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Genoa, Vieira: “Abbiamo tanto da giocarci. Voglio vedere la fame. Su Fabregas…”

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Genoa

 L’allenatore del Genoa, Patrick Vieira, ha parlato in conferenza stampa per presentare la sfida di domani contro il Como al Sinigaglia.

Patrick Vieira, tecnico del Genoa, ha parlato così ai microfoni per presentare la gara di domani alle ore 12:30 che vede i rossoblu contro il Como di Cesc Fabregas.

Genoa leali

VIEIRA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Genoa, le parole di Vieira

In seguito le parole del tecnico francese:

Su chi ha giocato di meno
“Il messaggio è stato chiaro. Noi abbiamo tanto da giocarci, le prossime partite sono importanti per me e per il mio staff per vedere i comportamenti dei giocatori. Stiamo cercando di creare un gruppo che ha fame e voglia di andare avanti. Un gruppo di giocatori che non mollano mai e che lavorano con concentrazione e determinazione fino all’ultimo giorno. Anche in questo periodo, io come allenatore imparerò tantissimo da loro”.

Gli infortunati
“Sugli infortuni non è cambiato tantissimo. Zanoli ha fatto la prima parte di allenamento oggi e dobbiamo aspettare domani se si sente meglio. Vitinha non ha fatto niente ieri, ha fatto un allenamento da solo oggi. Purtroppo gli infortunati sono tanti, per questo è molto difficile avere continuità sul lavoro”.

Su Fabregas
“Ci siamo conosciuti all’Arsenal, lui era giovanissimo ma anche molto maturo per l’età che aveva. E’ uno a cui è sempre piaciuto il calcio come tecnica, ora si vede perché il suo Como sta facendo benissimo. E’ una squadra che gioca con fiducia, hanno un’identità di gioco chiaro e sta facendo un bel lavoro”.

Sulla gara con la Lazio
“La cosa che mi è spiaciuta è stata il cartellino rosso che ha avuto un impatto sulla squadra specie contro un avversario contro la Lazio. Abbiamo iniziato la partita bene, abbiamo creato occasioni e giocato 20 minuti con intensità”.

Su Pinamonti
“E’ un momento passeggero perché oggi in partitella ha fatto vincere la sua squadra con un gol. Abbiamo fiducia in lui”.

Sul Como
“Quello che ha fatto col Como è stata molto positiva. L’anno scorso e quest’anno hanno avuto una società che poi ha seguito nel scegliere i giocatori, ha una stabilita che aiuta . E’ uno a cui piace il possesso. La sua squadra ha un identità”.

Su Bani
“Sta meglio, sta facendo più allenamenti e aspettiamo domani se giocherà dal primo minuto o meno”.

Meglio in tribuna o in panchina?
“Io preferisco stare vicino ai miei giocatori stare in panchina. Purtroppo abbiamo parlato con lo staff su cosa dobbiamo fare in campo. Ci sarà il mio vice in panchina con lo staff per far passare il messaggio”.

Su Messias
“Ha avuto questo infortunio che non gli ha dato continuità di allenamento. Nelle ultime settimane si è allenato bene, mancano cinque gare e in qualcuna giocherà”.

Sui giovani
“Per crescere devono giocare ma per giocare devono meritarselo. Stanno mostrando cose interessanti e nelle partite che rimangono hanno la possibilità di giocare perché anche noi dobbiamo capire se possono giocare a questo livello”.

Tatticamente
“Speriamo. La cosa più importante è avere questo equilibrio per competere bene con la squadra. Nei primi 20 minuti contro la Lazio abbiamo fatto bene. Mi è piaciuto avere Vitinha vicino a Pinamonti. I nostri due centrocampisti Frendrup e Masini hanno fatto un bel lavoro. Purtroppo non abbiamo fatto il gol che per il Genoa avrebbe cambiato la partita”.

Difesa a tre in fase di possesso
“Il motivo è sempre di mettere il giocatore nel modo migliore per far vedere le sue qualità. Come abbiamo fatto nelle ultime 20 partite, e i risultati lo dimostrano, è la scelta giusta. Dobbiamo però continuare a lavorare. Abbiamo giocatori con un profilo diverso e devo prenderlo in considerazione”.

Il Como ha subito tanti gol
“Il Como è una squadra con qualità. Hanno vinto le ultime tre partite di campionato e sappiamo tutti che molto difficile vincere. Loro hanno questa fiducia che aiuta la squadra a giocare ancora meglio e noi dobbiamo essere concentrati e aggressivi giocando con intensità come fatto fino ad adesso”.

Su Onana, Ekuban e Malinovskyi 
“No, non c’è speranza”.

Serie A

Fiorentina: cessione Comuzzo alle porte?

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Fiorentina

Fiorentina: dall’offerta da 35 milioni del Napoli a gennaio al poco impiego nella seconda parte di stagione. Cosa succede ora? Comuzzo è pronto ad andarsene?

Una prima parte di stagione da assoluta rivelazione, sancita anche dall’interessamento di una squadra in piena lotta per il titolo, arrivata persino a formulare una presunta offertagiudicata troppo bassa dalla Fiorentina – fino a una seconda parte di stagione che lo ha visto sempre meno protagonista. Cosa è successo al classe 2005 da San Daniele Del Friuli:

Partendo dal principio, ai nastri di partenza di una stagione che, solo qualche mese prima, durante il calciomercato, aveva visto partire per cifre molto alte – ma non per questo ingiustificate – due difensori già destinati a rappresentare il futuro della Nazionale, come Calafiori e Buongiorno. Il primo oggi fa parte della squadra arrivata seconda in Premier League, fermata solo in semifinale di Champions League dal PSG; il secondo gioca invece per la squadra che, se tutto dovesse andare secondo i piani, potrebbe sollevare il secondo titolo di campione d’Italia nel giro di tre anni per il Napoli.

Un passaggio di consegne che, nel nome di questi due talenti, sembra sancire l’avvento di una nuova generazione dorata di difensori italiani, pronti a raccogliere l’eredità e prendere in mano le redini di una dinastia che ha sempre rappresentato un’eccellenza del nostro Paese.

Fiorentina, cosa fare con Comuzzo

Comuzzo sembrava poter essere il prossimo nome destinato a entrare nella nuova élite della difesa italiana, alla luce delle grandi prestazioni offerte nella prima parte di stagione, che – come già detto – lo avevano reso oggetto dell’interesse di uno dei più importanti club italiani.

Ma qualcosa è cambiato: da febbraio, pur senza reali prove sul campo di un calo di rendimento, il suo minutaggio è considerevolmente diminuito. Le sue prestazioni, infatti, non sono mai sembrate in calo rispetto ai mesi precedenti, rendendo quindi questo calo di fiducia difficile da spiegare esclusivamente in termini tecnici.

Un fattore che, potenzialmente, potrebbe incidere negativamente sulla sua valutazione. Non fosse però per un dettaglio fondamentale: Pietro Comuzzo ha di recente rinnovato con la Fiorentina fino al 2029, dando così prova – almeno ufficialmente – che i viola non abbiano smesso di voler puntare su di lui.

O, magari, si tratta di una mossa “alla Cairo”: formalizzare un rinnovo lungo e blindato per giustificare una richiesta da 40 milioni – la stessa che aveva fatto storcere il naso al Napoli, giudicata, forse non a torto, troppo alta per un classe 2005 ancora non del tutto affermato, seppur dal futuro radioso.

Il Napoli resta su Comuzzo

Il Napoli, comunque, resta vigile: non ha mai realmente smesso di seguire Comuzzo e, assieme a Giovanni Leoni del Parma, potrebbe essere uno dei principali indiziati per far coppia con Buongiorno nella difesa del futuro.
Secondo quanto riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport, proprio questi due profili sarebbero in cima alla lista degli osservati speciali del club partenopeo in vista della prossima stagione.

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Serie A

Ultimissime Milan, infiammazione per Chukwueze: i dettagli

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Milan

Milan, dopo il ko in Coppa Italia, i rossoneri si aggrappano alla sfida dell’Olimpico per tenere accese le speranze europee. 

Archiviata la cocente delusione per la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Bologna, il Milan si rituffa in campionato con l’unico obiettivo di vincere a Roma per tenere in vita le residue speranze di qualificazione europea. Il match dell’Olimpico, in programma domenica sera, rappresenta un crocevia decisivo per il futuro della squadra rossonera, reduce da una stagione al di sotto delle aspettative e ormai a caccia di un posto utile per l’Europa League o, quantomeno, la Conference.

Milan, le condizioni di Chukwueze

Ma la marcia di avvicinamento alla sfida contro i giallorossi non inizia nel migliore dei modi. Dall’allenamento odierno arrivano infatti notizie poco incoraggianti per Sérgio Conceição. Come riportato da Sky Sport, il giovane Bondo, alle prese con un fastidio alla caviglia, non riuscirà a recuperare in tempo.

A preoccupare ulteriormente il tecnico portoghese è anche lo stop di Samuel Chukwueze. L’esterno nigeriano non sarà della partita a causa di un’infiammazione al pube, problema che lo ha costretto a lavorare a parte e che non gli permetterà di essere a disposizione per il big match di domenica.

Milan

Samuel Chukwueze e Noah Okafor in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Serie A

Inter, Moratti: “Champions? Per me sarà nerazzurra. Yamal è davvero impressionante”

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Barcellona-Inter

L’ex storico presidente dell’Inter Massimo Moratti ha rilasciato una lunga al quotidiano Il Terreno in occasione dei suoi 80 anni.

A seguire l’intervista completa

Inter, le parole di Moratti

Presidente, non è uno scherzo: oggi compie 80 anni. 
“Il tempo è volato. Guardi, niente fuochi d’artificio o grandi ricevimenti. Li festeggio in famiglia con grande semplicità: assieme a mia moglie Milly Bossi, vivace e sorprendente come il primo giorno, le sorelle, i figli e i nipoti. E mi piacerebbe che accanto a me ci fossero tre persone care che non ci sono più”.

A chi si riferisce?
“A don Ermanno Pascotto, bravissimo insegnante al ginnasio Leone XIII di Milano che mi ha dato una solida formazione umanistica, a Gino Strada, il fondatore di Emergency, un mio amico perfetto, di una concretezza e una generosità assoluta che aveva come unico obiettivo l’aiuto alle persone e ai bambini a prescindere dal Paese di provenienza e al colore della pelle e al giurista Guido Rossi, ex presidente Consob e Telecom Italia, un uomo colto e divertente con cui era piacevole passare il tempo. Quando la sera ci incontravamo a cena c’era sempre qualcosa da imparare sulla situazione sociale e politica in Italia”.

Quindici anni fa la gioia del Triplete culminata con la vittoria in Champions al Santiago Bernabeu. Dalla Beneamata si attende quel tipo di regalo per gli 80 anni? 
“Non sarò a Monaco, ma vedrò la partita sul divano di casa in compagnia di uno dei miei figli. Tifare Inter significa convivere col rischio infarto. Mi è capitato nella semifinale di ritorno contro il Barcellona che ha portato la squadra alla seconda finale in tre anni. Sono sincero: non solo credo che alzeremo la Coppa dalle Grandi Orecchie, ma possiamo ancora vincere lo scudetto. Per aver battuto il Bayern e i catalani, due formazioni stellari, ci meritiamo la Champions. Il calciatore simbolo di questa Inter? Nessun dubbio, Lautaro Martinez. È il capitano ideale. Si mette davanti alla squadra, soffrendo e stringendo i denti quando è necessario. Ma sono stati bravi tutti da Thuram ad Acerbi, che incarna l’autentica anima interista capace di non mollare neanche quando tutto sembra perduto”.

C’è un giocatore tra i nerazzurri di oggi che incarna lo spirito della sua Inter? 
“Barella. È migliorato tantissimo. Un calciatore che ti coglie di sorpresa, salta l’uomo, combatte, è pericoloso in attacco e aiuta in fase difensiva. Per questo è amato dai tifosi”.

Ha cambiato idea su Simone Inzaghi? 
“Confesso che non lo conoscevo abbastanza e all’inizio non lo consideravo adatto all’Inter. Mi sono dovuto ricredere: è un allenatore completo. Bravo nella comunicazione, nella gestione dei momenti difficili, tatticamente preparato e dotato di buon senso. Tra gli allenatori che ho avuto per certi versi mi ricorda Gigi Simoni, a cui resto affezionato assieme ai suoi meravigliosi ragazzi del 1997-98 che non vinsero lo scudetto per colpa di un sistema malato emerso anni dopo con Calciopoli. Anche Inzaghi, come faceva Simoni, nelle dichiarazioni usa pacatezza e non si esalta. Un antidivo diametralmente opposto a Mourinho. Su Marotta non ho mai avuto dubbi: l’avevo cercato ai tempi in cui era direttore nella Sampdoria dell’amico Mantovani”.

Inter

L’ESULTANZA DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

C’è oggi un calciatore che le ricorda Ronaldo il Fenomeno e c’è stato un giocatore che non è riuscito ad ingaggiare? 
“Ronny era unico ed inimitabile. Ma nel Barcellona mi ha impressionato Lamine Yamal, 17 anni e mezzo. Un giocatore pazzesco, con riflessi incredibili e che gioca con una semplicità disarmante. Il campione del futuro. Ai tempi della mia presidenza avrei voluto acquistare Cantona, con la sua personalità e le sue qualità l’Inter avrebbe vinto di più e molto prima. Ma era squalificato e ripiegammo su Paul Ince”.

Facchetti e Prisco due interisti che le mancano tanto…
“Giacinto era prima di tutto una persona perbene. Un atleta eccezionale e un uomo dotato di grande buon senso mantenendo la schiena dritta. L’avvocato Peppino, dietro la sua ironia e l’innata simpatia, era un eroe di guerra e un principe del foro che nel suo lavoro aveva pochi avversari. Poi vorrei ricordare anche un altro collaboratore a cui sono molto affezionato e con il quale conservo un rapporto di amicizia…”.

A chi fa riferimento? 
“A un altro toscano come il dottor Stefano Filucchi, collaboratore di valore ed essenziale prima come responsabile per la sicurezza del club e poi come dirigente e accompagnatore dell’Inter. La sua dedizione al ruolo e i suoi preziosi consigli hanno avuto un’importanza rilevante nella vita della società nerazzurra”.

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