Serie A
Genoa, Masini: “Il primo gol in A un’emozione. Gilardino o Vieira? Devo molto a entrambi”
Il centrocampista del Genoa Patrizio Masini ha raccontato le emozioni del primo gol in Serie A e ha parlato del rapporto con Alberto Gilardino e Patrick Vieira.
Uno dei giocatori rivelazione del Genoa, che viaggia verso una salvezza tranquilla, è Patrizio Masini. Centrocampista classe 2001, ha debuttato in prima squadra il 19 ottobre contro il Bologna, mentre il 17 gennaio ha esordito da titolare con tanto di gol all’Olimpico con la Roma. Da quella sera non è praticamente più uscito dalle rotazioni del tecnico Patrick Vieira.
Genoa, Masini si racconta: dall’esordio in Serie A al rapporto con gli allenatori
Altro prodotto del settore giovanile del Genoa, Masini ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb, nella quale ha parlato della sua gavetta, dell’esordio e la prima rete in Serie A e si è soffermato su Gilardino e Vieira, rispettivamente ex e attuale allenatore del Grifone. Di seguito le parole del centrocampista rossoblù.
Giocare nei grandi stadi italiani è una forte emozione: Olimpico, San Siro, Stadium…
“Tre stadi uno più importante dell’altro. Forse l’emozione più grande è stata all’Olimpico perchè è stata la prima da titolare e il primo mio gol in Serie A. Però nel riscaldamento quello dove ho avuto più emozione è stato San Siro e invece allo Stadium c’era un frastuono continuo perché la modernità dello stadio, secondo me, fa molto. Sono molto contento di quello che sta succedendo“.
Il percorso nel settore giovanile del Genoa
“Io giocavo nelle Pianazze, la squadra del mio quartiere. In quel periodo lì lo Spezia non stava attraversando un ottimo momento, quindi non aveva un grosso bacino. Mi avevano osservato Genoa e Fiorentina. Tramite mia madre, che ha i parenti qui, abbiamo optato per Genova. Sono arrivato qua a 10 anni e ho fatto tutta la trafila dalla scuola calcio al settore giovanile passando anche per i vari prestiti. Sognavo la prima squadra ma era un obiettivo molto difficile da realizzare nella mia testa“.
L’importanza della gavetta dalla Serie C alla Serie A
“Fondamentale, perché non ero assolutamente pronto per fare il grande salto, come magari altri ragazzi che ci sono qua adesso. Forse l’unico rimpianto è stato fare un anno in più di C. Speravo già in una Serie B ma non si è concretizzata, anche se a Novara è stata un’ottima esperienza formativa“.

STEPHAN EL SHAARAWY IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’esordio in A contro il Bologna
“Lì per lì non pensavo a niente perché ci capivo poco. Era un momento che aspettavo dall’inizio dell’anno, anche perché al ritiro non era certo che restassi, ma poi alla fine ringrazio la società e il mister che hanno deciso di tenermi. E lì è iniziato il mio percorso ma anche il raggiungimento di quello per cui avevo lavorato negli anni precedenti“.
Il primo gol in A contro la Roma
“Non ho più capito nulla, mi è andato in pappa il cervello, penso che dall’esultanza si sia visto. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere. I miei genitori scherzando mi avevano detto ‘Pensa se fai gol’. E’ stato tutto improvviso, anche la situazione è stata senza spiegazione“.
Su Gilardino, che lo ha fatto debuttare
“Molto importante, anche perché è stato lui a decidere di tenermi. Con lui feci tre presenze, poi con mister Vieira è cambiato tutto. A lui devo tutto ma anche a Gilardino, senza di lui non sarei qui“.
Su Vieira
“Ha portato serenità ma anche tante idee. Siamo compatti dal punto di vista difensivo con un’aggressione alta. A me personalmente sta continuando a darmi tanta fiducia che forse nemmeno io mi sarei dato. Mi sta facendo crescere come giocatore e come persona“.
Vieira punta molto sui giovani
“Io, Venturino, Ekhator, ma anche in settimana quando arrivano i Primavera, li tiene tanto in considerazione e dà loro tanti consigli. Io che ci sono passato all’epoca penso che sia una cosa molto importante che da ragazzo apprezzi“.
I compagni di reparto in mezzo al campo
“Fin dal ritiro ho detto che i miei punti di riferimento erano Badelj e Frendrup. Mi ispiro molto a Frendrup, Badelj poi ha la carriera che parla per lui. Anche a tavola siamo spesso vicino e parliamo spesso. Poi ci sono Malinovskyi, Thorsby. La forza di questa squadra è il gruppo. In campo e fuori siamo molto uniti“.
Cosa rappresenta per un ligure giocare nel Genoa
“Sono molto fiero e orgoglioso di essere ligure. Magari da fuori ci vedono come burberi ma dentro abbiamo qualcosa di fastidioso. Quando ci apriamo possiamo dare delle soddisfazioni. Io sono contento anche che il Genoa lavori tanto sul settore giovanile, perché quando nasci qua hai dei valori che quando arrivi in prima squadra possono fare la differenza. Io a La Spezia conosco Candela e Maggiore. E’ una città piccola ma della mia generazione ci sono tanti giocatori in giro per l’Italia“.
La squadra se la gioca con tutti: è mancata un po’ di fortuna?
“Non credo tanto alla fortuna. Se tante partite le abbiamo giocato bene ma poi abbiamo perso è una questione di dettagli. Dobbiamo lavorarci su, il prossimo step sarà questo. Lavoriamo bene in settimana, in partita non stiamo facendo male e arrivare a questi risultati devono essere la conseguenza del lavoro“.
La prossima in casa contro l’Udinese
“Non sarà facile. L’Udinese ha delle grosse qualità ma il nostro obiettivo, come dice il mister, è fare la miglior partita ogni domenica e guardare gara per gara. Poi i conti si faranno alla fine“.
“Questa è Genova. Quest’anno, come gli ultimi due, le cose stanno andando bene e questa cosa viene magari esaltata. Ma è una qualità di questa società avere un pubblico incredibile. Avere una gradinata così non so in quante società ce l’abbiano in Serie A. Ma non solo la Nord, anche la Zena e i Distinti. Ho girato un po’ di stadi e forse Roma è simile come atmosfera ma l’Olimpico è grande. A Genova invece risalta ancora di più e questo deve essere il nostro punto di forza nelle partite in casa“.
“Dobbiamo fare questo step in più. Incontriamo tante squadre della parte sinistra della classifica, saranno partite difficili perché hanno rose, sulla carta, più forti di noi. Dobbiamo crescere e riuscire a strappare qualche punto anche a loro. Perché ho il numero 73? Mia mamma e mio papà sono nati nel ’73. Quindi è stato facile“.
“E’ una soddisfazione unica. Io ho rimasi molto male all’epoca perché non siamo riusciti a vincerlo. Se lo sono meritato, è un’emozione unica che si porteranno dietro per tutta la vita“.
Serie A
Fiorentina-Udinese 5-1: clamoroso al Franchi, la Viola sa ancora vincere | Le pagelle gigliate
La Fiorentina trova sotto l’albero di Natale la prima vittoria in campionato: un netto 5-1 all’Udinese che regala qualche speranza.
L’Udinese porta bene alla viola, l’ultima vittoria Kean e compagni l’avevano ottenuta a Udine nell’ultimo turno dello scorso campionato, un 3-2 che aveva portato la squadra di Palladino ancora una volta in Conference.
Tre punti fondamentali, anche se i 9 in classifica sono ancora troppo pochi. Però la squadra di Vanoli, messa in campo con la difesa a quattro, stasera ha fatto travedere segnali di forte risveglio.
Certo, l’espulsione dopo 7 minuti del portiere bianconero Okoye ha spianato la strada alla vittoria, ma non era scontato che la squadra viola vista sin qui, potesse segnare cinque gol e creare altrettante nitide occasioni.
Una vittoria per ripartire. A Parma sabato prossimo scontro direttissimo, servirà la stessa Fiorentina.
Fiorentina-Udinese: le pagelle viola

Albert Guðmundsson ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
DE GEA 6– Vanoli lo sceglie come nuovo capitano. Neanche stasera riesce a tenere la porta inviolata, ma il tiro di Solet è imparabile.
DODÒ 6.5 – Gran primo tempo, coperto da Parisi soffre anche meno in difesa. Sforna diversi palloni buoni in attacco.
COMUZZO 6,5 – Partita solida del difensore friulano: anticipi e corpo a corpo con Davis a cui non concede nulla.
Dal 36’st VITI – S.v.
PONGRACIC 6 – Stasera l’attacco dell’Udinese, complice anche l’inferiorità numerica, non crea troppe apprensioni. Ma lui stasera è concentrato.
RANIERI 6 – Spogliato dalla fascia di capitano, gioca una partita di alta concentrazione e meno polemica.
MANDRAGORA 6,5 – All’inizio è lui ad avere le migliori occasioni e trova ancora il gol: il quinto. Speriamo l’infortunio non sia grave
Dal 7’st FORTINI 6 – Con il suo ingresso Vanoli passa dal 4-3-3 al 4-4-2: dinamismo e grinta.
FAGIOLI 6,5 – Continua con la sua striscia personale positiva di prestazione. Ottime giocate e assist anche stasera.
Dal 36’st NICOLUSSI CAVIGLIA – S.v.
NDOUR 6 – Non prende gli occhi, legnoso e non troppo tecnico. Dal suo ha la capacità d’inserimento, con il primo gol in A che chiude la partita nel finale della prima frazione.
PARISI 7,5 – Un’anima forte di questa Fiorentina. Si adatta alle richieste di Vanoli, inizia alto a destra, e ci mette corsa e cuore.
Dal 26’st KOUAMÈ 6 – Tiene la posizione e alimenta la vittoria finale.
GUDMUNDSSON 7,5 – Un primo tempo spettacolare: giocate e gol di livello superiore.
KEAN 7 – Oggi doppietta e qualche errore: serviranno diversi gol suoi per salvarsi.
Dal 26’st PICCOLI sv – Non trova la gloria personale
Serie A
Genoa-Atalanta, le formazioni ufficiali
L’ultima gara in programma nella domenica della 16° giornata di Serie A è quella tra Genoa e Atalanta. Di seguito le scelte ufficiali dei due allenatori per la sfida di Marassi.
La domenica della 16° giornata si chiude allo stadio Marassi di Genova con la sfida tra Genoa e Atalanta. I padroni di casa sono reduci dalla sconfitta interna contro l’Inter, che ha interrotto una serie di 4 gare consecutive senza sconfitte, dall’arrivo di Daniele De Rossi in panchina. Con 14 punti raccolti fin qui, il Grifone ha bisogno di ottenere punti per tenersi a distanza dalla zona retrocessione.
Dall’altra parte c’è l’Atalanta di Raffaele Palladino. i bergmaschi vengono dal successo interno contro il Cagliari, e sono alla ricerca di continuità di risultati. I nerazzurri devono risolvere il mal di trasferta: la Dea non vince fuori casa in Serie A dal 21 settembre scorso. Di seguito le scelte ufficiali dei due allenatori per la gara delle 20:45.
Genoa-Atalanta, le formazioni ufficiali
GENOA (3-5-2): Leali; Marcandalli, Otoa, Vasquez; Norton-Cuffy, Ellertsson, Frendrup, Malinovskyi, Martin; Vitinha, Ekuban. Allenatore: Daniele De Rossi.
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; De Roon, Hien, Kolasinac; Zappacosta, Musah, Ederson, Bernasconi; De Ketelaere, Maldini; Scamacca. Allenatore: Raffaele Palladino.

Serie A
Torino, Baroni: “Chiaro che siamo contenti per la vittoria, per la classifica, la società, il presidente, i tifosi, il direttore, la squadra”
Il tecnico del Torino Marco Baroni ha parlato poco fa in conferenza stampa al termine del match vinto contro il Sassuolo 1 a 0 a Reggio Emilia.
Il tecnico del Torino Marco Baroni ha parlato poco fa in conferenza stampa al termine del match vinto contro il Sassuolo 1 a 0 a Reggio Emilia. Tra i temi affrontati, la partita contro gli emiliani, quanto conta questa vittoria e la porta inviolata per la settima volta.

MARCO BARONI FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, Baroni: “Io ho sempre avuto fiducia nella squadra perché la vedevo lavorare”
Il tecnico del Torino Marco Baroni ha parlato poco fa in conferenza stampa al termine del match vinto contro il Sassuolo 1 a 0 a Reggio Emilia. Tra i temi affrontati, la partita contro gli emiliani, quanto conta questa vittoria e la porta inviolata per la settima volta.
“Chiaro che siamo contenti per la vittoria, per la classifica, la società, il presidente, i tifosi, il direttore, la squadra, ma quello che mi rende più soddisfatto è come la squadra ha approcciato perché gli ho chiesto una partita di fiducia e lo abbiamo fatto andando a difenderci in avanti. Questo è quello che voglio. Il Sassuolo non riusciva a gestire la palla, abbiamo creato occasioni. Questo lo ha fatto per la nostra pressione non perché non fosse in giornata. Con questa prestazione è arrivata una prestazione importante e non dobbiamo scendere da questo livello”.
Quanto sono importanti prove come queste per i tifosi?
“È fondamentale e tocca a noi perché il Torino ha una storia bellissima. Il popolo granata è meraviglioso, dobbiamo essere noi a far scattare questa scintilla con le prestazioni e la dedizione. Ho detto alla squadra che chi indossa questa maglia deve sentirsi addosso il mantra ‘vogliamo gente che lotta’ come hanno cantato i tifosi”.
Questo è il settimo clean sheet stagionale…
“Io ho sempre avuto fiducia nella squadra perché la vedevo lavorare. Quando ci sono queste componenti è chiaro che il tuo lavoro può avere i frutti. Noi abbiamo fatto un percorso strano perché dopo alcune difficoltà la squadra si è trovata a fare risultati importanti. Vittorie importanti come la vittoria col Napoli, il pareggio a Bologna e forse contro il Como abbiamo perso 4 giocatori fondamentali e non eravamo pronti a sopperire in quel momento. La squadra poi si è sciolta negli ultimi minuti. Negli ultimi 33 anni solo questo Torino e un altro hanno fatto 7 clean sheet ma siamo la peggior difesa perché 4 partite hanno sporcato questo percorso. Con l’Atalanta in meno di 7 minuti abbiamo preso 3 gol, ma questa partita deve segnare un livello sotto il quale non si può scendere”.
Questa vittoria può essere un trampolino di lancio? Vlasic quanto è importante?
“Sì, può esserlo perché viene contro una squadra che gioca bene a calcio, ha fisicità, tecnica, e vinci con questa personalità, generosità. Vlasic ha messo dentro le due fasi, sta giocando bene da mezzala, sta dando un contributo importante però possiamo e dobbiamo crescere”.
Gli ingressi di Ilic e Simeone hanno spaccato la partita…
“Sì, ci serviva, era anche preventivata. Duvan era più sporco oggi, ma fa parte del recupero, è stato fermo a lungo. C’era lo spazio per andare a far male a loro e credo che chi è andato dentro ha fatto bene. Anche Ilic che ha tanta qualità, ogni tanto si smarrisce ma io lo voglio riprendere perché può dare ancora molto. Tameze ha fatto una grandissima partita, non voleva uscire ma aveva i cramp. Non potevo rischiare perché lì abbiamo due assenze. Bene dai, ci serviva questa personalità e questo atteggiamento nella gara”.
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