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Hellas Verona, Sogliano: “Salvezza? Non sono tranquillo, per noi è un sogno ma è diverso dagli ultimi anni. Serve il cuore, il club mi conosce. Sul futuro…”

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Hellas Verona, Sogliano

Sean Sogliano ha parlato in conferenza stampa, quasi a sorpresa, all’antivigilia della sfida contro il Como. Il DS ha voluto parlare del finale di stagione.

Con due partite ancora da giocare e la salvezza ancora non conquistata c’è la necessità di ribadire che l’obiettivo è ancora un sogno. Dalla prossima stagione probabilmente arriveranno cambiamenti per l’Hellas Verona.

Hellas Verona, le parole di Sogliano

Prende la parola Sogliano: “E’ tanto che non parlo, volevo aspettare un paio di settimane per approfondire diverse cose. Oggi non è quel tipo di conferenza, mi sento dire quello che penso io ragionando ad alta voce. Avverto qualcosa che non è quello che vorrei sentire, è venerdì, domenica c’è una squadra molto forte, che arriva da 6 vittorie consecutive, non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo, ma è da un po’ di mesi che abbiamo smesso di definirlo ‘sogno’.

Per me rimane tale, come lo era a Reggio Emilia contro lo Spezia o la stagione scorsa a Salerno. Per raggiungere il nostro obiettivo lo abbiamo dimenticato. Non dobbiamo dimenticare chi siamo, come arriviamo a giocare queste partite. Questo voglio condividerlo con voi. C’è ancora da soffrire, con due finali davanti”.

Hellas Verona sogliano

Non mi vergogno a definirlo così. Le uniche cose su cui dobbiamo ragionare per me sono queste. Sono convinto che domenica lo stadio ci darà una mano, lo stadio è giusto che sia esigente, come lo sono io, ma non è che siccome abbiamo qualche punto in più dobbiamo pensare che sia una partita scontata o facile.

I punti fatti, li abbiamo raggiunti in una maniera molto dura. Se vogliamo provare a fare un’altra impresa, dobbiamo sentire dentro qualcosa di speciale.

Due anni fa sono arrivato e ho detto che volevo gente che desse il 100%, finché ci sarò io. Dobbiamo iniziare di nuovo a ricordarci come siamo arrivati a sopravvivere in questa categoria, iniziando da una squadra che nulla a che vedere con l’obiettivo che abbiamo noi, come il Como. Solo così potremo giocare con il cuore.

Ci siamo salvati sempre così. Mai con la miglior difesa, il miglior attacco o il miglior gioco. I tifosi per noi sono fondamentali e sono certo che ci daranno una mano in una partita tesa e difficile. Le lacrime ci saranno, spero siano di gioia. Non vorrei dire molto altro prima di una partita così”.

L’impressione è che sia mancato un po’ il cuore, avendo avuto 7-8 punti di vantaggio in un certo punto della stagione.

“No, non ho detto che non abbia avuto il cuore la squadra, è diverso, ho detto che ci servirà”.

ESULTANZA DANIEL MOSQUERA ( FOTO KEYPRESS )

Cosa è successo per arrivare a questa conferenza?

“Fa parte del calcio, è successo che le altre squadre sono forti, come succede a 3 anni da questa parte, con il Verona che si deve salvare ad un minuto dalla fine, se ci riesce è un’impresa. Non si può vincere con tutti”.

Ti preoccupano certi risultati visti nelle ultime giornate? Un commento sulla designazione di Abisso che non sta vivendo una grande stagione?

“L’ho sempre detto, le ultime partite sono complicate da analizzare, la squadra che arriva ad affrontarci non concede niente e darà il 100%, come giusto che sia. Sull’arbitro: penso che sia una partita importante, capisco che come sia difficile per noi addetti ai lavori, anche gli arbitri abbiano giornate migliori o peggiori, mi sembra fra l’altro che abbia arbitrato anche il Cagliari.

Di sicuro mi aspetto che anche un arbitro si giochi qualcosa di importante, ma non perché debba avvantaggiare nessuno, ma perché penso sa normale che un po’ di tensione in una squadra che ha un obiettivo importante da raggiungere sia normale, chi lo capisce è un grande arbitro, penso che Abisso possa venire a Verona a fare una partita buona”.

Cosa ti ha dato fastidio?

“Non sono arrabbiato, ma non sento quello che sentivo l’anno scorso o due anni fa, che siamo vicini a centrare un’impresa, ma non per me, per il Verona. Io stesso sono esigente e devo trasferire questo alla squadra. Se ci salviamo, facciamo una grande impresa. Se un ragazzo che è qua da 6 mesi e riesce ad incidere, allora è un traguardo e una grande impresa. Questo non vuol dire accettare, non accetto niente, vogliamo fare sempre di più, ma per farlo dobbiamo ricordarci da dove veniamo. Ad inizio anno ci davano tutti per retrocessi”.

Hellas Verona-Cagliari

I TIFOSI DEL VERONA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lo hai colto nella squadra questo atteggiamento?

“E’ incredibile quello che ti dice la testa, le squadre che sono sotto di noi giocano con uno spirito diverso da chi deve gestire qualche punto, non solo noi, anche Cagliari e Parma per esempio. So che la squadra deve andare al massimo, al 100%. Poi in campo vanno i giocatori, se la gente conosce anche i limiti della squadra, ma che ci mette il cuore, allora per me l’importante è questo”.

E’ stata data per scontata la salvezza del Verona?

“Con le ultime partite nell’era dei tre punti, può succedere di tutto. Scontata magari no, ma vicina sì. Noi dobbiamo ricordarci che tutti vorremmo essere tranquilli, ma non dobbiamo ancora esserlo. Andiamo a giocarci questa partita”.

Sarebbe la salvezza più difficile di questi tre anni?

“Al di là dell’orgoglio di questi tre anni, ogni anno si pensa che sia la più difficile. Salvarci tre anni fa non è stato comodo, l’anno scorso abbiamo vissuto una stagione irripetibile. Quest’anno è stato difficile, anche a livello nervoso. Ambiente, squadra, società hanno speso tanto. Ripetersi ogni anno è difficile. Se non ragioniamo così, facciamo un errore”.

Con la nuova proprietà, ti confronti? Il loro stato d’animo qual è? Sul futuro?

“Non voglio parlare di futuro, con loro mi confronto come giusto che sia, sanno come vivo questo momento, cosa ho in testa. Certi confronti li faremo a fine campionato come giusto che sia”.

Sembra che venga sempre meno un certo senso di appartenenza. Un giovane come può appassionarsi all’Hellas Verona di Presidio Investors? Per esempio non permettete di vedere gli allenamenti.

“Sul centro sportivo di Peschiera: fosse per me mi allenerei due-tre volte a settimana davanti alla gente, non è possibile farlo per questioni di ordine pubblico. Faccio parte di un altro calcio, ma il calcio nuovo, se vai a vedere, tutte le squadre hanno un centro sportivo privato che non permette l’accesso ai tifosi. Non è un allenamento in più all’anno fatto davanti ai tifosi che può cambiare le cose. Non faccio il prefetto o il questore”.

La squadra ha avuto un po’ il “braccino”. Come ha visto i giocatori?

“Il primo tempo non è stato buono, il Lecce era più convinto, dopo il pareggio di Coppola ci siamo mossi meglio e più sciolti. Questa è una squadra molto giovane a volte ci dimentichiamo anche questo”.

Sugli infortunati? Valentini?

“Valentini ha iniziato a lavorare con la squadra ieri, stringe i denti anche se arriva da un fastidio muscolare. E’ un ragazzo che non molla mai. Vediamo da qui a domenica. Dawidowicz è tornato ad allenarsi con la squadra, anche lui lo valuterà fra oggi e domani, penso possa essere a disposizione, vediamo”.

valentini hellas verona

Queste le parole del DS dell’Hellas Verona, Sean Sogliano.

Serie A

Fiorentina, riunione in corso al Viola Park: discussioni anche su Vanoli

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Fiorentina

La situazione in casa Fiorentina è sempre peggio. Contro l’Hellas è arrivata la nona sconfitta del campionato: serve assolutamente un cambio di rotta.

Altro giro, altra giornata e altra sconfitta per la Fiorentina. Anche contro l’Hellas Verona, nel vero e proprio scontro salvezza, la Viola non ha convinto e ha incassato la nona sconfitta in 15 giornate di campionato.

Una situazione inimmaginabile che ha costretto la società toscana ad esonerare Pioli, arrivato in estate per sostituire Palladino. Nonostante l’esonero dell’ex Milan e l’arrivo di Vanoli la musica non è cambiata con la Fiorentina che non riesce ad alzarsi dal peggiore momento della storia recente del club.

Fiorentina-Hellas Verona

LUCA RANIERI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Come riportato da Sky Sport, in queste ore è in corso una riunione al Viola Park per discutere della situazione attuale. Finito sul tavolo delle valutazioni anche il neo tecnico viola che non è riuscito, per ora, ad invertire il trend. Dalla serata di ieri, dopo la sconfitta interna contro gli scaligeri, la Viola è in ritiro fino a data da destinarsi.

Il momento in casa Fiorentina è molto delicato e saranno decisive le prossime mosse per evitare che continui la caduta libera della formazione allenata da Vanoli. Il tempo per provare a salvarsi dal baratro c’è, ma una soluzione va trovata il prima possibile.

 

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Serie A

Milan a due velocità: grande con le big, fragile con le piccole

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Il 2-2 col Sassuolo costa punti preziosi per il Milan. Tra limiti mentali e tattici, ecco perché i rossoneri faticano contro le squadre di bassa classifica

Un altro passo falso che pesa. Il pareggio per 2-2 contro il Sassuolo conferma il principale paradosso del Milan di Massimiliano Allegri: competitivo e cinico contro le grandi, fragile e discontinuo contro le squadre che lottano per non retrocedere. Dopo quindici giornate i rossoneri sono secondi in classifica, a un solo punto dall’Inter capolista, ma i punti persi contro le “piccole” rischiano di avere un impatto decisivo nel lungo periodo.

I numeri raccontano due Milan completamente diversi. Contro Bologna, Napoli, Inter, Juventus e Roma sono arrivati 4 successi e un pareggio, con 13 punti conquistati su 15, appena un gol subito e prestazioni di altissimo livello. Un rendimento da Scudetto. Di segno opposto, invece, il cammino contro le squadre di bassa classifica se si considerano la sconfitta con la Cremonese, pareggi contro Pisa, Parma e Sassuolo, oltre alle vittorie sofferte contro Lecce e Torino.

Che problema ha il Milan?

Le cause di questa differenza vanno ricercate su due piani, mentale e tattico. Contro avversari sulla carta inferiori il Milan sembra abbassare la soglia di attenzione, andando incontro a cali improvvisi che compromettono equilibrio e risultati. Errori e disattenzioni che, in partite apparentemente alla portata, finiscono per costare punti pesanti.

Milan

IL MILAN SI STRINGE IN GRUPPO PRIMA DELLA PARTITA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

C’è poi l’aspetto tecnico-tattico. Il Milan di Allegri dà il meglio quando può difendersi compatto e ripartire, sfruttando spazi e transizioni rapide. Un copione che funziona contro le big, ma che va in crisi quando i rossoneri devono fare la partita contro squadre chiuse e aggressive. L’assenza di un centravanti di ruolo accentua il problema, ma è l’intero assetto offensivo a perdere incisività contro le difese basse.

Due volti della stessa squadra, dunque. Se contro le grandi il Milan si esalta, contro le piccole inciampa. E finché questo equilibrio non verrà trovato, il rischio è che i punti persi contro avversari abbordabili possano pesare più di qualsiasi scontro diretto.

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Serie A

Bartesaghi, la scena è tua: prima doppietta con il Milan

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Una doppietta che cambia tutto: Bartesaghi incanta San Siro, entra nella storia rossonera e si prende il Milan di Allegri. Il futuro è già iniziato.

Il primo gol in Serie A non si scorda mai. Figuriamoci una doppietta. Anche se il risultato finale non ha sorriso al Milan, fermato sul 2-2 dal Sassuolo nell’odierno lunch match di campionato, il pomeriggio di San Siro resterà inciso nella memoria di Davide Bartesaghi. Classe 2005, laterale mancino, all’undicesima presenza in Serie A, il giovane difensore rossonero ha vissuto una giornata memorabile: due gol, grande personalità e la sensazione netta di essere ormai diventato una certezza nei meccanismi di Massimiliano Allegri.

Il Milan si gode così il suo piccolo gioiello, il più giovane a trovare la via del gol tra i difensori rossoneri dai tempi di un’icona che ha lasciato ricordi indelebili nel tifo rossonero: Paolo Maldini. Paragoni ingombranti, inevitabili e allo stesso tempo prematuri, ma che rendono bene l’idea dell’impatto avuto da Bartesaghi.

Sempre più titolare nel Milan di Allegri

Allegri lo ha lanciato dopo l’infortunio di Estupinan, individuato dalla dirigenza come il naturale sostituto di Theo Hernandez. Bartesaghi si è fatto trovare pronto, facendo ricredere anche i tifosi più scettici, e la doppietta al Sassuolo ha rappresentato la definitiva certificazione di qualità che a Milanello veniva intravista da tempo: grande corsa, struttura fisica imponente, con ben 193 centimetri, una solida tecnica di base e, dettaglio non da poco, una sorprendente lucidità sotto porta.

Milan

MASSIMILIANO ALLEGRI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Una crescita esponenziale per il ragazzo nato a Erba, che solo un anno fa veniva impiegato con maggiore continuità nel Milan Futuro, una stagione che non evoca bei ricordi, considerando che si è conclusa con la retrocessione in Serie D. Ciononostante, aveva accumulato già i primi minuti in Serie A e in Champions League, mostrando tutto il suo potenziale anche tra i professionisti: fisico, tecnica e capacità di interpretare entrambe le fasi.

Un rendimento che gli regala un rinnovo fino al 2030, un chiaro segnale di come nei piani alti del Milan credano nelle qualità del ragazzo, che negli ultimi mesi ha avuto una crescita evidente anche a livello caratteriale. Bartesaghi entra stabilmente nei titolari, gioca la stracittadina contro l’Inter dal primo minuto, scala le gerarchie e supera la concorrenza. Le prestazioni non passano inosservate: come riportato da Matteo Moretto, i primi sondaggi sono già arrivati dall’estero, in particolare dalla Premier League.

Oggi strapparlo al Milan appare decisamente più complicato. Un profilo giovane, italiano, cresciuto nel vivaio, tifoso rossonero fin da bambino: un patrimonio tecnico su cui basare le fondamenta per il futuro della società di via Aldo Rossi.

Le parole di Bartesaghi dopo Milan Sassuolo

A fine partita, il numero 33 rossonero resta con i piedi per terra:
“Non sapevo di essere il più giovane difensore milanista in gol dai tempi di Maldini, mi fa piacere. Devo tanto a questa squadra, ai miei compagni e al mister per la fiducia”.

Sull’abbraccio con Magnanelli e Corradi:
“Devo tanto a loro due, soprattutto a mister Corradi che è stato anche un mio allenatore in Nazionale. L’altro giorno mi ha chiesto: “Ma quando me lo fai un gol?”. Ci siamo abbracciati per quello”.

Il presente parla chiaro. Il futuro, per Davide Bartesaghi, promette ancora di più. Dal rossonero all’azzurro il passo, ormai, non sembra più così lungo.

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