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Milan, Lo Monaco contro Ibra: “Poco rispetto per il calcio”

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Milan

L’ex direttore generale del Novara Lo Monaco usa parole forti contro Ibrahimovic, riguardo la sua inadeguatezza come nuovo “boss” del Milan.

Alla conclusione dell’esclusivo evento del calciomercato international transfer market, avvenuto all’Hilton di Roma, il vecchio direttore del Novara Pietro Lo Monaco ha rilasciato, durante un’intervista, un’interessante dichiarazione sulla crisi della società milanista.

Lo Monaco, con una carriera alle spalle degna di nota come dirigente dei vari club italiani e anche come attore principale del litigio pubblico con José Mourinho, ha focalizzato la sua attenzione sulla “nuova figura” del panorama calcistico dirigenziale: Zlatan Ibrahimović.

Infatti, l’ex giocatore svedese è subentrato come direttore generale dei rossoneri: un ruolo che però viene ritenuto inadeguato dallo stesso Pietro Lo Monaco.

Tra le viarie domande uscite durante la conferenza, molte di queste si soffermavano proprio sull’attaccante in congedo e sul ruolo che sta ricoprendo, in questo momento di crisi, per i contatti tra la proprietà e la squadra.

La dichiarazione di Lo Monaco

La risposta di Lo Monaco è stata chiara e precisa, dichiarando non solo la mancata abilità di Ibrahimovic ad essere un adeguato direttore generale di una grande azienda come il Milan ma anche della sua totale inesperienza dovuta alla recente assunzione dell’incarico.

Dopotutto: “La scelta di un ex giocatore che dall’oggi al domani diventa direttore generale…è una scelta che denota poco rispetto per il calcio”.

A questa dichiarazione l’ex dirigente aggiunge altrettante parole dure: ”Non basta dire di essere boss per fare il boss. Per fare il boss devi avere conoscenze, devi avere le capacità di gestire certe cose”.

Ebbene, secondo Lo Monaco, Ibrahimovic non possiede queste capacità e per questo crede: “che sia uno dei mali del Milan”.

Una riflessione piuttosto severa, che rivolge senza alcun timore all’azienda milanista, in quanto, per la sua opinione, dovrebbe essere la prima a pensarla in questo modo

Eleonora Agostinucci

Lo Monaco

ZLATAN IBRAHIMOVIC SORRIDENTE ( FOTO KEYPRESS )

Serie A

Fiorentina, il 2025 è da dimenticare: peggior annata della storia viola

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Fiorentina

Il 2025 in casa Fiorentina si è chiuso con l’ennesima sconfitta di questo campionato. Mai così male in tutta la sua storia: un anno da dimenticare.

24 sconfitte complessive. Questo è il dato che contraddistingue la Fiorentina nel 2025: un anno da buttare completamente quello che vedrà chiudersi tra qualche giorno in casa Viola.

Certo le 13 sconfitte complessive, tra Serie A e Conference League, da inizio stagione pesano parecchio sul groppone della banda guidata da Vanoli, ma anche nella stagione passata le cose non sono andate nel migliore dei modi.

Fiorentina

STEFANO PIOLI PENSIEROSO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Dopo una prima parte di stagione con Palladino in cui i tifosi viola hanno potuto sognare di ambire a piazzamenti europei migliori rispetto alla Conference, da inizio 2025 la Viola ha perso smalto e le diatribe tra tifosi e società non hanno fatto altro che ingigantire i problemi di fine stagione. Palladino se ne è andato e al suo posto è stato chiamato Pioli.

Per l’ex Milan è stato un ritorno traumatico. Neanche una vittoria e ultimo posto in classifica. Un problema che si è pensato di poter risolvere con il suo esonero e l’arrivo di Vanoli, ma anche con l’ex Torino la musica non è cambiata. Adesso, dopo 17 giornate di Serie A la Fiorentina si ritrova ultima in classifica con 9 punti realizzati, a fronte di 1 vittoria e 6 pareggi.

Una situazione molto pericolosa che vede già adesso la Viola a rischio retrocessione. Per evitare ciò la società deve cancellare questo 2025 orrendo e sperare in un nuovo anno che porti energie fresche e una serie di risultati che possano evitare il peggio.

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Serie A

Atalanta, si chiude con un ko il 2025 dei cambiamenti

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Atalanta

Atalanta, l’ultima partita dell’anno e’ un deja-vu dei trascorsi contro l’Inter. L’inizio dell’era post Gasperini parte in salita.

Alla fine, in quella che e’ stata l’ultima contesa del 2025, l’Atalanta ha stabilito un record, purtroppo negativo.

Erano tre anni, infatti, che la Dea non usciva dal campo senza nemmeno concludere in porta una sola volta.

Alla New Balance Arena, i nerazzurri hanno subito gli strascichi di una tradizione che li vuole soccombere all’Inter spesso e volentieri da cinque anni.

Una abitudine, dunque, che ha caratterizzato anche il primo scontro tutto nerazzurro con in panchina Raffaele Palladino.

L’ex Monza ha provato invano, e per poco non ci riusciva, a spingere i suoi verso il colpo di coda, che alla fine non e’ arrivato.

Negativo, quindi, e’ stato il sipario su un 2025 che ha portato con sé una svolta dopo nove anni di regno ininterrotto firmato Gianpiero Gasperini.

L’ultimo regalo, l’ennesima qualificazione in Champions League, ha fatto da porta per il nuovo corso, che i Percassi avevano disegnato su misura di Ivan Juric.

Una fiducia mal riposta, se si pensa a quanto poco ha impiegato il tecnico croato a entrare in conflitto con l’ambiente.

Il simbolo delle discordie e’ stato, non a casa, Ademola Lookman, ovvero chi si vedeva ormai da giugno lontano da Zingonia.

Veleni, mancanza di feeling, nonché una certa dose di avversione da parte dell’ambiente, hanno fatto si che si spingesse, ben presto, per il cambio.

A uno dei (pochissimi) errori compiuti dalla dirigenza atalantina negli ultimi anni, dunque, si e’ deciso di porre rimedio ben presto, consapevoli che traccheggiare a lungo avrebbe compromesso definitivamente la rincorsa al treno Europa.

Fino ad ora la scelta appare corretta, con Palladino che sta dimostrando di saper essere un buon condottiero per una Dea che non vuole uscire dal circolo delle grandi.

Un posto in Champions League sarà arduo da raggiungere, ma una chance per quanto riguarda l’Europa League sembra esserci.

Se perdere contro l’Inter può essere messo agli atti come un incidente di percorso, e’ assolutamente sicuro che, da gennaio a maggio, gli scivoloni saranno banditi dal vocabolario di Bergamo.

Soprattutto contro quelle grandi che rappresentano le vere contendenti per regalarsi, per l’ennesima volta, il biglietto con destinazione una nuova campagna europea.

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Serie A

Milan, il tabù è spezzato: ora Allegri vince anche con le “piccole”

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Milan

Milan – Il 3-0 al Verona certifica la crescita rossonera. Ora ci sono solidità, maturità e segnali concreti in chiave Scudetto.

Il Milan supera un limite che aveva frenato la sua corsa e lancia un messaggio forte al campionato. Il netto 3-0 rifilato al Verona a San Siro non vale solo tre punti, ma rappresenta una svolta stagionale: i rossoneri di Massimiliano Allegri iniziano finalmente a vincere con continuità anche contro le squadre di medio-bassa classifica.

Fin qui la classifica del Diavolo era stata costruita soprattutto negli scontri diretti, mentre contro le “piccole” erano arrivati passi falsi pesanti. La prova contro il Verona, invece, racconta una squadra matura, compatta e concentrata, capace di controllare la partita e chiuderla senza affanni.

Milan, inizia una nuova fase della stagione?

Protagonista assoluto del match è stato Christopher Nkunku, autore della sua prima doppietta in Serie A: il rigore che sblocca il match e il gol in campo aperto che lo chiude sono il simbolo della fiducia ritrovata e della gestione lucida di Allegri, supportato anche da leader come Modric. La porta inviolata completa una prestazione convincente, arrivata dopo settimane di dubbi e risultati altalenanti.

Milan

Christopher Nkunku in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il successo certifica una crescita mentale prima ancora che tattica e rafforza le ambizioni rossonere. Con il mercato invernale pronto a offrire nuove soluzioni, il Milan ha iniziato a colmare le proprie lacune strutturali. Vincere queste partite è il passaggio decisivo per trasformare una stagione solida in qualcosa di molto più ambizioso.

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