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Napoli, Calzona: “Dispiaciuto per i tifosi, su Di Lorenzo…”

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Napoli, Calzona

Il mister slovacco Calzona ha rilasciato le ultime dichiarazione della stagione, ampiamente sotto le aspettative, del Napoli.

Dopo il pareggio a reti bianche contro il Lecce, che ha chiuso un campionato molto deludente dei partenopei, Calzona ha fatto il punto sul suo futuro e sulle difficoltà riscontrate nella stagione appena conclusa.

Queste le sue parole a Dazn.

Partita che rappresenta un po’ l’annata, ci avete provato in tanti modi ma il gol non è arrivato. Come state?
“Hai detto tutto te, è l’annata. È stata una partita sulla falsa riga delle altre. Purtroppo mi dispiace, non voglio essere ripetitivo, ho già spiegato varie volte insomma quello che penso. Per cui l’unica cosa che posso dire è che mi dispiace tantissimo per i tifosi“.

C’era un ambiente particolarmente complesso oggi sugli spalti, come ha visto i giocatori negli spogliatoi?
“I tifosi hanno fatto una protesta civilissima. Non c’è niente da dire perché ci hanno aiutato fino all’ultimo, finché avevamo degli obiettivi importanti, nonostante le prestazioni non erano di livello. I ragazzi ti posso dire che sono molto dispiaciuti per come è andata la stagione e per come è andata la partita oggi. Ma ai tifosi non posso dire niente”.

Calzona sui fischi a Di Lorenzo
“Per quanto mi riguarda Giovanni è un ragazzo fantastico, professionista serio e grandissimo giocatore. Ho avuto un ottimo rapporto, ha fatto il capitano con me anche nello spogliatoio. Io ho solo bellissime parole per lui perché se le merita. Poi quello che sarà non lo so, ma mi sento di dire che sono orgoglioso di aver avuto un capitano come lui perché ha dato tutto. Poi è chiaro che è stata una stagione negativa per tutti, compreso lui, però so che lui ha dato il 100% ed è il primo che è dispiaciuto per l’annata negativa”.

Osimhen è uno di quelli che ha dato sempre tutto, come l’ha visto?
“Si può parlare di tantissimi calciatori che hanno dato tutto, lo stesso Lobotka per fare un nome. Ma anche altri che hanno giocato poco. Giovanni Simeone è un professionista serio, sempre positivo, uno che si allena a duemila all’ora tutti gli allenamenti. Non posso dire che bene, purtroppo la stagione è stata veramente tutta negativa e per tutti. Però sotto il profilo dell’impegno non ho niente da dire a nessuno”.

Calzona

Cosa pensa di aver lasciato a Napoli?
“La prima cosa che si guardano sono i risultati. Io ce l’ho messa tutta. Voglio dire che la squadra ha provato a seguirmi, si sono messi sempre a disposizione, allenandosi a duemila all’ora. Non c’è mai stata una discussione al contrario di quello che si dice. Ci sono stati solo confronti, che ci sono anche quando si è primi in classifica. Ma ci tengo a dire questa cosa che fino a ieri abbiamo fatto allenamento a duemila all’ora, nessuno ha mai sgarrato, tutti mi hanno portato rispetto perché io porto rispetto a tutti. Penso di lasciare solo professionalità, che non è stata ripagata dai risultati “.

Rimpiange qualche parola fuori posto che ha sentito?
“Ripeto, mi sono state riferite tantissime di quelle cose che veramente penso che ne sia vero il 2%. Questo mi dispiace perché addirittura ho sentito che io non alleno la squadra. Qualcuno di questi ‘gossippari’ ha detto che io non alleno la Slovacchia, sarò il secondo. Chiaro che mi dispiace. Però loro l’unica cosa per mantenersi lo stipendio hanno bisogno di gente che clicca. Però accettiamo anche questo, però mi dispiace perché veramente in un’annata negativa così, nella mia gestione non è mai successo niente di particolare. Normalissimi confronti nello spogliatoio che ci sono anche in una squadra che è prima in classifica“.

Calzona sul futuro della sua carriera
Sapevo già dal 19 di febbraio che dal 26 maggio tornavo con la nazionale slovacca, perché gli accordi erano questi indipendentemente da come sarebbero andati i risultati. Non rinnego niente, lo rifarei per il Napoli altre centomila volte. Penso da domani inizierò a pensare alla Slovacchia e all’Europeo”.

Serie A

Davide Nicola erede di Ranieri?

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Empoli

Secondo l’Ansa, il tecnico Davide Nicola è in contatto con il Cagliari. Il nodo: trovare l’accordo con l’Empoli per rescindere il contratto.

Davide Nicola, secondo le ultime notizie, pare abbia trovato un’intesa di massima con la società sarda, che lo aspetta per prendere le redini della squadra orfana di Claudio Ranieri.

Il tecnico piemontese è famoso per la sua capacità di portare alla salvezza squadre date per “spacciate”: Salernitana ed Empoli le ultime.

Gli inizi di Nicola

Procedendo con ordine. Da giocatore colleziona in totale 401 presenze nel Campionato di Serie B, con le maglie di Torino e Genoa ed esordendo in Serie A con la maglia del Siena.

Nel 2008 Davide Nicola consegue il patentino di prima categoria UefaPro, con una votazione di 110/110. E’ qualche anno più tardi che, dopo una parentesi nel Lumezzese (suo ultimo club da giocatore), diventa nel 2012  tecnico del Livorno: al primo anno li porterà in Serie A.

Raggiunge con il Bari il secondo primato di punti realizzati in un singolo campionato (37), dietro soltanto ad un’icona come Antonio Conte.

Esperto in materia

Nel 2016 siede sulla panchina del Crotone. La squadra approccia male in campionato, ma è tra Aprile e Maggio che i ragazzi di Nicola sprintano. I 20 punti conquistati e la vittoria alla penultima giornata contro la Lazio  valgono la salvezza. L’impresa gli varrà anche la Cittadinanza onoraria della città di Crotone.

Dopo Crotone anche Torino e poi Genoa, di cui ha vestito le maglie da giocatore, si affidano alla guida del tecnico piemontese. I campionati delle due squadre, per quanto difficoltosi, si concludono con la salvezza, che fanno diventare Davide Nicola un “esperto in materia”.

Nicola

Materia che approfondisce in ultimo con la Salernitana. Il 22 Maggio 2023 è salvezza all’ultima giornata, mentre nella stagione successiva verrà esonerato per le 8 reti incassate dall’Atalanta: nonostante la squadra granata sia comunque a nove punti di margine dalla zona retrocessione.

Ultima sua avventura nelle fila dell’ Empoli, dove nello scorso campionato troverà una salvezza insperata: battendo all’ultima giornata la Roma di De Rossi.

Davide Nicola sembra essere, quindi, l’ uomo giusto per sostituire sulla panchina del Cagliari un altro “esperto in materia” come Ranieri. Il quale è stato capace di imprese memorabili, come salvezze insperate e la vittoria della Premier League da outsider con il Leicester.

Da definire soltanto la rescissione del contratto che lega Nicola all’Empoli per il 2025.

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Serie A

Empoli, Il prossimo allenatore può essere un ex Parma

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Empoli

Secondo quanto emerso nelle ultime ore, il prossimo allenatore dell’Empoli potrebbe essere un tecnico che ha già allenato diversi club di Serie A.

Empoli, chi è il prossimo allenatore

Empoli

Secondo quanto emerso nelle ultime ore, il nuovo allenatore dell’Empoli potrebbe essere un allenatore che ha già molta esperienza in Serie A: avendo allenato diversi club nella massima serie italiana tra cui Lecce e Parma.

Si tratta di Roberto D’Aversa, che era in procinto di diventare nuovo allenatore del Cesena prima della chiamata del club toscano che si è inserito all’ultimo.

La situazione legata al futuro del tecnico dipende solo dalla sua volontà, deciderà lui se allenare il Cesena o andare in Toscana per raccogliere l’eredità di Nicola.

L’unica cosa certa è che Roberto D’Aversa tornerà in pista, dopo l’es0nero arrivato con il Lecce lo scorso 11 marzo: dove il club salentino venne sconfitto e l’allenatore ex Parma fu coinvolto in uno spiacevole episodio con il calciatore francese Thomas Henry.

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Serie A

Roma, 17 giugno 2001: lo Scudetto “scucito” e l’incontenibile banda Capello

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Il 17 giugno 2001, al pari dell’8 maggio 1983, è una di quelle date che resteranno per sempre impresse nei cuori e nelle menti dei tifosi della Roma.

L’Olimpico ricolmo d’amore e passione poi trasbordati in gioia sfrenata, un Totti ineguagliabile ed un Batistuta mattatore. I diciott’anni d’attesa svaniti in un istante e l’intera città tappezzata di giallorosso. Questo e molto altro è stato ed ha significato il terzo e, finora, ultimo scudetto della squadra della capitale.

Indice

Roma Caput Mundi

Per Roma il 2000, e dunque il nuovo millennio, si aprì con il Giubileo e la conseguente ondata di fedeli pronti a riempire San Pietro e dintorni, e proseguì con l’inaspettata quanto meritata vittoria del campionato da parte della Lazio, artefice di una straordinaria rimonta ai danni della Juventus portata a compimento il 14 maggio.

Ecco, paradossalmente, la prima tappa verso quel 17 giugno 2001 fu proprio quel 14 maggio 2000. La seconda, comunque dolorosa, invece venne raggiunta pochi giorni dopo, esattamente tre, quando, sempre all’Olimpico, lo storico, ex capitano giallorosso Giuseppe Giannini diede l’addio al calcio imbastendo un match tra leggende romaniste in un clima surreale e non degno di quanto da lui rappresentato nel corso degli anni.

Lo sgomento, la frustrazione e la rabbia dei romanisti per il tricolore biancoceleste furono il moto perpetuo che spinse il presidente Sensi ad investire cospicue cifre per rinforzare una rosa comunque attrezzata ma reduce da una deludente annata, la prima sotto la guida di mister Capello.

Il 6 giugno 2000, terza tappa del cammino, 15.000 persone accolsero con occhi pieni di speranza l’allora acquisto più oneroso nella storia del club: Gabriel Omar Batistuta, uno dei centravanti più forti al mondo, il cui trasferimento dalla Fiorentina equivalse a ben 70 miliardi di lire.

Prima il baratro, poi la rinascita

La stagione 2000-2001, apertasi con notevole ritardo causa Olimpiadi di Sydney, su cui tifosi, stampa e dirigenza riponevano tante speranze venne inaugurata dalla Roma nel peggiore dei modi: il 22 settembre 2000 i giallorossi, infatti, incassarono un pesante 4-2 dall’Atalanta nel ritorno degli ottavi di Coppa Italia che valse l’eliminazione dalla competizione alla quale conseguì una violenta protesta del tifo romanista con tanto di calci e pugni alle auto dei calciatori.

La forte scossa emotiva mossa da quella sommossa diede una marcia in più alla squadra che mise a referto sette successi nelle prime otto giornate di campionato, compreso quello del 26 novembre 2000 contro la Fiorentina griffato da una favolosa rete dell’ex Batistuta, sconfisse di misura nell’undicesimo turno del 17 dicembre 2000, in quello che sarebbe diventato un passaggio di consegne, i campioni in carica della Lazio grazie al famigerato autogol di Paolo Negro e si laureò campione d’inverno il 4 febbraio 2001 con un 1-2 in rimonta sul campo del Parma con la doppietta del solito Batistuta.

L’incubo sfiorato e la festa senza fine

Roma

Nel girone di ritorno la banda Capello, forte di sei lunghezze di vantaggio sulla Juventus prima inseguitrice, mollò un po’ la presa incappando in due pareggi con Reggina e Perugia, acciuffato all’ultimo istante, e in una rovinosa sconfitta a Firenze in un’insolita gara disputata nel pomeriggio di lunedì 9 aprile 2001 al grido di “Semo tutti parrucchieri”.

Venti giorni dopo, il 29 aprile 2001, Totti e compagni cestinarono il primo match point Scudetto facendosi rimontare un doppio vantaggio dalla Lazio con il gol all’ultimo respiro di Castroman e, quando, una volta a Torino la settimana successiva, il 6 maggio 2001, nello scontro diretto con la Juve Del Piero e Zidane scrissero il 2-0 sul tabellone del “Delle Alpi” dopo appena sei minuti l’ennesimo incubo sembrò tramutarsi in realtà.

Con un colpo di coda, però, la Roma si scosse nella ripresa e con Nakata e Montella al 90′ riuscì a strappare un punto preziosissimo per mantenere invariate le distanze in classifica.

L’ennesima rete salva-risultato di Montella, sommata a quella realizzata al Milan nell’1-1 del 27 maggio 2001, permise ai capitolini il lusso di un pari sul campo del poi retrocesso Napoli alla penultima giornata, il 10 giugno 2001, giorno in cui al San Paolo fu inaugurata la malfamata gabbia atta a contenere i 10.000 romanisti riversatisi all’ombra del Vesuvio.

Si arrivò, così, alla dodicesima ed ultima tappa del tortuoso viaggio giallorosso alla conquista dell’Italia: il 17 giugno 2001, data dell’ultimo turno di campionato RomaParma. Per tornare alla ribalta nazionale servivano tre punti e la scelta da parte di Capello di affidarsi al tridente TottiMontellaBatistuta risultò vincente. I primi due a segno nel primo tempo, il terzo nella ripresa, con la chioma al vento ed il ruggito da autentico “Re Leone”.

Tridente, tre gol, tre punti, terzo Scudetto, “scucito” dal petto degli acerrimi rivali. Un percorso a tappe da lieto fine che diede vita ad una festa continua per le vie della città eterna.

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