Serie A
Sabato di Serie A: gol e rimonte, torna la “pazza” Inter
Si è concluso il Sabato di Serie A: partite ricche di emozioni con tanti gol su tutti i campi. Il Como inciampa, Milan e Inter vincono in rimonta.
È andato in scena un sabato di Serie A decisamente divertente e fuori dagli schemi: basta pensare infatti, che tutte e 4 le squadre che sono andate in vantaggio nelle 4 quattro partite disputate, nessuna di queste ha portato a casa i 3 punti al termine della gara. Ci sono stati ribaltoni e rimonte su praticamente tutti i campi e le milanesi hanno fatto tremare i rispettivi tifosi rimontando entrambi un risultato di 2-0.
Serie A, i match delle 15:00: montagne russe al Tardini, il Como beffato
Lo spettacolo di questo sabato inizia già nei match delle 15:00 tra Parma-Torino e Como-Venezia.
Partendo dalla sfida del Tardini, Chivu riesce a portarsi a casa un importante punto per muovere la classifica in chiave salvezza e rimane imbattuto nelle sfide casalinghe. A cambiare la partita ci pensa il bomber classe 2001 Pellegrino, il quale subentra al posto di Bonny e firma una doppietta che vale il pareggio per la squadra di casa.
Dall’altro lato invece, Vanoli può essere in parte soddisfatto della prestazione della sua squadra, che sta maturando partita dopo partita e al momento si gode lo strepitoso impatto di Elmas con il mondo granata.

Al Sinigaglia la sfida è altrettanto divertente con un Como che conduce il ritmo gara e un Venezia che sa aspettare e fa male nel momento più doloroso per l’avversario. Al primo gol con la nuova maglia per Ikoné risponde il rigore di Gytkjaer all’ultimo secondo, che fa gioire Di Francesco, mentre Fabregas mastica amaro. I lagunari si portano a casa il terzo pareggio consecutivo contro squadre come Lazio, Atalanta e Como, e adesso fanno sul serio per quanto riguarda la corsa salvezza.
Pulisic si carica sulle spalle il Milan ed evita l’ennesima brutta figura
Il match delle 18:00 era partito con il piede sbagliatissimo per il Milan ed aveva tutte le carte in regola per diventare l’ennesima brutta figura della stagione. Nei primi 60 minuti di gara, il Lecce va in vantaggio per 2-0 grazie alla doppietta di Krstovic e ai rossoneri vengono annullati ben 2 gol per fuorigioco.
Dopo i soliti cambi del tutto per tutto di Conceicao, la squadra subisce una scossa emotiva e con un pò di fortuna accorcia il risultato con l’autogol di Gallo. Da quel momento l’inerzia della gara va dalla parte dei rossoneri, che si affidano a quello che probabilmente è il miglior giocatore della stagione insieme a Reijnders, ovvero Pulisic.

L’americano si guadagna un rigore, lo trasforma calciandolo sotto all’incrocio dei pali e firma il gol della vittoria andando chiudere sul secondo palo un bel cross di Leao. Il tecnico portoghese si evita un’altra settimana di grandi polemiche, ma l’ambiente rimane ancora molto teso.
Torna la “pazza Inter” e allunga in vetta alla classifica di Serie A
Quella che sulla carta doveva essere la partita più “tranquilla” nell’ultimo periodo dell’Inter, si è rivelata essere la più complicata. Questo Simone Inzaghi se lo era immaginato, visti i 9 titolatissimi su 11 mandati in campo dal primo minuto, ma probabilmente trovarsi sotto di 2 gol prima della fine del primo tempo, non era messo in preventivo.
L’Inter ha mantenuto la calma ed ha continuato a giocare il suo calcio rinchiudendo il Monza nella propria metà campo e tratti addirittura nell’area di rigore per azioni prolungate. Arnautovic accorcia il risultato allo scadere del primo tempo, riconfermandosi in questa stagione determinante ogni volta che viene chiamato in causa.
Nella seconda porzione di gara, sale in cattedra Calhanoglu, che con un gran tiro di collo pieno pareggia la partita. Al 77′ la squadra di Inzaghi completa la rimonta grazie ad un autogol causato da Kyriakopoulos sul bel cross di Carlos Augusto.
L’Inter adesso, in attesa del Napoli, si gode questo +4 in classifica e può pensare alla sfida di ritorno contro il Feyenoord.

Hakan Calhanoglu perplesso ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
K. Thuram: “Giocare nella Juventus è un sogno. Sono in uno dei club migliori al mondo. Marcus? dico questo”
Khephren Thuram si racconta a Dazn: “Giocare nella Juve, la squadra di mio papà, è una storia bellissima”.
Khephren Thuram e il suo legame con la Juventus
Khephren Thuram, giovane centrocampista di talento, ha condiviso le sue emozioni in un’intervista a Dazn, esprimendo la gioia di far parte della Juventus, la squadra che ha segnato la carriera di suo padre, Lilian Thuram. “Giocare nella Juve è una storia bellissima”, ha dichiarato Thuram, sottolineando come il legame familiare renda questa esperienza ancora più speciale. La Juventus, riconosciuta come uno dei club più prestigiosi al mondo, rappresenta per Khephren l’opportunità di crescere e confrontarsi a livelli altissimi, con l’obiettivo costante di vincere.
La doppia felicità di papà Thuram
Nonostante Lilian Thuram sia storicamente legato alla Juventus, il padre del giovane Khephren non potrebbe essere più felice di vedere i suoi figli brillare nei rispettivi club. Infatti, anche Marcus, fratello di Khephren, gioca in Italia, indossando la maglia dell’Inter. “Papà è juventino, ma è contento anche di Marcus all’Inter”, ha aggiunto Khephren, confermando quanto sia speciale vedere la storia della famiglia Thuram continuare nei campi della Serie A. La scelta della Juventus, secondo Khephren, è stata la più giusta per la sua carriera, e il centrocampista è pronto a dare il massimo per onorare la maglia bianconera.
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Fonte: l’account X di Schira
Khephren #Thuram a Dazn: “Una storia bellissima giocare nella #Juve che è stata la squadra di mio papa. Sono in uno dei club migliori al mondo: qui si gioca sempre per vincere. Papà è juventino, ma è contento anche di Marcus all’ #Inter. La #Juventus era la squadra giusta per me”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 26, 2025
Serie A
Genoa, De Rossi: “L’esonero a Roma? Ecco cosa è successo”.
L’allenatore del Genoa ha parlato a DAZN dei retroscena del suo esonero con la Roma, che ritroverà da avversario lunedì prossimo all’Olimpico.
Lunedì sera alle 20:45 la Roma e il Genoa si affronteranno nel match che chiuderà diciassettesima giornata di Serie A. Sarà una gara a dir poco speciale per Daniele De Rossi, tecnico dei genoani, che per la prima volta si ritroverà da avversario la squadra di cui è tifoso e di cui è stato giocatore ed allenatore.
Proprio del suo ritorno, e non solo, De Rossi ha parlato in una lunga intervista a DAZN con Massimo Ambrosini.
“Il mio arrivo al Genoa? Non ho rifiutato altre squadre”
“Forse ho rifiutato la categoria, quindi gli altri hanno rifiutato me. Nelle mie prime due esperienze da allenatore ho avuto dei problemi. Alla Spal con un dirigente (Lupi) abbiamo chiarito, mentre a Roma ho avuto problemi con l’AD. Non voglio che però passi come l’allenatore che abbia problemi con i dirigenti. Non sono una m…., non tradisco i giocatori e non faccio promesse che non posso mantenere.”
“Alla Roma ho avuto problemi con l’AD”
“Alla Spal in conferenza dissi di quanto non fossi soddisfatto del mercato e Tacopina, che era il presidente, mi disse: “chi ti ha detto che puoi dire la verità?“. Da quel momento ho capito tante cose. La Roma una ferita aperta? A vederla lì un po’ mi dispiace, hanno avuto l’exploit che avevo predetto. Il primo anno si costruisce, il secondo si cresce, il terzo si lotta per lo scudetto. Non eravamo proprio pazzi. I presidenti pendevano dalle mie labbra, hanno iniziato a chiedermi le cose prima di darmi la conferma per altri tre anni. Poi le cose si sono incrinate, ma io e il mio staff non meritavamo questo trattamento. Il mio esonero più doloroso di quello alla SPAL? No, non credo. A Ferrara c’era una palestra che era molto più brutta di quella di Trigoria, ma al mio addio piangevano tutti. Ti rimane quel senso di incompiutezza.”

DANIELE DE ROSSI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Tornare alla Roma? Non penso ci sia mai stata realmente una possibilità”
“Hanno fatto una scelta talmente evidente , ma non credo che sarebbe stato il passo giusto per me: per la squadra e per i giocatori ovviamente sarei tornato. Ho avuto dei problemi con l’a.d., ma niente di clamoroso. Oramai è acqua passata.”
“Spalletti un genio, Conte non lascia niente al caso”
“Luciano è un genio. Quando faceva le riunioni tecniche me le mangiavo, mi piaceva capire ogni cosa, forse anche perché mio padre faceva lo stesso mestiere. Conte? E’ meglio saper fare una cosa mediocre tutti e 11 piuttosto che una cosa geniale in 4. Luis Enrique? Gli chiesi di poter assistere ai suoi allenamenti e lui mi disse che aveva cambiato tutto rispetto a quando allenava la Roma. La cosa più illuminante di Luis Enrique è stato il suo approccio umano, mi ha cambiato profondamente. Guardiola e De Zerbi? Una volta andai a cena con loro e scrivevano sui dei fogli: sembravano Leonardo e Michelangelo. Andai anche da Maresca e Iraola al Bornemouth, anche per il rapporto che c’è con Tiago Pinto.”
“Ecco come ho deciso di smettere di giocare”
“E’ tutto molto affascinante a Genova. Giocare tutta la vita alla Roma? Sì, ma ero curioso di fare anche altre esperienze. Non avrei odiato smettere quanto avrei odiato trascinarmi in campo. Quando la dirigenza mi comunicò la scelta ero pronto, ma ero anche curioso di togliere questo elefante dal centro della stanza. Per questo chiedi a Guido Fienga di dirmi le cose, perché io volevo uscirne con eleganza. Avevo vissuto l’addio di Totti e non volevo starci così male, quindi ho provato a prepararmi.”
Serie A
Cagliari, finalmente Gaetano: ora è davvero un numero 10
Il Cagliari cerca punti a Torino per allontanare la zona calda: Pisacane si aggrappa a un Gaetano ritrovato, finalmente leader e numero 10.
Il Cagliari, reduce dal pareggio amaro in casa contro il Pisa, si prepara all’ultima sfida del 2025 con un obiettivo chiaro: tornare alla vittoria. Il prossimo impegno, in trasferta contro il Torino, diventa fondamentale per allontanare la zona retrocessione ma anche per ritrovare continuità. I numeri parlano chiaro: nelle ultime 12 partite è arrivato un solo successo, quello contro la Roma, troppo poco per dormire sonni tranquilli.
La squadra di Fabio Pisacane ha bisogno di risposte immediate. Il tecnico napoletano potrebbe dover fare a meno di Michael Folorunsho, che contro i nerazzurri ha riportato un trauma contusivo-distorsivo al ginocchio, ma potrà contare su un giocatore che sembra aver cambiato marcia nelle ultime settimane: Gianluca Gaetano.

L’URLO DI FABIO PISACANE ALLENATORE DEL CAGLIARI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Cagliari, Gaetano ritrovato: qualità e leadership per Pisacane
Il trequartista ex Napoli sta vivendo il suo momento migliore della stagione. Nelle ultime tre partite ha messo a referto 2 gol e 1 assist, più di quanto fatto nelle precedenti 13 gare di campionato. Un dato che racconta bene la sua crescita recente. In estate, la scelta di affidargli la maglia numero 10 era stata un segnale forte per squadra e ambiente, ma finora era mancata quella continuità e quella leadership che ci si aspettava da lui.
Nelle ultime uscite, però, Gaetano sembra essere tornato ai livelli della stagione 2023/24, quando arrivò a gennaio dal Napoli e risultò decisivo nella salvezza rossoblù con 4 gol e 1 assist in appena 11 presenze. Oggi il Cagliari ha bisogno proprio di questo: qualità tra le linee, personalità e un riferimento tecnico capace di accendere la squadra nei momenti difficili.
La speranza dei tifosi rossoblù è che Gaetano continui su questa strada. Perché questo Cagliari, per salvarsi, ha bisogno di un vero numero 10. E ora, finalmente, sembra averlo trovato.
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