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Piero Chiambretti stasera a Overtime Festival. “Sul gap Inter-Juve vi dico che…”

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Piero Chiambretti più scatenato che mai. Il noto conduttore televisivo illuminerà stasera il palcoscenico di Overtime Festival, il Festival Nazionale del Giornalismo e Racconto Sportivo. ‘Dimmi un colore. Ti racconto una storia’, è questo il titolo dell’incontro in programma stasera al Teatro Lauro Rossi di Macerata. Alle ore 21,30  Piero Chiambretti, autore e presentatore di celebri trasmissioni televisive, tra queste Tiki Taka – La repubblica del pallone, sarà intervistato da Marco Ardemagni di Caterpillar AM. Chiambretti solo pochi mesi fa era stato raggiunto dai microfoni di Calciostyle al Vip Master Tennis di Milano Marittima e si era espresso così sull’addio di Antonio Conte, evidenziando come ciò possa rappresentare un vantaggio notevole per la Juventus: “ “Credo che con la partenza di Antonio Conte la Juve torni ad essere la più forte – questo il commento di Piero Chiambretti a Calciostyle – La differenza tra Juve e Inter a mio avviso si chiamava Conte, senza il buon Antonio penso che l’Inter ritornerà ad essere l’Inter anche se auguro a tutti gli interisti di fare una grande stagione. Sarà secondo me l’anno della Juventus di Allegri”. Da Chiambretti a Pierluigi Pardo. Domani sera, alle ore 21.30, sarà la volta di Federico Buffa. A Overtime Festival Buffa darà certamente spettacolo con l’arte dello storytelling sportivo. Sabato sera, stessa ora, spazio a Pierluigi Pardo, sempre nel centro storico di Macerata.

PIERO CHIAMBRETTI A OVERTIME FESTIVAL 2021: LA BIOGRAFIA DEL NOTO CONDUTTORE TV

Nasce il 30 maggio 1956 ad Aosta ma cresce a Torino. Nel 1976 comincia a lavorare come disc-jockey in discoteca e in alcune emittenti radiofoniche di Torino. Dal 1981 al 1986 lavora come animatore turistico sulle navi da crociera, mettendo in mostra il suo spiccato senso dell’umorismo. Nasce artisticamente in coppia con Erik Colombardo mentre la sua prima vera esperienza da solo è stata in una televisione privata, Rete Manila 1, con la conduzione di un programma quotidiano, dal titolo Il delicone: a Torino fece scalpore per gli ascolti e perché andava in onda in diretta con le telecamere in mezzo alla strada nello stesso orario de Il pranzo è servito di Corrado. A metà degli anni ottanta Chiambretti fu ideatore e conduttore di vari programmi radiofonici come i talk La Mecca e Testa di Sigaro diffusi da un centinaio di radio italiane.
Nel 1982 si è presentato in mutande a un provino, vincendo il concorso RAI Un volto nuovo per gli anni ’80. Nel 1983 ha esordito su Rai 1 con il programma quotidiano Forte fortissimo TV top. Tra le sue prime apparizioni ci fu anche quella di Quo vadiz? nel 1984, programma di Rete 4, diretto da Maurizio Nichetti. Nel 1985 arriva su Rai 1 nello show Il sabato dello Zecchino, nel quale interpreta il buffo personaggio di Cartella. Nella stagione 1985-1986 su Rai 1 conduce un altro programma per ragazzi, Magic!
Il successo è arrivato nell’autunno del 1987, quando Rai 3 lo ha ingaggiato per il programma Va’ pensiero: gli è stata affidata la rubrica Divano in piazza, dove aveva il compito di fermare i passanti in mezzo a una piazza spingendoli a impersonare i familiari di un vip. All’inizio del 1988 è anche tra i conduttori del programma contenitore per ragazzi di Rai 1 Big! mentre in autunno è alla guida di Complimenti per la trasmissione, in cui si mischia con umoristica sfrontatezza alla gente comune incontrata per strada per poi tornare a Va’ pensiero e condurre, durante il Festival di Sanremo, Complimenti per il Festival.
Successivamente ha condotto su Rai 3 Prove tecniche di trasmissione (1989-1990) in cui fu tra i primi a deridere il serioso mondo del calcio e le partite della Serie A; si trattava di un programma itinerante che andava in onda la domenica pomeriggio da un tendone da circo che veniva posizionato in una città in cui si giocava una partita di calcio: a fine partita Chiambretti si recava sul terreno di gioco e faceva una moviola a modo suo imitando le azioni salienti dell’incontro tenutosi in quello stadio. In seguito ha condotto Prove tecniche di Mondiale, sui mondiali di calcio del 1990, seguendo le partite di una sfortunata nazionale degli Emirati Arabi Uniti.
Quindi è la volta di vari programmi sul terzo canale della RAI che incrementano la sua notorietà: Goodbye Cortina (1990-1991); Il portalettere (1991-1992); il satirico Telegiornale zero (1992-1993), quasi un contraltare di Striscia la notizia; Servizi segreti (1993-1994); due edizioni de Il Laureato – viaggio ai confini della facoltà (1994-1995 e 1995-1996), altro programma itinerante che andava in onda dalle Aule Magne dei principali atenei italiani in cui personaggi famosi tenevano una lezione su determinati argomenti.
Dopo una breve parentesi radiofonica a RadioDue nel 1994, insieme con l’esordiente Luciana Littizzetto, Chiambretti presentò diverse edizioni del Concerto del primo maggio e anche L’inviato speciale – L’uomo giusto nel posto sbagliato nel 1997 su Rai 1. Inoltre, sempre nel 1997, gli fu affidato il Festival di Sanremo mentre nel 1998 conduce il Dopofestival.
Chiambretti passa a Rai 2 nel 1999, anno dello speciale estivo Orgoglio coatto, condotto assieme a Carlo Verdone e ispirato a Porta a Porta. Sempre nel 1999 conduce il Meteo3 e i servizi dell’orario nel canale RAI. In questo periodo, la passione per il calcio e l’antica dimestichezza con le trasmittenti locali lo hanno portato a intervenire nelle radiocronache delle partite del Torino su Radio Veronica One. Con Gianni Boncompagni, Chiambretti tornò alla ribalta su Rai 2 nelle stagioni 2001-2002 e 2002-2003 con il programma “cult” Chiambretti c’è.
Lasciò la RAI alla fine del 2003 per passare a LA7, rete in cui nella stagione 2004-2005 presentò Markette, uno show di seconda serata fatto di finte marchette. All’inizio del 2006 conduce lo show introduttivo della Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali a Torino, evento per il quale è stato anche consulente creativo.
Nella stagione 2006-2007 conduce la terza edizione di Markette. Nel 2007 Pippo Baudo l’ha voluto nel suo Festival di Sanremo in qualità di conduttore del Dopofestival. Nel 2008 conduce, assieme a Baudo, la 58ª edizione del Festival di Sanremo; dopo questa sua ennesima esperienza sanremese, Chiambretti torna nella sua isola felice, LA7, a condurre la quarta edizione di Markette, che resta la sua ultima esperienza sulla rete.
Il 9 agosto 2008 fu ufficializzato il suo passaggio a Mediaset per condurre un programma su Italia 1 in seconda serata, il Chiambretti Night – Solo per numeri uno, che ha ottenuto ottimi risultati di ascolto ed è stato confermato per due nuove ulteriori edizioni.
Nell’ottobre 2013 Chiambretti ha condotto Striscia la notizia su Canale 5 in coppia con Michelle Hunziker, ottenendo un nuovo successo di immagine, critica e ascolti, ripetuto dal 29 settembre all’11 ottobre 2014 sempre in coppia con la Hunziker. Chiambretti torna su Italia 1 il 13 maggio 2014 con il programma di seconda serata Chiambretti Supermarket, in onda fino al 20 giugno 2014; questo programma vedeva la presenza fissa di Cristiano Malgioglio, proseguita anche in Grand Hotel Chiambretti, show di Canale 5 in onda nel 2015 ogni venerdì in seconda serata e in #CR4 – La Repubblica delle Donne in onda ogni mercoledì in prima serata su Rete 4. Dal 21 settembre 2020 conduce Tiki Taka – La repubblica del pallone in onda il lunedì in seconda serata su Italia 1. Sarà dunque grande protagonista dell’edizione 2021 di Overtime proprio stasera nel cuore della città maceratese (profilo Piero Chiambretti – overtimefestival.it)

IL FESTIVAL OVERTIME PROSEGUE FINO A DOMENICA

 Edizione 2021 dedicata ai “Colori”. Tra gli ospiti Mauro Berruto, Gelindo Bordin, Federico Buffa, Maurizia Cacciatori, Maccio Capatonda, Piero Chiambretti, Cristiano Militello, Luca Pancalli, Pierluigi Pardo, Beppe Signori, Xavier Jacobelli, Furio Zara, Flavio Vanetti, Nazareno Rocchetti, Marino Bartoletti, Mino Taveri. Tante le anteprime nazionali. Appuntamento a Macerata dal 6 al 10 ottobre. Venerdì 8 il Festival ospiterà Maurizia Cacciatori, giocatrice simbolo del movimento pallavolistico italiano e testimonial sportivo del progetto “Allenarsi per il futuro”; giornalisti del calibro di Mino Taveri (Sport Mediaset) e Marino Bartoletti. Saranno presenti anche storici amici del Festival come Dario Ricci con la sua ultima fatica Match point. Sfide, campioni e momenti che hanno cambiato lo sport e Francesco Repice, il radiocronista in attività che più di ogni altroemoziona i tifosi e che a Macerata ripercorrerà la finale degli Europei Italia-Inghilterra in un originale connubio con il sommelier Simone Nicoletto. Confermato il tradizionale spazio riservato alla classe arbitrale rappresentata nell’occasione dall’ex fischietto Internazionale Alfredo Trentalange. Chiuderà in bellezza la giornata lo storyteller Federico Buffa, narrando alcune delle più grandi imprese che lo sport e i suoi protagonisti hanno regalato alle nostre esistenze. Tanti gli incontri da non perdere sabato 9 ottobre tra cui le presentazioni die libri Sulla sirena. Livorno-Milano 1989 di Dario Ronzulli (anteprima nazionale), La Città azzurra di Elena Marmugi, Zlatan Ibrahimovic, una cosa irripetibile di Daniele Manusia, il fondatore di “Ultimo Uomo”. A pochi mesi dalla conclusione delle Olimpiadi non poteva mancare un appuntamento dedicato all’oro olimpico: ospiti Gelindo Bordin, vincitore della maratona di Seul 1988, Nazareno Rocchetti, massaggiatore di tanti campioni italiani, Franco Bragagna, giornalista di RaiSport che con le sue telecronache ha celebrato tante grandi imprese, ultime in ordine temporale quelle realizzate in Giappone dall’atletica azzurra. Il direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli analizzerà come sono cambiati calcio e sport negli ultimi anni. Concluderà la serata un duetto che si annuncia scoppiettante e irriverente: vedremo cosa combineranno insieme l’attore e regista Maccio Capatonda e il telecronista Pierluigi Pardo. A precederli sul palco Cristiano Militello e Nicola Calzaretta con la presentazione in anteprima nazionale del libro Le cose perdute del calcio.

Nella giornata conclusiva del Festival, domenica 10 ottobre, spazio a Con tutti e con ognuno: essere coach oggi a cura del professor Marcello La Matina, alle 24 storie di bici di Alessandra Schepisi e Pierpaolo Romio, al ritratto di Socrates, grande campione brasiliano, realizzato da Marco Gnaccolini, a C’era una volta a San Siro, libro in cui, ora che si discute se abbattere lo stadio simbolo del calcio italiano (e non solo), l’autore Gianfelice Facchetti ne ripercorre la storia con i toni dell’ode appassionata che intreccia storia e attualità, fatti ed emozioni.La presentazione sarà accompagnata dalle note dei musicisti Raffaele Kohler e Luciano Macchia. Overtime in questa edizione 2021 ospiterà anche ACES Video Awards, proiezione e premiazione di video promozionali di candidatura a Regione/Città/Comuni/Isola/Comunità europeedello Sport. All’evento, ideato da Aces Italia, delegazione italiana di ACES Europe, Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport, parteciperanno amministratori locali provenienti da ogni parte d’Italia. Spazio anche alla rassegna Overtime Film Festival per premiare i migliori film e cortometraggi sportivi e all’interessante incontro, in programma domattina, riservato alla  Comunicazione a cinque cerchi. Psicologia Sociale, storie e racconti da Tokyo 2020. Ospiti dell’incontro Fabio Luna (pres. Coni Marche) e i giornalisti Flavio Vanetti (Corriere della Sera), Stefano Vegliani, Franco Bragagna (Rai Sport), Gerardo De Vivo (Agenzia Area). Moderano la prof.ssa Ramona Bongelli (Unimc) e Marta Elena Casanova. Evento in collaborazione con Coni Marche. A seguire premiazione della rassegna Overtime Web Festival, premio Overtime Festival ai migliori giornalisti sportivi e i loro articoli e servizi di giornalismo. Nella passata edizione di Overtime furono premiati, tra gli altri, Dario Ricci (Sole 24 Ore – Radio 24), il giornalista Daniele Bartocci e Giammarco Menga. Overtime è un’idea di Pindaro Sports &Events, in collaborazione con Regione Marche, Comune di Macerata, Comune di Pollenza, UNIMC, CIP, CONI Marche, Società Filarmonica Drammatica, con il patrocinio di Polizia di Stato, Provincia di Macerata, Rai Sport, Rai Sociale, Rai Marche, Accademia di Belle Arti di Macerata.

Giornalista marchigiano classe 1989, in oltre 17 anni di giornalismo si occupa di argomenti quali cronaca e sport. Laureato in Economia e Commercio (110 e lode), ha lavorato come telecronista, radiocronista e inviato, rivestendo l’incarico di responsabile ufficio stampa (Jesina Calcio) e collaborando con magazine, settimanali, quotidiani cartacei (Corriere Adriatico) e online. Eletto Professionista dell’anno 2021 Giornalismo Sport & Food a novembre 2021 presso Hotel Principe Savoia Milano, in occasione del prestigioso premio Le Fonti Awards. Ha partecipato negli anni a eventi sportivi come Gran Galà Calcio Serie A Milano, Gran Galà Calcio Serie B, Sport Digital Marketing Festival e Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Nel suo cv un Master Sport – Digital Marketing & Communication del Sole 24 Ore. A marzo 2022 è stato eletto Professionista dell’Anno Comunicazione e Giornalismo Settoriale a Piazza Affari – Borsa Italiana Milano in occasione di Innovation&Leadership Awards. Risulta tra i vincitori del premio ‘Overtime Web Festival 2018’ (miglior articolo sport individuali), si conferma nel 2019 e ottiene il premio giornalistico nazionale Mimmo Ferrara 2019 (menzione speciale all’Odg - Napoli). E’ tra i vincitori del concorso letterario Racconti Sportivi 2019 (Centro Sportivo Italiano – Historica) la cui cerimonia di premiazione si è svolta in occasione della settimana del Salone del Libro di Torino 2019 e al Teatro Arena di Bologna. Si ripete nell’edizione 2020 di Racconti Sportivi. È stato premiato a Maggio 2019 come miglior giornalista under 30 ‘Premio Renato Cesarini 2019’. Nominato tra i migliori 30 millennials d’Italia 2019, vincitore del prestigioso Myllennium Award all’Accademia di Francia a Roma in ambito comunicazione sportiva. A settembre 2019 riceve la menzione d’onore al Premio Letterario Città di Ascoli Piceno. Ha all’attivo interventi e docenze in giornalismo e comunicazione in università e master (Roma, Bologna, Ancona, Macerata). A luglio 2020 viene premiato dal Ministro Sport Vincenzo Spadafora al Myllennium Award 2020 (Accademia di Francia – Villa Medici), alla presenza del Presidente Coni Giovanni Malagò, e ottiene il premio speciale di migliore giornalista giovane al Premio Cesarini ad agosto 2020. A Torino vince sempre nel 2020 il Premio Giovanni Arpino - Inedito dedicato alla letteratura sportiva. Vincitore del titolo di miglior blogger sportivo 2020 (Blog dell’Anno 2020) e del premio di giornalismo sportivo Simona Cigana 2020 (Friuli Venezia Giulia). Vince il Premio Giornalismo Internazionale Campania Terra Felix 2021 (sezione web), anche la menzione speciale al Premio Internazionale Città di Sarzana e al Premio Santucce Storm Festival sempre in ambito storytelling sportivo. Premiato al festival Nazionale del Giornalismo e Racconto Sportivo 2023 e al premio giornalismo internazionale Campania Terra Felix 2023. Autore del libro Happy Hour da fuoriclasse al Bartocci. E’ giornalista Giudice del programma King of Pizza 2022 (Sky Canale Italia - talent-show cucina gourmet). Il suo blog principale è www.danielebartocci.com Ha vinto anche il Premio Pizza d'oro 2022 (giornalismo - evento World Masterchef Milano Marittima) e il premio miglior giornalista giovane 2023 (Teatro dell'Aquila - Fermo - Premio R.Cesarini 2023). Eletto blogger dell'anno 2022 (Blog dell'Anno). Ha ricevuto il riconoscimento (food storytelling) a Excellence Food Innovation (Stadio Olimpico Roma - Cucina della Nonna), confermato tra i migliori professionisti horeca anche per il 2023 (BarAwards 2023). Vincitore del premio 100 Eccellenze Italiane alla Camera dei Deputati (food) e Food and Travel Awards 2022. Eletto miglior giornalista sportivo giovane in occasione del Premio Andrea Fortunato 2024 al Salone d'Onore del Coni; vincitore del Premio Sportivo Internazionale Pietro Mennea 2024 e premio comunicazione d'eccellenza 'Parola d'Oro in Campidoglio' nel 2025.

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ESCLUSIVA CS – Carlo Nervo: “Il Bologna può arrivare in Europa quest’anno ha una rosa molto competitiva. Nazionale? Ci sono troppi…”

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Bologna, Carlo Nervo su Orsolini

L’ex centrocampista del Bologna Carlo Nervo (1994-2005, 2006-2007) ha parlato ai nostri microfoni della’attuale situazione dei rossoblù, sulla lotta Scudetto in Serie A e molto altro.

In un’intervista di 5 minuti, Carlo Nervo ha detto la sua su come può andare il Bologna questa stagione, parlando anche di giocatori come Bernardeschi e Orsolini, e anche dell’allenatore dei rossoblù Vincenzo Italiano.

Inoltre ha analizzato anche la situazione della Nazionale Italiana e del motivo per cui, secondo lui, gli Azzurri stanno vivendo un momento così complicato.

Di seguito, l’intervista di Carlo Nervo.

Le parole di Carlo Nervo

Dove può arrivare questo Bologna in campionato e in coppa?

“Vista espressione di gioco e i risultati, può arrivare in alto. Secondo me l’Europa dovrebbe essere la giusta posizione, però sognare non costa niente. Le altre squadre sono forti, però il Bologna li ha messi sotto”.

Secondo lei il Bologna ha bisogno di rinforzarsi nel mercato di gennaio, visti alcuni infortuni sulle fasce?

” A mio avviso, a parte gli infortuni, la rosa é completa. Immobile, al momento, é fuori ma é un giocatore forte che segna molti gol: inoltre la crescita di Bernardeschi é stata importante. Secondo me la rosa é molto competitiva, io non toccherei niente”.

Chi vince il campionato?

“Bella domanda, magari il Bologna. No, io vedo il Milan che può insidiarsi”.

Quindi Allegri con il suo Corto Muso?

“Secondo me hanno una bella rosa e un allenatore che sa vincere”.

Italiano é un pò sottovalutato come allenatore?

“No, non é sottovalutato, nel senso che lui é già in una grande squadra, perché il Bologna é una grande squadra”.

Carlo Nervo

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Un aggettivo per l’allenatore e per quello che sta facendo?

“Consapevole: lui é consapevole di essere in una grande piazza”.

Orsolini? E’ un Nervo 2.0

“No, secondo me è più forte. Vede molto la porta, ma soprattutto é un ragazzo per bene che é legato alla città e alla maglia. Quindi deve continuare come sta facendo”.

Adesso nella Nazionale Italiana c’é meno abbondanza di grandi giocatori. Come si può risolvere questa cosa?

“Ai miei tempi per andare in Nazionale dovevi essere forte. Adesso fai dieci partite bene in Serie A e ti chiamano in Nazionale. Non ci sono i campioni come Del Piero e Totti: bisognerà analizzare perché non vengono fuori questi talenti qui in Italia, e valutare tutti i settori giovanili.

Poi, troppi stranieri: quando c’ero io arrivavano i top player stranieri, ora ci sono giocatori che trovi anche in Serie B, in Serie C. Hanno un cognome difficile, quindi impattano sul pubblico. E poi un’altra cosa, meno potere e procuratori”.

 

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ESCLUSIVA CS – Giulio Scarpati: “La Roma non ha l’obbligo di vincere, per questo oggi vola. Gasperini ha cambiato tutto: ora la squadra corre fino al 90°”

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Lo storico volto di Un Medico in Famiglia e romanista dichiarato, Giulio Scarpati ha raccontato ai nostri microfoni una vita intrecciata al giallorosso: dagli anni dell’alzabandiera sempre ammainato alle domeniche allo stadio con il fratello, fino allo sguardo lucido sulla Roma di oggi.

In una lunga intervista, Scarpati ha condiviso le sue opinioni sul lavoro di Gasperini, il momento della squadra, gli obiettivi stagionali e la crisi della Nazionale. Un dialogo sincero, appassionato, a tratti critico, che ci rivelato l’anima di un tifoso autentico, oltre che di un grande attore.

Di seguito, l’intervista di Giulio Scarpati. 

Le parole di Giulio Scarpati

Ci vuole parlare del suo legame con la Roma?
“Essere tifoso della Roma significa, prima di tutto, accettare una certa dose di sofferenza. Negli anni ’60 la squadra non era certo tra le grandi. La Juventus ci passava spesso i suoi “bidoni”, giocatori ormai a fine carriera. Per fortuna, con il tempo, la società è cresciuta e si è strutturata molto meglio. La mia passione è nata grazie a mio fratello maggiore, romanista sfegatato. A casa avevamo l’alzabandiera da issare quando la Roma vinceva, ma non lo usavamo quasi mai… le vittorie erano rare, così la bandiera rimaneva per lo più ammainata. Ricordo anche che quando la Roma vinceva, ritagliavamo i titoli di giornale e li attaccavamo in camera. Da bambino andavo anche tanto spesso allo stadio con la tessera dello Junior Club, sempre assieme a mio fratello.

Da attore, poi, mi è capitato di giocare più volte con la Nazionale degli Attori, allenata da Giacomo Losi: una persona straordinaria. Mi dava ottimi consigli su come migliorare in difesa, il ruolo in cui giocavo. Io e mio fratello abbiamo sempre seguito la Roma, nel bene e nel male. Forse avremmo potuto vincere qualcosa di più, ma proprio perché si vince poco, quando succede la gioia è enorme. I festeggiamenti per uno Scudetto a Roma…a Torino se li sognano!

Mettiamo da parte il passato e guardiamo al presente: avrebbe mai immaginato a inizio stagione questa Roma capolista?
“Assolutamente no, devo essere sincero. Però riponevo molta fiducia in Gasperini, che sa fare benissimo il suo lavoro. Si è integrato in modo sorprendente e credo che anche il lavoro miracoloso fatto da Ranieri l’anno scorso lo abbia agevolato. Peccato per quella Champions sfiorata di un punto. Chissà, magari con altre due partite ci saremmo qualificati noi al posto della Juventus… Da tifoso, comunque, sono felicissimo del percorso che stiamo facendo.”

È davvero soddisfatto in tutto?
“Beh, l’unica ombra, finora, è l’Europa League. Non stiamo brillando e migliorare la classifica sarà complicato, soprattutto con tutte le partite ravvicinate. L’obiettivo sarebbe entrare tra le prime otto, ma la vedo dura. Detto ciò, resto ottimista: per me è già molto ciò che la squadra ha fatto finora.”

Dove si nota maggiormente la mano di Gasperini?
“Ha ridato motivazione a tanti giocatori. Penso a Pellegrini, che sta vivendo una vera e propria rinascita. Anche il gioco è cambiato. Oggi le partite sono più dinamiche, divertenti, c’è una chiara volontà di dominare l’avversario – una sensazione che, con tutto il rispetto, si percepiva meno nell’era Mourinho. Gasperini è l’allenatore ideale per questo gruppo, e lo dimostra la condizione atletica: la Roma corre e pressa fino al 90°, è un miglioramento enorme. Serve però che gli attaccanti inizino a segnare con più continuità, quello resta un problema.”

Giulio Scarpati

GIAN PIERO GASPERINI DA INDICAZIONI AI SUOI RAGAZZI. IN EVIDENZA EL AYNAOUI E TSIMIKAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La Roma ha subito solo cinque gol diventando così la miglior difesa del campionato. Come se lo spiega?
“Molto merito va a Svilar, che sta facendo miracoli. Negli ultimi anni abbiamo avuto portieri straordinari – da Alisson a Szczęsny – e lui sta seguendo quella scia. C’è poi la crescita di Mancini e, più in generale, l’organizzazione difensiva plasmata da Gasp. Non c’è un singolo leader: la forza è il gruppo. Ed è bello vedere che l’allenatore coinvolga tutti, soprattutto i giovani come Pisilli.”

Si può dire allora che Gasperini sia un allenatore che sposta gli equilibri? Guardando l’Atalanta con Juric verrebbe da pensarlo…
“Al di là del valore di Gasperini, credo che Juric abbia limiti nella gestione del gruppo. È suscettibile e comunica poco coi giocatori. Gasperini, anche quando si arrabbia, lo fa per stimolare. Juric non mi è sembrato ancora abbastanza maturo per allenare una grande squadra.”

Non teme un calo di rendimento della rosa?
“La vera incognita restano gli infortuni. Dybala è un valore assoluto, ma purtroppo non garantisce continuità. A questo si aggiunge il vincolo del fair play finanziario, che ha limitato la possibilità di intervenire sul mercato con innesti mirati. Detto ciò, apprezzo molto il lavoro della società e, in particolare, l’impronta lasciata da Ranieri: si sarà capito che ho un debole per lui! Lo stimo profondamente per come l’anno scorso è riuscito a risollevare la squadra.”

C’è qualcosa che la Roma ha più degli altri top club?
“Sì, ha un vantaggio psicologico enorme. Non ha l’obbligo di vincere sempre e comunque, come accade invece a Inter o Napoli. E questo, in campo, pesa eccome.”

Eppure, negli scontri diretti la squadra fatica…
“Diciamo che molti avversari contro cui abbiamo perso erano più attrezzati. Col Milan abbiamo sbagliato l’approccio perché siamo sì partiti fortissimo, ma non siamo mai riusciti a concretizzare. Con l’Inter il divario tecnico si è visto. Non credo ci sia un problema strutturale negli scontri diretti; piuttosto dobbiamo essere più cinici quando le occasioni capitano, perché in partite del genere non sono mai tante.”

Che idea si è fatto delle altre big del campionato?
“Sono certo che la Juventus con Spalletti adesso crescerà moltissimo. L’Inter è fortissima ma talvolta vince anche con un po’ di fortuna, ed è quella che temo di più. Il Milan mi sembra più solido dello scorso anno. Il Napoli con Conte non mollerà un centimetro: è tignoso e combatterà fino alla fine anche se ora è in difficoltà.”

Giulio Scarpati

L’ESULTANZA URLO DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL DI SPINAZZOLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Qual è l’obiettivo minimo della Roma?
“La Coppa Italia.”

Perché proprio la Coppa Italia?
“Perché sarebbe fantastico vincere la decima.”

E l’obiettivo più grande, invece?
“Tornare a giocare in Champions. È un qualcosa di fondamentale anche a livello economico.”

Passiamo alla Nazionale. Cosa ne pensa della disfatta contro la Norvegia?
“È stata una partita strana. Nel primo tempo abbiamo fatto meglio noi, loro sembravano quasi in vacanza. Poi, quando la Norvegia ha iniziato a far valere la sua qualità, l’Italia ha perso ritmo ed è andata in blackout. Purtroppo, in Nazionale il problema è molto più profondo di quanto sembri…”

A cosa si riferisce?
“Al fatto che da anni la Nazionale non esprime un gioco convincente. I club hanno ormai un peso enorme e i raduni non sono più quelli di una volta. Spalletti, secondo me, ha fallito proprio per questo: non ha avuto il tempo necessario per costruire un’identità di gruppo.”

Che ne pensa invece di Gattuso?
“È un allenatore onesto, diretto, che dice ai giocatori ciò che pensa. Lo apprezzo molto.”

Ora che i playoff sono una realtà, ritiene che l’Italia riuscirà a supererli?
“Se incroceremo squadre meno attrezzate di noi, credo proprio di sì. E speriamo anche in un pizzico di fortuna, che non guasta mai.”

Giulio Scarpati

MATEO RETEGUI RAMMARICATO ( FOTO KEYPRESS )

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Le bombe di Vlad

LBDV presenta: “Il portiere di Ceaușescu” e “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio”

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Women's Champions League

Domenica 16 novembre, alle ore 18.00, il Punk Roma (Via dei Durantini 18, Roma) ospiterà un evento speciale dedicato alla letteratura sportiva e alla cultura calcistica.
Protagonisti della serata saranno due firme d’eccezione: Guy Chiappaventi, giornalista di La7, autore del libro “Il portiere di Ceaușescu” (Bibliotheka Edizioni), e Ciro Romano, caporedattore di LBDV, che presenterà “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio” (Garrincha Edizioni).

A dialogare con gli autori ci sarà Daniele Garbo, giornalista sportivo già volto di Mediaset e Direttore Editoriale di LBDV, mentre la presentazione sarà affidata al giornalista di Le Bombe di Vlad, Alberto Caccia.

L’incontro rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di calcio, giornalismo e narrazione sportiva. Due libri diversi ma accomunati da una stessa passione: quella per il pallone e per le storie che lo rendono eterno.

Il portiere di Ceaușescu. Helmut Duckadam, storia di un antieroe

Una storia lunga quasi quarant’anni e undici metri, la storia di quando una squadra di sconosciuti strappò il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei Campioni – a una superpotenza, il Barcellona.
Era la notte magica del 7 maggio 1986 quando, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani consentendo alla Steaua Bucarest di laurearsi campione d’Europa, prima volta per una squadra dell’Est. Una notte di felicità per un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per la Romania comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia.

L’autore

Giornalista, inviato del tg La7. Dopo aver raccontato la suburra di Roma, la mafia e la ‘ndrangheta, due guerre in Medio Oriente, terremoti, tsunami e alluvioni, negli ultimi anni ha seguito la cronaca a Milano.
Ha vinto il premio Ilaria Alpi, il Premiolino e il premio Goffredo Parise. Ha pubblicato sette libri, incrociando spesso il calcio con la cronaca: il primo, Pistole e palloni sulla Lazio anni Settanta, ha avuto otto edizioni in quindici anni e ha ispirato la serie Sky Grande e maledetta.

Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio

Ciro Romano ci racconta le gesta dello storico portiere olandese Jongbloed, eroe dell’arancia meccanica di sua maestà Cruijff . Un viaggio dentro la vita di uno dei calciatori più importanti della sua era. Non una monografia, dimenticate i tabellini, quello che troverete in queste pagine è l’atmosfera, è l’uomo prima del calciatore, è la storia prima dei gol, è il lato nascosto del pallone. Preparatevi, riavvolgete il nastro, premete play e godetevi questa partita di carta e inchiostri, inseguendo in campo un calciatore indimenticabile. Una nuova figurina letteraria da collezionare, una nuova figurina per completare lo scaffale dei campioni.

L’autore

Ciro Romano vive a Salerno è avvocato, abilitato alle Magistrature Superiori. Guarda il calcio dall’età di tre anni, e ne scrive per testate giornalistiche e pagine social. Prima per passione, poi per motivi professionali, diventa esperto di tifo radicale. Tiene conferenze e partecipa a dibattiti pubblici per l’abolizione alle limitazioni di legge al tifo e agli spostamenti delle tifoserie.

Ha pubblicato “Volevo solo giocare a ping pong” (Caffèorchidea).

(Foto: DepositPhotos)

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