Serie A
Milan, Modric: “Qui per vincere trofei. Non vedo l’ora di giocare il derby”
Il nuovo centrocampista del Milan, Luka Modric, ha parlato ai microfoni di DAZN soffermandosi sulla scelta del club rossonero.
Luka Modric da poche settimane è un novo centrocampista del Milan di Massimiliano Allegri. Il giocatore croato ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN soffermandosi in particolare sulla volontà di conquistare nuovi trofei, motivo per il quale ha scelto proprio il club rossonero.

Milan, le parole di Modric
Voglia di trofei?
“Questo è il motivo per cui cerco nuove sfide. Ecco perché voglio continuare a giocare e a competere ad alto livello. È per l’amore verso il calcio, ho ancora passione e motivazione per quello che faccio. Magari avrei potuto fare una scelta più facile, sarei potuto andare in altri campionati non così competitivi, ma non sarebbe stato da me. Non è il mio modo di fare. Quando gioco a calcio voglio farlo al più alto livello possibile. Quando non sarò più in grado smetterò, ma, come ti ho detto, mi sento molto bene, amo questo gioco, ho passione e motivazione e queste sono le ragioni per cui sono qui”.
Cosa vuoi dare a questo gruppo?
“Voglio portare… Voglio fare quello che ho sempre fatto in carriera. Giocare il mio calcio, dare una mano quando è necessario e portare esperienza, mentalità vincente ed essere d’aiuto ai miei compagni e a tutto, in ogni aspetto e quando ce ne sarà bisogno”.
Perché hai scelto proprio il Milan?
“La ragione principale per cui ho scelto il Milan è la grandezza del Club: è una delle squadre migliori al mondo. Questa foto (di lui con indosso una tuta del Milan da piccolo insieme ai suoi genitori, ndr) è un bel ricordo, dimostra quanto il Milan fosse popolare al tempo, soprattutto in Croazia. Io sono cresciuto guardando il vostro campionato e il Milan era la mia squadra preferita da bambino, soprattutto per Zvonimir Boban che giocava qui: era il mio idolo da bambino.
Questi sono i motivi per cui ho scelto il Milan. E quella foto è un gran bel ricordo. La prima volta che sono venuto qui per firmare il contratto ho percepito subito che questo club è speciale. Si percepisce l’aura di grandezza che ha il club: ha vinto 7 Champions League, è secondo solo al Real Madrid. Questo la dice lunga. Qui tutto è a un livello altissimo: le persone che lavorano per la società, i tifosi, lo stadio…”.
Su Carlo Ancelotti, che ha consultato prima di trasferirsi al Milan:
“Ho parlato con Ancelotti prima della mia firma con i rossoneri e lui ha detto solo cose molto belle del Milan. Ovviamente le sapevo già prima: quando però uno come Carlo, che è stato un giocatore e un allenatore qui, te le dice, hai una percezione ancora più chiara del club e dell’ambiente. Ne abbiamo parlato. Anche nelle nostre conversazioni precedenti alla mia firma è capitato di parlare del Milan e lui mi raccontava cose bellissime”.
Sei il tredicesimo Pallone d’Oro a vestire la maglia del Milan… Sei in lista con van Basten, Gullit, Ronaldo, Baggio, Shevchenko, Kaká. In mezzo a tutti questi nomi ti consideri una leggenda di questo sport?
“È una bella lista ad essere sincero (ride, ndr). Preferiscono che siano gli altri a parlare e dire se sono una leggenda o meno. Quello che posso dire è che sono davvero orgoglioso di ciò che ho ottenuto nel calcio. Forse ho raggiunto anche di più di quanto mi aspettassi. Ed è per questo che sono felice. Non sta a me dire se sono o meno una leggenda, preferisco che siano gli altri a parlare di me. Ma ripeto, sono molto orgoglioso e felice di tutto ciò che ho raggiunto nella mia carriera”.
“Il Milan non può accontentarsi della mediocrità e deve competere con le squadre più forti d’Europa”. Quindi, qual è l’obiettivo di questa nuova avventura, per Luka Modric e per il Milan?
“Sì, è stato molto importante che il direttore sportivo sia venuto in Croazia a presentarmi il progetto del Milan. Dimostra quanto tengano a me, quanto mi stimino. Ed è stato fondamentale per me per fare questo passo e firmare per il Milan. Il nostro obiettivo? Il Milan non ha vissuto la migliore delle stagioni l’anno scorso, sono arrivati ottavi. Ovviamente dobbiamo puntare in alto per tornare in Champions League, è l’obiettivo minimo. Per quanto mi riguarda, sono venuto qui dopo aver vinto tanti trofei al Real Madrid: sono una persona che vuole vincere sempre, anche in allenamento. Ed è per questo che spero di poter vincere trofei anche con il Milan: è il mio obiettivo e darò tutto. Dobbiamo creare una buona atmosfera, avere un gruppo forte e tutto sarà più facile”.
Sei stato il numero 10 del Real Madrid per molti anni. Al Milan, la 10, è sulle spalle di Rafael Leao. Lo consideri un calciatore che è al top del calcio europeo?
“Assolutamente. Per me, è un giocatore di livello mondiale. E il Milan è contento d’avere giocatori di questo calibro. Ci ho giocato contro diverse volte, sia a livello di club sia con la nazionale e lo capisci subito che tipo di giocatore è. Per me, senza dubbio, è un giocatore di livello mondiale”.
Quando eri più giovane, ha scelto il numero 14 per Johan Crujff? Sapevi che Crujff giocò con il 14 un’amichevole con il Milan? Probabilmente era destino…
“Il mio primo numero è stato il 14, poi l’ho mantenuto anche al Tottenham e ho fatto bene lì. Ed è per questo che, essendo libero, ho voluto sceglierlo di nuovo. Cruijff è il simbolo di questo numero, il giocatore che ha dato importanza al 14 e lo ha reso speciale. È un piacere indossarlo”.
Hai vinto il tuo primo trofeo, da bambino, ad Alzano Lombardo. E quando hai giocato contro l’Atalanta, hai scambiato la tua maglia con i ragazzi dell’Immacolata, la squadra che organizzava quel torneo. Ci vuoi raccontare qualcosa di più su questo episodio?
“Quando ho iniziato la mia carriera da giovane, a Zara, viaggiavamo spesso per partecipare ai tornei in Italia. Siamo stati a Genova, a Senigallia e anche ad Alzano. Abbiamo vinto il trofeo, sono stato premiato come miglior giocatore e ho conservato bellissimi ricordi di quel torneo. L’ultima volta che abbiamo giocato a Bergamo, loro sono venuti con la maglia dell’Immacolata e io ho dato loro la mia. È stato bello ricordare quel momento, perché quel torneo ha un significato speciale per me.”
Cosa pensi del calcio italiano? Che emozione sarà giocare il derby di Milano contro l’Inter?
“Ho giocato molte volte contro squadre italiane e si vede subito la qualità che hanno. Quanto siano organizzate e quanto siano competitive. Quindi sarà una bella sfida adattarmi il più in fretta possibile, capire cosa vuole l’allenatore da me, dove mi vuole far giocare e fare quello che ho sempre fatto. Ho visto molti derby di Milano, Non vedo l’ora di giocare il derby, queste sono le sfide più belle da vivere in campo.
Guardavo spesso le partite tra Milan e Inter, mi piace tanto giocare questo tipo di match, e non vedo l’ora di farlo con la maglia rossonera. Sfiderò il mio connazionale Sučić? Sì, ci vedremo in campo. Ha un grande futuro davanti a sé. Ha già dimostrato di essere un ottimo giocatore, molto talentuoso, ha fatto molto bene sia con la nazionale che con la Dinamo Zagabria. Ora gli auguro il meglio. Ma non contro di noi!”.
Qual è il segreto della sua longevità calcistica?
“Tutti fanno la stessa domanda, ma la realtà è che non ci sono segreti. Per me, è semplicemente l’amore per il gioco, la passione che ho ancora. E poi, certo, ci sono delle cose importanti come l’alimentazione, l’allenamento… io vivo per il calcio, 24 ore su 24. E forse proprio questo è il motivo per cui riesco ad essere competitivo a questi livelli. Ho ancora dei sogni calcistici, ed è anche per questo che sono venuto qui, al Milan. È un sogno d’infanzia, ma come ho sempre detto, io sono qui per vincere trofei con il Milan. Questo è il mio sogno. Ma la famiglia fa parte di tutto questo, ed è la cosa più importante. Il mio focus è sempre su di loro. Anche se vivo per il calcio e mi diverto, ma la famiglia è al centro del mio focus quotidiano”.
Serie A
Pisa-Parma, le formazioni ufficiali
A pochi minuti fal fischio d’inizio di Pisa-Parma, sono state diramate le formazioni ufficiali che scenderanno in campo all’Arena Garibaldi alle 15.
Ad aprire questo insolito lunedì di Serie A è lo scontro diretto tra Pisa e Parma, che mette di fronte due squadre in cerca di riscatto dopo le sconfitte nel turno precedente contro, rispettivamente, Inter e Udinese.
I nerazzurri puntano sul sostegno del proprio pubblico per trovare la seconda vittoria in campionato, che gli permetterebbe di scavalcare proprio i ducali e abbandonare la zona retrocessione diretta, aumentando anche il vantaggio su Hellas Verona e Fiorentina.
I gialloblù di Cuesta, d’altro canto, vogliono confermare i progressi delle ultime settimane e cercano i tre punti proprio per allungare sulla squadra di Gilardino e per raggiungere a quota 14 il Cagliari e il Torino, impegnato stasera contro il Milan.

M’Bala Nzola ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Pisa-Parma, le formazioni ufficiali
Pisa (3-5-2): Scuffet; Calabresi, Caracciolo, Canestrelli; Touré, Marin, Aebischer, Piccinini, Angori; Meister, Nzola
Parma (3-4-2-1): Corvi; Delprato, Estévez, Valenti; Britschgi, Bernabé, Keita, Valeri; Ondrejka, Benedyczak; Pellegrino

Serie A
Lazio, quante giornate rischia Gila per l’insulto a Fabbri?
Lazio – Il difensore biancoceleste è stato allontanato nel finale contro il Bologna. Ora sarà decisivo il referto dell’arbitro per capire quante giornate verrà fermato.
Il pareggio della Lazio contro il Bologna ha lasciato strascichi pesanti. Al 79’, infatti, il difensore biancoceleste Mario Gila è stato espulso per proteste nei confronti del direttore di gara Fabbri. Le immagini televisive avrebbero rilevato un’espressione ripetuta dell’ex Real Madrid – “sei scarso” – rivolta all’arbitro, motivo alla base del cartellino rosso.
Lazio, Gila a Fabbri: “Sei scarso!”
La sanzione dipenderà ora da ciò che Fabbri avrà riportato nel suo referto. L’ipotesi più ottimistica per il giocatore è una giornata di stop accompagnata da una multa, che lo terrebbe fuori soltanto nella trasferta di Parma. Non è però escluso che il Giudice Sportivo possa optare per due giornate di squalifica, scenario che lo costringerebbe a saltare anche la sfida successiva contro la Cremonese.

GUENDOUZI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
A rendere più incerta la situazione c’è anche il precedente di Guendouzi, che dopo il rosso nel derby venne fermato per due turni per aver rivolto espressioni ritenute insultanti all’arbitro. Per conoscere l’entità della punizione a Gila non resta che attendere la decisione ufficiale nelle prossime ore.
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Serie A
Fiorentina, Galli: “Squadra senza leader: serve un dirigente forte”
Giovanni Galli suggerisce alla Fiorentina di puntare su un dirigente forte per risollevare le sorti della squadra, ultima in classifica.
La critica di Giovanni Galli
Giovanni Galli, ex portiere e figura storica del calcio italiano, ha recentemente espresso la sua opinione sulla situazione attuale della Fiorentina attraverso l’account X di Nicolò Schira. Galli ha sottolineato come Stefano Pioli, attuale allenatore della squadra, si sia trovato a fare da parafulmine per una compagine priva di leader. Secondo Galli, i giocatori si concentrano troppo sulle attività social, trascurando la performance sul campo.
La soluzione: un dirigente come Galliani o Sabatini
Per risolvere questi problemi, Galli suggerisce l’introduzione di un dirigente forte e carismatico, capace di guidare la squadra verso un futuro più promettente. Ha citato l’esempio di personalità del calibro di Adriano Galliani e Walter Sabatini, figure note per la loro capacità di gestione e per l’importante impatto avuto nelle loro precedenti esperienze. Questo consiglio arriva in un momento cruciale per la Fiorentina, che ha bisogno di ritrovare stabilità e successo.
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Fonte: l’account X di Schira
Il consiglio di Giovanni #Galli alla #Fiorentina: “#Pioli è stato il parafulmine di una squadra senza leader. Questi giocatori fanno troppe parole sui social e pochi fatti. Serve un dirigente forte per sistemare le cose. Uno come Adriano #Galliani o Walter #Sabatini…”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 8, 2025
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