Serie A
Torino-Juventus, risultato in diretta: LIVE (1-1)
Torino-Juventus risultato e tabellino – Torino-Juventus, sta per partire il derby della Mole. Queste le formazioni ufficiali in vista della sfida dell’Olimpico con Vanoli che punta tutto su Vlasic e Karamoh dietro l’unica punta Adams mentre Motta viste le tante assenze sceglie Nico Gonzalez, a supporto di Yildiz e del giovane Mbangula.
Torino-Juventus risultato e tabellino:
TORINO (4-5-1): Milinkovic-Savic; Vojvoda, Coco, Maripan, Sosa (45’st Walukiewicz); Ricci, Linetty (27’st Tameze); Lazaro (45’st Nijl), Vlasic, Karamoh (17’st Pedersen); Adams (45’st Sanabria). A disposizione: Paleari, Donnarumma, Masina, Sanabria, Dembele, Perciun, Dalla Vecchia. Allenatore: Vanoli.
JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio; Savona (26’st Cambiaso), Gatti, Kalulu, McKennie; Douglas Luiz, Thuram; Yildiz, Koopmeiners, Mbangula (32’st Weah); Nico Gonzalez. A disposizione: Perin, Pinsoglio, Adzic, Fagioli, Rouhi. Allenatore: Motta.
Reti: 8’pt Yildiz (J), 45’pt 1′ Vlasic (T)
Ammoniti: Vojvoda (T), Coco (T), Douglas Luiz (J), Linetty (T), Walukiewicz (T)
Recupero: 2’pt, 4’st
Serie A
Lecce, Di Francesco: “Assenze per la Coppa d’Africa? Sono sereno. Vardy ricorda Pippo Inzaghi”
Il tecnico del Lecce Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa alla viglia del match in programma domani alle 12:30 con la Cremonese.
Il Lecce è reduce da una bella vittoria casalinga contro il Torino, che ha mosso la classifica e alzato l’umore. Domani i giallorossi saranno impegnati in una trasferta ostica sul campo della Cremonese. Nicola sta facendo un grande lavoro e servirà una grande prestazione per uscire dal campo con i 3 punti. Della partita di domani ha parlato in conferenza stampa il tecnico del Lecce Eusebio Di Francesco.
Lecce, le parole di Di Francesco
Come ha lavorato la squadra in settimana?
“Non abbiamo abbassato la guardia, nonostante la vittoria con il Torino. Abbiamo cercato di fare una settimana simile a quella precedente, per consolidare il lavoro fatto fin qui”.
Fra un po’ ci saranno le assenze per la Coppa d’Africa, ha già pensato a rotazioni per abituare chi sarà titolare in vista delle partenze?
“Ci penserò dopo la partita col Pisa, sicuramente stiamo lavorando in questa direzione, ma dobbiamo andare step by step. Perderemo tre giocatori, questo è certo. Valuteremo per quante partite. Ma sono sereno, chi potrà sostituirli sta lavorando al meglio. Cercherò sempre di mettere in campo la squadra migliore per affrontare il prossimo avversario”.
Sorpreso da Vardy?
“Alla sua età ha dimostrato di essere un campionato. E’ partito piano perché non aveva il ritmo all’inizio ma nelle ultime partite l’ho visto veramente bene. Attacca la profondità benissimo, lavora al limite con la linea difensiva, un po’ alla Pippo Inzaghi. Davanti perdona poco, è un’arma importante per loro”.
Ha quelle qualità che sta cercando di inculcare a Stulic e Camarda?
“L’esperienza cambia, ma le caratteristiche si vedono da subito. I nostri non hanno le caratteristiche di Vardy, lui è meno bravo a legare il gioco e più bravo ad attaccare la profondità. Noi dobbiamo migliorare nell’attaccare gli spazi e stiamo migliorando”.

FRANCESCO CAMARDA SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Quanto saranno importanti i calci piazzati?
“Lo dicono i numeri, ma non sono in Italia. In tanti campionati si segna su calcio piazzato. E’ cambiato il modo di marcare anche per il var, prima si poteva avere una marcatura più rigida. La Cremonese è molto brava nei calci piazzati, hanno ottimi battitori come Vandeputte e Vazquez, sanno essere pericolosi. Vale per tutti, la Lazio ha superato il turno di Coppa Italia su calcio d’angolo per esempio. I calci piazzati possono indirizzare le partite”.
Ha dei dubbi sulle fasce?
“Possono giocare tutti, non voglio dare indicazioni agli avversari. Non dimentichiamo che al di là delle scelte iniziali sono fondamentali quelle successive. C’è un’alta percentuale di gol segnati negli ultimi minuti. Chi entra può indirizzare la partita. Anche lo stesso N’Dri, quando è entrato ha fatto anche gol, può essere determinante in base a come is mette la partita”.
Un parere su Bonazzoli?
“Lo conosco bene, avendolo allenato. Magari è mancato in continuità negli ultimi anni. In questo momento sta facendo molto bene da sottopunta.
Quali qualità deve sfruttare il Lecce domani?
“Dobbiamo dare continuità, leggendo bene i momenti della partita e facendo attenzione sui calci piazzati”.
Quali sono le sorprese in positivo e in negativo finora in questo campionato?
“La formazione più formata fra le neopromosse era il Sassuolo, poi la Cremonese sta sorprendendo, ha vinto una grande partita a Bologna. Noi dobbiamo continuare su questa direzione, la squadra sta crescendo, dobbiamo essere più qualitativi nelle scelte che andiamo a fare. Serve grande umiltà nell’approccio alle partite e nel lavoro”.
Domani sarà più importante distruggere che costruire?
“No, le due cose vanno di pari passo. Distruggere è un termine che non uso mai, ma bisogna essere aggressivi. A me piace costruire, anche costruire una fase difensiva adeguata. Le due fasi sono fondamentali, serve ricercare qualità maggiore nelle giocate”.
Serie A
Cremonese-Lecce, probabili formazioni e dove vederla
Cremonese-Lecce sarà il lunch match della domenica del quattordicesimo torno di serie A.
La partita dell’ora di pranzo domenicale sarà quella tra Cremonese e Lecce, in programma allo stadio Zini.
I padroni di casa sono decimi in classifica con 17 punti conquistati fino a questo punto, mentre i salentini ne hanno 13, e sono tredicesimi.
Qui Cremonese
A Bologna i grigiorossi hanno fatto il colpo grosso, espugnando uno dei campi più difficili d’Italia.
A salire sugli scudi e’ stato Jaime Vardy, autore della doppietta che ha fatto la differenza.
Con i tre punti di lunedì, la squadra di Nicola ha messo un altro mattone importante sul percorso che conduce verso la salvezza.
Contro il Lecce si punterà il secondo successo di fila, per rendere ancora più bella la classifica.
Non sono previste novità di formazione in vista di domenica, con la conferma del tandem Vardy-Bonazzoli in avanti.
Qui Lecce
Benché fosse un match decisamente insidioso, i salentini sono riusciti a cogliere una vittoria molto importante, in casa, sul Torino.
Il 2-1 finale, condito da qualche brivido, consente al team di Eusebio Di Francesco di restare fuori dalla zona rossa.
La palma del migliore in campo, questa volta, e’ andata al portiere Falcone, abile a neutralizzare un calcio di rigore, e a custodire tra i propri guantoni la vittoria dei giallorossi.
Allo Zini la squadra titolare non dovrebbe essere molto diversa da quella vincente contro i granata.
In avanti ci sono i dubbi maggiori, con Tete Morente e Sottil a contendersi due dei tre posti offensivi, rispettivamente contro Banda e Pierotti.
Probabili formazioni
Cremonese (3-5-2): Audero; Terracciano, Baschirotto, Bianchetti; Barbieri, Payero, Bondo, Vandeputte, Pezzella; Bonazzoli, Vardy. Allenatore: Davide Nicola
Lecce (4-3-3): Falcone; Veiga, Gaspar, Tiago Gabriel, Gallo; Coulibaly, Ramadani, Berisha; Tete Morente, Stulic, Banda. Allenatore: Eusebio Di Francesco
Dove vederla
La sfida tra Cremonese e Lecce, lunch match del 14esimo turno di serie A, sarà trasmesso in diretta da:
- Dazn
- Dazn 1 (canale 214 di Sky)
Serie A
Cagliari-Roma: la tragica storia di Giuliano Taccola
Per i tifosi della Roma la sfida con il Cagliari significa soprattutto il ricordo di Giuliano Taccola, morto proprio durante una gara contro i sardi.
Domani alle 15:00 la Roma farà visita al Cagliari, gara valida per la quattordicesima giornata di Serie A. Una sfida importante per i giallorossi, che vogliono riprendersi la momentanea testa della classifica (in attesa dei risultati di Napoli, Milan ed Inter).
La sfida tra giallorossi e rossoblù, però, ha un significato particolare soprattutto per i tifosi romanisti più attempati. Cagliari-Roma significa anche Giuliano Taccola, ex giocatore della Roma che perse la vita proprio durante una partita tra sardi e capitolini il 16 marzo 1969.
Taccola: i primi passi tra le serie minori
Giuliano Taccola nacque il 28 giugno 1943 ad Uliveto Terme, da una famiglia tutt’altro che benestante. Il calcio rappresenta da subito per il giovane Taccola un riscatto sociale: i suoi primi passi da calciatore li muoverà nella squadra della sua città, con le Giovanili dell’Uliveto. Taccola è un attaccante che ruba subito l’occhio per la sua prestanza fisica, e lo ruba anche agli osservatori del Genoa, che lo metterà sotto contratto a soli 16 anni.
In Liguria farà tutta la trafila delle squadre giovanili, e nella stagione 1962-63 diventerà un calciatore professionista con la maglia dell’Alessandria. In Serie B realizzerà i suoi primi due gol della carriera. Tuttavia, dopo appena una stagione con la squadra piemontese, Taccola verrà ceduto al Varese.
Con i biancorossi Taccola collezionerà appena due presenze e, nonostante la clamorosa promozione in Serie A, l’attaccante toscano non rientrerà più nei piani del Varese, che lo cederà in Serie C all’Entella. Proprio con la squadra ligure Taccola troverà finalmente una discreta continuità, realizzando 7 reti in 27 presenze.
L’arrivo alla Roma e l’esordio in Serie A
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La vera svolta per Taccola arrivò con il trasferimento al Savona, dove realizzerà 13 reti in 32 partite, ottenendo la promozione in Serie B. Le prestazioni di Taccola attirarono l’attenzione di Fulvio Bernardini, che consigliò il suo acquisto alla Roma. Prima di arrivare ai giallorossi, però, Taccola ritornerà al Genoa, siglando 4 reti in 32 presenze. Il destino di Taccola, però, è già segnato, e sarà nella capitale.
Nel 1967 la Roma pagò 90 milioni per portare Taccola in giallorosso: al suo esordio in Serie A realizzò dopo soli 9 minuti la sua prima rete nella massima serie contro l’Inter a San Siro. Taccola segnò anche contro la SPAL alla terza giornata e contro l’Atalanta alla sesta. La Roma sarà in testa alla classifica fino alla nona giornata, prima di sprofondare fino alla decima posizione.
Tuttavia, per Taccola la prima stagione in Serie A fu esaltante: 10 reti in campionato, quattordici in totale incluse le coppe. L’anno successivo sulla panchina giallorossa a sostituire Oronzo Pugliese arriverà Helenio Herrera. L’attaccante pisano partirà alla grande anche la stagione successiva, realizzando sette reti in dodici gare di campionato. L’ex allenatore dell’Inter punta molto sulla preparazione fisica, e Taccola è l’attaccante perfetto per il Mago.
Le prestazioni del centravanti giallorosso valgono le attenzioni anche della Nazionale maggiore, ma contro il Varese, sua ex squadra, Taccola segnerà l’ultima rete della sua carriera, ma nessuno avrebbe potuto prevederlo.
I controlli medici e la contrarietà di Herrera
Da qualche tempo Taccola soffriva di attacchi di febbre improvvisi che gli causavano dolori ed un malessere quasi costante, e durante le vacanze di Natale si sottoporrà ad un controllo specialistico. Il professor Visalli gli risconterà un’anomalia cardiaca, probabilmente congenita, ma Herrera si rifiuta di credere a ciò, dicendo che Taccola è un atleta e che i dottori non capiscono nulla.
In tanti credono che il malessere fisico di Taccola sia dovuto ad un’influenza stagionale, ed Herrera decide di convocarlo per una tournè che la Roma dovrà giocare in Spagna tra la fine del dicembre 1968 e l’inizio del nuovo anno. Al rientro, però, la situazione fisica di Taccola peggiora.
Gli viene riscontrata una tonsillite, e nel febbraio del 1969 Taccola si sottoporrà ad un operazione. Sembra un intervento facile, di routine, ma mente viene operato Taccola avrà diverse emorragie. Dopo l’intervento l’attaccante dovrebbe stare a riposo per almeno un mese, ma Herrera e la Roma forzano per anticipare il suo rientro. Taccola ricomincia gli allenamenti, ma la sera ritorna, puntuale, la febbre.
Taccola riprese ufficialmente gli allenamenti in maglia giallorossa a fine febbraio, e sarà schierato in campo con la Primavera romanista in occasione della gara contro il Palermo. Una sfida per prepararlo al ritorno in prima squadra: questo era il piano di Herrera. Taccola, però, sembra un lontano parente del giocatore ammirato i mesi precedenti. E’ dimagrito a vista d’occhio, e sviene addirittura in campo.
Dopo nemmeno un mese dall’operazione alle tonsille Herrera schiera Taccola in campo nella gara contro la Sampdoria a Genova. L’attaccante toscano sarà sostituito dopo sessanta minuti: quella sarà la sua ultima apparizione in campo.
La febbre non dava tregua a Taccola, sempre più debilitato. La moglie racconta che suo marito aveva anche cominciato a sputare sangue dalla bocca, e poi arrivò la tragica gara contro il Cagliari. Taccola si trovava in stanza con Ciccio Cordova, e alle 9 di mattina arrivò il massaggiatore giallorosso comunicando ai due che Herrera voleva tutti pronti per l’allenamento di rifinitura. Taccola non voleva scendere, ma Cordova lo convinse. Herrera si rese contro delle pessime condizioni di Taccola, e decise di non schierarlo in campo per la gara contro i sardi.
La tragica scomparsa di Taccola
La sfida tra Cagliari e Roma terminò 0-0: per i giallorossi fu un ottimo punto conquistato, poiché i rossoblù termineranno la stagione al secondo posto in classifica quell’anno. Al rientro negli spogliatoi Taccola parlò tranquillamente con i compagni, ma quando bevve un bicchiere di arancia cadde a terra, privo di sensi.
Ciccio Cordova, che stava rilasciando un’intervista, al rientro negli spogliatoi si ritrova davanti una situazione tragica: i compagni accerchiano Taccola, tentando la respirazione bocca a bocca. Allo Stadio Amiscora non c’è l’ossigeno, e il medico giallorosso Visallo chiederà aiuto al medico dei sardi Frongia.
Inizialmente Visallo chiese a Frongia una dose di penicillina, ma quest’ultimo aveva il Neopenil-S. Si chiama un’ambulanza, poiché quella presente allo stadio era già andata via. Andò via anche Herrera, dicendo che ormai non si poteva fare più niente. Il medico della Roma tornò da Frongia, chiedendogli una fiala di Coramina. Taccola però non rispose alle cure, e Frongia gli sollevò una palpebra: l’occhio era spento. È il 16 marzo 1969: Giuliano Taccola venne dichiarato deceduto alle 17:55, a soli venticinque anni, lasciando una moglie e due figli.
La Roma aveva già preso l’aereo per far rientro nella capitale, e a comunicare la notizia del decesso di Taccola ad Helenio Herrera e all’accompagnatore fu il vice presidente del Cagliari Andrea Arrica. Il tecnico romanista farà un discorso alla squadra all’aeroporto, dicendo che però bisognava pensare alla prossima gara di Coppa Italia contro il Brescia. Cordova, D’Amato e Sirena si ribelleranno: “La Coppa Italia la giochi lei”.
All’arrivo all’ Ospedale Civile i tre giocatori giallorossi troveranno tutto lo staff tecnico e dirigenziale del Cagliari vicino al lettino di Giuliano Taccola. Subito dopo arriverà la moglie. Marchini ordinerà ad Herrera di lasciare un giorno di riposo alla squadra: l’ex tecnico nerazzurro tenterà di opporsi alla decisione, ma senza successo.
I funerali di Giuliano Taccola si celebrarono a Roma, nella Basilica San Paolo, davanti ad oltre cinquantamila persone. La sua salma verrà sepolta ad Uliveto Terme, suo paese d’origine. La scomparsa di Taccola è ancora oggi avvolta da tanti misteri irrisolti, ma una cosa è certa: Giuliano è rimasto per sempre nel cuore dei tifosi giallorossi.
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