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Serie A

Lazio: torna il sereno.

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CATALDI

Una prova finalmente convincente della Lazio interrompe la serie di tre gare senza vittorie in campionato. Per la squadra di Sarri torna il sereno.

lazio

La Lazio torna a fare la voce grossa e passa senza soffrire piu’ di tanto in quel di Marassi. Giova ricordare che i biancocelesti appena un anno fa contro la Samp avevano vissuto una giornata horror rimediando una sonora sconfitta senza attenuanti.

I ragazzi di Sarri stavolta approcciano la gara con tutt’altro spirito. Non subiscono gol nel primo tempo (e questa di per se’ e’ gia’ una notizia) e mettono al sicuro il risultato in appena 37 minuti. Un primo tempo sontuoso oseremmo dire.

Va detto che gli avversari hanno lasciato spazi che altre squadre non avevano concesso ai ragazzi di Sarri. E in quegli spazi la Lazio e’ letale. Il primo gol e’ di pregevole fattura, frutto di geometrie e tagli continui dei laziali che hanno liberato Milinkovic davanti al portiere senza marcatura.

lazio

La doppietta di Immobile chiude il conto. Abbiamo finito gli aggettivi per questo attaccante. Fa gol in tutti i modi. Aveva segnato di testa contro la Salernitana. In Europa la doppietta su rigore. Ieri a segno di sinistro e di destro senza nemmeno guardare la porta. In entrambe le occasioni ha incrociato il tiro rendendo vano il tentativo di parata di Audero. La sua uscita anzitempo ha fatto scattare l’allarme a Formello. La Lazio senza di lui e’ semplicemente un’altra squadra.

Ieri bene tutti a cominciare dal portiere Strakosha che e’ stato preferito a Reina. L’albanese ha fornito una prestazione decisamente positiva anche se la sua riluttanza ad uscire in presa alta sui cross avversari resta il suo punto debole. Anche nel giro palla i suoi piedi non sono “educati” come quelli di Reina. Ma se non sono cambiate le regole del calcio ci sembra sia piu’ opportuno avere tra i pali un portiere che pari piuttosto che averne uno che potenzialmente puo’ fornire assist.

Bene i due centrali Luis Felipe Acerbi. Il rientrante Marusic ha garantito solidita’ sulla fascia sinistra dove stavolta stazionava Basic. Hanno entrambi determinato  maggior equilibrio e di tutto cio’ ne ha giovato Zaccagni finalmente convincente come non mai. Dopo Ciro va a lui la palma del migliore in campo.

Ci sarebbe stato in questo virtuale podio anche Milinkovic ma la sua ingenuita’ al 67esimo (rosso per proteste) ne ha macchiato la prestazione. Nell’occasione aveva assolutamente ragione nei confronti dell’arbitro Fabbri (incerto e volutamente protagonista senza che nessuno glielo abbia chiesto). Ma da un giocatore esperto come lui, sul risultato di 0 a 3 ci saremmo aspettati maggiore self control.

Bene Hysaj (rende di piu’ a destra) e bene Cataldi che quando non pressato fornisce performance assolutamente positive. Di Immobile abbiamo detto. Anche Pedro come sempre ha fatto il suo. La sua intelligenza calcistica superiore alla media lo facilita anche quando il suo dinamismo e’ meno continuo.

Il secondo tempo a parte il rosso di Sergej e’ scivolato via senza sussulti degni di nota. La Lazio aveva smesso di giocare, ma poteva permetterselo avendo nei radar la sfida piu’ importante di questo inizio stagione giovedi prossimo.

Arriva a Roma il Galatasaray del’ex Muslera e gli aquilotti si giocano il primato del girone che garantirebbe il passaggio automatico al prossimo turno. Hanno un solo risultato a disposizione: la vittoria.
Vediamo allora se i cambi effetuati ieri da Sarri saranno riproposti nelle prosisme sfide. Sono stati accantonati per il momneto 3 giocatori che avevano sempre giocato titolari (Reina Luis Alberto e Felipe Anderson). Ma andranno verificati i loro sostituti con prove piu’ difficili e piu’ impegnative.

La Lazio e’ frose la squadra piu’ umorale e meno continua di questo campionato. Ed e’ un peccato. Cosi’ come gridano vendetta i 4 punti persi negli ultimi attimi di gara contro Atalanta ed Udinese. Con quelli (assolutamente alla portata dei ragazzi di Sarri) e con l’inopitato pareggio contro il Cagliari,  la Lazio oggi sarebbe in ben altra posizione in classifica. E forse tante critiche piovute addosso al “Comandante” avrebbero meno senso.

Serie A

Napoli, l’agente di Di Lorenzo non ci sta: “Inaccettabile scaricare tutto sui giocatori, ognuno si assuma le proprie responsabilità”

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napoli

Mario Giuffredi, agente di Giovanni Di Lorenzo, ha recentemente rilasciato la seguente intervista ai microfoni di TVPlay.

Napoli, le parole dell’agente di Di Lorenzo

❝I risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti, calciatori. compresi. Ovviamente nemmeno quelli che seguo io possono essere esenti da responsabilità. Chi mi conosce sa bene che dico solo ciò che penso e quando lo faccio è perché ne sono certo. Tuttavia, e ci tengo a dirlo a voce alta, questi ragazzi, pur non riuscendo in risultati importanti, profondono il massimo impegno e hanno un grande attaccamento per la maglia. Non ho mai messo in dubbio che ci sia stata l’anima sul terreno di gioco in ogni gara, anche dopo le performance più negative. Entrando nello specifico dei miei calciatori, voglio smentire alcune falsità lette in giro: nessuno sta assolutamente pensando di andare via a fine anno. Su questo posso metterci la mano sul fuoco.

I miei calciatori ed io rispettiamo il diritto di critica da parte dei tifosi. Sono la parte sana del calcio. Sono quelli che fanno tanti sacrifici, soprattutto economici, per venire allo stadio. Lasciano a casa le famiglie per le trasferte. Fanno tante rinunce per seguire la propria squadra. Hanno tutto il diritto di esercitare il dissenso liberamente, stando sempre nei limiti del buon senso. I miei assistiti sono consapevoli di far il lavoro più bello del mondo. Sanno di essere dei privilegiati, ma soprattutto ho sempre trasferito loro il pensiero che nella vita ci si prende il dolce, come nella vittoria dello scudetto per cui sono stati osannati, ma anche l’amaro di stagioni come queste. Rispettando, come in questo caso, il pensiero di chi ama la maglia azzurra.

L’immagine di Di Lorenzo sotto quella curva è stata forte dal punto di vista emotivo. Lui, come me, ha enorme rispetto e si sente responsabile, da capitano, perché quei tifosi ci rimettono soldi per seguire la propria squadra. Dedicano la loro vita al Napoli senza chiedere nulla in cambio da nessuno, perché il Napoli per loro è una fede. C’è rispetto anche per la grande educazione e la correttezza che a Empoli hanno avuto nel modo di porsi. Impeccabili, dimostrando a Di Lorenzo l’amore che hanno per questa maglia e per il capitano.

Due momenti opposti, ma Di Lorenzo in entrambi i casi ha mostrato gli attributi e ci ha messo la faccia. A Udine è quello che porta la stemma dello scudetto nel settore dei tifosi del Napoli, ricevendo cori e applausi. È sempre lui che da capitano, nella caduta di Empoli, è andato sotto la curva a prendersi gli aspetti negativi del momento. Nel bene e nel male lui c’è sempre e non fa mai un passo indietro. E’ sempre pronto ad ammettere anche le sue prestazioni negative, non scappando davanti alle responsabilità. Ed è per questo che, quando leggo critiche che vanno oltre il legittimo diritto di esprimere il proprio parere sugli aspetti tecnici, penso di dover scendere in campo per difendere il mio assistito.

I calciatori di questa squadra vogliono regalare dei momenti di gioia ai tifosi dopo tutte queste delusioni. C’è ancora la possibilità di approdare in Champions. Fin quando l’aritmetica lo permette e c’è un campionato da onorare, sono certo che ci sarà il desiderio di mettere tutto in campo: a partire dalla Roma.

Le dico che quando si vince vincono un insieme di persone. I calciatori. L’allenatore. I dirigenti e la società tutta. Quando si perde non è più accettabile lo scaricabarile solo sui giocatori. Nella stessa misura della vittoria, anche in questo caso ci sono le responsabilità delle altre componenti. Sotto la curva a Empoli, assieme al capitano ed ai suoi compagni di squadra, avrei voluto vedere anche qualche altra persona a metterci la faccia. Lo dico a voce alta: mi sta bene fino a un certo punto che siano i miei assistiti e tutto il gruppo a prendersi una contestazione così forte. A fine campionato dirò la mia verità perché mi aspetto che, come noi, anche qualcun altro faccia un’analisi seria e approfondita di ciò che è successo. C’è un limite a tutto: mi sono stancato di vedere la colpa scaricata sempre e solo sui giocatori.❞

Di Lorenzo

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Serie A

Genoa, Blazquez su Gudmundsson: “Tutti hanno un prezzo, ma decide lui. In estate…”

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Genoa, Gudmundsson

L’amministratore delegato del Genoa, Andres Blazquez, ha parlato del futuro di Albert Gudmundsson in un’intervista a Caught Offside.

Genoa, le parole di Blazquez su Gudmundsson

❝Abbiamo avuto già diversi interessi per Gudmundsson nelle scorse settimane. Abbiamo un rapporto molto stretto, per noi è come uno di famiglia. Noi sappiamo quali sono le sue priorità e troveremo un accordo per cederlo o per farlo rimanere che possa soddisfare entrambe le parti. Abbiamo aumentato in modo significativo il suo stipendio per farci considerare da lui un’opzione. Sappiamo che sta bene. Alla fine molto dipende dai suoi obiettivi personali. Si trova benissimo al Genoa, in città ed è uno dei calciatori più amati della squadra. Sarà una decisione personale, vedremo cosa accadrà. Se il prezzo salirà rispetto ai 30 milioni attuali?

Dovremo trovare il giusto bilanciamento tra quello che vuole Albert è quello che vogliamo noi come società. Come per il caso di Radu Dragusin, non la situazione con il prezzo più alto ma quella che garantisce le migliori condizioni per tutte le parti. Noi non vogliamo imporre niente a nessuno.

Abbiamo certamente parlato di un prezzo. Abbiamo avuto l’interesse di almeno tre squadre nelle migliori leghe che hanno espresso l’interesse per Albert. Non solo per lui ma anche per altri calciatori del gruppo.❞

Genoa, Gudmundsson

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Serie A

Osimhen, parole d’addio: “Onorato di aver giocato nel Napoli”

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osimhen napoli

Victor Osimhen ha rilasciato un’intervista alla piattaforma digitale Betsson Sport, pubblicata poi su Youtube dal Napoli.

Napoli, le parole di Osimhen

❝Io mi definisco determinato. Penso di essere quel tipo di persona che non si arrende mai, in qualsiasi circostanza mi trovo. Cerco sempre di impegnarmi al massimo per raggiungere quello che mi sono prefissato. Quando ho firmato per lo Charleroi in Belgio è stata la svolta della mia carriera.

Prima, quando mi sono trasferito al Wolfsburg, volevo tanto cominciare a giocare, ma anche imparare perché mi sono trasferito come un giovane attaccante e avevo bisogno di tempo per trasformarmi nel giocatore e nell’uomo che volevo diventare. A quel tempo ho potuto giocare con grandi giocatori come Draxler, Schurrle, Guilavogui. Venne anche Mario Gomez. Per me è stata un’opportunità poter imparare una o due cose da alcuni dei più grandi attaccanti di quel periodo. Poi mi sono trasferito in Belgio, ma sono stato rifiutato da due club lì prima che finalmente lo Charleroi mi offrisse un contratto. Quello è stato davvero il momento che mi ha fatto diventare il Victor Osimhen che vedete ora.

Io mi ispiro a Didier Drogba. Quando ero piccolo mi hanno fatto conoscere il suo stile di calcio. I tifosi appassionati e poi tutta la comunità mi ha spinto a seguirlo e quindi ho cominciato a interessarmi a lui, a guardare tante clip di lui e imparare dai suoi movimenti e integrarli nel mio modo di giocare. E tutto questo mi ha aiutato tantissimo. Per me il suo è una sorta di percorso che voglio seguire e assicurarmi che un giorno verrò ricordato per quello che ho portato anche io al calcio. Ci sto ancora lavorando, ma se mi guardo indietro ho fatto tanto: guardando da dove sono partito e come sono migliorato sia a livello di gioco che come uomo è davvero una buona crescita. Ho ancora tanto in serbo, ho ancora tanto da imparare, sto ancora crescendo.

I tifosi del Napoli sono straordinari. Quando devo cercare una parola per descriverli resto senza parole perché sono assolutamente travolgenti. È elettrizzante, una città così grande che prende il calcio così seriamente e il modo in cui i tifosi supportano la squadra è veramente da non credere. Per me è una sensazione fantastica. A Napoli sono i tifosi che rendono la quadra ciò che è. Il modo in cui tifano la squadra e ogni giocatore è davvero incredibile. 

Mi ricordo Kalidou Koulibaly che mi ha raccontato dell’atmosfera dello stadio, di quando fai gol e i tifosi gridano il tuo nome come succedeva per Cavani e Higuain. Quindi ho sempre avuto in mente di anticipare il più possibile il momento del mio primo gol al Maradona, così da sentire lo stadio che gridava il mio nome. E’ stato per me come un sogno che diventa realtà, perché giocare sullo stesso campo in cui ha giocato il più grande giocatore di tutti i tempi, Maradona, e per me venire qui come un giovane giocatore che doveva ancora farsi un nome nel mondo del calcio è stato un grande privilegio e mi sento molto onorato.❞

OSIMHEN

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