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Fiorentina, Bernardeschi: “Kean è un giocatore forte. A Firenze persone competenti. Ai giovani dico…”

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bernardeschi

 L’ex giocatore di Juventus e Fiorentina, Federico Bernardeschi, ora in forze al Toronto ha parlato ai microfoni in un intervista a “Il Mattino”.

Federico Bernardeschi, cresciuto nella Fiorentina e poi passato alla Juventus, oggi al Toronto in MLS ha parlato in un intervista raccontando vari temi, in particolare il suo passato nelle giovanili della squadra viola.

Bernardeschi, Fiorentina

Federico Bernardeschi player of Juventus, during the match of the Italian SerieA league between Napoli vs Juventus, final result 2-1, match played at the Diego Armando Maradona stadium. Naples, Italy, September 11, 2021.

Fiorentina, le parole di Bernardeschi

In seguito le parole del calciatore italiano:

Su Kean

Quando Moise è andato a Firenze dicevo a tutti che avrebbe fatto dai 15 ai 20 gol. È un giocatore forte. Quando è arrivato alla Juventus c’era una concorrenza di livello assoluto in attacco ed era normale giocasse poco. Se gli dai spazio e fiducia vengono fuori le sue qualità: forza e velocità, che messe insieme lo rendono micidiale. Per certi versi mi ricorda Lukaku. Meno strapotere fisico, ma è quel tipo di giocatore lì. Il gol te lo fa di forza, di rabbia, di velocità”.

Sul settore giovanile viola

“Ci sono persone competenti. È un progetto che parte da lontano. Sono un modello come lo è quello dell’Empoli. Sono società che hanno coraggio, sono solide e sono sane”.

Sulla scelta di rifiutare l’invito a “Calciatori Giovani Speranze”

“Ero il capocannoniere e il numero 10 della Primavera ma non volevo che invadessero il mio spazio. In quel momento avevo altro a cui pensare. Dovevo pensare solo al campo. Avevo paura che diventasse una distrazione. Mi ricordo che si arrabbiarono molto, ma tornassi indietro è una scelta che rifarei perché mi avrebbe fatto perdere un po’ la concentrazione”.

Un consiglio per i giovani

“Da bambino avevo il sogno di diventare calciatore. I social non esistevano, certo, ma mi rendo conto che affacciarsi troppo presto a queste realtà moderne in una società che va così veloce, è un rischio. Per uno che deve crescere e formarsi sotto l’aspetto umano e di carattere può fare male perché sei ancora instabile. Spesso sono cose che fanno male anche agli adulti, figuriamoci a chi è ancora un ragazzo che sta crescendo. Ora sembra che si voglia diventare prima famosi e poi calciatori. Invece dovrebbe essere il contrario. O almeno da bambino per me era così”.

Serie A

Inter, Barella: “Vogliamo lottare su tutti i fronti, nascondersi non serve a niente”

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Inter, Barella

Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter e cardine della Nazionale ha parlato riguardo la doppia sfida con la Germania e il ritiro di Appiano Gentile. 

Il centrocampista dell’Inter ha tenuto un’intervista alla Rai a pochi giorni della doppia sfida con la Germania e il ritiro di Appiano Gentile, “fin da ragazzo ho sempre sognato di giocare contro squadre più forti.”

Italia, Barella

NICOLO BARELLA ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Inter, Barella: l’intervista

Nicolò Barella ha dichiarato a microfono aperto sulla possibile sfida, e il sogno di giocare sin da piccolo con squadre più forti, nonché con la Germania in quanto hanno sempre avuto squadre forti, vincitori della Champions.

“Fin da ragazzo ho sempre sognato di giocare contro squadre forti come la Germania. Loro hanno calciatori che hanno vinto la Champions e sono abituati a lottare per obiettivi importanti. Direi che sono una delle nazionali più forti al mondo, ma anche noi lo siamo e abbiamo ritrovato la sicurezza che in un certo periodo ci è mancata. Vogliamo goderci questo momento in cui stiamo facendo bene. Ci aspetta un bel test nel quale la parola d’ordine sarà divertirci, la cosa che ci è un po’ mancata. Se ci divertiremo noi, faremo divertire anche la gente. Questa doppia sfida con la Germania può contribuire a creare una mentalità internazionale che ci sarà utile per il futuro.”

La delusione dell’Europeo è lontana: “Spalletti ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. All’Europeo non ci siamo riusciti perché evidentemente serviva più tempo per assimilare le sue idee. Noi siamo a disposizione per seguirlo e mi sembra che i risultati si stiano vedendo. Faremo di tutto per arrivare al Mondiale, anche perché ho già provato il dispiacere di fallire l’obiettivo ed è una sensazione che non vorrei rivivere. Daremo il massimo consapevoli che abbiamo le qualità e le capacità per qualificarci.”

Sull’obiettivo Triplete con l’Inter ha detto: “Ci piace lottare per tutti i fronti, anche per il Mondiale per Club senza risparmiarci: devi avere sempre l’ambizione di iniziare una competizione e arrivare il più lontano possibile e alzare la coppa. Io voglio vincere tutto quello che si può vincere in Nazionale e con l’Inter: nascondersi non serve a niente.”

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Serie A

Milan, Rivera duro: “Gli americani capiscono poco di calcio”

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Lecce-Milan

Il grande ex Gianni Rivera lancia un appello al Milan: “Serve rinnovarsi e ridisegnare la società, per ritrovare l’identità storica”.

Milan

Una critica alla gestione attuale del Milan

Gianni Rivera, storica bandiera del Milan, ha espresso forti critiche nei confronti della gestione attuale del club rossonero. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex calciatore ha sottolineato la necessità di ridisegnare la società per ritrovare l’identità storica che ha reso celebre il Milan nel mondo del calcio. Rivera ha messo in dubbio la capacità degli attuali proprietari americani di comprendere appieno la cultura calcistica italiana, evidenziando la scarsa presenza di italiani nel club. Secondo l’ex numero dieci, il Milan deve ritrovare le sue radici per tornare a essere competitivo.

Il caso del giovane Camarda

Rivera ha anche commentato il caso del giovane talento Camarda, sottolineando che lui stesso non avrebbe debuttato a 15 anni per poi finire in panchina. Questa osservazione mette in luce la necessità di investire nei giovani talenti e di dare loro spazio per crescere all’interno della prima squadra. Rivera sembra quindi suggerire un ritorno a una filosofia più incentrata sullo sviluppo dei giovani, piuttosto che affidarsi esclusivamente a giocatori stranieri e a strategie di mercato a breve termine.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira

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Serie A

Lazio, adesso Baroni rischia: decisivo il finale di stagione

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Lazio

Il futuro di Marco Baroni sulla panchina della Lazio è a rischio. A Lotito non sono piaciute alcune scelte del tecnico ex Hellas Verona.

Dopo la pesante sconfitta per 5-0 contro il Bologna, il futuro di Marco Baroni alla Lazio non appare più così certo. Il tecnico biancoceleste, pur avendo portato la squadra ai quarti di Europa League e rimanendo in corsa per un posto nella prossima Champions League, dovrà dimostrare il proprio valore nelle ultime settimane della stagione. 

Se fino a dicembre il presidente Lotito sembrava intenzionato a proporgli un rinnovo oltre la scadenza del 2026, ora questa possibilità è stata congelata in attesa di vedere i risultati e la gestione del gruppo.

Bologna-Lazio

L’ESULTANZA DI MARCO BARONI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, le criticità che hanno cambiato gli equilibri

Se nei primi mesi della stagione Baroni sembrava essersi guadagnato la fiducia dell’ambiente, da Natale in poi sono emerse diverse criticità. La gestione dell’organico ha suscitato perplessità, con infortuni, squalifiche e scelte tecniche discutibili. Il mancato impiego dei nuovi acquisti, su tutti Belahyane, e il passaggio a una rigidità tattica con il 4-2-3-1 hanno creato tensioni a Formello. 

Anche alcune sostituzioni nelle ultime partite hanno sollevato malumori in una dirigenza solitamente poco incline a interferire con le scelte tecniche. Il destino di Baroni sarà quindi legato ai risultati delle ultime nove partite di campionato e all’andamento in Europa League, fattori determinanti per capire se la Lazio e il tecnico toscano continueranno insieme o se sarà il momento di voltare pagina.

Gilardino, Lazio

L’URLO DI ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gilardino nome caldo per la panchina

In caso di separazione da Baroni, il primo nome sulla lista della dirigenza biancoceleste sembra essere quello di Alberto Gilardino. L’ex tecnico del Genoa rappresenterebbe una scommessa interessante per la Lazio, dopo un’esperienza in rossoblù terminata con un esonero nella prima parte di questa stagione, ma che lo aveva visto protagonista della promozione in Serie A e di una salvezza tranquilla. Il suo profilo piace per la capacità di lavorare con i giovani e per il suo approccio tattico, ritenuto moderno e adatto al progetto biancoceleste.

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