Serie A
Fiorentina, Pioli: “La Champions deve essere il nostro traguardo”
“Conta più l’attitudine della qualità”: Pioli svela obiettivi e ambizioni con la Fiorentina, tra lotta Champions e il ricordo di Davide Astori.
Durante una lunga intervista ai microfoni di La Repubblica, il neo allenatore della Fiorentina Stefano Pioli ha parlato degli obbiettivi stagionali della sua squadra, prestando notevole attenzione alla sua volontà di voler plasmare un gruppo vincente, come si può evincere dalle sue dichiarazioni: “Più di prima chiedo un atteggiamento mentale giusto ai giocatori. Conta più l’attitudine della qualità, per tagliare traguardi prestigiosi. Non mi interessa che i calciatori vadano a mangiare la pizza insieme, pretendo che in campo facciano quello che gli chiedo. Qui ho trovato un gruppo sano, quindi partiamo avvantaggiati”.
Ecco il proseguo della sua intervista:
Secondo Pioli, ci sono delle gerarchie già abbastanza chiare: “Il Napoli se la gioca con Inter e Milan, anche se Allegri non vuole che lo dica ha il grande vantaggio di non giocare le coppe”. Non solo, perché c’è poi un volto nuovo tra gli allenatori di questa Serie A che intriga Pioli più di altri: “Cuesta al Parma, mi farà effetto salutare un collega di 30 anni. Ammiro chi garantisce subito alti standard, io per arrivare ho dovuto fare una lunga gavetta”.
Pioli torna in Italia dopo l’esperienza sulla panchina dell’Al Nassr, in Arabia, dove ha allenato Cristiano Ronaldo: “Solo lavorandoci si ha la percezione di quanto sia immenso, un’entità che smuove tutto ciò che ha intorno. Allenarlo è facile, non devi mai ricordargli niente. Avendo 40 anni si deve autogestire, sa bene cosa può o non può fare. La sua ossessione l’ho vista in Klose alla Lazio e in Ibra al Milan. Io amo arrivare al campo alle 7 e andarmene alle 18, anche un’uscita fuori con la famiglia va calcolata in base alle ore di riposo o all’alimentazione. Per questo solo in pochi diventano campioni”.
E ancora, Pioli parla di come fosse la Serie A da lontano: “Torneo interessante e in salute, ci stiamo avvicinando alla Premier anche se non la eguaglieremo”. C’è un volto nuovo in panchina che lo intriga più di altri: “Cuesta al Parma, mi farà effetto salutare un collega di 30 anni. Ammiro chi garantisce subito alti standard, io per arrivare ho dovuto fare una lunga gavetta”. Quindi qualche parole sulla lotta Scudetto: “Il Napoli se la gioca con Inter e Milan, anche se Allegri non vuole che lo dica ha il grande vantaggio di non giocare le coppe”. E sulla Nazionale: “Gattuso è l’uomo giusto. Anche io accostato? Mi ha fatto piacere ma in questo momento non è quello che voglio, amo la routine dei club. Credevo che Ranieri accettasse, per chiudere una carriera meravigliosa”.
I ricordi di Pioli tornano poi al Milan, dove ha vinto lo Scudetto: “Una grande gioia, mi ha dato felicità e notorietà. Nessuna rivincita, ai livelli più alti sei sempre in discussione. Credo che mi commuoverò al ritorno a San Siro alla 7^ giornata, l’anno dello Scudetto si era creata un’atmosfera magica e il coro ‘Pioli is on fire’ mi ha divertito molto”.
Conclusione sui principali temi ‘singoli’ di casa Fiorentina: “Ringrazio Commisso perché ha trattenuto giocatori forti e persone di spessore come Kean, De Gea, Gudmundsson, Fagioli e Gosens. La base del progetto nei prossimi due anni. Kean? Lo volevo al Milan, anche se c’era chi parlava male di lui. Nulla di vero, ragazzo serio che dà tutto. Ed è amico di Leao, sono due dal grande cuore. Dzeko? Un professore in campo. Fuori un esempio per i più giovani. Tridente? Dipenderà dagli altri otto, dall’avversario e dalla partita. Mercato? Mi aspetto un paio di innesti, la società sa cosa serve. Commisso mi piace, è schietto e diretto”. E ancora si dettano obiettivi “La Champions deve essere il nostro traguardo” e “So bene che la Fiorentina non vince dal 2001, è una responsabilità e uno stimolo”. A chi dedicherebbe la coppa? Spiega Pioli: “A Davide Astori, il mio capitano. Qui lo sento ancora più presente, non oso immaginare che effetto mi farebbe”.

DODO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Roma-Genoa, le formazioni ufficiali
A pochi minuti dal fischio d’inizio di Roma-Genoa, sono state diramate le formazioni ufficiali che scenderanno in campo all’Olimpico alle 20:45.
Alle 20:45 andrà in scena Roma–Genoa, ultima partita di questo 2025 di Serie A. I giallorossi, reduci dalla sconfitta contro la Juventus, vogliono i tre punti per superare nuovamente i bianconeri e riprendersi il quarto posto.
Dall’altra parte ci sarà però un Genoa pronto a battagliare. La squadra rossoblù, guidata da Daniele De Rossi, al ritorno all’Olimpico da avversario, ha cambiato marcia nelle ultime settimane. Dopo il ko contro l’Atalanta, il Grifone va a caccia di punti pesanti per allungare sulla zona retrocessione e dare continuità a un percorso di crescita che ha ridato fiducia all’ambiente.

GRATTACAPI PER GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma-Genoa, le formazioni ufficiali
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Ziolkowski, Hermoso; Celik, Cristante (C), Koné, Wesley; Soulé, Dybala; Ferguson.
Genoa (3-5-2): Sommariva; Ostigaard, Otoa, Vásquez; Norton-Cuffy, Malinovskyi, Frendrup, Ellertsson, Martín; Ekuban, Vitinha.

Serie A
Lazio, Ezio Simonelli: “Ci vuole rispetto per la classe arbitrale”
La Lazio ha pareggiato 1-1 in questa giornata di Serie A contro l’Udinese e non sono mancate le proteste.
Dopo il calcio di rigore non concesso a San Siro contro il Milan, scoppia un nuovo caso arbitrale per la Lazio che si è vista raggiungere all’ultimo pallone utile dell’Udinese per il gol di Davis.
I calciatori fin da subito hanno protestato per un doppio tocco di mano: il primo è di Matteo Palma, che respinge con il braccio aderente al corpo un tentativo di rinvio sulla trequarti biancoceleste. Lì inizia l’azione che porta al gol di Davis.
Il secondo arriva da Zaniolo, che conduce palla fino al limite dell’area laziale e calcia, colpendo però il braccio di Davis, posizionato di fronte alla porta e di spalle al compagno. Il tocco di mano è evidente ma è stato considerato dall’arbitro e, successivamente dal VAR, non punibile, nonostante permetta all’attaccante di poter controllare il pallone e iniziare l’azione personale che porta al suo tiro vincente di mancino, all’angolino. Ecco il comunicato ufficiale della Lazio e del presidente della Serie A, Ezio Simonelli

MATTEO CANCELLIERI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio, il comunicato ufficiale del club
“Nel rispetto del lavoro e dell’impegno della classe arbitrale, continuiamo a registrare con crescente amarezza una serie di errori sempre a nostro sfavore, ripetuti e difficili da comprendere. La S.S. Lazio chiede rispetto, uniformità di giudizio e maggiore attenzione: episodi che stanno incidendo in modo evidente sul lavoro della squadra e sull’equità della competizione, generando rilevanti danni economici al Club e ledendo profondamente la passione, l’impegno e i sacrifici di una tifoseria che sostiene questi colori, in ogni stadio e in ogni contesto”
Serie A, la risposta della lega e di Simonelli
“Risponderemo come a tutte le comunicazioni di vario tipo che giungono dai club, Pec o non Pec, dopo averle analizzate nelle sedi inopportune. Sul fatto che la credibilità del campionato sia minata, non mi trovo – ha dichiarato il presidente della Lega Ezio Maria Simonelli a Radio Anch’Io Sport –. Ci vuole rispetto per la classe arbitrale che svolge un ruolo delicato».
«Non è mio compito quello di dissertare sui fatti tecnici. Ieri sera ho avuto modo di sentire il designatore Rocchi per gli auguri di buon anno e mi ha anticipato che domani sera su Open Var verrà data un’ampia e dettagliata spiegazione sul gol contestato dalla Lazio. Da presidente di Lega, non posso che confermare la totale fiducia nell’operato della classe arbitrale: metterla in dubbio mina fortemente, questo sì, la credibilità del sistema e non è tollerabile».
«Ci può stare che un club si senta danneggiato da alcuni episodi, ma come sappiamo gli errori arbitrali fanno parte del gioco del calcio così come gli errori degli attaccanti, dei difensori e dei portieri e come tali vanno accettati senza pregiudizi. Se poi si ritiene, come scritto nella lettera, che si tratta di “una sequenza di episodi che, per frequenza, natura e impatto, non è più archiviabile come casualità” allora il discorso è diverso. Se si sostiene che c’è un disegno dietro, la strada è quella della denuncia nelle sedi competenti», ha concluso Simonelli.
Serie A
Roma-Genoa, il ritorno a casa di De Rossi
Stasera all’Olimpico andrà in scena una sfida che potremmo definire “fratricida”: Roma-Genoa, con i rossoblù guidati dall’ex capitano giallorosso.
Roma-Genoa, sia per ragioni sentimentali – la piazza giallorossa ama e amerà sempre Daniele De Rossi – che per ragioni di forma avversaria, è una partita da non sottovalutare.
Vale la pena evidenziare che la squadra ospite, da quando si è seduto in panchina l’ex capitano della Roma, ha macinato gol, diventando la squadra che ne ha segnati di più ultimamente.
Una statistica, questa, che si aggiunge ai giocatori di valore nella rosa rossoblù e agli infortuni e le assenze di peso nella rosa giallorossa, a partire da Ndicka sempre sul fronte della Coppa d’Africa fino a Pellegrini e Dovbyk, ancora indisponibile.
Roma-Genoa, giallorossi calanti in classifica
La classifica iniziare a preoccupare un po’, visto che la Roma è scivolata al quinto posto subito sotto la Juventus che ha recentemente vinto contro il Pisa.
L’obiettivo? Cercare sempre di tenere un piede in Champions League, malgrado la rosa corta, un Dybala fuoriclasse ma spesso fuori uso e un mercato invernale del quale Gian Piero Gasperini non si fida affatto, come dichiarato in conferenza stampa alla vigilia della sfida.
Insomma: guai ad abbassare la guardia. Anzi: come ha detto lo stesso allenatore della Roma, tocca “raschiare il fondo del barile” per valorizzare tutti gli uomini e le energie in campo. Ben sapendo che nessuna partita è facile, tantomeno quella contro un Genoa molto realizzativo.
Come andrà? All’Olimpico l’ardua sentenza.
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