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Inter, Julio Cesar ricorda: “In nerazzurro mi sentivo Superman. Mourinho ci diede la carica per vincere tutto”

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Bergomi

Julio Cesar racconta la sua carriera e il periodo all’Inter in un’intervista esclusiva a Diretta.it, rivivendo emozioni e ricordi indelebili.

Julio Cesar, uno dei portieri più amati nella storia recente dell’Inter, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Diretta.it, ripercorrendo i momenti più significativi della sua carriera e del periodo vissuto a Milano. Il brasiliano, protagonista di tante sfide indimenticabili, ha parlato con orgoglio di quegli anni, delle emozioni vissute in nerazzurro e del suo legame speciale con la squadra.

Inter, le parole di Julio Cesar

Hai sempre voluto fare il portiere?

“Io ci so fare con i piedi e nel calcio indoor ho iniziato in fascia, ma mi sono subito spostato in porta. La mia passione era il gol, quindi non potevo farne a meno”.

Dopo il Flamengo l’Inter passando per il prestito con il Chievo

“Ho lasciato il Flamengo a costo zero. Mio padre stava parlando con il Porto, poi è arrivata l’Inter e ha mostrato interesse. Ovviamente, per motivi finanziari e altre situazioni, l’offerta dell’Inter finì per essere migliore. Ma io sono andato a gennaio e non avevo passaporto europeo, quindi contavo come giocatore straniero. L’Inter mi ha dato la possibilità di andare in prestito in una squadra minore o di rimanere al Flamengo fino a giugno. Ho scelto di andare subito in Italia perché volevo imparare la lingua, la cultura e il calcio di quel paese, in modo da arrivare all’Inter più preparato, perché sapevo che la concorrenza sarebbe stata molto dura. Parliamo di Francesco Toldo, all’epoca portiere della Nazionale italiana e di Fabián Carini, della Nazionale uruguaiana. Stavo entrando in competizione con dei giganti”.

Inter

(Foto di Salvatore Fornelli)

L’Inter è stato il club della tua carriera?

“In termini di titoli, è stato molto bello. Ma il posto in cui sono stato più felice è il Mengão. Non sono ipocrita. Tutti sanno che il Flamengo è la mia squadra del cuore. Poter lasciare gli spalti e andare in campo, giocare e rappresentare il tuo club preferito non ha prezzo. Ma in termini di titoli e di prestigio individuale, all’Inter è stata l’esperienza migliore. Tra il 2008 e il 2010, quando entravo in campo mi sentivo Superman, con quel mantello rosso. C’erano partite in cui entravo e dicevo: ‘Oggi non segnano’. E bisogna stare attenti quando si è così sicuri di sé, perché l’eccesso di fiducia è insidioso. Era un periodo in cui non vedevo nessuno davanti a me. Con tutto il rispetto, senza falsa modestia. Non vedevo Buffon, Casillas o altri. Nemmeno il mio amico Dida, per il quale ho un enorme rispetto: un grande portiere e dal quale ho imparato molto”.

E l’Inter che vince la Champions League con Mourinho?

“È stata una famiglia di cui ho potuto far parte. È stato davvero incredibile, una favola. Vincere le tre competizioni più importanti nello stesso anno… Poche squadre sono riuscite in questa impresa, e l’Inter è stata una di queste”.

Inter, Mourinho

ZAPORIZHZHIA, UKRAINE – SEPTEMBER 28, 2021: JOSE MOURINHO in conference press. The UEFA Conference League match between FC Zorya Luhansk vs AC Roma

Cosa vi disse Mourinho prima della finale?

Non è stata solo la finale la cosa bella di Mourinho. È stato il momento in cui abbiamo capito che potevamo vincere tutte e tre le competizioni. Ricordo una riunione in cui fu molto breve e disse: ‘Abbiamo tre competizioni da vincere. Scegliete voi’. Ci ha affidato la responsabilità.

‘Quello che potevo fare l’ho fatto, cioè preparare la squadra per arrivare dove è ora’. È ovvio che deve preparare la tattica e tutto il resto, ma in termini di gruppo, di uomini vincenti, avevamo già una fiducia notevole… Ricordo perfettamente quell’incontro. Ed è lì che tutto ha cominciato ad avere un senso”.

Oggi com’è la tua vita?

“Vivo a Lisbona, viaggio molto, partecipo a eventi FIFA e UEFA… JC12 Sports è un’azienda che sta entrando nel mondo degli affari e spera di poter aiutare molti giocatori ad avere successo non solo in campo, ma anche fuori, a saper gestire il proprio patrimonio, perché sappiamo che la carriera di un calciatore è breve, quindi bisogna pensare al futuro”.

Serie A

Roma-Como, la chiave della sfida sarà il centrocampo?

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All’Olimpico c’è profumo d’Europa: pressing alto, idee moderne e un duello a centrocampo che può decidere la sfida tra Roma e Como.

Inutile nasconderlo: Roma-Como ha tutte le sembianze di uno scontro europeo. Lo ha confermato anche Gian Piero Gasperini: all’Olimpico si respirerà aria d’alta classifica. I giallorossi affrontano una delle rivelazioni del campionato, una squadra tornata in Serie A solo un anno fa ma già protagonista di un progetto ambizioso e moderno.

Il Como è indubbiamente uno dei progetti più interessanti del panorama europeo. Una campagna acquisti da top club e un’identità tattica chiara hanno permesso ai lombardi di puntare concretamente a un piazzamento europeo. La Roma, dopo un avvio brillante, ha leggermente rallentato anche a causa di un attacco meno incisivo, ma resta quarta in classifica con tre punti di vantaggio proprio sul Como.

La partita si giocherà soprattutto sull’intensità. I numeri parlano chiaro: Roma e Como sono, insieme al PSG, tra le migliori squadre d’Europa per PPDA, dato che misura l’aggressività del pressing. In un campionato spesso etichettato come “difensivo”, Gasperini e Fabregas stanno imponendo un calcio propositivo, fatto di marcature a uomo e pressione costante.

Roma-Como è anche Nico Paz vs Koné

In questo contesto, il duello chiave sarà a centrocampo: Manu Koné contro Nico Paz. La Roma difende a uomo e potrebbe abbassare Pellegrini per evitare l’inferiorità numerica contro la qualità del Como. Toccherà allora a Koné il compito di limitare Nico Paz, vero faro dei lariani, unico in campionato con almeno 5 gol e 5 assist. Fisicità contro talento puro: chi avrà la meglio potrà indirizzare la gara.

Roma

MANU KONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Per scardinare una difesa solida come quella del Como — meno di 0,8 gol subiti a partita — la Roma dovrà affidarsi anche al lavoro sporco di Ferguson e agli episodi, magari su palla inattiva, prima di giocarsi la carta Dybala nella ripresa.

Sarà una sfida di dettagli, pressing e coraggio, tra due allenatori che stanno cambiando il volto del calcio italiano. E anche se è solo lunedì, all’Olimpico il profumo sarà quello delle grandi notti europee.

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Serie A

Inter, Chivu: “5 mesi fa dovevamo finire ottavi o decimi perché sembravamo finiti”

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Inter

Il tecnico dell’Inter Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa in seguito alla bella vittoria sul campo del Genoa. I nerazzurri volano in cima alla classifica.

Inter, le parole di Chivu

“Su questo campo è sempre ostico, sapevamo delle difficoltà di questa partita. Abbiamo fatto una buona prestazione subendo il gol nel momento in cui il Genoa non aveva più energie. Loro mettevamo palloni alta puntando sulla fisicità, anche i subentrati si sono calati bene dando una grande prova di carattere”.

“A me piace parlare della partita e di quello che ho visto in campo, stasera era difficile in questo ambiente e contro una squadra forte da quando è arrivato De Rossi. Mi prendo i 3 punti che sono la cosa più importante”.

Chiede cose diverse a Lautaro quando gioca con Thuram.
“Il loro play andava a prendere Zielinski, quindi c’era la possibilità di andare in verticale. Era il nostro terminale alto, Pio può giocare sotto punta.”

Inter

LAUTARO MARTINEZ E MARCUS THURAM RAMMARICATI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Ci spiega le scelte sui cambi?
“Loro a destra sviluppavano meno e avevano una punta più defilata, ho scelto di lasciare Akanji più libero senza andare a duellare. I cambi poi si fanno in base alle energie e alle scelte del momento, originariamente sul 2-0 doveva entrare Bonny, poi invece ho optato per Thuram perché avevo più bisogno di velocità. Ho tolto poi Zielinski e alzato Akanji perché servivano due mediani di struttura”

Lei e Lautaro state proteggendo la squadra con le dichiarazioni pubbliche?
“E’ il nostro modo di vedere le cose, accettare quello che viene detto ma con la consapevolezza di ciò che stiamo facendo. Sono parole che usiamo fra di noi, il gruppo ci tiene ma siamo lì sempre nonostante tutto. Sappiamo quanto l’Inter sia amata in giro per l’Italia, noi portiamo avanti il nostro lavoro cercando di migliorarci e di fare una buona stagione combattendo anche contro quelle negatività ed etichette. Si va avanti con consapevolezza e lavoro, che viene sempre fuori e che questo gruppo ha dentro da almeno un paio d’anni”.

Vi sentite sottovalutati?
“5 mesi fa dovevamo finire ottavi o decimi perché sembravamo finiti, noi stiamo lavorando per far vedere il nostro valore. Per me servirebbe un po’ di coerenza, in tutto, ma noi siamo consapevoli di quello che dobbiamo fare e di come dobbiamo farlo. A volte ci riesce, a volte no”.

La testa della classifica in solitaria dopo tanto tempo?
“Ci aspetta una partita importante a Ryiad, non guardiamo ad altro”.

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Serie A

Juventus, Chiellini frena sullo scambio Frattesi-Thuram

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Chiellini

Giorgio Chiellini, Director of Football Strategy della Juventus, ha parlato a DAZN prima del fischio d’inizio della trasferta contro il Bologna in Serie A.

Il tema caldo delle ultime settimane è stato il rinnovato possibile interesse della Juventus per la mezzala dell’Inter e dell’Italia Davide Frattesi, un profilo apprezzato dall’attuale allenatore bianconero Luciano Spalletti. Chiellini, che di mestiere faceva il difensore ha stoppato le voci sul nascere:

“Di Frattesi non parlo, penso sia una mancanza di rispetto verso l’Inter”, ha dichiarato. Nessuna conferma su trattative o interessi concreti, ma un chiaro segnale di cautela nei confronti del club nerazzurro.

Chiellini

DAVIDE FRATTESI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Più chiaro e perentorio il discorso su Khephren Thuram:

“Thuram è e resterà un giocatore della Juventus. Non vogliamo privarci di lui, anzi con lui vogliamo costruire il futuro”.

L’ex capitano della Juventus ribadisce così la centralità del giovane centrocampista francese nei piani tecnici e strategici del club, confermando la fiducia della dirigenza nei suoi confronti.

Chiellini

Khéphren Thuram in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Chiellini chiarisce: Thuram resta, no comment su Frattesi

Le parole di Chiellini arrivano in un momento di grande attenzione sul mercato bianconero, tra rumors e possibili scambi che riguardano centrocampisti di primo piano. La Juventus, guidata da Spalletti, punta a costruire una squadra equilibrata e giovane, con giocatori capaci di assicurare qualità, dinamicità e prospettiva per i prossimi anni.

Con Thuram confermato e Frattesi argomento di discussione ancora aperto, la Juventus sembra decisa a progettare il futuro senza stravolgere l’attuale rosa, optando per la strategia della pazienza e delle riflessioni per eventuali operazioni di mercato.

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