Serie A
Milan, Fonseca: “Non mi faccio problemi a parlare coi giocatori. Capitano? Ce ne sono tre”
L’allenatore del Milan Paulo Fonseca ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa in vista del match contro l’Udinese, in programma domani alle ore 18.
Il Milan sta attraversando un momento difficile, soprattutto dopo la pesante sconfitta subita contro la Fiorentina. Il risultato deludente ha messo in evidenza alcune criticità, sia dal punto di vista tattico che mentale, e ha generato discussioni all’interno dello spogliatoio, segno che la squadra sta vivendo un periodo di tensione. L’atmosfera non è delle migliori, e i giocatori devono ritrovare compattezza e concentrazione.
La partita contro l’Udinese di domani è cruciale per ripartire con il piede giusto. Una vittoria è fondamentale non solo per ritrovare fiducia, ma anche per dare una spinta in vista dell’importante sfida di Champions League contro il Club Brugge, in programma martedì 22 ottobre. Il Milan ha bisogno di ritrovare il ritmo e l’energia giusta per affrontare al meglio i prossimi impegni, e un successo contro l’Udinese potrebbe dare la carica necessaria per affrontare il Brugge con rinnovata determinazione.
Milan, le parole di Fonseca

LA GRINTA DI PAULO FONSECA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Di seguito le parole del tecnico Paulo Fonseca in conferenza stampa.
Fondamentale essere concentrati su domani?
“So che l’Udinese crea sempre grandi difficoltà e so che domani non sarà diverso. Loro sono una buona squadra, molto aggressiva, che gioca bene e che è molto motivata. Dovremo essere al massimo livello per poter vincere domani”.
Dopo Firenze era arrabbiato… Ora qual è il clima?
“Il primo giorno è stato buono perché non ho visto nessuno, ero arrabbiato. Dopo certe partite non mi piace vedere nessuno. Abbiamo avuto pochi giocatori in questi allenamenti, poi tutti i nazionali sono arrivati ieri. Abbiamo parlato della Fiorentina e preparato l’Udinese. Per me è stato molto importante ieri parlare di ciò che è successo a Firenze. Oggi abbiamo parlato dell’Udinese”.
Quali sono stati i temi?
“Tutto quello che voi pensate. Io non chiudo gli occhi davanti ai problemi. Li abbiamo, affrontiamoli”.
Ha l’impressione di non essere capito?
“La mia leadership non è da farla vedere fuori, io non sono un attore. Se abbiamo qualche problema, non me ne frega un cazzo del nome del giocatore. Io ci parlo. Frontalmente, direttamente, con la squadra o con i giocatori”.
Ha parlato con Ibra?
“Parlo tutti i giorni con lui, ne abbiamo parlato dopo Firenze anche”.
Chi ha sbagliato a Firenze verrà punito?
“Vediamo domani. Per me nessun calciatore è più importante della squadra. E chi sbaglia deve prendersi le sue responsabilità. Se qualcuno non segue questo spirito di squadra, per me è difficile”.
La critica che le viene mossa è che non ha in mano lo spogliatoio…
“Non ho bisogno di dimostrare nulla, non sono un attore. Nel calcio oggi c’è tanta necessità di farsi vedere, io invece sono così, dal primo giorno. Fate questa domanda ai calciatori, se sono stato così dal primo giorno o meno”.
Reijnders ha detto che “piano piano stiamo mettendo in pratica le indicazioni dell’allenatore”. A che punto è il processo?
“Voglio dire la verità. È difficile cambiare. È sempre difficile cambiare. Stiamo cambiando? Sì. Anche io ho fatto questa riflessione, e devo capire che è un cambiamento grande e devo essere più paziente. Abbiamo bisogno di più tempo per cambiare. Si cominciano a vedere cose che sono importanti, dobbiamo continuare. Non abbiamo tanto tempo per allenarci, piano piano dobbiamo migliorare in quello che io credo che dobbiamo migliorare”.
Chi al posto di Theo?
“Non ho deciso”.

DELUSIONE THEO HERNANDEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Prima della sosta diceva che non avrebbe fatto tanto turnover. Ora, in vista dei tanti impegni, cambierà?
“Magari. Abbiamo questa necessità in questo momento”.
Musah può giocare esterno?
“Penso che ho questa fortuna di avere un calciatore che può giocare in diverse posizioni. Giocare da esterno in questo momento non mi sembra una possibilità. Può giocare in altre posizioni”.
Domani può giocare Okafor?
“È una possibilità ma non so se giocherà”.
Chi sarà il capitano domani?
“Io sono arrivato qui e c’erano già tre capitani: Calabria, Theo e Leao, perché sono i giocatori con più partite nel Milan. Io posso essere d’accordo o no su questo, ma io devo rispettare questa decisione. Quello che io penso è che questa squadra ha bisogno di più leader. Per me non è importante chi ha la fascia, ma avere tre giocatori o più che condividano la leadership. Ci sono altri giocatori che possono aiutare questi giocatori nella leadership. E per me i leader non sono chi hanno la fascia. Ci sono altri giocatori che possono aiutare chi ha la fascia”.
A che punto siete?
“Sto lavorando molto per far crescere la squadra e farla arrivare a quello che io voglio. Quello che possiamo fare lo stiamo facendo anche col poco tempo che abbiamo, i giocatori stanno rispondendo bene. Dobbiamo continuare, continuo a credere che saremo un’altra squadra in futuro”.
È il primo momento cruciale?
“Qui tutte le partite sono importanti, per questo non penso troppo a lungo termine perché la più importante è domani. Domani abbiamo una partita troppo difficile, il poco tempo che abbiamo serve a concentrare il giocatore sulla prossima partita. Qui al Milan tutte le partite sono cruciali, decisive. Magari per i tifosi il derby è stato un momento decisivo, per me sono tutte decisive”.
Il cambiamento è difficile sul piano tecnico, atletico, tattico o psicologico?
“Tutto, sono tutti interconnessi. Possiamo parlare di tattica e di struttura… Pensate che abbiamo perso con la Fiorentina perché c’è stato un problema tecnico o tattico? Per me c’è di più. Penso che non abbiamo avuto la cattiveria, la voglia di correre più della Fiorentina. Questo è tutto nella testa. Possiamo lavorare su tutto, ma quello che per me è stato importante vedere è che non abbiamo avuto aggressività. E questo non è tattica. Dobbiamo correre più degli altri e non l’abbiamo fatto”.
Si può rivedere Pulisic trequartista con Chukwueze largo a destra? È possibile?
“Sì. Pulisic non sta giocando aperto in questo momento, è un trequartista a destra. È possibile”.
Come sta vedendo Royal?
“Al Tottenham ha giocato spesso come difensore centrale. Qui può fare il terzino bloccato, penso che sia il ruolo migliore per lui. Ma non abbiamo utilizzato questa struttura adesso.. E, giocando con Pulisic dentro, lui deve farsi la fascia. Il ruolo giusto per lui è fare il terzino bloccato”.

EMERSON ROYAL ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Liberali inserito dal The Guardian nella lista dei 50 giocatori del 2007 migliori. Dopo un’ottima prestagione ora non sta trovando spazio. Cosa gli manca?
“Ho sempre parlato che credo molto nei giovani che abbiamo: Jimenez, Bartesaghi, Zeroli, Camarca, Liberali, Cuenca… Sono molti i giocatori con qualità. Il Milan ha fatto bene a creare col Milan Futuro uno spazio per questi giovani, in Italia questa transizione non è facile per questi giovani: col Milan Futuro possono crescere e migliorare. Liberali ha giocato la prestagione contro Real Madrid, Barcellona. Partite di prestagione, ma per me è stato chiaro che è un giocatore di grande futuro se continua a lavorare umilmente, può essere un giocatore importante. Quando? Non lo. Quello che so è che è un ragazzo che lavora con noi, questa settimana ha lavorato con noi, ha grande qualità e deve continuare a fare il suo percorso di crescita. Se dobbiamo portarlo con noi deve essere il momento giusto, altrimenti diventa difficile per questo tipo di calciatore. Lui domani comunque sarà con noi”.
Pulisic è stanco?
“Ringrazio Pochettino che lo ha liberato prima. Sta giocando molto? Mah, abbiamo fatto sette partite, cosa si dirà a fine stagione? Poi è in un ottimo momento, è stato il più costante”.
Si sta divertendo?
“Mi piacerebbe divertirmi di più. Essere allenatore, non solo qui eh, non è una cosa molto divertente. Ci sono momenti diversi, è difficile a questo livello avere sempre il sorriso in faccia. Ma io porto sempre la mia passione tutti i giorni. La mia passione non cambia per nessuna ragione. Amo quello che faccio. È difficile, anche per i nostri familiari. Non arrivo tutti i giorni a casa col sorriso in faccia. Provo a dimenticare la mia professione una volta a casa, ma non è facile. Poi ci sono anche tanti momenti che mi piacciono tanto”.
Serie A
Hellas Verona, l’importanza dei tifosi: trasferte riaperte
Nella giornata di ieri una notizia ha colto di sorpresa i tifosi dell’Hellas Verona: il divieto di trasferte per tre mesi è stato sospeso a partire da Firenze.
Quando ormai sembrava che la squadra dovesse fare a meno del proprio pubblico almeno fino a febbraio, ecco che grazie a un’istanza presentata dalla Lega Serie A e da entrambe le società coinvolte, Hellas Verona e Pisa, il ministro Piantedosi ha deciso per la sospensione del divieto.
Hellas Verona, quando i tifosi fanno la differenza
Negli anni la tifoseria scaligera è stata spesso riconosciuta come tra le più calde e rumorose per via dello stile british, acquisito nel corso degli anni, ma anche grazie a una tradizione che ha portato i veronesi a essere conosciuti, odiati o amati, in ogni parte d’Italia. Da sempre la trasferta di Verona, per chi viene da fuori, rappresenta qualcosa di impegnativo sia per chi scende in campo che per chi sostiene dagli spalti. Infatti, il clima che si respira ogni volta che l’Hellas gioca in casa si distingue rispetto a tante altre città italiane.
Lo stesso si può dire per quando la squadra gioca in trasferta. È ormai risaputo che la tifoseria scaligera muove tante unità in diversi stadi d’Italia, attraverso un sentimento di appartenenza unico nel suo genere e che caratterizza la vita quotidiana di ogni tifoso gialloblu. Da quelle parti la trasferta è vista quasi come un obbligo morale, un dovere perché il settore di quello stadio in particolare non può restare vuoto o incolore, ma deve essere la principale attrazione per il pubblico dall’altra parte.
Oltre a rappresentare un momento di aggregazione, felicità, svago e passione, la trasferta per i tifosi dell’Hellas Verona simboleggia anche l’unione con la squadra (e coi colori), senza la quale in campo non ci sarebbe la stessa energia. Per i giocatori infatti, poter contare sul sostegno dei tifosi, soprattutto quando si gioca lontano da casa, è fondamentale in modo da concentrare tutte le energie sul campo e non sugli spalti occupati dalla tifoseria avversaria.
Per questo motivo le ultime partite che hanno visto l’Hellas giocare lontano dal Bentegodi non hanno rispecchiato quello che poi si è visto nei match casalinghi. Perché il Verona ha bisogno della sua gente e la gente ha la necessità e l’indole naturale di seguire la propria squadra, per esercitare quella fede nata per cause completamente diverse ognuna dall’altra, ma che unisce diverse vite dietro a un unico striscione e permette a una città di identificarsi quando giunge in altre terre.
Il divieto che ha privato a tutti i tifosi di riempire i settori ospiti di Como, Lecce e Genova non ha solo impedito a questi di vivere la propria passione, ma ha anche penalizzato una squadra che lotta quotidianamente per mantenere la categoria.
Il ritorno dei tifosi scaligeri in trasferta, in questo senso, potrebbe rappresentare il definitivo punto di svolta per la stagione, che fin qui ha visto la squadra in grossa difficoltà ma che ha saputo finalmente reagire contro l’Atalanta e ora ha bisogno di tutto l’aiuto possibile per dare continuità e rendere orgogliosa la propria gente.

I TIFOSI DEL VERONA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Parma-Lazio, probabili formazioni e dove vederla
Al Tardini continua la 15° giornata con Parma-Lazio. La squadra di Sarri è alla ricerca di punti in trasferta visto il rendimento delle ultime uscite.
I biancocelesti arrivano da due sconfitte di fila lontano dall’Olimpico (contro Inter e Milan) e l’ultimo successo risala e a diversi mesi fa, sempre contro una squadra in lotta per la salvezza. Per i padroni di casa è l’occasione di tornare a vincere in casa dopo la sconfitta con l’Udinese e la vittoria in trasferta a Pisa ha ridato fiducia a tutto l’ambiente.
Qui Parma
Cuesta continua a puntare sui suoi fedelissimi a partire da Corvi che continua a dare sicurezza tra i pali. Davanti a lui linea a 4 con Britscghi, Valenti, Del Prato e Valeri. In mediana spazio ancora a Bernabè, Keita ed Estevez per dare solidità alla manovra sia offensiva che difensiva. Ondrejka dovrebbe tornare dal 1′ alle spalle di Pellegrino e Benedyczak.
Qui Lazio
Sarri dovrebbe confermare in blocco la squadra che ha pareggiato in casa col Bologna, a eccezione di Gila, squalificato a causa del doppio giallo rimediato proprio la scorsa giornata, e Isaksen, uscito dolorante e quindi indisponibile.
Per questo motivo davanti a Provedel e al fianco di Romagnoli ci sarà quasi sicuramente Patric, completano invece il reparto sugli esterni Marusic e Pellegrini (out contro il Bologna a causa della nascita del figlio) in ballottaggio aperto con Nuno Tavares.
A centrocampo Guendouzi e Basic faranno compagnia a Cataldi mentre nel tridente offensivo agirà l’ex Cancellieri insieme a Castellanos e capitan Zaccagni.

VALENTIN CASTELLANOS IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Parma-Lazio, probabili formazioni
Parma (4-3-1-2): Corvi, Britscghi, Del Prato, Valenti, Valeri, Bernabé, Keita, Estevez, Ondrejka, Pellegrino, Benedyczak.
Lazio (4-3-3): Provedel, Marusic, Romagnoli, Patric, Tavares, Basic, Cataldi, Guendouzi, Cancellieri, Castellanos, Zaccagni.
Parma-Lazio, dove vederla
Il match del Tardini in programma domani con fischio d’inizio alle 18 sarà trasmesso in diretta e in esclusiva su DAZN.
Serie A
Lecce-Pisa, le formazioni ufficiali: la scelta su Sottil
Al Via del Mare si apre la 15° giornata con Lecce-Pisa. Da entrambe le parti c’è voglia di riscatto per uscire da una situazione molto scomoda di classifica.
Primo anticipo della nuova giornata di Serie A che mette di fronte due squadre direttamente coinvolte nella lotta salvezza. Un punto di differenza e un grande balzo in palio aumentano ulteriormente la pressione. Entrambe arrivano da una sconfitta e puntano a riprendere la marcia verso l’obiettivo stagionale. I salentini vogliono cavalcare l’onda d’entusiasmo derivante dall’ultimo successo tra le mura amiche.
Lecce-Pisa, le formazioni ufficiali
LECCE (4-3-3): Falcone; Danilo Veiga; Gaspar, Tiago Gabriel, Gallo; Coulibaly, Ramadani, Berisha; Pierotti, Camarda, Sottil. Allenatore: Di Francesco.
PISA (3-5-2): Semper; Calabresi, Caracciolo, Canestrelli; Touré, Akinsanmiro, Aebischer, Vural, Leris; Moreo, Meister. Allenatore: Gilardino.

L’URLO DI WLADIMIRO FALCONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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