Serie A
Torino, Vanoli: “Tre punti sofferti sono nel nostro dna, onoriamo questo club”
L’allenatore del Torino Paolo Vanoli ha parlato al termine della partita contro l’Empoli, valida per la ventinovesima giornata di Serie A.
Un gol di Nikola Vlasic al 70° minuto di gioco permette al Torino di battere l’Empoli e di salire a quota 38 in classifica, a -2 dall’Udinese sconfitto a sorpresa dall’Hellas Verona. Crisi nera invece per i toscani, che non vincono dall’1-4 del Bentegodi dell’8 dicembre: da lì in poi 3 punti nelle successive 14 partite di Serie A, con l’unica soddisfazione di aver eliminato la Juventus in Coppa Italia. Gli azzurri restano terzultimi a -3 dalla zona salvezza e rischiano l’aggancio del Venezia.
Torino-Empoli 1-0: le parole di Vanoli nel dopo partita
Al termine dell’incontro, l’allenatore del Torino Paolo Vanoli è stato intercettato ai microfoni di DAZN. Di seguito le sue parole.
L’esultanza al triplice fischio
“E’ la mia passione, la mia voglia di portare i ragazzi a fare qualcosa di importante. I 10 punti nelle ultime 4 non sono pochi: quella di oggi era la gara più difficile, loro venivano da risultati negativi ma erano sempre stati in partita. Dobbiamo diventare più bravi contro chi gioca uomo a uomo a tutto campo. Se abbiamo la mentalità di stasera, viene fuori la qualità individuale. E si è vista quella di Vlasic. Siamo stati bravi a soffrire. Nel primo tempo non siamo partiti con la giusta attenzione, forse anche perché nel 4-3-3 Vlasic largo faceva fatica, gli piace stare al centro del gioco. Ho chiesto a Gineitis di sacrificarsi su Pezzella, ho scelto lui per fare le giocate di prima verso Adams. Abbiamo preso tre punti importanti, soffrendo: mi piace, rispecchia il dna della maglia granata“.
La tifoseria granata
“Ho sempre che cerco di capire la storia e che voglio trasferirla ai giocatori. E’ importante capire dove vai a lavorare e trovare giocatori da Toro. Ogni piazza deve trovare i propri giocatori. Abbiamo fatto un buon mercato di gennaio per questo, perché abbiamo preso elementi funzionali e con quella mentalità. E’ un passaggio importante per costruire. Non mi è piaciuto dire che non abbiamo obiettivi, questa sera abbiamo dimostrato di voler lottare fino alla fine e di provare a vincere sempre. I 10 punti nelle ultime 4 è anche grazie ai tifosi. Li ho incitati perché era il momento della sofferenza, volevo che spingessero la squadra insieme a me. Magari sogno, ma piano piano metto un pezzetto alla volta… Avevo la pelle d’oca a Monza e a Parma, sembrava di giocare in casa. Ho sempre detto che i nostri tifosi sono troppo importanti: abbiamo perso punti stupidi, ma se questa gente viene sta capendo che stiamo andando al 200%“.
La sostituzione di Walukiewicz
“Ha avuto un risentimento al problema avuto in settimana. Abbiamo parlato con Lazaro, mi ha dato disponibilità ma non aveva i 90 minuti. E su Sanabria è stato il dottore a fermarlo, c’era qualche dubbio dopo la risonanza e mi ha detto di non rischiarlo. Voglio questo spirito: Walukiewicz ha dato tutto, anche Lazaro ha voluto esserci. E anche Sanabria, è stato solo il dottore a fermarlo ma voleva esserci. E’ un piccolo, ma significativo passo in avanti“.

L’URLO DI PAOLO VANOLI INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Queste invece le dichiarazioni che il tecnico ha rilasciato ai microfoni di DAZN.
L’analisi della partita
“Direi bene, i ragazzi nonostante le difficoltà sono riusciti a stare in partita e capire i momenti della gara. Sapevamo che avremmo affrontato una squadra viva che lo ha dimostrato anche stasera. Siamo partiti con un po’ di timore ma quando ti giocano uomo su uomo devi essere più veloce a muovere la palla. Devo dire che i ragazzi hanno dimostrato di voler fare qualcosa di importante”.
Onorare la maglia
“Io quando inizio a lavorare in un club guardo la storia. E questo è un club che ha una storia importante e noi lo dobbiamo sempre onorare. Dico sempre ai miei ragazzi che siamo noi a dover trascinare i tifosi ma devo dire che anche i tifosi ci stanno dando una grossa mano. Il DNA del Torino dobbiamo sempre averlo dentro, perché i grandi risultati non arrivano se non conosci la storia. A volta abbiamo buttato via dei punti ma questa squadra nel girone di ritorno sta correndo. Stasera siamo rimasti in partita contro un avversario pericoloso”.
La classifica e gli obiettivi
“Dal girone di ritorno abbiamo messo un’altra marcia facendo 10 punti nelle ultime 4. Stiamo avendo continuità nonostante abbiamo anche perso punti da situazioni di vantaggio contro Parma o Bologna. Io non guardo la classifica. Per me da qui saranno 12 finali e noi dovremo sempre avere una mentalità vincente. Ogni partita sarà contro squadre che avranno motivazioni diverse, dopo la sosta ci sarà la Lazio che vuole andare in Europa. Noi dovremo essere sempre all’altezza”.
Cos’è cambiato da gennaio
“La svolta è stata quella di abbandonare il passato e passare la difesa a quattro. Abbiamo lasciato un processo di tre anni di lavoro e cambiato completamente, iniziando una nuova strada”.
Serie A
Inter, giornata decisiva per Dumfries: sempre più probabile l’intervento chirurgico
In casa Inter da tempo tiene banco la situazione riguardante Denzel Dumfries. Per l’esterno di Chivu non sembra finire il calvario.
Denzel Dumfries ancora out. Questa è la situazione che tiene più banco in casa Inter: l’esterno olandese è di vitale importanza all’interno delle idee di mister Chivu e la sua assenza prolungata si sta facendo sentire, nonostante le buone prestazioni di Luis Henrique.
Quello che sembrava un infortunio da niente, adesso potrebbe rivelarsi una pesante assenza. Dumfries infatti è out dallo scorso 9 novembre a causa di un contrasto di gioco con Zaccagni. Quella che poteva sembrare una semplice distorsione, per cui sarebbero bastati qualche giorno di riposo, adesso è probabile che sia qualcosa di molto più grosso.

DENZEL DUMFRIES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’olandese sente ancora dolore e di conseguenza la società nerazzurra si è mossa per contattare specialisti delle articolazioni per capire il da farsi. Nelle scorse settimane infatti, il giocatore ha alternato riposo al lavoro in palestra, ma ogni volta che caricava peso sulla caviglia era costretto a fermarsi. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il 29enne nei giorni scorsi si è recato in Olanda per essere visitato.
L’opzione di un intervento chirurgico sta sempre più prendendo piede. La decisione finale arriverà oggi. Ovviamente la scelta di ricorrere ad un’operazione metterebbe ai box per diverso tempo l’olandese, ma sembra essere la più probabile per evitare maggiori complicazioni.
Serie A
Torino, il paradosso difensivo: 6 clean sheet, ma peggior difesa del campionato
Il Torino di Barco Baroni per le prossime partite di campionato non avrà a disposizione 2 dei 4 centrali in rosa, ovvero Saul Coco e Adam Masina.
La squadra granata fino a questo momento ha messo in mostra dei grandi limiti difensivi. 26 gol subiti in 15 partite e peggior difesa dell’intera serie A al pari solo della Fiorentina. Nell’ultima partita contro la Cremonese però, è stato trovato il 6° clean sheet in campionato, a simboleggiare l’incostanza e la scarsa continuità della squadra granata.
Il paradosso infatti, è che il Torino ha ottenuto meno porte inviolate solamente rispetto a Lazio, Inter e Milan, ma allo stesso tempo è la peggior difesa. Questo è spiegato dal fatto che nelle 9 partite restanti ha una media gol subiti di 2,88. Un dato decisamente preoccupante, che dimostra come la squadra sia fragile e poco abituata a reagire alle difficoltà.

COCO E ISAKSEN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, difesa da riorganizzare: 2 centrali partono in Coppa d’Africa
A queste problematiche difensive si aggiunge un’ulteriore difficoltà. Saul Coco e Adam Masina giocheranno la Coppa d’Africa rispettivamente con Guinea Equatoriale e Marocco e non saranno a disposizione di Baroni per le prossime partite.
Il tecnico ex Lazio dovrà capire come riorganizzare il suo assetto difensivo in vista di gare importanti contro Sassuolo, Cagliari e Verona, che daranno risposte definitive sulla stagione del Torino. Vedremo se il tecnico continuerà con la difesa a 3 o se deciderà di ritornare a 4 a causa di queste due pesanti assenze.
Serie A
Fiorentina, illusoria ambizione di Champions League: una squadra non adeguata
La Fiorentina sta attraversando un periodo di forte crisi. I problemi però partono da più lontano: una costruzione della rosa non all’altezza dell’Europa.
La Viola è in un periodo molto negativo, che potrebbe sfociare in una delle pagine più grigie della storia del club. La causa di tutto ciò non può ricadere su un unico responsabile, ma va sicuramente distribuita tra presidente, dirigenza, allenatori e giocatori.
Quello che è certo però, e che se ad inizio stagione si era parlato di Champions League, adesso tutta la società ne esce completamente ridimensionata. La squadra strutturata dalla dirigenza e messa a disposizione di Pioli prima e di Vanoli poi, oltre che ad essere sbilanciata nelle varie zone di campo, è composta da giocatori disabituati a giocare un certo tipo di partite.

PAOLO VANOLI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, una squadra inesperta e priva di campioni
11 giocatori della rosa della Fiorentina arrivano da squadre in lotta per la salvezza: Pablo Mari-Monza, Pongracic-Lecce, Ranieri-Salernitana, Viti-Empoli, Parisi-Empoli, Nicolussi Caviglia-Venezia, Sohm-Parma, Fazzini-Empoli, Gudmundsson-Genoa, Piccoli-Cagliari, Kouamè-Empoli.
A questi vanno aggiunti 4 ragazzi giovani e alle prime esperienze in serie A come: Comuzzo 2005, Fortini 2006, Ndour 2004 e Martinelli 2006.
Fuori da questo conteggio rimangono De Gea, Gosens, Mandragora, Fagioli, Kean e Dzeko, ovvero tutti i giocatori che hanno vestito maglie importanti e che hanno giocato in piazze di primo livello. Non a caso in questo periodo di tempesta, spesso e volentieri sono loro ad aver provato a fare qualcosa in più sia in campo, che fuori.
Per uscire da periodi difficili come quello che sta attraversando la Fiorentina, c’è bisogno di uomini forti e di calciatori all’altezza della situazione. A gennaio c’è la necessità di un forte intervento sul mercato per ristrutturare una rosa che ha dimostrato non solo di non essere adatta a competere per la Champions League, come dichiarato ad inizio stagione, ma di non avere ne grande talento ne personalità.
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