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Smalling, quando solidità fa rima con esperienza
Una delle poche note liete della Roma 2022/23, una costante positiva in grado di disinnescare le offensive avversarie: tutto questo, ma non solo, è incarnato da Chris Smalling.
In una squadra ancora alla ricerca della continuità di rendimento e talvolta capace di incappare in sgradevoli passi falsi, c’è un uomo dai 194 cm che non ha paura di niente e di nessuno. Nato in Inghilterra e con un curriculum glorioso, il centrale giallorosso Smalling si sta attestando ancora una volta come una certezza per Mourinho e per la Roma.
Il gigante ex United sembra aver lasciato definitivamente da parte quelle noie muscolari che tanto lo avevano infastidito in passato. La cura Mou funziona anche per lui, sempre in campo e mai colpevole di disattenzioni.
Scelta di tempo, fisicità, carisma ed aggressività sono solamente alcune delle virtù che il classe ’89 porta con sé in un fisico possente quanto elegante. Ebbene sì, perché gli interventi difensivi del centrale romanista sono sempre puliti, in anticipo ed in grado di annullare completamente attaccanti blasonati del calibro di Immobile, Lukaku e Vlahovic.
Il capo trincea non fa infatti mancare il suo apporto nemmeno nelle gare che contano, nemmeno quando le offensive avversarie potrebbero nuocere gravemente alla retroguardia da lui guidata magistralmente. Con il continuo rendimento da 7 in pagella, Smalling è entrato nei cuori dei tifosi giallorossi, ammaliati dal carisma e dalla forza di un calciatore rinato nella capitale.
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Smalling, il gigante inglese dallo spiccato killer instinct

32 anni, 109 presenze e 10 gol con la maglia della Roma: la certezza difensiva dei giallorossi si chiama Chris Smalling. Il calciatore cresciuto nel Fulham si sta prendendo la retroguardia capitolina, guidando a suon di carisma ed interventi i colleghi Mancini ed Ibanez.
Prestazioni autorevoli ed un rendimento che non sembra risentire del costante impiego che mister Mou sta concedendo lui, sempre all’altezza delle dispute in cui viene chiamato in causa.
Smalling non è però impeccabile solamente nelle zone di prato che solitamente gli competono. Il centrale trentaduenne si sta infatti dimostrando infallibile anche in zona gol: due le reti consecutive trovate nelle ultime due di campionato.
La forza che gli uomini timonati dal tecnico portoghese hanno sui calci da fermo è invidiabile anche per la nuca e la mole di Sir Chris, capace di giganteggiare tra le basi avversarie.
Tanto della stagione della Roma passerà per la fase difensiva, ma fin quando il fedelissimo di Mou continuerà ad offrire prestazioni sontuose, i giallorossi possono stare tranquilli: la trincea è in buone mani.
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Djokovic al World Sports Summit di Dubai: “I miei idoli erano Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba. Da bambino amavo giocare a calcio”
Novak Djokovic, campione del Tennis e grande appassionato di calcio, rivela i suoi idoli di infanzia al World Sports Summit di Dubai, tra cui Pete Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba.
Djokovic: Un Viaggio tra Tennis e Altri Sport
Durante il prestigioso World Sports Summit di Dubai, Novak Djokovic ha condiviso con il pubblico i nomi dei suoi idoli sportivi. Tra questi, spiccano leggende come Pete Sampras nel tennis, Kobe Bryant nel basket e Alberto Tomba nello sci. Djokovic ha sottolineato come queste figure abbiano influenzato la sua carriera e ispirato il suo percorso nel mondo del tennis. “Ero un grande fan di Sampras, Bryant e Tomba, i più grandi nei loro sport”, ha affermato il campione serbo.
Un Amore per il Calcio
Oltre a parlare dei suoi idoli, Djokovic ha rivelato un dettaglio inaspettato circa la sua infanzia: la passione per il calcio. “Se non fossi diventato un tennista, cosa avrei fatto? Da bambino, amavo anche giocare a calcio”, ha confessato. Questa dichiarazione ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport, evidenziando la versatilità e i molteplici interessi di Djokovic al di là dei campi da tennis.
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Fonte: l’account X di Schira
Novak #Djokovic to #WorldSportsSummit in Dubai: “My idols were Pete #Sampras, Kobe #Bryant and Alberto #Tomba: they were the greatest in their sports and I supported them as a fan. If I hadn’t been a tennis player, what would I have done? When I was a child, I also loved to play football…”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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Baggio e il Pallone d’Oro: il “Divin Codino” celebrato al World Sports Summit di Dubai
Roberto Baggio, leggenda del calcio, partecipa al World Sports Summit a Dubai, celebrando i 32 anni dalla vittoria del Pallone d’Oro.
Un’icona del calcio al World Sports Summit
Roberto Baggio, uno dei più grandi simboli del calcio mondiale, ha fatto il suo trionfale ingresso al World Sports Summit di Dubai. Questo evento prestigioso riunisce personalità di spicco dello sport globale per discutere delle sfide e delle opportunità future nel mondo sportivo. La presenza di Baggio non solo arricchisce ulteriormente il summit, ma rappresenta anche un omaggio alla sua straordinaria carriera. Esattamente 32 anni fa, nel dicembre del 1993, Baggio otteneva il massimo riconoscimento individuale per un calciatore, il Pallone d’Oro, consacrandosi tra i migliori di sempre.
Ricordi indelebili e un futuro nello sport
Durante il suo intervento, Baggio ha condiviso momenti salienti della sua carriera e ha discusso delle potenzialità del calcio moderno. L’evento ha offerto l’opportunità di riflettere su come il calcio abbia evoluto nel corso degli anni e sulle sfide che i futuri talenti dovranno affrontare. La partecipazione di Baggio al summit non è solo un tributo al passato glorioso, ma anche un invito a guardare avanti, esplorando nuovi orizzonti per lo sport e i suoi protagonisti.
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Fonte: l’account X di Schira
One of the greatest football legend Roberto #Baggio is just arrived at #WorldSportsSummit in Dubai. Exactly 32 years ago he won the Ballon d’Or. 💎
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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FIFA, Infantino: “Non c’è mai troppo calcio, anzi ne servirebbe di più”
Gianni Infantino durante un intervento al World Sports Summit, ha delineato la visione della FIFA per un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, in un discorso pronunciato al World Sports Summit di Dubai, ha espresso la visione dell’organo di governo mondiale del calcio: un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile. Infantino ha affrontato uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni, il numero di partite e la presunta “saturazione” del calendario. Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra calcio di club e calcio delle nazionali, tra partite significative e insignificanti.
Ha inoltre parlato degli investimenti della FIFA nello sviluppo del calcio in tutto il mondo e ha affermato: “Stiamo investendo miliardi di dollari nello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Nei 211 Paesi tutti ricevono sovvenzioni per costruire campi e formare giocatori. Entro il prossimo anno avremo 100 accademie FIFA in 100 Paesi diversi”.
Infantino sul Mondiale per club e il Mondiale 2026
Infantino ha riservato spazio anche per parlare del Mondiale per club, uno dei progetti più ambiziosi della FIFA. Ha definito l’ultima edizione disputata negli Stati Uniti un successo commerciale e ha sottolineato l’importanza di dare spazio al calcio dei club.
Ha poi parlato delle impressionanti cifre previste per il Mondiale 2026, che si giocherà tra Stati Uniti, Canada e Messico: “48 squadre, 104 partite: 104 Super Bowl in un mese. Avremo sei o sette milioni di persone negli stadi e sei miliardi davanti alla televisione. In appena due settimane abbiamo ricevuto 150 milioni di richieste di biglietti. In 100 anni di storia della Coppa del Mondo la FIFA ne ha venduti 44 milioni in totale. È qualcosa di assolutamente incredibile”.
Il ruolo della FIFA nel calcio mondiale
Infantino ha infine ribadito il ruolo fondamentale della FIFA nel finanziamento del calcio mondiale: “Siamo l’unica organizzazione che finanzia il calcio in tutto il mondo. Senza la FIFA non ci sarebbe calcio in 150 Paesi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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