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La Fiorentina torna ad allenarsi dall’8 maggio

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La Fiorentina torna in campo ad allenarsi dall’8 maggio, ai calciatori della Prima Squadra che ne faranno richiesta sarà possibile svolgere l’allenamento in forma individuale al Centro Sportivo Astori. Il tutto sarà preceduto dai test sierologici che i componenti della Prima Squadra e i componenti dello staff svolgeranno a partire da mercoledì 6. I giocatori arriveranno al Centro Sportivo individualmente e dopo l’allenamento svolto in maniera individuale torneranno a casa, anche per la doccia.

Questo il comunicato della Fiorentina

“ACF Fiorentina comunica che, vista la Direttiva del Ministero dell’Interno n. 15350/117 del 03 maggio 2020 recante “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale e visto il Protocollo N. 3180 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio per lo Sport del 03 maggio 2020 a partire da mercoledì 6 maggio i calciatori della prima squadra e i componenti dello staff tecnico e dello staff sanitario saranno sottoposti a test sierologico e tampone per identificare i soggetti che hanno contratto infezione da Covid 19.

In ottemperanza alle linee guida fornite dal Ministero dello Sport, verranno successivamente sottoposti a test medici specifici e dal giorno venerdì 8 maggio sarà consentito, ai calciatori della prima squadra che ne faranno richiesta, lo svolgimento dell’attività sportiva individuale presso il centro sportivo “Davide Astori” di Firenze. In base alle richieste ricevute, ogni calciatore interessato riceverà comunicazione in merito all’orario giornaliero con l’indicazione della porzione del campo ove svolgere l’attività sportiva individuale. In ogni caso il calciatore sarà tenuto al rispetto della distanza interpersonale di almeno due metri ed al rispetto del divieto di ogni forma di assembramento. È sempre raccomandata la rigorosa osservanza dei provvedimenti emanati per il contenimento del contagio da COVID-19 ed a tal fine si fa presente che:

I calciatori dovranno recarsi al Centro Sportivo autonomamente ed indossare apposita mascherina nel tragitto dalla propria autovettura al campo assegnato per l’attività sportiva individuale mantenendo sempre la distanza interpersonale di due metri ed evitando ogni forma di assembramento. I calciatori dovranno entrare nel (ed uscire dal) Centro Sportivo secondo gli orari programmati e svolgere la seduta individuale indossando propri indumenti sportivi non essendo ancora operativo il servizio di magazzino e lavanderia della Società;

I calciatori dovranno fare la doccia presso la propria abitazione in quanto gli spogliatoi e la palestra del Centro Sportivo rimarranno chiusi. Sarà vietato ai calciatori entrare in qualsiasi locale del Centro Sportivo. Durante l’attività sportiva individuale sarà assicurata solo la presenza di un presidio medico

Serie A

Abodi sul caso Acerbi: “Spero che sia in pace con la sua coscienza”

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Abodi

Il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, ha voluto commentare la vicenda Acerbi – Juan Jesus, che è impazzata negli ultimi giorni.

Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani, a margine della firma del protocollo tra Sport e Salute e la Conferenza della Regioni e Province autonome, si è soffermato sulla calda vicenda che riguarda Francesco Acerbi e Juan Jesus e sul comunicato del Napoli dopo l’esito della sentenza, che ha portato a nessuna sanzione nei confronti del difensore dell’Inter.

Napoli, Acerbi, Abodi

Acerbi e Juan Jesus

Le parole di Abodi

“Per come siamo usciti da questa vicenda mi auguro che chi abbia giudicato abbia avuto tutta le informazioni per giudicare e che Acerbi sia in pace con la sua coscienza.

La sentenza è il frutto delle valutazioni di ciò che è stato riportato, per quanto in altre sentenze il dispositivo tecnico non ha avuto bisogno della prova certa per condannare, non è un caso che in questo io abbia detto che mi auguro come le informazioni messe a disposizione siano state sufficienti per un giudizio”.

Il commento sul comunicato del Napoli

“Comprendo l’amarezza, partendo dal rispetto nei confronti di Juan Jesus, ma ritengo che occorra fare uno sforzo e rimanere tutti insieme per contrastare un fenomeno che non si può combattere se si è disarticolati”.

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Serie A

Milan, Calabria: “Firmerei a vita”

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Il capitano del Milan, intervistato da Radio Tv Serie A, ha parlato a 360° della sua esperienza in rossonero. Ha rivissuto tutti i momenti fino ad oggi, dalla primavera, allo scudetto 2021/2022 sino all’attuale stagione.

 

 

Indice

Le parole del capitano del Milan

Che cos’è il Milan?

Per me il Milan è tutto, è stata la mia vita fino ad ora. Sono cresciuto in una famiglia milanista, andavo allo stadio con loro prima ancora di indossare questa maglietta. La mia prima volta a San Siro è stata una partita di Champions League, avevo sei anni. Era un Milan incredibile, una delle squadre migliori della storia del calcio. In camera avevo il poster di Kakà con la sua classica esultanza con le dita alzate verso il cielo. Avevo anche qualche maglia non originale, perché all’epoca potevo permettermi solo quelle, ma direi che con il tempo ho potuto recuperare. Kakà è stato un giocatore straordinario, uno dei miei preferiti insieme a Shevchenko: gli idoli aiutano a sognare, speri di arrivare al loro livello.”

La sua passione.

Io ho sempre sognato di diventare un calciatore di Serie A, avevo grande fiducia nei miei mezzi: questo penso che mi abbia permesso di emergere rispetto ad altri ragazzi che magari avevano più talento di me. Il nostro è un lavoro bellissimo, ma ho dovuto fare anche dei sacrifici. Ho rinunciato alla mia vita da teenager, ero limitato rispetto ad altri ragazzi: sono cresciuto in fretta. Nella vita da calciatore ci sono molti privilegi, ma non è scontato arrivare a certi livelli e si affrontano situazioni che per un ragazzino non sono semplici da gestire.”

Sulla famiglia.

“La mia era una famiglia normale, papà muratore e mamma impiegata. Poter dare loro una mano a livello economico è una grande soddisfazione. Loro mi hanno insegnato la fatica, anche le spese erano elevate perché dovevo andare di continuo da Brescia a Milano. La figura fondamentale è stata mia mamma, perché mi ha seguito spesso e penso che abbia sacrificato tante ore per me: tutto quello che ho oggi lo devo a lei. Il primo anno di Milan è stata dura, sentivo spesso la mancanza della mia famiglia, ma poi mi sono abituato.”

Il suo ruolo.

“Sono cresciuto nella squadra di paese come tanti ragazzi, ho tirato i primi calci al pallone a cinque anni. La passione per il calcio era dilagante, giocavamo ovunque. Sono partito come centrocampista, il primo anno a undici l’ho fatto al Milan. Mi piaceva giocare in mezzo al campo, è un ruolo che ancora oggi mi appassiona”.

Il primo allenatore a farmi giocare da terzino fu Filippo Inzaghi, che per necessità mi mise a sinistra. Feci molto bene quell’anno e da quel momento in poi sono sempre rimasto terzino. È stato un percorso utile, anche perché giocando inizialmente a sinistra ho imparato anche a usare meglio il piede mancino. Inzaghi è stato l’allenatore che mi ha permesso di fare uno switch in carriera, sia nel settore giovanile sia in prima squadra facendomi esordire“.

Lo scudetto 2021/2022
È stato il punto più alto della mia carriera, arrivare da un periodo di difficoltà e tornare a vincere è stato bello, soprattutto per me che arrivavo dal settore giovanile. L’ho potuto fare da tifoso del Milan, è stato emozionante. Avevamo vibes positive, ci siamo trovati tutti bene, da chi era titolare a chi giocava meno. È solo così che si diventa una grande squadra.

Pioli si è inserito in un momento complicato per la squadra, ma è stato bravo perché con il tempo ci ha unito nonostante fossimo partiti con qualche difficoltà. Durante quella stagione ci sono state diverse partite decisive, come il derby vinto 2-1 contro l’Inter con gol di Giroud. Ci sono stati tanti momenti importanti, compreso qualche litigio a Milanello in cui ci siamo confrontati. Fa parte della vita, come si litiga in famiglia si litiga con i compagni, è normale che capiti”.

Milan

Il capitano del Milan

La fascia del Milan pesa, è una tra le più importanti della storia. Hai grandi responsabilità dal punto di vista umano, è fondamentale riuscire ad essere d’esempio per tutti. È stata la fascia di Baresi, Maldini e tanti altri capitani. Paolo mi ha insegnato l’arte della pazienza, i modi e la giusta pacatezza nell’affrontare vita e sport. Firmare a vita con il Milan? Perché no, questa maglia sarà sempre parte di me, la gente sa chi sono, i bambini mi conoscono e rappresenterò sempre il Milan: continuare in questa famiglia sarebbe per me un grande onore.

La fascia a Bonucci? Fu una scelta della società, Leo si è comportato sempre bene con noi ed è stato un super professionista: posso solo parlarne bene, è una persona eccezionale. Se sono una bandiera? Se sono rimasto qui qualcosa c’è, quindi sì, posso rivedermi in questo termine. Nazionale? Ho avuto qualche infortunio a ridosso delle convocazioni, poi mister Mancini ha fatto le sue scelte, non è mio compito giudicare. Tra me e lui non è mai scattato un amore reciproco per far sì che potessi essere convocato con continuità, purtroppo anche per degli infortuni. Se arriverà la Nazionale sarà una cosa in più, è chiaro che resta un mio obiettivo.

Su Leao.
Leao rappresenta la gioia del gioco, ha un talento innato che gli permette di avere una marcia in più. Deve riuscire a rimanere sereno, poi il campo parla per lui: i numeri dimostrano che è un giocatore fondamentale per noi. Se diventerà più consapevole del suo talento potrà diventare il numero uno al mondo, penso sia un giocatore da pallone d’oro. A livello tecnico, con quelle caratteristiche fisiche, non ne vedo tanti. Se avesse l’istinto killer di Mbappe sotto porta penso che potrebbe vincere il pallone d’oro.”

Sulla stagione del Milan.
Noi volevamo vincere lo scudetto, ma bisogna essere onesti: l’Inter ha fatto un campionato pazzesco, fuori dal comune. Noi stiamo facendo un gran campionato, viaggiamo allo stesso ritmo dell’anno dello scudetto. L’obiettivo era fare il meglio possibile. Seconda stella dell’Inter nel giorno del derby? È ancora presto, ci sono delle partite prima, le vogliamo vincere tutte e questo non accadrà.”

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Serie A

Napoli: ecco gli esami di Kvaratskhelia!

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Kvaratskhelia

Paura per il Napoli dopo aver visto uscire anzitempo Kvaratskhelia durante lo spareggio della sua Georgia nella partita che valsa la qualificazione ad Euro2024.

Ngonge e Kvaratskhelia

Il talento georgiano, questa mattina, è stato visitato presso il Pineta Grande Hospital dove gli è stato diagnosticato una forte contrattura del muscolo adduttore della coscia sinistra.

Kvara ha già iniziato le terapie ed ha lavorato quest’oggi in palestra.

Visto la partita all’ora di pranzo di sabato e quindi a meno di 48 ore dalla sfida del “Maradona” contro l’Atalanta, il fantasista è da ritenersi in forte dubbio.

Solo nella giornata di domani conosceremo se sarà nella lista dei convocati di Calzona.

 

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