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Juventus, Motta: “Dispiaciuti per Bremer. Sulle parole di Conte…”

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Juventus-Fiorentina, Thiago Motta

Il tecnico della Juventus, dopo la vittoria in Champions, è carico per recuperare terreno sul Napoli capolista. Leggi con noi le parole di Thiago Motta.

Dopo la bella prestazione contro il Lipsia, la Juventus ospiterà il Cagliari domani alle ore 12.30. In conferenza stampa Motta ha annunciato gli assenti, tra cui Bremer infortunatosi al ginocchio nella gara di Champions.

Juventus, Bremer, Motta

Le parole di Motta

Come sta la squadra?
“Bene, molto bene. Quando si vince aiuta tanto nel lavoro. Stiamo bene mentalmente e fisicamente. Non ci saranno Arek, Gleison, Nico, Adzic e nemmeno Weah che oggi ha sentito dolore. Tutti gli altri disponibili”.

L’infortunio di Bremer e il suo sostituto.
Gleison è un giocatore importante per noi. Mi dispiace tanto per il ragazzo anche umanamente parlando. Adesso tutti noi daremo qualcosa in più. Lui si sarebbe preso le responsabilità per dare una mano ai suoi compagni. Lui deve stare tranquillo e calmo. Ieri l’ho visto molto meglio e noi dobbiamo fare bene e aspettarlo. Danilo? Lui come tutti sono convinto che daranno qualcosa in più“.

Il possibile turnover
Vedremo domani. Tutti possono giocare e stanno tutti bene. Chi entrerà domani darà qualcosa in più per avere il risultato positivo”.

Il cambio Savona-Douglas Luiz.
“La squadra ha dato a me un input. Ho visto una squadra che voleva provare a vincere. Ho seguito il mio istinto, perchè vedevo così i miei ragazzi. È stato un orgoglio per tutti noi”.

Le parole di Conte erano riferite a te?
“Sicuramente no. Anzi non lo so, devi chiederlo a lui. Questo non lo so. Noi internamente abbiamo la stessa fiducia e voglia di fare bene. La prossima partita è la più importante. Sarà una partita diversa e noi dobbiamo entrare in campo determinati e convinti per avere un risultato positivo”.

La notizia di Pogba.
“Su Pogba la società valuterà quello da fare. Pogba è stato un grande giocatore. Non gioca da tanto tempo. Io sono concentrato sulla partita di domani il resto non conta”.

Sul vice Vlahovic e Fagioli?
Qua non esiste un vice di nessuno. Sono contento della prestazione di Fagioli come di tutta la squadra. Può migliorare come tutti i campioni. La differenza dei campioni è quella che possono sempre migliorare. Questo è quello che può fare Fagioli. La differenza è la continuità. È quello che può fare. Sono convinto che lo farà“.

Le novità

Su Cabal.
“Bene è stato convocato anche in nazionale. Deve continuare a lavorare e allenarsi bene. Per il momento altri stanno meritando di giocare“.

Su Milik
“Non ho parlato con Arek. Mi dispiace come per tutti i miei ragazzi”.

Si aspettava di essere a questo livello già adesso?
“Alla fine abbiamo vinto una bella partita, ma due settimane non era così. Dobbiamo continuare così, oggi abbiamo fatto un ottimo allenamento. Non mi metto troppe cose in testa penso solo alla partita di domani”.

Locatelli può giocare in difesa?
“Perché no? Sarei l’allenatore più felice al mondo. Anche Savona, ma sono cose che devo vedere in allenamento. Spero di si“.

Su Conceicao.
“Sta lavorando bene e sono contento di quello che sta dimostrando in partita, ma soprattutto nel quotidiano. Lui trasmette voglia e allegria di andare in campo. Si impegna al massimo tutti i giorni. Ho solo elogi per Francisco, perchè aiuta tanto i compagni dimostrando come si deve allenare ogni giocatore”.

La questione infortuni.
“Non lo so. Si gioca tanto, ma lo sapevamo da inizio stagione. È un peccato e mi dispiace tanto quando succede una cosa come a Gleison. Non è facile ci sono passati anch’io. Devi fare una buona operazione e fare un buon recupero, perchè passi tanto tempo da solo. Noi dobbiamo dare qualcosa in più per sopperire la mancanza. Lui avrebbe fatto lo stesso per un compagno”.

Serie A

Juventus, rientro in gruppo per Bremer: la situazione

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Juventus

Juventus, sorride Spalletti. Il tecnico toscano potrà finalmente fare affidamento sul difensore toscano, dopo il lungo stop di inizio campionato 

Juventus

LUCIANO SPALLETTI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, rientra Bremer

Gleison ha svolto la rifinitura con il gruppo. Reduce da un problema al menisco, il difensore brasiliano tornerà tra i convocati per la sfida europea contro il Pafos, o da quella successiva contro il Bologna. L’ultimo match del centrale risale al pareggio casalingo contro l’Atalanta. Allora c’era Tudor in panchina, che di lì a poco sarebbe ufficialmente entrato nella crisi decisiva per il suo esonero. Ora la sua prossima chance è con Spalletti in panchina, con l’obiettivo di tornare prepotentemente nella corsa allo Scudetto. E parlando proprio dell’allenatore, con l’ex Torino si potrebbe passare ufficialmente alla difesa a 4.

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Serie A

Napoli, guarda chi si rivede: Big Rom torna in gruppo

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Lukaku

Arrivano ottime notizie in casa Napoli alla vigilia dell’ostica trasferta in Portogallo contro il Benfica, valida per la sesta giornata di Champions League.

Tanti sorrisi in casa Napoli. Infatti, a Castel Volturno è arrivata una notizia molto positiva per i partenopei in vista dei tanti impegni tra campionato, Champions League e Supercoppa Italiana.

Lukaku

ROMELU LUKAKU PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Infatti, quest’oggi, come riportato da Sky Sport, è tornato ad allenarsi con il gruppo Romelu Lukaku. L’attaccante belga si trovata ai box dallo scorso 14 agosto, quando aveva riscontrato una lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra. Quattro mesi sono passati e finalmente il conto alla rovescia per il suo ritorno in campo è sempre più vicino allo zero.

L’attaccante ex Roma ed Inter non prenderà parte alla trasferta di Champions League contro il Benfica. Il suo obbiettivo è quello di rientrare nella lista dei convocati per il match contro l’Udinese del prossimo weekend o per la Supercoppa a Riyadh.

 

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Serie A

Doni: “Con Ranieri non ho mai avuto un rapporto. Totti? Un brasiliano mancato”

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Ranieri, Roma

Doni, ex portiere della Roma, si è raccontato in un’intervista rilasciata per La Gazzetta dello Sport, dove ripercorre gli anni vissuti nella capitale

Doni, la Roma, Totti e Ranieri

Julio Sergio, Fiore

Alexander Doni è stato il portiere dei capitolini dal 2005 al 2011, con 150 presenze tra i pali. Ora il brasiliano vive in Florida ed è a capo della “D32 Invest”. 32, come il numero che portava sulla schiena. L’azienda si occupa di case, palazzi e centri commerciali sul territorio statunitense, e nel frattempo Doni gira il mondo. Ma quando ritorna sul suo periodo in Italia, si illuminano gli occhi ed è il cuore a parlare.

“Dopo il calcio ho studiato tanto e ho aperto una serie di attività. Vivo in Florida dal 2017 ma giro in tutto il mondo. Ho anche un centro sportivo legato alla scuola calcio della Roma, una palestra, un’agenzia di gestione di atleti e tante attività nel settore immobiliare. Abbiamo costruito più di tremila case. In più, ho pure aperto un parco divertimenti con il mio ex compagno Fabio Simplicio”.

Si diceva che lo scorso anno è stato vicino a comprare il Brescia. Quanto c’è di vero?  “Sì, la trattativa era stata avviata. Io facevo parte di un gruppo d’investimento e l’idea mi piaceva molto. Ma ci sono state un po’ di dinamiche interne che ci hanno portato a non concludere l’affare. Peccato”. 

Avete in programma di acquistare altre società? “Con il fondo ho negoziato l’acquisizione di club in Portogallo, Brasile e Italia. Alcuni affari sono andati bene, speriamo ci sia occasione di farne altri in futuro. Magari proprio nel vostro paese…”. 

Passiamo ai ricordi. Se nomino Roma le cambia lo sguardo. Ci ha lasciato il cuore? “La considero casa. Mi sono innamorato della città non appena ho visto il Colosseo. Poi la Roma, i tifosi, l’Olimpico. Un sogno”.

Spalletti la buttò dentro per la prima volta in un derby. Un battesimo di fuoco.  “Era il 23 ottobre 2005, pareggiamo 1-1. Io non avevo mai giocato prima in campionato, fu incredibile esordire in una partita così. Avevo 26 anni, mi passò davanti tutto il percorso fatto fino a quel momento”. 

Con Spalletti poi c’è stato un bel feeling. È stato il migliore mai avuto? “Si. Un genio. Luciano è una persona vera, diretta. Ti dice le cose in faccia. Poi era meglio non farlo arrabbiare, poteva pure prenderti a schiaffi. Quando urlava faceva tremare i muri di Trigoria…”. 

Vi siete divertiti in quegli anni, però… “Eccome. Avevamo un super gruppo, composto da tanti brasiliani. Ci sentiamo ancora spesso, sono amicizie che ti porti per la vita. In spogliatoio ogni giorno ne succedeva una. Quanto abbiamo riso con Totti e De Rossi”. 

Un aneddoto col capitano? Francesco era un fenomeno, in campo e fuori. Era sufficiente uno sguardo per infonderci sicurezza. È un brasiliano mancato, ha colpi che ho visto fare solo a Ronaldinho e Kakà, con cui ho giocato in nazionale. Poi, però, uscivamo ed era uno show continuo. Una sera offrì mille euro a un cameriere per passare vicino ai tavoli, saltare in piscina in mutande e urlare come Tarzan battendosi il petto. Ancora mi viene da ridere se ci penso”. 

Dal punto di vista personale, invece, a Roma ha subito un ambiente particolare… “È una piazza stupenda, che ha però spigolature e difetti. Per esempio, le radio. Negli anni ho sentito tante cose non vere su di me: dicevano che causavo problemi in spogliatoio, che volevo andare via, che non ero un professionista serio. Tutte cazzate. Per fortuna potevo contare su un gruppo squadra stupendo che mi ha sempre sostenuto. Lo disse anche De Rossi in un’intervista. Chiese di smetterla di inventarsi storie false…”.  

Anche su Ranieri se ne sono lette tante… “Preferisco non parlarne, non ho tanto da dire. Per me quella fu una stagione complicata, giocai poco. Io e il mister, però, non abbiamo mai avuto rapporto”. 

Le fece pagare l’aver accettato una convocazione in nazionale, quando secondo lui sarebbe dovuto restare a Trigoria per curarsi? “Io stavo bene e non mi sentivo di rinunciare alla chiamata della nazionale: in estate c’era il Mondiale. Sono tornato e nessuno mi ha più considerato. Facevo il quarto portiere, mi allenavo a parte. Non mi è stata mai data una spiegazione”. 

È vero che fu vicino alla Juventus? “Sì, due volte. Una dopo il primo anno in Italia, un’altra dopo la mia esperienza al Liverpool. I bianconeri cercavano un vice Buffon, sarei lì andato a giocarmi il posto. Nel 2006 mi voleva anche il Barcellona di Eto’o e Messi. Ero uno dei portieri del Brasile, ci sta che mi cercassero le grandi europee. Io, però, volevo giocare sempre e a Roma stavo davvero bene”. 

Le capita di tornare? “Meno di quanto vorrei. Mio fratello Joao vive lì e anche mia sorella. Tornerei per mangiare una carbonara fatta come si deve. Sono legatissimo alla città e alla gente, ho ricordi fantastici”. 

Che rapporto ha col calcio oggi? Lei fu costretto a smettere per un problema al cuore. “Con il passare del tempo è cambiato. Io sono stato costretto a smettere per un problema al cuore: arresto cardiaco e ho rischiato la vita. Poi ho ripreso a giocare col Botafogo nel 2014, ma dopo una stagione mi sono dovuto fermare di nuovo. È stato terribile. Ricordo che per un po’ di tempo avevo proprio il rifiuto: non guardavo nessuna partita, anzi appena vedevo il calcio in tv cambiavo canale. Oggi non seguo tanto, ma sarò sempre un tifoso giallorosso”. 

Tornerebbe nel calcio? “Nella vita mai dire mai. Magari lo farò da investitore, chi lo sa…”. Questa l’intervista di Doni a La Gazzetta dello Sport

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