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Fiorentina, Pradè: “Valore della rosa raddoppiato, vogliamo vincere. Dodo? Rapporti con agenti non semplici, ma proveremo a rinnovare”
Fiorentina, Pradè e Ferrari hanno fatto il punto sul mercato estivo in conferenza stampa al Viola Park: il bilancio e le risposte alle domande dei giornalisti.
Alla Viola Park, alle 12, si è svolta la conferenza stampa che ha visto protagonisti il ds Daniele Pradè e il dg Alessandro Ferrari. I due dirigenti della Fiorentina hanno tracciato un bilancio del mercato estivo, soffermandosi sulle operazioni concluse e rispondendo poi alle domande dei giornalisti presenti.
Fiorentina, le parole di Pradè
Avete temuto di perdere Kean?:
“La sua storia è sempre stata trasparente. C’è stato un incontro assieme al Presidente, che ha ribadito la voglia di continuare con Kean. Noi abbiamo lasciato qualsiasi decisione a lui nel momento della clausola”.

Soddisfatto del Mercato?:
“Siamo soddisfatti, abbiamo fatto ciò che c’eravamo detti. Il Presidente ci ha dato una linea e l’obiettivo era quello di valorizzare la nostra rosa, riscattando chi volevamo riscattare e poi siamo passati a patrimonializzare i nostri acquisti. Oggi il valore della rosa è raddoppiato. Non ci sono stati acquisti mancati. Siamo contenti della rosa, anche perché ora abbiamo soltanto due prestiti con riscatti abbordabilissimi”.
Kean può essere considerato il miglior colpo?:
“Quella è una cosa che va condivisa perché ci abbiamo creduto e scommesso. Ad oggi ci è costato 15 milioni, bonus compresi, e il suo valore lo dice il mercato. Noi siamo contenti di lui, sia come calciatore che come uomo, che ha sposato Firenze e la Fiorentina con gioia. Quando è felice può riuscirgli tutto”.
Su Piccoli:
“Angelotti e Giulini ci hanno chiesto 30 milioni, alla fine con il tempo siamo scesi a 25, è una cifra bassa per un attaccante. Lui è un calciatore forte, che completa il nostro reparto d’attacco. In nazionale Kean e Dzeko hanno fatto 3 gol per uno, questo ci riempie d’orgoglio e ci fa sentire completi”.
Obiettivi sull’anno in corso:
“Vogliamo vincere qualcosa, dopo esserci andati tante volte vicino. Il sesto posto con 65 punti dello scorso anno è un bel traguardo, che ci lascia l’amaro per non essere andati in Europa League. Noi vogliamo migliorarci e costruire, e penso che il mercato abbia dato la dimostrazione della forza di questa società. Sono stati spesi 92 milioni”.
Sulle contestazioni di questa estate:
“Abbiamo lavorato tanto, con tantissime operazioni sia in entrata che in uscita. Ci ho pensato a fare un passo indietro ma la critica ci sta, è giusta. Cosa mi ha spinto a rimanere? La grandissima fiducia del nostro presidente e la compattezza che ha questa società. Ho una sintonia totale con tutti i membri della Fiorentina che non ho mai trovato e che non credo troverò mai. Spero che dalla contestazione ci possa essere una nota di merito. Io ce l’ho messa tutta, non ho risparmiato un giorno quest’estate. Non abbiamo mai fatto le ferie, perciò posso garantire che con l’impegno possiamo cambiare questo mood”.
Questione monte ingaggi e situazione rinnovi?:
“È sostanzialmente aumentato, ma lo abbiamo fatto con consapevolezza. Gli altri rinnovi ci stiamo lavorando: con Ronaldo ci incontreremo a breve”.
Situazione Dodo:
“Per Dodo abbiamo fatto una classificazione della rosa, non solo sulla loro forza in campo ma sul loro essere leader fuori, lui è uno di quelli che ci da gioia e divertimento. Cercheremo in tutti i modi di rinnovare, anche se i rapporti con gli agenti non sono semplici: lui voleva un prezzo di uscita che non abbiamo concesso, noi Dodo lo vogliamo tenere. Speriamo di trovare un accordo”.
Come siete arrivati alla scelta di Pioli?:

Milano, (Italy). 15th July 2020. Italian Serie A. Ac Milan vs Parma Calcio . Stefano Pioli, head coach of Ac Milan, .
“Il giorno successivo alle dimissioni di Palladino è stato inaspettato, perché lui aveva fatto un ottimo lavoro. Io sono stato troppo entrante in certe occasioni ma è anche il mio lavoro dare degli stimoli e delle scosse. Successivamente ci siamo messi a lavoro, pensando subito a Pioli: lo abbiamo chiamato il giorno dopo le dimissioni. Da lì è partito tutto, non abbiamo mai sondato altri giocatori, lui ci ha dato carta bianca e c’è stata una stretta di mano virtuale per le questioni burocratiche che lo legavano all’Arabia”.
Riguardo le offerte arrivate per Gosens e Comuzzo:
“Per Gosens abbiamo avuto un’offerta irrinunciabile, ma lui è troppo importante per questo gruppo. Per Comuzzo abbiamo avuto un’offerta enorme dall’Arabia, dove lo voleva fortemente Inzaghi, ma la sua è una scelta da rispettare, non era pronto per questa scelta di vita. Deve fare un ulteriore step e siamo felici che possa farlo con noi. È un’altra medaglia, assieme a Kayode, Martinelli, Fortini, Ndour, Kouadio, Kospo, che il nostro settore giovanili si può appuntare. Abbiamo rifiutato tante offerte, anche per Pablo Mari e De Gea”.
Sulla scelta di avere 5 esterni in rosa:
“Da una parte abbiamo Gosens e Parisi, da cui vogliamo tanto di più e glielo abbiamo dimostrato con i fatti allungandogli il contratto. Dall’altra parte abbiamo cercato a lungo Lamptey perché ci piace tantissimo. Su Fortini crediamo molto, ha avuto problemi fisici ma ha la nostra fiducia”.
Il passivo di 60 mln verrà colmato con una cessione?:
“Come detto abbiamo voluto patrimonializzare per avere qualcosa di nostro. In questo momento non c’è questa idea, poi ogni mercato offre diverse opportunità”.
Rapporto con i procuratori:
“Lucci nella prima sessione in cui sono stato alla Fiorentina portò Cuadrado, Badelj e Vecino, successivamente Muriel. L’anno scorso abbiamo portato Kean, Dzeko a parametro zero, Nicolussi a un milione di prestito e Piccoli lo abbiamo voluto noi. Noi siamo una società che lavora con tutti, non ci precludiamo nessun rapporto”.
Sulla valutazione di Valentini:
“Abbiamo deciso che siccome si era trovato molto bene a Verona un altro anno di crescita ci poteva stare, visto che eravamo coperti”.
Perchè si è deciso di investire maggiormente sull’attacco rispetto ad altri reparti?:
“A centrocampo abbiamo preso Sohm, Fazzini e Nicolussi Caviglia, oltre a quelli che già abbiamo. Abbiamo investito su tutti i reparti ed è normale spendere di più sulla punta”.
Sulle trattative Lindelof e Ceballos:
“Su Lindelof era legato alla partenza di Comuzzo. Lo avevamo già bloccato e non ci abbiamo fatto nemmeno una bella figura. Ceballos nulla di concreto”.
Su Beltran:
“Ha rifiutato il Flamengo e di andare in Russia, ma il suo comportamento è sempre stato eccezionale e noi abbiamo fatto altrettanto. È ancora nostro e gli auguriamo il meglio”.
Piccoli è stato preso per sostituire Kean?:
“La clausola sarà sempre presente e ci sarà sempre quel periodo, però no, non è stato preso per sostituire Kean”.
Su Kessie?:
“C’è stata una chiacchierata, lui aveva interesse a tornare in Europa ma non ci sarebbero mai state le condizioni”.
Che valutazioni sono state fatte su Bianco?:
“Lui aveva voglia di giocare e la scelta di andare in Grecia è stata sua. Voleva fare questa esperienza e lo abbiamo aiutato”.
Sulla trattativa per Gudmundsson:
“È stata lunga ma tra la voglia sua, nostra e di Pioli, alla fine abbiamo trovato una situazione che è andata bene a tutti i quanti”.
Riguardo la gestione Martinelli:
“È stata discussione di tutti i giorni ma lui è un ragazzo forte, che con De Gea e i preparatori può crescere. Questo per lui sarà un anno importantissimo e sono convinto che qualche spazio se lo troverà”.
I tanti italiani in rosa sono una richiesta del presidente?:
“Sì, arriva da lui. Spendo volentieri delle parole di Lezzerini, che ha scelto di venire qui nonostante tante richieste: sente molto la Fiorentina”.
35 milioni per Comuzzo sono un’offerta irrinunciabile?:
“Da direttore dico di sì, sono un’offerta a cui non si può dire di no. Ma io sono un dirigente, la proprietà è un’altra cosa”.
Come mai avete puntato su Kospo?:
“Lo abbiamo seguito tanto, il nostro responsabile del vivaio si è tanto interfacciato per tutto l’anno con Goretti: siamo felici di averlo preso, ci puntiamo tanto”.
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Napoli, brutte notizie: infortunio di Anguissa in Nazionale
Non arrivano buone notizie alle orecchie di Antonio Conte. Il centrocampista camerunese del Napoli Zambo Anguissa si è infortunato in Nazionale: le condizioni.
Continua il periodo grigio per la squadra partenopea, alla quale si aggiunge anche l’infortunio di uno dei migliori giocatori. Anguissa ha rimediato un problema fisico nel suo primo allenamento con il Camerun. Si è trattato di un problema a livello muscolare e si teme addirittura uno stiramento.
Il giocatore nelle prossime ore farà nuovi aggiornamenti, ma non c’è particolare ottimismo per le sue condizioni. Il camerunese sicuramente salterà i suoi impegni con la Nazionale, e potrebbe rientrare a Napoli già nella giornata di oggi.
Antonio Conte può solo incrociare le dite e sperare che l’esito degli esami non riveli un infortunio di questo tipo.

André-Frank Anguissa in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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L’ex Sampdoria e Cagliari Albin Ekdal annuncia il ritiro
Una vecchia conoscenza della Serie A come Albin Ekdal annuncia il suo ritiro dal calcio giocato all’età di 36 anni, chiudendo una carriera ricca di successi e sfide.
Un addio al calcio dopo una carriera straordinaria
Albin Ekdal, centrocampista svedese noto per la sua versatilità e intelligenza tattica, ha deciso di appendere le scarpe al chiodo. La notizia del suo ritiro è stata accolta con emozione e rispetto nel mondo del calcio. Dopo aver militato in squadre prestigiose come la Juventus, il Bologna e la Sampdoria, Ekdal lascia un segno indelebile nel panorama calcistico italiano. La sua carriera è stata caratterizzata da numerosi traguardi, tra cui oltre 60 presenze con la nazionale svedese, contribuendo alla crescita e al successo del calcio svedese a livello mondiale.
L’eredità di Ekdal nel calcio moderno
La decisione di Ekdal di ritirarsi arriva dopo una lunga riflessione, dettata anche dalle sfide fisiche che ha dovuto affrontare negli ultimi anni. La sua abilità nel gestire il centrocampo e la capacità di influenzare positivamente i compagni di squadra rimarranno un esempio per le future generazioni di calciatori. Ekdal ha sempre dimostrato grande professionalità, sia dentro che fuori dal campo, guadagnandosi il rispetto di allenatori, compagni e tifosi. Il suo ritiro segna la fine di un’era, ma il suo impatto sul gioco continuerà a essere avvertito per molti anni a venire.
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Fonte: l’account X di Schira
Albin #Ekdal has announced his retirement from football as player at 36. #transfers
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Nov 10, 2025
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Serie A è il campionato più indebitato in Europa
Serie A: un analisi chiara e semplice sui club che hanno situazioni finanziarie disastrose e alcune imbarazzanti. Perdite milionarie e malagestione.

Secondo i rapporti FIGC e Deloitte il campionato Serie A ha i seguenti dati:
- Perdite aggregate ultime 3 stagioni: ~1,6 miliardi di euro
- Debito finanziario totale campionato: oltre 3,5 miliardi di euro
Da questi rapporti emerge un fatto molto particolare che sarebbe il problema principale per cui la Serie A non sia mai arrivata ai livelli della Premier League in ottica di numeri.
I club italiani spendono più di quanto guadagnano, soprattutto tra ingaggi e costi di gestione.
L’Italia ha il secondo monte ingaggi più alto d’Europa. Molti club non possiedono lo stadio, perdendo potenziali introiti da merchandising e altri tipologie di entrate collaterali. L’equilibrio dei club dipende spesso da plusvalenze o interventi delle proprietà.
Tra le big-team resistono solo il Milan e il Napoli. Il Milan si muove tra controlli sui costi e da poco ha acquisito lo stadio San siro. Il Napoli cresce in modo lento ma costante.
Mentre l’Inter sta in alto rischio sistematico, 800 milioni di debito e 85 milioni di perdite nell’ultima stagione. Anche la Roma sta in una situazione particolare, ma è sostenuta dalla proprietà.
La Lazio invece sta meglio ma è fragile e senza altri introiti la società troverà ostacoli però ha un debito molto basso.
I club italiani si può dire che hanno il vizio di pensare ad avere lo stadio di proprietà. Solo 5 squadre su 20 possiedono uno stadio.
Non avere uno stadio significa niente:
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introiti da merchandising durante le partite
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naming partnerships
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hospitality
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eventi extra-calcistici
La conclusione di questa analisi sarebbe che ridurre i costi non è scelta ma un dovere per continuare a regalare emozioni ai propri tifosi, anche valutare di creare modelli sostenibili e smetterla di sopravvivere con bilanci precari e di interventi delle proprietà.
Di Omar Benz
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