiche sul match in programma domenica 27 aprile alle 12.30.

Venezia-Milan è uno dei due lunch match di questa 34^ giornata del campionato di Serie A.

Gli arancioneroverdi di Di Francesco sono reduci dall’ottimo pareggio contro l’Empoli e inseguono punti importanti per continuare a inseguire quell’obiettivo insperato – sino a poche giornate fa – della salvezza. Busio e compagni sono a -1 dal Lecce quartultimo e sognano la permanenza in massima serie.

Dall’altra parte, i rossoneri di Conceicao vogliono accorciare e cercare un posizionamento verso una prossima coppa europea, forti anche dalla fiducia ritrovata nel match vinto contro l’Inter e che è valso l’accesso alla finale di  Coppa Italia.

Di seguito le curiosità, statistiche e precedenti di Venezia-Milan

Venezia-Milan

L’ESULTANZA DI LUKA JOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Venezia-Milan: curiosità e statistiche

Il Milan è rimasto imbattuto in 13 delle ultime 14 sfide contro il Venezia in Serie A (11V, 2N – incluso un match vinto a tavolino), l’unico successo dei lagunari nel periodo risale al 19 marzo 2000 (1-0 al Penzo con gol di Filippo Maniero).

Il Milan ha vinto le ultime quattro partite contro il Venezia in Serie A, mantenendo la porta inviolata nelle tre più recenti; i rossoneri non hanno mai registrato quattro clean sheet di fila contro i lagunari nel torneo.

L’ultimo pareggio tra Venezia e Milan in casa dei lagunari in Serie A risale al 4 maggio 1947 (1-1), da allora sei successi dei lombardi e due dei veneti.

Il Venezia è rimasto imbattuto in sette delle ultime otto partite di campionato (1V, 6N), l’unica sconfitta nel periodo è arrivata contro il Bologna (0-1 lo scorso 29 marzo).

Il Venezia è la squadra che nel 2025 ha pareggiato più partite in Serie A: 9 su 15 (1V, 5P). Considerando infatti i punti nel nuovo anno solare, i lagunari sarebbero fuori dalla zona retrocessione (12 punti conquistati – tre formazioni ne hanno collezionati meno).

Il Venezia ha vinto 1-0 contro il Monza l’ultimo match al Penzo in campionato, l’ultima volta che ha ottenuto due successi casalinghi di fila in Serie A risale al gennaio 2000 con Luciano Spalletti allenatore.

Da inizio febbraio 2025, il Milan ha subito 15 gol in 12 match di Serie A, solo Monza (24) ed Empoli (23) hanno concesso più reti dei rossoneri nel periodo (il Venezia nel periodo ne ha concessi 11).

Il Venezia è la squadra che in percentuale ha realizzato più gol su sviluppi di calcio piazzato nella Serie A 2024/25: 59% (16/27); viceversa i lagunari sono il club con meno reti segnate su azione nel campionato in corso (11).

Nessun giocatore ha segnato più gol da fuori area di Hans Nicolussi Caviglia in questo campionato (tre, al pari di Matías Soulé, Danilo Cataldi e Davide Zappacosta). In più, nessun calciatore del Venezia ha preso parte a più reti del classe 2000 nella Serie A 2024/25: sei (quattro reti e due assist), al pari di Joel Pohjanpalo (sei marcature in arancioneroverde, ora al Palermo).

Il Venezia è l’avversario contro cui Theo Hernández ha realizzato più gol in Serie A: quattro in tre sfide, inclusa una doppietta nel suo unico match disputato al Penzo (il 9 gennaio 2022). Il terzino del Milan ha segnato 31 reti nel torneo, solo due difensori contano più gol con una singola squadra nella storia della Serie A: Giacinto Facchetti (59 con l’Inter), e Antonio Cabrini (33 con la Juventus) – 31 anche Sergio Cervato con la Fiorentina.

Fonte: Opta

Serie A

Roma, Ranieri: “Rivoluzioni in estate? Non penso. E sul nuovo allenatore…”

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Roma, Ranieri

Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dall’ultima gara del campionato contro il Torino di Vanoli.

Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla due giorni dall’ultima panchina della sua carriera. Il tecnico giallorosso, al termine della stagione, prenderà posto all’interno della dirigenza della Roma. diventando un consigliere della famiglia Friedkin.

L’obiettivo finale di Ranieri è provare a centrare la qualificazione in Champions League. Oltre a trovare la vittoria in casa del Torino, i giallorossi devono sperare che la Juventus non riesca a raccogliere i tre punti in quel di Venezia.

Roma

CLAUDIO RANIERI GRAZIE ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, le parole di Ranieri

Come arriva la squadra a questa partita? Qual è il suo coinvolgimento emotivo?

“Sono concentrato sulla partita, poi magari nelle giornate seguenti penserò a tutto quello che mi è successo in questi giorni. Prima di tutto volevo ringraziare i tifosi della Roma, io non mi aspettavo una cosa del genere l’altra sera. Non mi aspettavo una scenografia così meravigliosa e li voglio ringraziare di vero cuore. Ci avviciniamo, come ho sempre detto, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Siamo entrati in Europa, non sappiamo in quale Europa, ma dobbiamo uscire dal campo consapevoli che abbiamo dato il massimo. Poi ci sono degli episodi che ti condannano o ti fanno sorridere e io sono soddisfatto, per cui dobbiamo dare tutto noi stessi. Credo che questo sia degli ultimi campionati una cosa veramente bella, perché c’è chi lotta per vincere il campionato, chi lotta per retrocedere, chi lotta per entrare in Europa e credo che questo sia stato veramente un campionato molto interessante per tutti i tifosi italiani”.

Ha pensato alle 23 di domani? E a prescindere dall’entrata o no in Champions, quale voto si dà a questa stagione?

“Io non mi do voti. Non c’è mai nessuno che vince sempre. Qualche volta devi conoscere anche l’amaro così sai apprezzare anche il dolce. L’altra domanda era cosa penserò domani. Il primo pensiero era le 23, fammici arrivare alle 23. E poi forse lo dirò, ma io non sono bravo nell’esternare a parole le mie emozioni, quello che sento dentro. L’ho vissuto l’anno scorso a Cagliari, ero sicuro, lo ripeto ancora una volta, che sarebbe finito tutto. Ero contento, ero rilassato, ho passato un’estate bella, serena, con i miei amici soliti. E penserò questo, a stare bene con i miei amici”.

Che clima c’era a Trigoria? Dovbyk come sta? Dybala e Pellegrini verranno a Torino?

“Credo che partiranno tutti, ancora non glielo ho chiesto, ma credo di sì. Dovbyk ha fatto allenamento sotto il controllo di dottori, fisioterapisti e preparatori. Credo che domani, se tutto andrà bene, me lo daranno disponibile per fare l’ultimo allenamento. L’allenamento è stato bello, concentrato come sempre, con grossa determinazione da parte dei ragazzi. Questo mi rende sereno, perché io so che andremo ad affrontare una grande squadra che vuole far bene, vuole chiudere bene il suo campionato, gioca in casa. Il Torino ha grandi giocatori, un grandissimo allenatore, giovane, ma molto valido e vorrà far bene. Noi ce la dovremo sudare come se la dovranno sudare tutti quelli che vogliono conquistare quello che ha in ballo”.

Come accoglierà il nuovo allenatore la piazza?

“Io non penso a come lo accoglierà, io penso che quando andrà via i tifosi saranno dispiaciuti, questo è quello che io vorrei”.

Quanto cambierebbe la qualificazione in Champions League?

“Solo domande inerenti alla partita. C’era un saggio grandissimo allenatore che diceva non dire gatto se non l’hai nel sacco. Noi abbiamo un gatto a nove code che scappa via da tutte le parti. Prima chiudiamo il sacco e poi vediamo”.

Quali sono le sue sensazioni in queste ultime giornate?

“No, è sempre un cocktail di mille sensazioni, perché poi l’allenatore, io soprattutto vado a sensazioni, a quello che mi dicono i ragazzi in campo. Mi dicono con loro atteggiamento, ho sempre pensato di mettere la squadra che mi potesse far vincere. E poi ho sempre detto a loro, si gioca in sedici, ho la possibilità di fare cinque cambi, state sempre tutti a disposizione. Per cui certamente il cambio di Dybala è costato parecchio, perché Dybala ci dava non solo quel punto di riferimento là davanti, ma quel giocatore che ci sapeva tenere palla e nelle situazioni difficili, vedevate che i ragazzi subito palla lui e lui ci tirava fuori dai guai.

Senza di lui abbiamo un attimino sofferto, per cui ho cercato di correre ai ripari con scelte da parte mia, credo, da parte mia logiche. Naturalmente possono essere sembrate particolari, strane, perché così, perché così, perché non ho giocato sempre 3-4-3, abbiamo vinto a Milano, perché non ripetere. A me piace studiare l’avversario, mi piace cercare di metterlo in difficoltà, gli altri fanno sicuramente lo stesso con noi. Gioco forza devo cercare di tenere tutti sul chi vive e cercare di vincere la partita”.

Tralasciando il rapporto con i tifosi che è stato ricucito dal suo avvento da novembre, rispetto al Ranieri allenatore e consigliere, ha centrato tutti gli obiettivi che si era prefissato quando si è seduto sulla panchina?

“Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi, quanti sono? 5-6-7 mesi. C’è ancora tanto da lavorare, c’è tanto da lavorare insieme, però la strada che è stata tracciata mi piace, mi ha dato soddisfazione”.

Leandro Paredes giocherà? Baciare lo stemma sotto la curva ha allontanato le voci sul Boca, secondo lei?

“Dipenderà da lui e dal prossimo allenatore. Dire se gioca? Non lo dico perchè darei un opportunità all’allenatore avversario…”

Che Torino si aspetta, visto che c’è la possibilità di non mandare in Champions la Juventus? Questi sono ragionamenti che anche in uno spogliatoio si fanno. Ha fatto una promessa, un regalo in caso di Champions League della propria squadra?

“Io? Un regalo? Sono loro che lo devono fare a me! Io devo fare il regalo? Non credo a queste cose. Queste sono cose che stanno fuori dalla mente di chi gioca a calcio, soprattutto a questi livelli. Io ai miei ho detto quello che ho detto a voi. Il Torino è una buonissima squadra che nelle ultime 5 partite in casa ha fatto due vittorie, due pareggi e solo una sconfitta. Ci sarà da sudare e lottare fino all’ultimo secondo. Questo è quello che ho detto ai ragazzi e credo che i ragazzi mi credano perché io ho sempre detto la verità.

Gli ho sempre prospettato le difficoltà che avremmo incontrato durante un match. Per cui il Torino farà la sua gagliarda partita perché il Torino per DNA è una squadra che lotta sempre. Tra virgolette mi è sempre piaciuta, proprio per questo suo. Io poi giocavo contro Pulici e Graziani, era uno spettacolo. Era un dispiacere perché perdevamo quando giocavo nel Catanzaro, però era uno spettacolo vederli”.

A prescindere dalla qualificazione in Champions o meno, in estate ci dobbiamo aspettare rivoluzioni?

“Vediamo. Io credo che di rivoluzioni non possiamo farne e non dobbiamo farne. Se questa è una squadra che nel girone di ritorno dovrebbe essere prima, allora c’è solo da migliorare. Ma diamo fiducia a questa squadra”.

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Serie A

Serie A, testa a testa Napoli-Inter: uno scudetto assegnato a panchina scoperta

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Rocchi

Questa sera si deciderà il campionato di Serie A: sia Conte che Inzaghi però, non andranno in panchina a causa squalifica e sosterranno la squadra dalla tribuna

È arrivato il tanto atteso giorno nella quale si saprà finalmente chi sarà a sollevare il trofeo finale, al netto di sorprese che potrebbero rinviare il tutto ad uno spareggio. Il Napoli parte decisamente favorito, ma in questo tipo di partite il pallone ha un peso totalmente differente e può accadere di tutto e per questo l’Inter cercherà di vincere e mettere pressione alla diretta concorrente.

Serie A, i due allenatori assenti per squalifica

Serie A

L’ESULTANZA DI ANTONIO CONTE E SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La particolarità di questo scudetto è che a prescindere dalla squadra alla quale verrà assegnato, già sappiamo che il rispettivo tecnico non sarà partecipe della gara decisiva. Antonio Conte ha rimediato un espulsione nell’ultima sfida contro il Parma dovuta ad un eccesso di foga agonistica, così come Inzaghi è andato a muso duro verso Baroni in seguito alle proteste per il rigore assegnato alla Lazio.

Entrambi dunque, seguiranno la squadra dalla tribuna e in questo modo però avranno la possibilità di seguire in prima persona anche la sfida sull’altro campo, in modo tale da potere fare modifiche di gestione in tempo reale.

Ovviamente, in caso di conquista del titolo il tecnico vincitore avrà l’opportunità di raggiungere i suoi ragazzi sul terreno di gioco per festeggiare insieme alla squadre e ai tifosi.

E se fosse l’ultima in campionato per Inzaghi o Conte?

Quello che potrebbe accadere è che questo titolo potrebbe sancire la fine di un percorso per entrambe i tecnici e di conseguenza la loro ultima panchina l’avrebbero messa a referto nella penultima sfida di campionato e non in quella valida per lo scudetto.

Antonio Conte ha più volte ribadito un pò di mal di pancia in questa sua annata al Napoli, con questioni che il tecnico non ha digerito tanto facilmente e non ha mai dato la certezza di rimanere per un altro anno.

Simone Inzaghi invece, sembra essere uno degli allenatori più ambiti in giro per l’Europa e non solo. Per lui sono arrivati apprezzamenti dalla Premier League e offerte concrete dall’Arabia Saudita, che al momento sembra aver respinto. Molto cambierà in base all’esito della finale del 31 Maggio, ma al momento non c’è la matematica certezza che il tecnico sarà sulla panchina dell’Inter anche la prossima stagione.

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Serie A

Fiorentina: niente rinnovo per Dodo, due grandi club su di lui

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 Fiorentina-Dodo: il rinnovo ora è in bilico. Il brasiliano piace a due club importanti e non sembra più una priorità. Ecco i dettagli.

In virtù di un accordo di massima che avrebbe dovuto portare al prolungamento del contratto tra Dodo e la Fiorentina — con una nuova scadenza fissata al 2030, rispetto all’attuale termine del 2027 — la trattativa per il rinnovo oggi non sembra più essere una priorità. Un fatto curioso, se si considera che, oltre a un’intesa preliminare tra le parti, era emersa — seppur solo in ambito ristretto la volontà del giocatore di restare in viola fino al termine della carriera.

Qualcosa, dunque, è cambiato. I rapporti, pur non essendosi apparentemente incrinati, non sembrano più allineati come un tempo. Tra i motivi di questo mutamento potrebbe esserci il recente interesse manifestato da importanti club di Premier League e Liga. E non si tratta di società qualunque: alcuni top club stanno valutando il classe ’98, ex Shakhtar, come una valida alternativa in vista del primo luglio, quando aprirà ufficialmente il calciomercato estivo.

In una stagione vissuta da assoluto protagonista, Dodo ha costruito una splendida intesa con Kean, nata — come rivelato dagli stessi — da una scommessa che metteva in palio una vacanza, e finita per essere una delle coppie più prolifiche in termini di gol e assist dell’intera Serie A.

Le ultime voci riportano che sarebbe stata proprio la Fiorentina a mettere simbolicamente una “taglia” sulla testa di Dodo. In altre parole, qualora arrivasse un’offerta ritenuta congrua, il club viola potrebbe prendere seriamente in considerazione l’idea di cederlo.
La valutazione fissata dalla società si aggira intorno ai 35 milioni di euro: una cifra certamente non bassa, ma giustificabile se si considera la posizione della Fiorentina.

Da un lato, il club non avrebbe alcuna intenzione di privarsi del giocatore; dall’altro, cerca di tutelarsi in vista della scadenza del contratto, che, pur non essendo imminente, comporta comunque un rischio concreto. Rimane infatti solo un’ulteriore stagione prima del termine, e perdere a parametro zero un esterno con un grande potenziale rappresenterebbe una perdita troppo importante.

NICOLO ZANIOLO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

 

 

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