Serie A
Milan-Bologna, probabili formazioni e dove vederla
Milan-Bologna, incontro valido per la 36^ giornata del campionato di Serie A 2024/2025: le probabili formazioni e dove vedere il match.
Milan-Bologna aprirà la 36^ giornata del campionato di Serie A.
Sfida che può risultare decisiva in vista della qualificazione alle prossime edizioni delle competizioni europee: in particolar modo per il Bologna di Vincenzo Italiano che può ancora ottenere il 4° posto e ottenere il pass per la Champions League.
Dall’altra parte, il Milan di Conceicao vuole accorciare e continuare a sognare un posto in Europa tramite il campionato, forte anche dalla fiducia ritrovata nel match vinto contro il Genoa per 2-1 in rimonta.
Di seguito le probabili formazioni e dove vedere il match.

Conceiçao,Milan
Qui Milan
In casa Milan, si monitorano le condizioni di Fofana, visti i problemi fisici accusati al Marassi contro il Genoa: si candida Loftus-Cheek dal 1’. Non ci sarà nemmeno Leao, squalificato dopo l’ammonizione contro la squadra di Vieira: al suo posto, pronto Joao Felix. Attenzione alla possibilità di turnover per la Coppa Italia: ballottaggio anche sulla fascia destra fra Walker e Jimenez.
Qui Bologna
Italiano ritrova Holm e Ndoye che, pur lavorando a parte, sono a disposizione del tecnico rossoblù, ma resta da capire se saranno arruolabili dal 1’. Con ogni probabilità, saranno in panchina in vista della successiva sfida che varrà per la finale di Coppa Italia.
Milan-Bologna, le probabili formazioni
MILAN (3-4-3): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Jimenez, Loftus-Cheek, Reijnders, Theo Hernandez; Pulisic, Jovic, Joao Felix. All. Conceicao.
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; De Silvestri, Beukema, Lucumi, Miranda; Freuler, Ferguson; Orsolini, Odgaard, Cambiaghi: Dallinga. All. Italiano.
Dove vedere Milan-Bologna
La partita sarà trasmessa in diretta streaming da DAZN, visibile anche sulle smart tv di ultima generazione compatibili con la app, e, sempre grazie all’applicazione, su tutti i televisori collegati ad una console PlayStation 4/5 o Xbox (One, One S, One X, Series X, Series S), al TIMVISION BOX o ad un dispositivo Amazon Fire TV Stick o Google Chromecast.
Il match sarà inoltre trasmesso in diretta tv da Sky su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K, Sky Sport 251. Per gli abbonati di entrambe le piattaforme, infine, la gara sarà visibile in tv anche tramite l’app DAZN disponibile sul decoder Sky Q.
Serie A
Como, Fabregas: “Inter fortissima, ma noi vogliamo fare una partitona”
Alla vigilia di Inter-Como, l’allenatore dei lariani, Cesc Fabregas, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico del Como in vista della sfida contro l’Inter di Cristian Chivu.
Como, le parole di Fabregas
Che tipo di sfida vi aspettate contro l’Inter?
“Non siamo noi la squadra che può intimorire l’Inter. Loro hanno disputato un numero enorme di gare, comprese due finali di Champions League… quindi noi giocheremo la nostra partita, mettendo in campo le nostre qualità e provando a vincere. Non vedo alternative. Sappiamo però di affrontare una squadra di altissimo livello, molto forte. Ma abbiamo ambizioni e proveremo comunque a imporre il nostro gioco”.
Rispetto allo scontro diretto di maggio, quanto si è colmata la distanza?
“Di poco. Capisco la domanda, ma dobbiamo restare umili e con i piedi per terra. Siamo giovani e abbiamo ancora tantissimo da imparare. Vogliamo crescere vivendo proprio questo tipo di serate europee, come quella che hanno fatto contro l’Atletico Madrid, contro cui hanno giocato una grande gara fuori casa pur perdendo. Fa parte del calcio. L’80% dei giocatori che scenderà in campo domani ha esperienza di undici anni a questi livelli, noi no. Però i ragazzi hanno un atteggiamento importante: per noi sarà una gara molto significativa per capire dove siamo arrivati ora”.
La scorsa estate si parlò del suo possibile arrivo all’Inter: come vive ora questa sfida particolare?
“Preferisco non parlarne, non è ciò che mi interessa adesso. Questa domanda mi tocca emotivamente. Io sono al Como, vivo tutto per il Como e difendo tutto e tutti. Andremo a San Siro per provare a vincere, offrire una grande prestazione e continuare il nostro percorso. Non sono il tipo da dire: ‘È successo questo, allora io sono più debole’. No, io faccio semplicemente il mio mestiere. L’Inter è una squadra eccezionale, con un allenatore straordinario e dirigenti molto bravi. Da giocatore andavo spesso a San Siro a vedere l’Inter in Champions, perché per me rappresentavano una squadra fortissima. Non c’è nulla di cui vergognarsi. Ammiravo l’Inter di Inzaghi, chiudo gli occhi e ricordo tutto. Non c’è imbarazzo nel dirlo, perché analizziamo la realtà: vogliamo andare lì per giocare la partita migliore possibile. Vogliamo fare una grande gara”.

CESC FABREGAS ALZA LE MANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Capello vede il Milan favorito per lo Scudetto senza coppe: questa idea può riguardare anche voi?
“Volete che andiamo a vincere lo Scudetto? Non faccio finta di niente, mi piace solo preparare le partite. Siamo in un contesto in cui mi piace spendere tanto tempo con i ragazzi, ma ho dovuto mandarli via oggi. Io voglio fare sempre di più, martellare su una cosa o sull’altra, ma siamo dentro un processo. Dobbiamo crescere tanto, tanti ragazzi hanno cominciato a giocare adesso. Abbiamo 14 punti in più dell’anno scorso? Facciamo bene in difesa? Sì, ma non mi lascio andare. Non sono più bravo se vinco e non sono peggio se perdo. Dobbiamo crescere di mentalità. Le pagelle? Io le faccio alla fine. Faccio fatica a risponderti su questa cosa di Capello. L’Europa? Non è il momento di parlare di questo, ma dell’Inter, perché è un esame molto importante. Niente paura, rispetto massimo, ma cerchiamo di far fare loro una partita scomoda. Poi il risultato sarà quel che sarà, però domani la squadra darà tutto”.
L’Inter ha incassato diversi gol: è una fragilità o solo statistica?
“Io penso che l’Inter, nei parametri che analizziamo noi, sia la più forte in tutto. Poi vedo tante parate dei portieri, tra Inter e Milan, e dico ‘wow’. La cosa più importante per le grandi squadre è che hanno giocatori di livello top. Quando è così, la cosa peggiore che può succedere è avere una squadra che viene a rompermi le scatole. Quindi noi proviamo ad essere delle zanzare e vediamo dove si arriva”.
Nel calcio si parla dell’effetto farfalla: quanto tempo serve a una squadra per assimilare davvero il suo gioco?
“Non c’è mai un tempo. Dipende dal tipo di giocatori, da dove ti trovi. Se arrivi in una società con gente che lavora da 20 anni, con 40mila allenatori e loro sono sempre là… queste sono le persone più pericolose. Se questo ambiente non vuole che tu faccia bene, ti massacrano. Fanno casino, iniziano a parlare e ti mettono cose nella testa. Noi abbiamo creato un contesto sano. Io credo molto nella convinzione dell’allenatore. Noi qui abbiamo cambiato tanti giocatori, l’adattamento è stato abbastanza veloce, ma non voglio dire che si fa peggio o meglio. Aiutiamo a migliorare sempre. In Serie B ho messo un numero dietro di me, dovevamo andare nel massimo campionato e arrivare primi. Iovine era impressionato ad esempio. Io sono arrivato con la convinzione di vincere il campionato, con numeri forti e un’idea specifica. E all’inizio c’erano dei fischi. Se tu cambi dopo questo… è la morte di un allenatore. Noi stiamo migliorando e crescendo. Però credo che se vai in un posto, credo tu pensi che puoi fare bene. Il contesto è molto importante, così come il potere per cambiare la gente”.
Vi aspettate un grande seguito a San Siro?
“Domani guarderò il terzo anello e sentirò orgoglio. Se lo meritano, di godersi partite così e portare qualcosa a loro. I giocatori sentiranno il loro appoggio, aiutano sempre la squadra”.
Che valutazione fa dello stato fisico e mentale della squadra?
“Bene. I ragazzi non si fanno trovare nervosi in questo tipo di partite. Sono un grande gruppo, i ragazzi di 20-21-22 anni che si mettono insieme e fanno gruppo… mi divertono. Devono farmi vedere cosa possiamo fare con la squadra. Lavorano seriamente. Noi dobbiamo fare quasi la partita perfetta. Poi Sergi Roberto malato, Diao torna, Dossena è già in gruppo e fa l’80% di allenamento. Goldaniga fuori”.
Come si mantiene la squadra con i piedi per terra dopo certi elogi?
“Queste cose tu le senti. Noi facciamo tante analisi, anche di comportamento, parliamo con le loro famiglie e con gente che ha lavorato con loro. C’è tanta informazione e proviamo a non portare qui una testa di… Se si sbaglia e succede, si cerca di risolvere velocemente. Serve trovare sempre energia, allenarsi sempre al massimo. Quella fatica mentale di continuare. Io non penso comunque che i ragazzi siano meglio di quello che sono, ma giovani al punto da portarli al top possibilmente”.
Alla vigilia di uno scontro così importante, cosa la preoccupa di più dell’Inter o del loro modulo?
“Un po’ tutto. La prima cosa è la qualità dei giocatori. Si vede quando giocano loro. Che gli puoi dire a Bastoni e Dimarco? Se giocano insieme da 5 anni, giocano da soli. La cosa importante è chi sono i più forti, e loro all’Inter sono tanti, praticamente tutti. Puoi rischiare ad andare a pressare contro una squadra così. Noi dobbiamo sapere domani che ci saranno momenti per fare cose top, ma gli altri saranno bravi. E dovremo gestire l’emozione. Non è un problema, dobbiamo abituarci a giocare contro questo tipo di squadre. Questo è un livello top, se vogliamo esserlo noi dobbiamo farlo. L’ho preparata in modo diverso rispetto all’anno scorso, l’anno scorso mancava un po’ di talento. Penso che l’anno scorso alcune volte abbiamo cambiato un po’ per dare stabilità al gruppo, quest’anno abbiamo fatto bene in estate. Domani è una grandissima opportunità per essere noi, giocare con tutta la nostra forza”.
Quali giocatori della Serie A vede più adatti al suo calcio?
“Non mi piace tanto dire nomi. Sono un grande fan di Lautaro, Dimarco, Sucic lo sento mio. Era già tutto fatto con lui, l’anno scorso abbiamo provato a portare Luis Henrique, significa che abbiamo buoni occhi. Io sono un grande fan di questo giocatore, per la sua personalità calcistica. Come Calhanoglu e Dimarco. Se li pressi, si sentono la migliore squadra del mondo”.
Come sta Diao? E sulla questione Federazione–infortunio?
“Lui è molto giovane, tante pressioni che le arrivano e gli fanno girare la testa. Ho capito che ci sono altri interessi, che non c’entrano con la nostra società e dobbiamo gestirlo al momento giusto. Ha sofferto un po’, dopo le mie parole qua. Ho parlato un po’ di questo, non lo voglio mettere in difficoltà ma sa bene la mia opinione. Vediamo che succede. La cosa più importante è che ritorna con noi e può essere un’arma importante. Non c’entra l’Arabia…”.
Settimana emotivamente intensa: come l’ha vissuta?
“Solo per i biglietti, perché mio figlio vuole andare. Non parlo molto di calcio a casa. Con mio figlio sì, gli piacciono le cose, parliamo anche di FIFA. Però no, la figlia non sa niente”.
La designazione arbitrale pesa sulla vigilia?
“L’arbitro? Sinceramente non ne parlo e non guardo mai chi c’è. Alcune volte inizia la partita e non so nemmeno chi sia”.
Domani può essere la gara della svolta per Morata?
“Speriamo tutti che possa sbloccarsi. Se non gioca, lui sarà il primo ad essere molto contento se prenderemo una vittoria da San Siro. È importante per noi, deve fare il salto, sono convinto di quello che vedo da lui però. Ci sono giocatori che in casa fanno bene e fuori no. Dipende dal contesto della partita, dell’ambiente, la situazione dell’altra squadra. Ci sono partite in cui serve più personalità”.
Vi siete mossi su Rodri Mendoza dell’Elche?
“No no, anche se mi piace molto in realtà. E l’Elche gioca un grande calcio”.
Chi è più forte oggi, Inter o Napoli?
“Io vedo giocare l’Inter e fanno il 90% delle cose dell’anno scorso. Sono migliorati, hanno preso giocatori giovani e li inseriscono velocemente. Il Napoli è fortissimo, campioni d’Italia in carica. Noi dobbiamo andare contro l’Inter con convinzione e preparati, vincere duelli ed essere una squadra aggressiva”.
Serie A
Lecce, brutte notizie per Di Francesco: la Coppa d’Africa porta via 3 giocatori importanti
Il Lecce è sicuramente una delle squadre in serie A maggiormente danneggiate dalla Coppa d’Africa. 3 giocatori dovranno partire con le rispettive nazionali.
Si avvicina sempre di più la Coppa d’Africa, ovvero la competizione più temuta da club e fantallenatori. Il Lecce è sicuramente tra questi, poiché ben 3 giocatori sono stati convocati per il torneo.
In queste ore e in questi giorni le varie Nazionali stanno pubblicando le loro liste di convocati e la squadra salentina è stata particolarmente colpita.
I giocatori che staranno lontano dall’Italia per un po’ sono: Kialonda Gaspar, convocato dall’Angola, Lassana Coulibaly, convocato dal Mali e Lameck Banda, convocato dallo Zambia.

IL GOL DI COULIBALY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lecce, le soluzioni per Di Francesco
Tutti e 3 i calciatori hanno un ruolo importante nello schieramento di Di Francesco il quale deve pensare al più presto come sostituirli. Al centro della difesa potrebbe rientrare Siebert, giovane tedesco protagonista di un inizio di stagione piuttosto negativo.
In mezzo al campo le principali alternative a Coulibaly sono o Kaba, molto simile per caratteristiche o Helgason, decisamente più qualitativo ed offensivo.
In avanti invece, con l’assenza di Banda potrebbe sicuramente trovare più continuità Riccardo Sottil, giocatore di qualità ma che fin qui non ha ancora inciso molto.
Serie A
Mario Rui: “Kvara e Osimhen sono fuoriclasse. Napoli-Juve? Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”
Mario Rui racconta a Tuttosport il legame con Napoli, Spalletti, la Juve e il futuro dopo lo scudetto conquistato con i partenopei.
Mario Rui, ex terzino del Napoli e protagonista dello scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, oggi in panchina alla Juventus, ha parlato a Tuttosport in una lunga intervista in cui ha raccontato il suo rapporto con il Napoli, il tecnico toscano e le prospettive future della sua carriera.
Le parole di Mario Rui
“La voglia di calcio è tantissima, anche se mi sono preso un periodo per dedicarmi alla mia famiglia. Mi alleno molto e credo di essere vicino a ricominciare”.
Possibile un ritorno in Serie A?: “Ci sono state opportunità, ma l’anno scorso non riuscivo a immaginarmi con una maglia diversa dal Napoli. Penso che ripartirò dall’estero: sto bene e posso dare ancora tanto”.
Il legame con Napoli resta incancellabile: “Immortale” è una parola enorme, ma quello scudetto è stato qualcosa di indescrivibile. Le basi le mettemmo a Dimaro: tutti ci davano per ridimensionati, tranne Spalletti. Lì diventammo un blocco unico”.
Quasi inevitabile, dunque, il passaggio del tecnico toscano alla Juventus: “Non mi ha sorpreso, è il migliore, l’allenatore più affidabile. Alla Juve serviva uno come lui”.
Sul rapporto speciale con Spalletti: “Mi ha voluto bene, non mi ha lasciato nei momenti difficili. Il merito dello scudetto è suo all’80%: viveva a Castel Volturno, ha sacrificato tutto”.
Su Conte: “Mi ha colpito subito. Pensavo fosse un tecnico difensivo e invece ha trasmesso una mentalità vincente immediata. Sia lui sia Spalletti sono persone oneste e dirette: rarità nel calcio”.
Su McTominay: “McTominay si vedeva subito che fosse un campione. Kvara e Osimhen sono fuoriclasse: Victor può giocare ovunque nel mondo”.
Sul duello Scudetto: “Se la Juve vince può tornare in corsa, anche se è difficile. Il Napoli sta facendo bene: più competitivo nei reparti e più forte, paradossalmente, dopo l’emergenza infortuni”.
Su Napoli–Juve: “Non so come finirà, ma sarà una partita chiave. Se vince la Juve rientra nella lotta scudetto. Se vince il Napoli manda un segnale pesantissimo al campionato. E con Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”.
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