Serie A
Serie A, le classifiche da non guidare: pali e traverse

Il confine tra un palo o una traversa colpiti, in Serie A, non è sempre minimo. Anzi, nel più delle volte, può influenzare un risultato nel corso del tempo.
Questa statistica la dice lunga sull’economia di un campionato. Anche, e soprattutto, a livello mentale. Basterebbe rivivere, per esempio, il calcio di rigore fallito da Hakan Çalhanoğlu contro il Napoli. Il primo errore del turco in Serie A: palla sul legno, Meret salvo e niente sorpasso in classifica.
Serie A: il re dei legni del 2024/25?
E il giocatore con all’attivo, finora, il maggior numero di legni colpiti in questa stagione è: Ademola Lookman. L’attaccante dell’Atalanta si rivela essere il giocatore più sfortunato/impreciso del campionato di Serie A. Per il nigeriano della Dea cinque legni centrati, uno in meno di Marcus Thuram. Non c’è da meravigliarsi in fondo: l’Atalanta e l’Inter sono le squadre che hanno colpito più pali e traverse dell’attuale Serie A.
A condividere il podio con l’ex Borussia Monchegladbach: Nikola Krstovic del Lecce e Lorenzo Lucca dell’Udinese.
Chi ha colpito più legni in negli ultimi 3 anni?
Rimettendo indietro le lancette di 3 anni il risultato tende a non cambiare. Infatti il nigeriano si mantiene stabilmente al primo posto di questa statistica c on 9 legni totali. Questa volta però, deve condividere lo scettro con altri due attaccanti: Lautaro Martinez (Inter) e Dusan Vlahovic (Juventus). Il serbo, dopo il passaggio bianconero è stato sempre costante in fatto di legni colpiti: 3 per anno.
E pensare che ne aveva colpiti 3 anche nell’ultimo anno e mezzo di Firenze.
E nell’ultimo lustro?
Anche se si porta la classifica indietro di 5 anni Lautaro Martinez rimane sempre il Re dei legni colpiti, 17. Insieme a lui, sul podio, Ciro Immobile (ex Lazio) con 16 e Paulo Dybala (Roma) con 13. Insieme all’argentino, medaglia di bronzo, un altro romanista: Lorenzo Pellegrini.
Da segnalare poi la presenza, ai piedi del podio, di nomi importanti come: Hakan Calhanoglu, Dusan Vlahovic e Victor Osimhen. Tutti con 12 pali/traverse colpiti.
Serie A
Cagliari-Venezia, le ultimissime sulle formazioni

Tra le sfide valide per la 37° giornata della Serie A c’è Cagliari-Venezia: entrambe le squadre cercano punti salvezza, soprattutto i lagunari.
Tra le sfide in programma stasera per la 37° giornata della Serie A c’è Cagliari-Venezia, sfide decisiva per le sorti salvezza di entrambe le squadre: ai sardi basta un punto per festeggiare la matematica salvezza, i lagunari dopo la vittoria sulla Fiorentina sono usciti per la prima volta dalla zona retrocessione, ma serve fare punti per assicurarsi la permanenza in massima Serie.

GAETANO ORISTANIO AL TIRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Cagliari-Venezia, le ultimissime sulle formazioni
Cagliari (3-5-2): Caprile; Zappa, Palomino, Luperto; Zortea, Viola, Makoumbou, Adopo, Augello; Luvumbo, Piccoli. All. Nicola.
Venezia (3-5-2): Radu; Schingtienne, Idzes, Candé; Zerbin, Perez, Nicolussi Caviglia, Busio, Ellertsson; Gytkjaer, Yeboah. All. Di Francesco.
Serie A
Parma, i convocati di Chivu: novità Man e Bernabé

Cristian Chivu, allenatore del Parma, ha diramato la lista dei convocati per la partita casalinga contro il Napoli, in programma stasera alle 20:45.
Il Napoli fa visita al Parma dopo il sorprendente pareggio interno con il Genoa, che ha riaperto improvvisamente la lotta Scudetto: ora la squadra di Conte ha un punto di vantaggio sull’Inter. I partenopei non possono più sbagliare: obbligatorio portare a casa i 3 punti per non rischiare di subire il controsorpasso dei nerazzurri, in caso di vittoria di questi ultimi contro la Lazio. A +4 sulla zona retrocessione, i ducali non sono ancora matematicamente salvi, complici i 2 ko di fila con Como ed Empoli.
Parma-Napoli, i convocati: Chivu perde Man ma recupera Bernabé
Il tecnico del Parma Cristian Chivu ha convocato 26 giocatori per l’imminente sfida interna con il Napoli. A sorpresa non figura nell’elenco Dennis Man, fermato da un problema fisico. Ci sono però dei recuperi altrettanto sorprendenti: quelli di Bernabé, Estevez e Vogliacco. Tutti e tre si erano infortunati il 23 aprile contro la Juventus e tornano regolarmente a disposizione.
Di seguito la lista completa dei convocati.
Portieri: 40 Corvi, 33 Marcone, 31 Suzuki.
Difensori: 4 Balogh, 39 Circati, 15 Delprato, 46 Leoni, 18 Løvik, 63 Trabucchi, 14 Valeri, 21 Vogliacco.
Centrocampisti: 10 Bernabé, 23 Camara, 8 Estévez, 20 Hainaut, 27 Hernani Jr, 16 Keita, 65 Plicco, 19 Sohm.
Attaccanti: 11 Almqvist, 7 Benedyczak, 13 Bonny, 30 Djurić, 61 Haj, 17 Ondrejka, 32 Pellegrino.
Serie A
Una Lazio corsara a San Siro: la Coppa Italia 2000 è sua

La Lazio dell’allora presidente Cragnotti, grazie allo 0-0 maturato a San Siro, festeggia uno storico Double nella stagione 99/00.
A distanza di 25 anni le parole del presidente biancoceleste ancora vengono ricordate: “Quando, qualche mese fa, parlavo di grande slam, erano in molti a prendermi in giro. In questa stagione abbiamo sbagliato una partita sola, a Valencia“. E’ il 18 maggio del 2000, e la squadra biancoceleste, dopo appena 4 giorni dalla conquista dello Scudetto, conquista la sua terza Coppa Italia.
Lazio: un’andata vincente senza festeggiamenti
La squadra biancoceleste arriva a giocarsi la finale nel doppio confronto avendo battuto il Ravenna, la Juventus nei quarti grazie al gol decisivo di Simeone nel ritorno ed il Venezia in semifinale.
Il cammino dei nerazzurri invece li ha opposti a: Bologna, nei quarti il Milan (cruciale il 3-2 all’andata, con Fassone -futuro ad rossonero- assistente degli arbitri Farina e Rodomonti) ed il Cagliari in semi.
L’andata della finale si gioca oltre un mese prima di quel 18 maggio, all’Olimpico. La Lazio batte i nerazzurri con il punteggio di 2-1. Si dovrebbe festeggiare, ma non accade.
Questo perchè dovrebbe essere il gran ritorno del Fenomeno, Ronaldo, assente da 5 mesi dai terreni di gioco. Il brasiliano sostituisce Baggio. Passano esattamente cinque minuti e sedici secondi, il verdeoro tenta un doppio passo e il ginocchio fa di nuovo crack. Urla, lacrime e il Fenomeno esce dal campo abbracciato a Moratti.
“Mi dispiace veramente moltissimo per lui, per l’Inter, per il Brasile e per il calcio – dice Eriksson a fine partita -. Credo anche che tutti i giocatori che erano in campo abbiano vissuto questo dramma con grande partecipazione, erano tutti sotto choc, vuol dire che ci sono ancora i sentimenti, che non conta se uno è un avversario o no, anche il pubblico se n’è accorto e l’ha applaudito”.
Nella partita di andata, l’Inter passa subito: cross di Mutu e destro di Seedorf che anticipa Gottardi. Serve un’azione insistita di Nedved, che la fa passare tra le gambe di Cordoba e Peruzzi, per il pareggio che chiude un primo tempo non indimenticabile.
Il colombiano, poco aiutato da Serena, soffre quando Stankovic dialoga con Conceiçao che al 52’ disegna il cross che Simeone trasforma nel gol della vittoria. Ma al 19’ del secondo tempo, lo shock per Ronaldo copre tutto il resto.
Festa Lazio a San Siro
A Milano, la Lazio si presenta con lo scudetto appena vinto e la festa per il tricolore non ancora digerita. I giocatori si presentano con i capelli ossigenati o tinti di blu. In molti pensano a una squadra scarica, poco motivata. E il primo tempo potrebbe anche confermare questa teoria.
L’Inter, anche senza strafare, controlla la partita. Il CT Marcello Lippi, però, nel secondo tempo trova una Lazio diversa. Veron e Nesta restano in campo, anche se non al meglio. Salas sostituisce Simone Inzaghi, con grandissima grinta. Eriksson mantiene le due punte per tutta la partita, a conferma di non voler solamente difendere il risultato dell’andata.
L’unico brivido per i laziali arriva al 91esimo, quando l’Inter va a qualche centimetro dal cambiare la storia, ma il sinistro di Recoba sbatte sul palo.
La Coppa Italia è biancoceleste!
Sassolini dalle scarpe
Dopo il triplice fischio partono festa e sfottò. Alcuni giocatori si tolgono anche qualche peso che avevano tenuto dentro. Come per esempio l’ex Diego Simeone: “Mi dispiace per i tifosi nerazzurri. Certo, è stata un’annata fantastica nella quale abbiamo centrato tre obiettivi su quattro. Siamo un gruppo straordinario che ha dato l’anima in questo finale”.
E a metterci il carico, il presidente Cragnotti che si gode l’argentino: “E’ un ottimo acquisto. Sentite come lo esaltano i tifosi: Simeone rappresenta la carica della squadra, di tutto l’ambiente”.
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