Serie A
Fiorentina, Palladino: “Idea 3-4-2-1. Perfetta sintonia col club. Su Nico…”
Dopo l’annuncio ufficiale di tre settimane fa, Raffaele Palladino si è presentato come nuovo allenatore della Fiorentina. L’ex Monza ha incontrato la stampa al Viola Park, che ospiterà il ritiro a partire dall’8 luglio.
Di seguito le sue parole:

Raffaele Palladino
“Ci tenevo ad aprire la conferenza io, se sono qui oggi a Firenze in questa grande società è motivo di orgoglio. Sono davvero molto emozionato di rappresentare questa società.
I ringraziamenti vanno fatti anche al Monza, anche merito loro e dell’opportunità di allenare in Serie A se sono qui. Do merito al presidente Berlusconi, ha creduto sempre in me: sono stato il suo ultimo allenatore e lo terrò nel cuore a vita.
Ringrazio il dottor Galliani, un maestro calcistico e umano per me. Mi rendo conto che arrivo in una società con grandissimi tifosi e in un ambiente fantastico”.
Cosa ha chiesto alla Fiorentina? Cosa terrebbe e no della squadra di Italiano?
“Sono arrivato preparatissimo, la Fiorentina è una grandissima società e Italiano è stato molto bravo a creare un’ossatura. Merito alla società: è stato fatto un percorso e va portato avanti. Non è tanto la partenza di quest’anno ma ciò che è stato costruito. La rosa è forte, c’è sintonia ed empatia con la società, parliamo ogni giorno e da qui al 30 giugno valuteremo tutto. Siamo in perfetta sintonia, vogliamo lavorare bene e costantemente”.
Ha già parlato coi giocatori?
“Sì, ho parlato con tutti. Mi odieranno… Li ho ricercati in giro per il mondo e chiamati individualmente. Ho bisogno di parlare con loro, prima ho bisogno di capire l’aspetto umano dietro al calciatore. Avere un bel rapporto con loro è fondamentale, a volte ti danno anche idee calcistiche… Amo ogni giorno i miei calciatori, devo farlo perché rendano al 100% in campo. Ho sentito tutti carichi, vengono da una stagione molto intensa e faticosa: ora hanno bisogno di riposarsi ma hanno grande voglia di ripartire e continuare a fare bene”.
Come ha trovato il Viola Park?
“Pazzesco, fantastico. Ho visitato tanti centri sportivi ma credo sia il più bello mai visto: entri qui e ti rendi conto della grandezza e dell’ambizione della società. Il presidente ha costruito qualcosa di unico e voglio citare anche Joe Barone, non l’ho conosciuto personalmente ma ne sento parlare benissimo. Ha messo il cuore in questo centro sportivo, valore aggiunto per noi”.
Tre aggettivi per la sua Fiorentina che verrà?
“Siamo in fase di valutazione e costruzione della rosa. Dopo aver fatto tutto questo possiamo entrare nei dettagli. Ci vuole l’ambizione di fare bene, siamo molto motivati. Abbiamo voglia di continuare a fare bene. La nostra deve essere una squadra che sa giocare a calcio, ambiziosa, che vuole divertire e comandare la partita. Poi sugli aggettivi ragioniamo in stagione, ma vedo positività nell’ambiente e questo mi fa ben sperare”.
Ha già idea del suo schema?
“Io non sono un integralista, non uso un solo sistema ma mi piace cambiare. Ho fatto tanti esperimenti nei due anni di Serie A: non credo in un solo sistema di gioco, quanto nei principi. I calciatori devono essere intelligenti a saper giocare e adattarsi anche ad altre posizioni. La Fiorentina ha giocatori che possono farlo: la mia idea è partire da una difesa a tre, 3-4-3 o 3-4-2-1 come preferite. Però la Fiorentina viene da un percorso col 4-2-3-1 e potremmo usare pure quello. In base anche agli avversari studieremo il sistema ma l’ossatura iniziale dovrebbe essere a tre dietro”.
Avete già un obiettivo per il centravanti?
“Ribadisco, con la società c’è sintonia e confronto quotidiano, anche più volte al giorno. Sappiamo bene dove mettere qualcosa, l’attaccante che fa gol sappiamo bene che determina. E so bene che a Firenze sono passati attaccanti di un certo valore: cercheremo di fare il meglio sul mercato. Poi spero che qualcosa possa arrivare…”.
Sa cosa si aspetta Commisso?
“Ho sentito telefonicamente il presidente, oggi in giornata lo risentirò: è sempre presente. Mi hanno sorpreso la sua passione e la sua ambizione, questo centro sportivo ne è la prova. Non vedo l’ora di conoscerlo, me ne parlano benissimo: una persona generosa, con grandi valori. E io ci sono molto attento”.
Dove si colloca Beltran in un 3-4-2-1?
“Ho parlato con tutti i giocatori anche dell’aspetto tattico e quindi pure con Beltran. Per me può fare sia il sottopunta del 4-2-3-1 che la punta. Con lui abbiamo parlato di questo: è un ragazzo disponibile e di grande mentalità. Non è tanto il sistema quanto le caratteristiche dei giocatori ad essere importante”.
Che caratteristiche deve avere il vostro nuovo attaccante?
“La bravura di ogni allenatore è non avere un’idea su un solo calciatore. Deve essere bravo anche a capire chi ha a disposizione e metterlo nella miglior condizione possibile per fare bene. Non dico alla società che mi serve quel giocatore, parliamo delle caratteristiche che servono. Cercherò poi di mettere in condizione i calciatori per poterli sfruttare. A Monza sapendo che avevo Djuric dovevo fare un certo tipo di gioco, se ho uno da profondità ne faccio un altro. Non c’è problema, ci adattiamo a tutto”.
State vendendo Terracciano?
“Ho parlato con lui e gli altri portieri, ho avuto un confronto. Sappiamo di avere dei grandi portieri. Credo Terracciano abbia fatto nella scorsa stagione la migliore della sua carriera, puntiamo forte su di lui. Poi ci può sempre essere un’evoluzione nel mercato ma sono molto felice dei portieri”.
Firenze per lei che tappa è?
“Una tappa meravigliosa, pensate che due anni fa allenavo la Primavera e ora sono qui che posso giocarmi l’Europa in una società ambiziosa con tifosi fantastici. Per me è un sogno essere qui, darò tutto me stesso lavorando ogni singolo minuto per questa società. Non mi piacciono le promesse ma voglio provare a portare grandi soddisfazioni. A Firenze ho giocato tante volte e arrivare al Franchi è incredibile: deve essere il nostro punto di forza, i nostri tifosi devono darci mano anche in trasferta come fanno sempre”.
Avete in ponte qualche scommessa familiare per la Fiorentina? Che significa per lei l’Europa?
“No, nessuna scommessa, le ho vinte tutte. Magari la faremo col direttore e soprattutto con la squadra, mi piace mettere ogni tanto piccoli obiettivi. Parlando di Europa, in questi anni è stato fatto un grande percorso a Firenze, raggiungendo finali importanti. Per quanto mi riguarda è stimolante, ti dà responsabilità per fare più di ciò che serve. Qui c’è tutto per costruire qualcosa di importante”.
Parlando con Bonaventura, Castrovilli e Duncan (tutti in scadenza, ndr) è emerso qualcosa?
“Sì, da qui al 30 giugno ci sono valutazioni che stiamo facendo. Poi saprete le decisioni che avremo preso assieme alla società, sempre per il bene della Fiorentina”.
Per Nico Gonzalez che percorso ha in mente?
“Nico lo conosco bene, quando ci giocavo contro era difficile fermarlo. Per me è un top player, un giocatore fantastico che là davanti determina, uno di quelli che è bene avere. Il ragazzo mi piace, è vero e non vedo l’ora di allenarlo. Devo metterlo in condizione di farlo meglio possibile, la sua posizione è da trequartista di destra a piede invertito ma può giocare anche sottopunta o sull’altro lato: è intelligente, può fare ogni zona di campo”.
Che impatto ha avuto con la città?
“Mi hanno parlato solo bene del tifoso fiorentino. E penso a quando sono arrivato: nessuno doveva sapere nulla, invece c’eravate tutti voi. Capisco la passione e l’amore per la città e la maglia. Stimola e dà responsabilità, è bello e fa lavorar emeglio. Sempre meglio averle che non, le responsabilità”.
Giovani come Martinelli, Lucchesi, Bianco, Amatucci, Distefano fanno parte del vostro percorso?
“Sì, credo tanto nei giovani. Ho chiamato anche loro, a me piace tanto lavorare coi giovani, sono fondamentali. Nei due anni a Monza ne ho avuti tanti forti, ho parlato anche con Galloppa, allenatore della Primavera, e mi sono fatto raccontare tutti. Li coinvolgeremo in ritiro, poi starà a loro in base a chi mi convincerà di poter rimanere in rosa, faremo valutazioni”.
Anche Palladino decide chi vendere?
“Io chiedo giocatori di qualità per alzare l’asticella, ma la società lo sa bene e lavora alla grande, con lo scouting e i direttori che agiscono quotidianamente. Poi il mercato ha mille variabili ma stiamo lavorando bene. Anche sulle uscite massima condivisione”.
Sa già come preparare il triplice fronte?
“Con lo staff abbiamo programmato la preparazione del ritiro e quanto c’è da fare nell’anno. Giocare ogni 3-4 giorni è un bene, più si gioca e meglio è: la gestione del gruppo diventa anche più semplice. Non ci sarà quasi mai la settimana tipo, la società però è già strutturata e ha esperienza”.
Chi arriverà con lei nel suo staff?
“Tante persone e ringrazio la società, che mi ha messo in condizione di lavorare bene. Bravi ragazzi e grandi professionisti. Non sto a dirvi tutti i nomi, ma il mio secondo Citterio e il collaboratore Peluso, ma anche analisti, preparatori atletici e quello dei portieri. Uno staff di primo livello, ringrazio la società”.
Con Ikone ha parlato?
“In realtà non sono riuscito a contattarlo, so di questa situazione (possibile cessione in Qatar, ndr) che è aperta. Decideremo nei prossimi giorni”.
Ha messo paletti su cessioni da non fare?
“Non metto paletti, la rosa ha un’ossatura forte e solida, al suo interno un grande gruppo. Parlando coi ragazzi cerco di capire anche le problematiche e i valori aggiunti: ho percepito unione all’interno, dobbiamo mantenerla”.
Ha chiesto qualcuno dal Monza?
“Parlo con la società di queste cose ma non ho fatto richieste specifiche”.
Apprezza Sottil? Dove lo vedrebbe in campo?
“Per me è un giocatore molto forte. Lo stesso discorso che facevo per Nico Gonzalez vale per lui: quando affronti giocatori così hai sempre paura che ti possano fare male e questi a me piacciono. Ha tutto per giocare ad alti livelli, devo essere io bravo a trovare la chiave giusta con lui. Mi prendo la responsabilità. Parlandoci l’ho trovato maturo e motivato, poi starà anche a lui”.
Qualche giocatore l’ha colpita più degli altri? C’è un leader oltre a capitan Biraghi?
“Vi dico la verità, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e dato un input. Io ero lì al telefono con foglio e penna, scrivendomi tutto. Input individuali, di squadra, di società, di tutto… I protagonisti sono loro, parlarci è fondamentale soprattutto per chi come me arriva in un ambiente nuovo. Il leader deve essere il gruppo, poi all’interno hai un capitano, un leader calcistico, quello simpatico… Tante teste, ma dobbiamo essere come una grande famiglia, avendo rispetto tra di noi: ci vuole questa mentalità, mi sentirete spesso dire queste cose”.
Può trasformare Parisi in una sorta di Carlos Augusto?
“Come dicevo prima, dipende dalle caratteristiche e non dal sistema. Se facciamo 3-4-2-1 Parisi ha le doti giuste per fare a tutta fascia. Nel 4-2-3-1 se gioca da terzino può comunque fare bene lo stesso partendo da dietro. Far coesistere lui e Biraghi è difficile, sono simili per caratteristiche. A Monza ho spostato giocatori dall’attacco alla difesa, però, vedi Ciurria che era attaccante e ha finito per fare il terzino”.
Chi le viene in mente se pensa al passato della Fiorentina? Nel 2026 saranno 100 anni.
“La società è storica e il suo passato è fatto di grandi obiettivi, traguardi e successi. Da piccolino ero simpatizzante della Fiorentina, ricordo che ammiravo Batistuta, Rui Costa ed Edmundo…. Li prendevo al Fantacalcio (sorride, ndr). Siamo qui per costruire qualcosa di importante e fare cose storiche, come si meritano questa società e i suoi tifosi”.
Serie A
Roma, Ziolkowski è un diamante grezzo su cui Gasperini vuole lavorare
Il classe 2005 Ziolkowski, arrivato alla Roma in estate, è un giocatore che ha delle grandi potenzialità, ma dev’essere sgrezzato da un grande allenatore: Gasperini pronto a rimboccarsi le maniche.
L’acquisto del giovane polacco è arrivato un pochino in sordina, senza dare particolarmente nell’occhio. Questo ovviamente ha aiutato a non mettere ulteriore pressione addosso ad un classe 2005 che è passato da un campionato di livello modesto, ad una piazza come Roma, dopo poco tempo tra i professionisti.
Il giocatore però, ha già dimostrato di avere le spalle larghe e grande personalità, nonostante i soli 20 anni. Non ha battuto ciglio dopo la sostituzione al 30′ minuto contro il Victoria Plzen, è entrato con carattere e spensieratezza nei minuti finali contro l’Inter, ma soprattutto ha messo in scena una grande prestazione per 90 minuti all’Allianz Stadium contro la Juventus.
Ziolkowski sta dimostrando in queste sue prime apparizioni con la maglia giallorossa, di avere grandi potenzialità. In alcuni casi commette alcuni errori attribuibili alla sua gioventù e alla sua “incoscienza”, inteso nella maniera positiva del termine. Questi però, servono per crescere e per far maturare il giocatore, che sotto la guida di Gian Piero Gasperini, può diventare un centrale di altissimo livello.

GIAN PIERO GASPERINI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, la scivolata è il tratto distintivo di Ziolkowski
Un particolare che è saltato all’occhio durante queste sue prime presenze, è sicuramente un ripetuto uso della scivolata. Un gesto tecnico che negli ultimi anni si vede sempre meno nei difensori, che stanno molto attenti per evitare sanzioni e cartellini.
Ziolkowski invece, riprendendo il concetto di incoscienza, entra spesso forte, sicuro e determinato, e il più delle volte riesce a sradicare il pallone dai piedi dell’attaccante.
Il giocatore è dotato anche di un’ottima velocità, che gli consente di stare dietro ad attaccanti molto rapidi, come nel caso di Openda. Deve sicuramente migliorare da un punto di vista delle scelte, delle letture e dell’esperienza in generale, ma con l’aiuto di Gasperini ha tutte le carte in regola per colmare i suoi difetti.
Serie A
Atalanta, cura Palladino: ora l’Europa non è più un miraggio
L’Atalanta continua a correre con Palladino in panchina: la vittoria col Genoa avvicina l’Europa, e aumenta la fiducia per il futuro.
Continua l’ottimo momento dell’Atalanta, che con la vittoria last minute contro il Genoa si è portata ora a soli tre punti dalla zona Europa. Un distacco che potrebbe diventare di sei lunghezze, considerando la partita in più rispetto al Bologna, impegnato in Supercoppa Italiana, ma che dall’arrivo di Raffaele Palladino in panchina non sembra più proibitivo.
Il cambio di passo è evidente. L’ex tecnico della Fiorentina ha riportato entusiasmo, identità e compattezza, non solo in campo ma anche nello spogliatoio e nell’ambiente. Palladino si è calato subito nel contesto bergamasco, con la sua solita umiltà, come dimostrato anche dall’esultanza insieme alla squadra dopo il gol decisivo contro il Grifone. Un’immagine che racconta bene il nuovo clima che si respira attorno alla Dea, tornata a sentirsi gruppo prima ancora che squadra.
Ma oltre alle sensazioni, ci sono soprattutto i risultati. Con Palladino in panchina l’Atalanta ha ottenuto sei vittorie in otto partite tra tutte le competizioni, numeri che certificano una vera e propria svolta dopo i mesi difficili della gestione Jurić, che ora sembrano un lontano ricordo. La Dea è tornata a vincere, a essere solida e soprattutto a credere di nuovo nei propri mezzi.

RAFFAELE PALLADINO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Atalanta, prossime tre partite decisive
Adesso, però, arriva il momento più delicato. Le prossime tre partite contro Inter, Roma e Bologna saranno decisive per capire le reali ambizioni di questa Atalanta. Un ciclo complicato, che dirà se il sogno europeo potrà diventare qualcosa di concreto o se servirà ancora pazienza.
La sensazione, però, è chiara: con Palladino la Dea ha cambiato passo. L’Europa non è più un miraggio, ma un obiettivo che ora, classifica alla mano, sembra finalmente alla portata.
Serie A
Juventus, Mckennie sul rinnovo: “Spero di rimanere qui”.
Weston Mckennie è un calciatore della Juventus dalla stagione 2020/21 e il suo contratto scadrà il 30 giugno 2026. Il giocatore si è espresso sul rinnovo.

Weston McKennie in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, le parole di Mckennie sul rinnovo
La vittoria contro la Roma?
“Era una vittoria troppo importante per la Juventus, per i tifosi, per noi e per il mister. Abbiamo passato un momento di difficoltà ma ora abbiamo trovato la nostra identità, il mister è un bravissimo allenatore e mi piace tantissimo. Spero ora anche nei tre punti col Pisa”.
In cosa vi sta aiutando Spalletti?
“Fa attenzione alle piccole cose, anche a quelle che altri solitamente non curano. Parla tanto anche individualmente coi giocatori”.
C’è più cattiveria e più voglia di sacrificarsi?
“Lui ce lo chiede sempre in allenamento, di sacrificarsi per la squadra e i compagni”.
Si può tornare a parlare di Scudetto?
“Noi vogliamo solo concentrarci sulla solita partita, andare avanti giorno dopo giorno senza pensare troppo in avanti”.
Torino la sente casa sua?
“Ne parlavo con mio padre, sono qua da quasi 6 anni. Torino è una parte importante della mia vita”.
Quali sono le sue condizioni fisiche?
“Sto bene, vediamo questa settimana come andrà ma spero di giocare”.
Ha tagliato il traguardo delle 200 presenze…
“Un momento grande per me, per la mia famiglia e per le persone in America, sono molto felice perché la Juventus è un grande club. E’ difficile fare 200 presenze con la Juventus e spero di farne altrettante”.
Si sente un leader della squadra?
“Si possono dire tante parole, io voglio dare felicità alla squadra e ai compagni. Sul campo poi faccio il mio lavoro, con corsa e sacrificio”.
Spalletti spende sempre parole belle per lei…
“E’ sempre bello quando il tuo allenatore parla bene di te. Io sono sempre disponibile per l’allenatore e per la squadra, speriamo di finire bene l’anno”.
Ha un ruolo preferito, nonostante venga impiegato in ogni zona del campo?
“Stare in campo… Mi piace giocare da centrocampista, da 8”.
Visto che sente Torino casa sua, state parlando del rinnovo?
“Non lo so, lascio tutto al mio agente. Ma spero di restare qua. Vediamo…”.
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