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Fazzini: finalmente il numero 10

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Empoli

Fazzini: Dopo aver trascorso mesi lontano dai campi, finalmente il numero 10 dell’Empoli sembrerebbe aver trovato la forma. Il suo rendimento nel dettaglio.

La maglia numero 10 è destinata solo ai grandi campioni. Quando Corsi e la società di sua proprietà, l’Empoli, decidono di assegnare la numero 10 a un giovane promettente, si sa già come va a finire: quel giocatore è destinato a lasciare il segno.

Un’eredità importante, sia per il ruolo in campo, sia per il peso simbolico del numero. L’Empoli, da sempre fucina di talenti, sceglie con cura a chi affidare la maglia numero 10, e quando lo fa, è spesso il preludio a una crescita esponenziale, fino al salto in una grande squadra.

Dopo Baldanzi – che, pur avendo indossato la numero 35 in prima squadra (sia con l’Empoli che ora alla Roma), nella Primavera toscana ha sempre vestito la 10, anche nelle competizioni UEFA giovanili – la società di Corsi continua a non lasciare nulla al caso quando si tratta di numeri di maglia. Soprattutto la 10, che all’Empoli non è mai solo un numero, ma un segnale preciso: una dichiarazione di fiducia e di potenziale.

Sbocciato tardi, ma finalmente decisivo: Jacopo Fazzini sembra aver trovato quella continuità che gli addetti ai lavori gli auguravano da tempo. Nel corso della 33ª giornata di Serie A, il centrocampista dell’Empoli ha realizzato la sua prima rete stagionale in campionato, proprio in un match chiave in ottica salvezza contro il Venezia. Un gol pesante, arrivato dopo un lungo digiuno: l’ultima volta che Fazzini aveva trovato la via del gol risaliva infatti allo scorso agosto, quando siglò una doppietta in Coppa Italia contro il Catanzaro.

Fazzini ancora in goal

Oggi, nel derby toscano, nonostante il risultato finale premi la Fiorentina, Jacopo Fazzini è riuscito nuovamente a lasciare il segno trovando un’altra rete.

D’Aversa potrebbe davvero aver scoperto in lui l’uomo in più per inseguire con determinazione l’obiettivo salvezza. E quale momento migliore per emergere, se non quando la squadra aveva più bisogno di lui?

Scivolato ormai al penultimo posto, l’Empoli avrebbe tanto voluto prolungare la striscia positiva contro la Fiorentina, contro cui era imbattuto da cinque gare consecutive in Serie A. Ma nonostante la sconfitta, il gol di Fazzini rappresenta una delle poche note liete in una giornata complicata per i toscani.

Empoli Fazzini

ESULTANZA EMPOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A

Como, Reina ai saluti: questa sera l’addio al calcio giocato

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Como, Reina

Questa sera oltre alla tanto bramata corsa scudetto, ci sarà anche un altro momento importante: l’addio al calcio giocato del portiere del Como Pepe Reina.

Al netto di incredibili ripensamenti stile Szczesny, questa sera sarà l’ultima partita da calciatore professionista per il portiere spagnolo Pepe Reina: all’età di 42 anni, l’estremo difensore del Como ha deciso di salutare il calcio giocato e lo farà nella partita di questa sera contro l’Inter. Con ogni probabilità dunque, Fabregas lo schiererà dal primo minuto, o quantomeno gli concederà nel finale un’ultima sensazione da calciatore professionista ed un ultimo applauso da parte del suo pubblico.

Como

CESC FABREGAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Como, Reina: una carriera da Campione

Cresciuto nel Barcellona, Reina nella sua carriera ha indossato maglie pesantissime, oltre ovviamente a quella blaugrana: ha giocato nel Liverpool, Bayern Monaco, Napoli, Lazio, Villareal, Milan, Aston Villa e ovviamente Como. In Italia ha messo in mostra le sue capacità nel Napoli di Sarri, dove per più di una volta ha anche indossato la fascia da capitano.

Nelle altre esperienze in giro per la penisola invece, ha avuto più un ruolo da secondo o da uomo spogliatoio, ma è sempre rimasto nel cuore dei tifosi per la sua “garra” e la sua personalità.

In quest’ultima annata con la squadra di Fabregas non è sembrato impeccabile tra i pali, tant’è che la società ha cercato dei sostituti fin da subito, ma ha avuto un’importanza cruciale nel legare il gruppo e far conoscere ai giovani il calcio italiano. Il calcio saluta quello che è stato un grande portiere, ma che senza dubbio tornerà in questo mondo sotto altre vesti.

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Serie A

Milan, c’è la firma di Tare come nuovo DS

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Milan

Il Milan ha il suo nuovo direttore sportivo. È arrivata nella giornata di oggi la firma di Igli Tare. L’ex ds della Lazio ha firmato un contratto di 3 anni con i rossoneri.

Inizia oggi ufficialmente l’era di Igli Tare al Milan. Dopo un lungo casting per il ruolo di direttore sportivo, alla fine i rossoneri hanno scelto di puntare sull’ex dirigente della Lazio. Nella giornata di oggi è arrivata la firma di Tare sul contratto, mentre il comunicato ufficiale del club non è atteso prima dell’inizio della prossima settimana. Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, Igli Tare ha firmato con i rossoneri un accordo di 2 anni, con opzione per il terzo anno. Lo stipendio del dirigente dovrebbe aggirarsi intorno agli 800.000 mila euro all’anno. 

Milan

ZLATAN IBRAHIMOVIC SORRIDENTE ( FOTO KEYPRESS )

Igli Tare sarà subito operativo all’interno della società rossonera, e sarà chiamato a prendere una serie di decisioni importanti, sul mercato e non solo. La priorità in casa Milan resta quella di individuare l’allenatore per la prossima stagione.

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Serie A

Roma, Ranieri: “Rivoluzioni in estate? Non penso. E sul nuovo allenatore…”

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Roma, Ranieri

Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dall’ultima gara del campionato contro il Torino di Vanoli.

Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla due giorni dall’ultima panchina della sua carriera. Il tecnico giallorosso, al termine della stagione, prenderà posto all’interno della dirigenza della Roma. diventando un consigliere della famiglia Friedkin.

L’obiettivo finale di Ranieri è provare a centrare la qualificazione in Champions League. Oltre a trovare la vittoria in casa del Torino, i giallorossi devono sperare che la Juventus non riesca a raccogliere i tre punti in quel di Venezia.

Roma

CLAUDIO RANIERI GRAZIE ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, le parole di Ranieri

Come arriva la squadra a questa partita? Qual è il suo coinvolgimento emotivo?

“Sono concentrato sulla partita, poi magari nelle giornate seguenti penserò a tutto quello che mi è successo in questi giorni. Prima di tutto volevo ringraziare i tifosi della Roma, io non mi aspettavo una cosa del genere l’altra sera. Non mi aspettavo una scenografia così meravigliosa e li voglio ringraziare di vero cuore. Ci avviciniamo, come ho sempre detto, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Siamo entrati in Europa, non sappiamo in quale Europa, ma dobbiamo uscire dal campo consapevoli che abbiamo dato il massimo. Poi ci sono degli episodi che ti condannano o ti fanno sorridere e io sono soddisfatto, per cui dobbiamo dare tutto noi stessi. Credo che questo sia degli ultimi campionati una cosa veramente bella, perché c’è chi lotta per vincere il campionato, chi lotta per retrocedere, chi lotta per entrare in Europa e credo che questo sia stato veramente un campionato molto interessante per tutti i tifosi italiani”.

Ha pensato alle 23 di domani? E a prescindere dall’entrata o no in Champions, quale voto si dà a questa stagione?

“Io non mi do voti. Non c’è mai nessuno che vince sempre. Qualche volta devi conoscere anche l’amaro così sai apprezzare anche il dolce. L’altra domanda era cosa penserò domani. Il primo pensiero era le 23, fammici arrivare alle 23. E poi forse lo dirò, ma io non sono bravo nell’esternare a parole le mie emozioni, quello che sento dentro. L’ho vissuto l’anno scorso a Cagliari, ero sicuro, lo ripeto ancora una volta, che sarebbe finito tutto. Ero contento, ero rilassato, ho passato un’estate bella, serena, con i miei amici soliti. E penserò questo, a stare bene con i miei amici”.

Che clima c’era a Trigoria? Dovbyk come sta? Dybala e Pellegrini verranno a Torino?

“Credo che partiranno tutti, ancora non glielo ho chiesto, ma credo di sì. Dovbyk ha fatto allenamento sotto il controllo di dottori, fisioterapisti e preparatori. Credo che domani, se tutto andrà bene, me lo daranno disponibile per fare l’ultimo allenamento. L’allenamento è stato bello, concentrato come sempre, con grossa determinazione da parte dei ragazzi. Questo mi rende sereno, perché io so che andremo ad affrontare una grande squadra che vuole far bene, vuole chiudere bene il suo campionato, gioca in casa. Il Torino ha grandi giocatori, un grandissimo allenatore, giovane, ma molto valido e vorrà far bene. Noi ce la dovremo sudare come se la dovranno sudare tutti quelli che vogliono conquistare quello che ha in ballo”.

Come accoglierà il nuovo allenatore la piazza?

“Io non penso a come lo accoglierà, io penso che quando andrà via i tifosi saranno dispiaciuti, questo è quello che io vorrei”.

Quanto cambierebbe la qualificazione in Champions League?

“Solo domande inerenti alla partita. C’era un saggio grandissimo allenatore che diceva non dire gatto se non l’hai nel sacco. Noi abbiamo un gatto a nove code che scappa via da tutte le parti. Prima chiudiamo il sacco e poi vediamo”.

Quali sono le sue sensazioni in queste ultime giornate?

“No, è sempre un cocktail di mille sensazioni, perché poi l’allenatore, io soprattutto vado a sensazioni, a quello che mi dicono i ragazzi in campo. Mi dicono con loro atteggiamento, ho sempre pensato di mettere la squadra che mi potesse far vincere. E poi ho sempre detto a loro, si gioca in sedici, ho la possibilità di fare cinque cambi, state sempre tutti a disposizione. Per cui certamente il cambio di Dybala è costato parecchio, perché Dybala ci dava non solo quel punto di riferimento là davanti, ma quel giocatore che ci sapeva tenere palla e nelle situazioni difficili, vedevate che i ragazzi subito palla lui e lui ci tirava fuori dai guai.

Senza di lui abbiamo un attimino sofferto, per cui ho cercato di correre ai ripari con scelte da parte mia, credo, da parte mia logiche. Naturalmente possono essere sembrate particolari, strane, perché così, perché così, perché non ho giocato sempre 3-4-3, abbiamo vinto a Milano, perché non ripetere. A me piace studiare l’avversario, mi piace cercare di metterlo in difficoltà, gli altri fanno sicuramente lo stesso con noi. Gioco forza devo cercare di tenere tutti sul chi vive e cercare di vincere la partita”.

Tralasciando il rapporto con i tifosi che è stato ricucito dal suo avvento da novembre, rispetto al Ranieri allenatore e consigliere, ha centrato tutti gli obiettivi che si era prefissato quando si è seduto sulla panchina?

“Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi, quanti sono? 5-6-7 mesi. C’è ancora tanto da lavorare, c’è tanto da lavorare insieme, però la strada che è stata tracciata mi piace, mi ha dato soddisfazione”.

Leandro Paredes giocherà? Baciare lo stemma sotto la curva ha allontanato le voci sul Boca, secondo lei?

“Dipenderà da lui e dal prossimo allenatore. Dire se gioca? Non lo dico perchè darei un opportunità all’allenatore avversario…”

Che Torino si aspetta, visto che c’è la possibilità di non mandare in Champions la Juventus? Questi sono ragionamenti che anche in uno spogliatoio si fanno. Ha fatto una promessa, un regalo in caso di Champions League della propria squadra?

“Io? Un regalo? Sono loro che lo devono fare a me! Io devo fare il regalo? Non credo a queste cose. Queste sono cose che stanno fuori dalla mente di chi gioca a calcio, soprattutto a questi livelli. Io ai miei ho detto quello che ho detto a voi. Il Torino è una buonissima squadra che nelle ultime 5 partite in casa ha fatto due vittorie, due pareggi e solo una sconfitta. Ci sarà da sudare e lottare fino all’ultimo secondo. Questo è quello che ho detto ai ragazzi e credo che i ragazzi mi credano perché io ho sempre detto la verità.

Gli ho sempre prospettato le difficoltà che avremmo incontrato durante un match. Per cui il Torino farà la sua gagliarda partita perché il Torino per DNA è una squadra che lotta sempre. Tra virgolette mi è sempre piaciuta, proprio per questo suo. Io poi giocavo contro Pulici e Graziani, era uno spettacolo. Era un dispiacere perché perdevamo quando giocavo nel Catanzaro, però era uno spettacolo vederli”.

A prescindere dalla qualificazione in Champions o meno, in estate ci dobbiamo aspettare rivoluzioni?

“Vediamo. Io credo che di rivoluzioni non possiamo farne e non dobbiamo farne. Se questa è una squadra che nel girone di ritorno dovrebbe essere prima, allora c’è solo da migliorare. Ma diamo fiducia a questa squadra”.

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