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Orsato: “Il Var ha attenuato le polemiche. C’è stata una volta in cui mi è stata assegnata la scorta…”

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Orsato

L’ex arbitro italiano Daniele Orsato ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, dove ha discusso dei suoi esordi e delle nuove modalità di arbitrare.

A seguire un estratto dell’intervista di Orsato

Le parole di Orsato

I suoi esordi
“In quegli anni ho visto violenze di tutti i tipi. Ogni settimana mi capitava di incontrare arbitri che erano stati vittime di giocatori o dirigenti di società che li avevano aggrediti negli spogliatoi o di tifosi che li avevano aspettati fuori dallo stadio e tutto questo ancora oggi non riesco a digerirlo, quanta rabbia e quanta tristezza ascoltare i racconti di quei colleghi, provavo quasi un senso di impotenza”.

Adesso c’è il Var, un alleato…
“In serie A la contestazione del tifoso verso l’arbitro si è alleggerita, lo strumento attenua la rabbia. Diciamo che la vita è migliorata, c’è meno astio”.

Ma nei campetti di periferia è ancora far west. E spesso ci sono i social a «preparare le contestazioni». Possiamo dire che nelle categorie inferiori ci vuole coraggio a fare l’arbitro?
“Nelle categorie inferiori l’ arbitro è un uomo solo e di questo dovrebbero tener conto tutti. Le parole nei campi di periferia sono macigni, le decisioni non sono facili. In quei campetti le offese verso un arbitro hanno un peso molto maggiore di quello che accade in serie A”.

Lei cosa si sente di dire a quelle frange di tifosi che attaccano giovani arbitri?
“Pensate a quei ragazzi e a quelle ragazze come se fossero i vostri figli. Vi piacerebbe se qualcuno li insultasse pesantemente, con cattiveria e senza alcuna ragione? Se sugli spalti si partisse da questa semplice riflessione, forse si guarderebbe l’arbitro con occhi diversi, riconoscendone il ruolo e il valore invece di trasformarlo nel bersaglio di ogni frustrazione”.

Orsato

Servono provvedimenti più severi per chi prende di mira un arbitro?
“La nostra associazione e la Figc hanno fatto grandi passi avanti dal punto di vista delle sanzioni nei confronti di chi aggredisce un arbitro. Io credo che si debba arrivare a punire l’aggressione ad un direttore di gara come si fa per chi si scaglia contro un carabiniere. Ci sono giovani arbitri che vengono picchiati per motivi futili e questa per me è violenza criminale . Bisogna essere severi. Purtroppo episodi di violenza si verificano sempre più spesso nelle stazioni, nei centri storici delle città, nelle periferie….. Per questo è necessario che la famiglia torni ad essere un punto di riferimento importante”.

Lei nel suo nuovo ruolo cosa insegna agli arbitri?
“Essenzialmente tre cose: che l’esperienza sul campo ti aiuta a prendere decisioni; che bisogna assumersi delle responsabilità ed oggi molti ragazzi sfuggono da questo aspetto; infine che c’è anche la possibilità di divertirsi e questo arriva dalle soddisfazioni”.

Adesso le partite come le guarda?
“Nel fine settimana ne seguo in presenza due o tre, altre 4/5 le guardo in tivù. E poi parlo con gli arbitri, mi confronto con loro sugli obiettivi, sulle cose da migliorare e anche sui loro punti di forza. Poi partecipo ai vari raduni e ogni giorno via web mi confronto con un arbitro per rivedere episodi e valutarli”.

Tanti anni a fischiare falli, fuorigioco ed espulsioni. C’è stato un episodio da cartellino rosso nella sua vita?
“Sicuramente il momento più difficile è stato quando, dopo una partita, mi è stata assegnata una scorta. Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia. Un arbitro sa di dover affrontare contestazioni, fa parte del gioco, ma quella volta era diverso: non ero solo io al centro della tempesta, c’erano di mezzo mia moglie e i miei due bambini piccoli. Il calcio dovrebbe essere passione, competizione, ma mai paura. Ecco, queste cose non dovrebbero accadere nel mondo dello sport. Perché quando il dissenso supera il confine del campo e diventa minaccia, significa che abbiamo smarrito il senso più autentico del gioco”.

Serie A

Cagliari, col Monza obbligo di vittoria: il tempo stringe

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Cagliari

Il Cagliari di Nicola sta attraversando un momento piuttosto negativo e la vittoria manca da parecchio. Nel prossimo turno arriva il Monza, c’è un risultato.

I sardi si trovano attualmente a 26 punti, a 4 lunghezze dalla zona retrocessione e in questo momento più che mai urge un cambiamento radicale nell’atteggiamento.

Cagliari, col Monza quasi una finale

La sconfitta di Roma ha lasciato dell’amaro in bocca per come è arrivata ma le 3 sconfitte nelle ultime 5 partite a questo punto della stagione sono piuttosto preoccupanti. Il prossimo turno vedrà arrivare nel capolouogo sardo la squadra che occupa l’ultima posizione in classifica, e per questo motivo, sarà fondamentale conquistare i 3 punti per mantenere vive le speranze.

Cagliari

Lo stato di forma della squadra è piuttosto buono e con un Piccoli in grande spolvero le possibilità di salvezza aumentano. Contro i brianzoli si spera nel rientro di Luvumbo dall’infortunio alla coscia. L’angolano è indisponibile dal match col Bologna ma era appena rientrato dopo una contusione alla caviglia, che l’aveva costretto a saltare tanti match dal 22 dicembre.

Il finale di stagione si prospetta molto duro tra scontri salvezza e sfide contro le big (Inter Napoli su tutte) ma la concentrazione deve essere massima soprattutto nei prossimi 2 incontri, infatti oltre a quello contro la squadra di Nesta c’è anche il delicatissimo scontro contro l’Empoli al Castellani.

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Serie A

Serie A, quali giocatori subiscono più falli?

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Sono sempre meno i giocatori che fanno del dribbling la loro abilità migliore e diventano dunque i bersagli dei difensori. Ma in Serie A, chi subisce più falli?

Un dato rilevante è sicuramente quello di sapere quali sono i calciatori ai quali vengono fischiati più falli. Questo perché da qui si può dedurre chi sono quei profili centrali nel gioco delle rispettive squadre e che sono dunque in grado di accelerare, tenere tanto il pallone e giocare anche un pò d’astuzia e di esperienza facendo respirare i propri compagni. In Serie A la vetta è contesa da 2 pretendenti.

Serie A, chi subisce più falli?

Serie A

Dan Ndoye, Bologna= 76 falli subiti

Mattia Zaccagni, Lazio= 76 falli subiti

Gaetano Oristanio, Venezia= 64 falli subiti

Manu Koné, Roma= 61 falli subiti

Paulo Dybala, Roma= 60 falli subiti

Samuele Ricci, Torino= 59 falli subiti

Gabriel Strefezza, Como= 59 falli subiti

Tomas Suslov, Hellas Verona= 59 falli subiti

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Serie A

Genoa, possibili un paio di rientri contro la Juventus

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Genoa

Il Genoa prosegue il lavoro di avvicinamento all’importante sfida contro la Juventus, a Torino sabato 29 marzo alle ore 18.

Come riporta l’edizione genovese di Repubblica prosegue il lavoro di Vieira al Signorini per preparare la sfida alla Vecchia Signora, tra infortunati e giocatori impegnati con le nazionali, il tecnico rossoblu ha dovuto chiamare qualche ragazzi delle giovanili per avere dei numeri sufficienti per gli allenamenti.

Ad inizio settimana Vieira spera di avere a disposizione alcuni dei giocatori assenti contro il Lecce, che erano ben 11. Il tecnico francese potrebbe recuperare per la sfida all’ex Motta tre giocatori: Thorsby, Messias e Vitinha.

Il centrocampista norvegese fermatosi ad inizio febbraio per un problema al polpaccio sta già lavorando parzialmente in gruppo, Messias che è fermo non per un guaio muscolare, ma per un’infiammazione tendinea, potrebbe rientrare in maniera graduale. Il suo passato, fatto di diverse complicazioni fisica, pretende cautela e non vi è emergenza per accelerarne il rientro.

Più possibile il rientro del portoghese Vitinha, che si è infortunato a Venezia il 17 febbraio scorso e quindi fermo da oltre un mese. Il rientro sembra vicino, si sottoporrà agli ultimi test, ma per la sfida di Torino potrebbe essere utile almeno dalla panchina.

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