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Serie A

Tiago Pinto: “In quel momento ho deciso di andarmene, con Mourinho ho condiviso tutto. Su Dybala…”

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Roma, Pinto

L’ex Direttore Sportivo della Roma Tiago Pinto ha rilasciato una lunga intervista a Sky. Il portoghese ha toccato più temi tra cui Mourinho, De Rossi e Dybala.

Indice

Tiago Pinto, le sue parole

Roma, Tiago Pinto

Roma – Tiago Pinto

Il momento della Roma?

“Sono contento dei risultati, per l’ambiente e per i giocatori. La squadra sta giocando bene, sta facendo buoni risultati. Per fare buoni risultati devo avere affinità totale, motivazione, carica. Non faccio questo lavoro senza queste emozioni e queste passioni. Tre anni a Roma di portano ad altri livelli di stanchezza. La Roma merita un dirigente come il Tiago Pinto dei primi anni. Non ho rimpianti, ma sono felice di vedere andare bene la squadra“.

L’esonero di Mourinho?

“Quello è stato un giorno molto difficile per tutti. Io sono ancora giovane, non so se i Direttori sportivi più anziani gestiscono in modo diverso. Io nel momento in cui si deve licenziare un allenatore sono morto. Quando un allenatore va via significa che non hai fatto bene alcune cose. Tutti quello che è successo in quei giorni me conta poco. Le emozioni sono troppo alte, è stato un lavoro di due anni e mezzo”.

È vero che De Rossi le ha chiesto di restare?

“Sì, noi abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche prima del suo arrivo. Lui ha capito che sono una persona leale, che lavora tanto e che aiuta gli allenatore. Gli ho spiegato la situazione, poteva contare su di me fino alla fine ma la mia decisione non sarebbe cambiata“.

Cosa è successo dopo la finale di Europa League persa a Budapest a Tiago Pinto?

Quello che mi ricordo è che è stato umanamente difficile gestire le ore successive a quella sconfitta. È stato l’unico giorno della mia carriera in cui ho sentito l’impatto fisico sulle mie emozioni. Avevamo fatto una buona partita, ma la differenza tra vincere e perdere è un dettaglio, poi dopo quella finale c’è stata la polemica per l’arbitraggio.

È stato un momento cruciale per me, dopo quelle 72 ore di tanta difficoltà abbiamo giocato contro lo Spezia e s’infortuna Abraham. Sappiamo che lo avremmo perso per tanto tempo, avevamo quell’obbligo del settlement agreement di fare determinate operazioni fino a giugno e forse a fine giugno ho pensato a me stesso, forse è stato in quel momento che ho preso la decisione di andare via“.

È stato rivalutato il lavoro fatto sul mercato alla luce dei recenti risultati?

“La Roma ha una buona squadra con buoni giocatori, ma non vorrei sfruttare questo momento positivo per dire che avevo fatto un buon lavoro o avevo portato giocatori bravi. A Roma serviva questo equilibrio, dentro e fuori dal club. Le valutazioni sui giocatori vanno fatte almeno a medio termine“.

Roma, Mourinho

Roma’s Head Coach Jose Mourinho portrait during italian soccer Serie A match Venezia FC vs AS Roma at the Pier Luigi Penzo stadium in Venice, Italy, November 07, 2021 – Credit: Ettore Griffoni

Del conflitto Tiago Pinto-Mourinho se ne è parlato tanto, ma dopo il Genoa è vero che lo hai salvato dall’esonero?

“Mourinho sa benissimo che nel corso di quei due anni e mezzo sono stato un soldato. È normale che, soprattutto durante il calciomercato, nel rapporto fra allenatore e direttore sportivo ci sia un po’ di casino, ma lui sa perfettamente che fino alla fine sono stato leale a lui, alla società e al progetto.

Possiamo anche avere idee diverse, ma si può lavorare insieme. Ci sono cose che succedono durante la stagione, quando le cose non vanno bene vanno fatte delle valutazioni, tutte le decisioni prese sono state collettive, abbiamo anche vinto 3-4 partite di fila dopo quella partita”.

I giocatori acquistati, sono arrivati condividendoli con l’allenatore?

Non è mai arrivato un giocatore senza l’approvazione di Mourinho, poi sarei stato bugiardo se avessi detto che i giocatori arrivati erano la prima scelta del club, non è così. Lui è sempre stato coinvolto, ovviamente sui giocatori che potevamo prendere. Il processo di reclutamento è stato sempre chiaro, dai giocatori che sono andati bene a quelli che sono andati male, nessun giocatore è stato di Tiago Pinto o di Mourinho.

Non c’è nessun giocatore che è arrivato che Mourinho non voleva, quello non è mai successo. Non è neppure giusto dire che Mourinho ha avuto i giocatori che voleva perché non è vero. I giocatori che abbiamo preso erano quelli che potevamo prendere, ma nessun giocatore è arrivato a Roma senza la conoscenza di Mourinho”.

Dybala o Svilar, di quale colpo a parametro zero è più orgoglioso?

Mi ha fatto molto felice prendere Dybala, però abbiamo preso tre giocatori a parametro zero che oggi valgono tanto come Svilar, N’Dicka e Aouar. È stato fatto un buon lavoro, con tutte le difficoltà avute e con gli errori fatti, oggi guardi la rosa della Roma e hai questi giocatori ha parametro zero che hanno valore sul mercato, due giovani che arrivano dal settore giovanile che hanno valore sul mercato, hai grandi giocatori come Dybala o giocatori che hai rinnovato molto forti.

Siamo riusciti a non vendere i giocatori più importanti a parte Ibanez e Zaniolo, ma non è che abbiamo sempre venduto il pezzo migliore, abbiamo Pellegrini, Cristante, El Shaarawy, Mancini che sono rimasti con noi. Sono stato felice quando abbiamo preso Dybala, poi non è che voglia essere egocentrico, ma sono molto felice per il momento che Svilar sta vivendo, per me è sempre un bambino.

Lo conoscevo dai tempi del Benfica dal 2017, abbiamo fatto insieme il mio percorso al Benfica, poi è venuto con me a Roma, ha sofferto tanto ed è cresciuto tanto, sarà tra i migliori al mondo“.

Roma, Mile Svilar

Qual è stato l’errore più grande che ha fatto Tiago Pinto a Roma?

“Ci sono stati acquisti che non hanno reso, tipo Shomurodov o Renato Sanches. Io non vedo il mercato come una competizione, penso che una società che ha un direttore, un dipartimento medico, uno staff medico, è una società che sviluppa i giocatori. Secondo me il mercato rappresenta il 20-30% della squadra, il 70-80% è il quotidiano.

Ci sono stati acquisti che non sono andati bene, altri che magari sono stati spettacolari in un certo momento, tipo Rui Patricio che ci ha dato la Conference League e oggi viene criticato. Come direttori sportivi, non dobbiamo perdere due volte: quando prendi un giocatore che vale qualcosa per la tua squadra anche a livello economico.

Se un giocatore non va bene in campo, non devo far perdere alla società quello che ha investito. Tipo Vina, ha giocato 44 partite con la Roma, non è andato come ci aspettavamo, però economicamente non ci abbiamo perso quando lo abbiamo ceduto. Io come direttore sportivo non devo far perdere due volte la mia società.

Dovevo gestire diversamente alcune cose, in un determinato momento magari dovevo fermarmi: dovevo ridurre il monte ingaggi, prendere grandi giocatori, vincere, stare in pari in con il settlement agreement. È difficile mettere insieme tutte queste cose ma la nostra ambizione è così grande che ci ho provato”.

Roma, de rossi

Rome, Italy 20.01.2024: New Coach Daniele De Rossi debuts on the Roma bench in the Italian Serie A TIM 2023-2024 football match AS Roma vs Hellas Verona at Olympic Stadium in Rome.

Confermerebbe De Rossi se fosse ancora alla Roma?

“Non possono mettermi in quei panni, ovviamente Daniele sta facendo molto bene, è una persona spettacolare. Mi ha sorpreso la consapevolezza che lui ha di quanto costa essere allenatore. Vuole fare questo lavoro, sta facendo benissimo, non solo in campo ma anche nel campo della valorizzazione dei giocatori della Roma. Sta facendo benissimo, la decisione spetta a loro”.

Faresti il direttore di un altro club italiano?

“Sì, ma non di tutti tipo la Lazio. Non potrei andarci e loro non mi vorrebbero (ride, ndr). Ho imparato tanto in Italia, ho imparato da tanti direttori sportivi, sono amico di Ausilio, Massara, Rossi, Corvino, magari un giorno tornerò in Italia”.

La clausola di Dybala?

“Se lo cedono, non posso tornare a Roma (ride). Paulo è un bambino d’oro, è un grande giocatore e una grande persona, lo ammiravo come giocatore e come persona e ora lo ammiro di più. È un professionista spettacolare ed è felice a Roma. Penso che la città e i tifosi lo abbiano reso felice”.

Come vuole essere ricordato dai tifosi della Roma Tiago Pinto?

“Dai tifosi vorrei essere ricordato come un direttore che ci ha sempre messo la faccia, ma è importante il rapporto con le persone con cui ho lavorato. Ho trovato una famiglia, persone che lavorano tanto come fisioterapisti, la parte femminile, l’ufficio stampa, tutti lavorano con passione per il club e vorrei essere ricordato come una persona giusta”.

Conclude Tiago Pinto.

Serie A

Lotito sul Flaminio: “progetto è magnifico”

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lotito

Lotito ha da sempre voluto far ristrutturare o ricostruire lo stadio Flaminio, ormai abbandonato da diversi anni. La Lazio è pronta al suo nuovo stadio.

Intanto che la Lazio di Igor Tudor continua a raccogliere punti, cercando di prendere  il sesto posto della Roma che potrebbe portare in Champions League se l’Atalanta chiudesse il campionato in quinta posizione e vincesse l’Europa League, il club del patron Lotito sta progettando il futuro.

La Lazio ha individuato nello stadio Flaminio come il sito preferito per la costruzione del nuovo stadio.

L’annuncio dell’assessore allo Sport del Comune di Roma Alessandro Onorato  è un passo significativo verso la realizzazione di questo progetto.

La scelta del Flaminio potrebbe avere un impatto positivo sia per il club che per la città, offrendo una struttura moderna e funzionale per gli appassionati di calcio e contribuendo allo sviluppo urbano della zona.

Queste le parole di Lotito: “Siamo a pochi metri dall’arrivo per la questione Flaminio. Chi ha visto il progetto ha detto che è magnifico perché sembra che lo abbia fatto Nervi”

Lotito ha scelto l’ Auditorium Parco della Musica, sede scelta per celebrare il 50° anniversario del primo scudetto della Lazio.

Aggiungendo che  verranno intitolati dei giardini a Wilson e a D’Amico.

Due dei grandi protagonisti del primo campionato vinto nella storia dei biancocelesti.

Inoltre sarà coniata una medaglia celebrativa e creato un francobollo per ricordare lo scudetto del 1974.

lotito lazio

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Serie A

Roma, El Shaarawy come snodo cruciale

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scommesse, El Shaarawy

La Roma ha un Faraone in più nel proprio arsenale

Stephan El Shaarawy si è legato a filo doppio con i colori giallorossi. Arrivato in punta di piedi nel 2016 non ha più voluto lasciare la squadra capitolina – eccezion fatta per l’esperienza asiatica con lo Shenua. Il ragazzo è uno dei più attaccati a quell’ideale portato avanti dal tecnico e non ha mai dato vita a polemiche sterili, nonostante i diversi ruoli in campo. In questa stagione è sceso in campo ben 46 volte, numeri incredibili, mettendo a segno 3 gol e dispensando 8 assist. Il numero 92 è un punto fermo della rosa e la sua importanza è a tutto tondo.

Intelligente tatticamente ma anche trascinatore dentro lo spogliatoio, l’azzurro è in grado di fare da chioccia. Il mercato è sempre un’incognita, soprattutto quello estivo, ma difficilmente il tecnico romanista rinuncerà a lui nella prossima stagione. L’obiettivo, però, è quello di far diventare il classe 1992 un’alternativa di lusso in grado di portare giovamento a partita in corso. La qualificazione in Champions League o in Europa League darà il verdetto finale anche sul futuro – e sull’impiego – di Stephan El Shaarawy.

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Le interviste

Gabrielloni (Como) al Premio Cesarini: “In A per fare gol”

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Premio Renato Cesarini

E’ stata veramente un’emozione grandissima… un’emozione davvero unica questa promozione“, parola di Alessandro Gabrielloni, bomber del Como (promosso in A), che abbiamo intervistato in queste ore. “Un’annata di alti e bassi, all’inizio un po’ complicata. Poi è andata in positivo e a mio modo di vedere ci siamo meritati di andare su, nel massimo campionato“. Un cammino incredibile quello di Gabri-Gol. Da goleador a pizza è un attimo: nelle Marche lo hanno voluto celebrare perfino con la Pizza Gabrielloni, la pizza Gabri-Gol in suo onore. E ora Gabrielloni fa tris: dopo Pizza e Serie A, adesso il Premio Cesarini 2024 che ritirerà il prossimo 27 maggio nelle Marche, sua terra natale. “Vi aspetto il 27 maggio a Jesi. Il Premio Cesarini rappresenta per me un grande onore. Sono davvero onorato di questo riconoscimento“. Nella foto di anteprima una precedente edizione del riconoscimento Cesarini nelle Marche, come sempre alla presenza di illustri ospiti e big del calcio e dello sport.

Sognare non costa assolutamente nulla. E i sogni a volte possono tramutarsi in realtà. Como promosso in Serie A dopo ben 21 anni, avete capito?. “Dalla Serie A che verrà non mi aspetto niente“, scherza Gabrielloni ai nostri microfoni. “Vedo e spero di trovare spazio. E di fare anche qualche gol. Comunque sarà un’emozione unica, quando esordirò in Serie A e magari al primo gol… Per adesso non voglio pensarci. Penso soltanto a riposarmi, poi nel mese di luglio vedrò ‘il da farsi’”. A Gabrielloni, bomber di famiglia cresciuto nella Juniores Jesina (serie D, 2010), auguriamo le migliori fortune professionali. Ricordiamo che il suo primo ‘gestore’ ai tempi della Juniores Jesina (2010) mister Stefano Belardinelli ci ha rivelato senza peli sulla lingua: “Gabrielloni merita la Nazionale”. Un chiaro riferimento al CT Spalletti? Anche Luciano sarà presente a Jesi il 27 maggio tra l’altro, piccola coincidenza.

Non credo di eccellere in nessun fondamentale, so fare un po’ di tutto”, ci aveva confermato lo stesso Gabri-Gol negli ultimi anni in una nostra intervista. “I consigli di Tommy (fratello, altro bomber di famiglia, ex Jesina Calcio, ndr) sono stati fondamentali ai fini di una mia crescita personale e professionale”, ci aveva rivelato il buon Ale.

Dalla D alla A. Un cammino emblema di sacrificio, fatica e determinazione, un esempio per i giovani calciatori del domani. Convinti, come siamo, che Gabri-Gol potrà far molto bene anche nel massimo campionato. “Alessandro Gabrielloni del Como meriterebbe una chance anche in Nazionale“, Luciano Spalletti è praticamente avvisato… E’ questo il pensiero, ribadito più volte, dall’allenatore jesino Stefano Belardinelli, allenatore di Gabri-Gol proprio alla Juniores Jesina 2010 e oggi nello staff tecnico Vis Pesaro. Sotto la foto della pizza Gabri-Gol lanciata in queste ore sul menù dal ristorante Zia Emilia di Porto Recanati che aveva già lanciato la Pizza Cheddira ai Mondiali 2022 per celebrare l’altro bomber marchigiano made in Marche, sempre su idea del giornalista di Jesi Daniele Bartocci.

gabrielloni como

Gabrielloni Pizza Como

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