Serie A
Roma: una vittoria sofferta ma da Special One
La felicità di Mourinho e della squadra al triplice fischio dell’arbitro Chiffi, dopo gli ulteriori due minuti di recupero aggiunti ai tre che aveva già dato dopo il novantesimo, fanno capire bene quanto fossero importanti questi tre punti per la Roma. E’ stata una vittoria sofferta ma giusta stile Special One, dove conta il risultato finale non il bel gioco.
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Nel dettaglio
La situazione dopo la sosta è stata sempre più difficile, prima a causa della mancanza dei terzini, poi dei centrocampisti come Cristante e Villar per il Covid , Veretout per squalifica e dopo quindici minuti dall’inizio della partita con il Torino c’è stato l’infortunio di Pellegrini che ha reso la situazione ancora più complicata.
La squadra giallorossa però non si è pianta addosso anzi ha cercato di trasformare queste avversità in forza positiva cercando di reagire e di ottenere la vittoria con la massima determinazione possibile. L’allenatore portoghese è riuscito cambiando modulo, stravolgendo ruoli e inserendo dei giocatori al momento giusto ad ottenere nelle ultime tre partite disputate tre vittorie.
Alcuni calciatori hanno beneficiato tantissimo di questi cambiamenti, per ricordarne solo alcuni citiamo su tutti Mkhitaryan schierato quasi come trequartista, che nelle ultime partite è tornato ad essere fondamentale sia per la ritrovata pericolosità sotto porta ma soprattutto per gli ottimi assist forniti ai compagni. Come per esempio, in occasione del goal vittoria poi realizzato da Abraham grazie anche al velo di Zaniolo. Lo stesso numero ventidue romanista che giocando a tutto campo può far vedere la sua strapotenza fisica, deve solo essere più cattivo in prossimità della porta avversaria e giocare di più con i compagni, cosa che non ha fatto due/tre volte nella partita contro i granata.
Per finire con Abraham che da sprecone sotto porta, ha segnato due reti in Conference ed è stato un decisivo con il Torino sfruttando l’ occasione che ha avuto. Poi la Roma ha saputo soffrire e respingere i tentativi di Juric che ha cercato di pareggiare la partita schierando tre punte, portando a casa il risultato di 1-0. L’obiettivo è stato raggiunto, e come è accaduto anche nelle ultime due partite, i giallorossi sono riusciti superando molte avversità a raggiungere la vittoria.
Serie A
Troppa Inter per il Como: Chivu schianta Fabregas (4-0)
Non c’è partita al Meazza fra Inter e Como. La squadra di Chivu asfalta quella di Fabregas con un 4-0 senza storia e si riprende la vetta della classifica.
Prima o poi sarebbe dovuta arrivare, si sapeva. Però ci sono sconfitte e sconfitte. Il Como non perdeva una partita dal 30 Agosto, ovvero lo 0-1 maturato sul campo del Bologna, e non aveva mai subito due reti nella stessa partita in questa stagione. L’ultima volta, guarda caso, fu nell’ultima partita della passata stagione, ovvero nella sconfitta interna (0-2) proprio contro l’Inter: all’epoca ancora allenata da Simone Inzaghi.
Inter e Bologna, due sconfitte ma (molto) diverse
Se però la sconfitta del Dall’Ara era quasi un “complimento” rivolto a Cesc Fabregas da Vincenzo Italiano, che aveva “snaturato” la propria creatura per imbrigliare quella del catalano, la debacle di San Siro non ammette sofismi. Si parlerà di un incidente di percorso, dovuta alla fisiologica “necessità” di una squadra in costruzione di preservare la propria identità anche al cospetto di avversari di questa caratura. E probabilmente è vero, ma la squadra lariana si è rivelata anni luce lontana da quella nerazzurra in tutto.
Eccezion fatta per una mezz’ora scarsa, a cavallo tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, i comaschi hanno faticato a creare gioco e persino a tirare in porta. Una sensazione di pericolosità gli ospiti non l’hanno mai portata, a differenza dei padroni di casa: che sembravano in grado di poter minacciare la porta di Butez a ogni piè sospinto. Quattro reti al passivo, ma potevano essere anche di più. Perché i meneghini sono partiti subito fortissimo, capitalizzando un avvio di indiscussa superiorità con la rete di Lautaro Martinez.
Il Toro di Bahia Blanca raccoglie a centro-area un servizio di Luis Henrique e deposita alle spalle del portiere francese la rete che lo rende capocannoniere in solitaria del campionato. Da sottolineare la prova del brasiliano, la prima davvero convincente con i colori della beneamata indosso, che ha sverniciato Posch con uno scatto bruciante per poi (complice un’incomprensibile scivolata di Ramon) servire l’accorrente Lautaro.

L’ESULTANZA DI LAUTARO MARTINEZ CHE PUNTA IL DITO VERSO IL CIELO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Como annichilito, Chivu primo aspettando Conte e Allegri
L’Inter, per almeno venti minuti buoni, produce una pressione quasi asfissiante, sublimata dall’immagine di Zielinski alzato quasi sulla linea della Thu-La per marcare a uomo il triangolo del Como (i due centrali più il portiere) in costruzione. Chivu le azzecca praticamente tutte, anche quando decide di abbassare sulla linea dei difensori Calhanoglu per garantirsi la superiorità numerica quando la squadra di Fabregas portava a uomo il tridente d’attacco sui tre centrali nerazzurri. Proprio da questa situazione, infatti, arriva il gol del vantaggio.
Il Como, come detto, cresce quando i nerazzurri, fisiologicamente, abbassano un filo la pressione, ma non sfonda e perde anche Morata per infortunio. Al suo posto entra Douvikas, che riesce nella non facile impresa di fare anche peggio dell’omologo spagnolo: divorandosi un gol pazzesco (praticamente a porta vuota) nella ripresa. Poco dopo, nel momento migliore dei lariani, sarebbe arrivato il gol del 2-0. Dimarco batte dalla destra un corner teso nell’area piccola, difficilissimo da leggere per i marcatori della squadra di Fabregas.
La carambola premia Thuram, che sottomisura raddoppia. Il Como abbozza una timida reazione, ma si scioglie nel finale. Tacco illuminante di Barella, che mette in movimento Lautaro: l’argentino cerca una società nel mezzo, la palla viene messa fuori non benissimo dalla difesa comasca e Calhanoglu di (controbalzo da fuori area) fa 3-0. I nerazzurri sublimano una vittoria roboante pochi minuti dopo, quando il solito Dimarco mette un cross dalla sinistra (da quinto a quinto) per l’accorrente Carlos Augusto: 4-0 e San Siro esplode.
Serie A
Hellas Verona-Atalanta, le formazioni ufficiali
Al Bentegodi va in scena l’anticipo del sabato sera, Hellas Verona-Atalanta. Zanetti è all’ultima spiaggia mentre Palladino cerca continuità dopo tre vittorie.
Sfida ad alta tensione per i padroni di casa, ultimi in classifica e ancora senza vittorie, e con la possibilità di cambio in panchina in caso di sconfitta. Le difficoltà in costruzione e finalizzazione stanno condizionando pesantemente l’andamento della stagione. Dall’altra parte la Dea sta ritrovando fiducia e forma dopo un inizio discreto grazie a Raffaele Palladino. I successi in Champions, Coppa Italia e Serie A consecutivi hanno rilanciato l’Atalanta su tutti i fronti.
Hellas Verona-Atalanta, formazioni ufficiali
Hellas Verona (3-5-2): Montipò; Nunez, Nelsson, Bella Kotchap; Belghali, Niasse, Al Musrati, Bernede, Frese; Giovane, Mosquera. Allenatore: Paolo Zanetti.
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; Kossonou, Hien, Djimsiti; Bellanova, Ederson, De Roon, Zappacosta; De Ketelaere, Lookman; Krstovic. Allenatore: Raffaele Palladino.

Serie A
Fiorentina, Vanoli: “Chiediamo scusa. Serve coraggio, niente alibi”
Situazione critica in casa Fiorentina: dopo la sconfitta contro il Sassuolo il tecnico dei viola Paolo Vanoli è intervenuto in conferenza stampa.
La Fiorentina vive un momento di tensione. Dopo la partita persa 3-1 contro il Sassuolo, il direttore sportivo Goretti ha espresso la sua insoddisfazione: “Non siamo squadra, non c’è fiducia nel compagno. È vietato retrocedere”. Le parole di Goretti sono state seguite da quelle dell’allenatore Paolo Vanoli, che ha dichiarato in conferenza stampa: “Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi. In queste situazioni servono uomini, non calciatori. Questa partita è stata un’emblema, basta alibi, ci vuole coraggio”.
Vanoli ha continuato sottolineando l’importanza del gioco di squadra e la necessità di superare le paure: “Quale paura si può avere quando vai in vantaggio 1-0? Più bello di così! Dovrebbe scomparire la paura. Non c’entra il modulo, c’entra il ritrovarsi giocare l’uno per l’altro e non vedo questo da quando sono arrivato”.
L’allenatore ha inoltre chiarito l’episodio del rigore riguardante Kean e Mandragora: “Il rigorista era Gudmundsson ma non l’ha voluto calciare, il secondo era Mandragora, e Kean da attaccante che in questo periodo non fa gol voleva calciarlo. Basta, c’è da andare in campo e giocare uno per l’altro, capire che ogni palla in qualsiasi situazione è determinante, sia in attacco che in difesa. Non ho ancora trovato la chiave per entrare nella testa dei ragazzi”.
Fiorentina, le parole di Vanoli

La Fiorentina è pronta a voltare pagina e cercare di risalire la classifica. A riguardo, Vanoli ha dichiarato: “Non lo deve fare Paolo Vanoli, lo devono fare i giocatori, lo deve fare anche l’uomo. Secondo me ci sono uomini in questa squadra, devono diventare uomini. ci sono dei momenti in cui ti capitano delle delle cose e devi crescere, devi crescere in fretta”.
L’allenatore ha infine affermato: “Il mio pensiero oggi è trovare delle soluzioni, trovare quei giocatori che possano combattere per questo. Ci sono giocatori importanti come Gosens fuori ma stasera siamo partiti bene, siamo andati in vantaggio, ma non si possono prendere questi gol assurdi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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