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Esclusiva CS, Paolo Bonolis:” Inter, manca Perisic e l’acquisto di Dybala. Inzaghi? I problemi vengono dall’alto. La Juventus…”

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Il celebre conduttore televisivo Paolo Bonolis ha rilasciato un’intervista a Calciostyle.it. Nella quale parla della sfida di campionato tra Inter – Roma, e del campionato italiano

Le parole di Paolo Bonolis

Paolo Bonolis

Inter-Roma cosa ne pensa di questo big match in programma sabato 1 alle ore 18:00?

“Prevedere come andrà la partita è impossibile. Sarà un partita molto equilibrata, quindi è molto difficile riuscire a capire quale sarà il risultato.

E’ un campionato con troppi impegni, con una sosta di un mese e mezzo a causa del Mondiale. Inter e Roma sono partite benino e malino a seconda delle aspettative che avevano ad inizio campionato.

Inter e Roma giocano abbastanza male,  fanno entrambe fatica a segnare e prendono diversi gol.

La Roma mi sembra più robusta e con un gioco leggermente più divertente come squadra. La quale spesso mi fa addormentare, con questo continuo passaggio del pallone all’indietro che è snervante.

Mourinho secondo me non ha problemi nella gestione della squadra, perchè sa cosa deve fare e i giocatori sono con lui.

Spinazzola per esempio ha rinunciato alla Nazionale per allenarsi per due settimane con lo Special One e dedicarsi alla maglia giallorossa.

Non ho capito perchè Mancini non abbia convocato Zaniolo.

L’Inter ha problemi societari che possono influire anche sulla squadra, c’è stato anche l’infortunio di Brozovic in nazionale.

Da non tifoso mi diverte di più vedere giocare la Roma, anche se sono tifoso dell’Inter.

In caso di sconfitta Inzaghi potrebbe essere in discussione?

“Non so dirtelo, anche perchè da quello che ho potuto capire, la società non ha soldi. Non penso che possano pagare due allenatori, poi non lo so.

L‘Inter è una società con un buco economico importante e questa situazione precaria, l’avverte sia l’allenatore che la squadra. Il club dovrà affrontare  un anno molto complicato.”

Quest’anno manca un sostituto di Perisic?

“Non c’è dubbio, perchè i nerazzurri hanno sulle fasce tutti difensori che attaccano. che è diverso da avere attaccanti che difendono.

Il difensore difficilmente supera un avversario o fa la giocata, tende a passare la palla al compagno vicino oppure al massimo a fare un cross.

Perisic faceva delle giocate essendo un attaccante , che a volte ripiegava in difesa  per aiutare la squadra.

L’Inter non ha un fantasista. Manca quel calciatore che ti fa saltare lo schema. La squadra di Inzaghi gioca sempre allo stesso modo. E quindi gli avversari hanno capito come gioca e riescono a prendere le contromisure.”

Cosa pensa del mancato acquisto di Dybala da parte dell’Inter?

“Il mancato acquisto di Dybala mi ha veramente dato molto fastidio.

Invece di pagare 30 milioni Correa, potevamo tenere Perisic.

Il presidente che era entrato con grande gloria, perchè aveva fatto una grande squadra, poi ha avuto problemi economici che poi derivano  direttamente dalla Cina.

Il  trio Marotta, Baccin e Ausilio sono in difficoltà, perché devono fare le nozze con i fichi secchi.

Dybala sarebbe stato un grande acquisto, poi c’è stato l’innamoramento per Lukaku ,che è stato un grande simbolo di questa squadra nella vittoria dell’ultimo scudetto. All’Inter manca qualcosa di specifico, l’uomo di fantasia, manca un esterno offensivo.”

Mourinho visto che Inzaghi gioca sempre allo stesso modo, potrebbe bloccare il gioco dell’Inzaghi?

“Beh Mourinho è uomo di mondo e può giocarci su questo , però Inzaghi non è nato ieri e quindi saprà cosa fare e si renderà conto che qualcosa va cambiato.

Noi ragioniamo guardando le cose da fuori ma negli spogliatoi i fuochi si accendo e si spengono, le cose cambiano, una squadra non è solo un numero 3-5-2 o 4-4-2, ma è una mente alveare è quello che vogliono fare tutti assieme, è una strategia studiata.

Che dire sono due squadre che sulla carta sono forte tutti e due, solo che per un problema o per  l’altro devono ancora essere registrate e in più l’Inter come ti ho detto prima ha un problema societario che a livello psicologico pesa tantissimo, speriamo che non influisca sulla partita di sabato o quella con il Barcellona e con quelle future.”

In Nazionale non ci sono state alcune convocazioni che sembravano certe come Zaniolo o Perin, quale potrebbe essere il motivo?

“Mancini anche lui sta facendo le nozze con i fichi secchi.

Ha perso cinque giocatori per infortunio e l‘Italia non è andata ai  Mondiali per due rigori sbagliati da un calciatore che non li sbaglia mai.

Dovendo giocare senza Spinazzola e senza Chiesa. Non abbiamo un attaccante, pensando le sette squadre più forti del campionato giocano con centravanti stranieri,  a parte il bel gesto tecnico di  Raspadori, non possiamo giocare con Gnonto con tutto il rispetto deve ancora migliorare.”

Chi preferisce tra Handanovic e Onana?

Handanovic è il capitano che ha vissuto tanti anni all‘Inter, ma avendo 40 anni  non ha più la stessa qualità e gli stessi riflessi di prima.

Onana è molto più giovane.

Bonolis è più triste per come gioca l’Inter o felice per come sta giocando la Juventus?

“Il problema della Juventus sono tanti infortuni e un mercato sbagliato nel senso che sono andati a comprare i cognomi, i giocatori forti che giocano nelle squadre ricche come Psg e Manchester non danno i loro giocatori migliori almeno che non hanno dei problemi o sono al capolinea.

I bianconeri però recupereranno sicuramente con il ritorno degli infortunati, metre l’Inter come ho detto prima ha un problema societario e quindi o cambi società , altrimenti Suning non è che si risolleva.

Altrimenti a gennaio prevedo un mercato povero per noi tifosi interisti.”

Gli Agnelli quest’anno festeggiano i 100 anni come proprietà italiana della Juventus, se dovesse cambiare la società l’Inter preferisce un proprietario italiano o una cordata straniera?

Un proprietario italiano, magari! Ma è quasi impossibile. Spero se fosse un fondo straniero che almeno abbia l’amore per la squadra e non pensi solo al profitto per poi rivendere la società. Io purtroppo sono abituato al calcio romantico e non quello dei fatturati.

 

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Esclusiva CS, Graziano Campi: “Conte darebbe stabilità, a Motta servirebbe tempo. La situazione economica dell’Inter è un mistero. Su Milan-Roma…”

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Campi

Graziano Campi, giornalista, commentatore e opinionista sportivo nonché consulente per la comunicazione, ha concesso un’intervista a noi di CalcioStyle.

Indice

Le parole di Campi a CalcioStyle

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Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi a CalcioStyle.

Ciao Graziano, cosa ne penseresti della possibilità di avere il prossimo anno come allenatore Conte o Thiago Motta?

Antonio Conte darebbe subito stabilità al gruppo. E’ molto esigente, ma più che accontentarlo sul mercato è necessario dargli la possibilità di gestire lo spogliatoio: cosa di cui Juventus e Napoli hanno assoluto bisogno. Thiago Motta deve portare una nuova filosofia e sistemare una difesa che Allegri non cosidera adatta per giocare a quattro dietro. Ci vuole più tempo e pazienza con lui: non so se i tifosi della Juventus ne avranno.”

Cosa pensi del futuro scudetto dell’Inter?

Non hanno avuto rivali per tutto l’anno, quindi avrebbero potuto fare di più in Coppa Italia e in Champions League. Rosico un po’, ma Juventus e Milan hanno iniziato un processo di riequilibrio finanziario di cui beneficieranno nei prossimi anni. E’ stato uno scudetto normale, caratterizzato da un dominio indiscusso dentro e fuori dal campo.”

Un giudizio sulla situazione economica dell’Inter.

E’ un grande mistero. I regolamenti attuali vanno migliorati per rispettare quella che è la filosofia del Fair Play Finanziario. Non si può dire che l’Inter bara, ma sicuramente è lecito invocare regole più stringenti per evitare una disparità competitiva. Oggi i grandi club godono di benefici che falsano la sfida rispetto ai club minori.”

Cosa deve fare il Milan per tornare competitivo?

Il Milan è già competitivo, il problema è legato agli infortuni e al bisogno di riorganizzarsi dopo un’estate con troppi cambi. Ora arriverà un nuovo centravanti, probabilmente un centrocampista e un terzino per completare la rosa che già ha recuperato Bennacer rispetto a inizio anno. Zirkzee è secondo me il giocatore giusto per portare il Milan a inseguire la seconda stella.”

Cosa pensi di De Rossi? Merita la conferma?

De Rossi merita una rosa all’altezza. La prossima stagione alcuni giocatori non ci saranno più e andranno sostituiti, ma l’ossatura della squadra è molto buona: lo dimostra questo finale di stagione. E’ poi è l’anno del Giubileo: non si sa mai che possa arrivare una sorpresa…”

Su Tudor?

Deve raddrizzare la squadra. Essere arrivato a fine stagione lo aiuta a capire quali giocatori vanno bene per il suo progetto e quali no. Sta a Lotito accontentarlo, trovando un centravanti che sostituisca degnamente Ciro Immobile. Il resto dipenderà dalle valutazioni che darà il tecnico su Pellegrini e Lazzari sugli esterni e sui trequartisti in rosa. Tenere Felipe Anderson e Zaccagni è fondamentale. Con Luis Alberto e Immobile ormai è il momento di salutarsi: la speranza è che i tifosi li salutino degnamente.”

Come vedi Manna al Napoli?

E’ alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Avere De Laurentiis è sia un vantaggio che uno svantaggio. C’è da capire chi sarà l’allenatore, tra Conte e Italiano vedo una straordinaria differenza per il mercato. La difesa va rifatta ma centrocampo e attacco sono già a posto così, in attesa di individuare il centravanti che potrebbe sostituire Osimhen. Sempre che parta: mai dire mai nella vita.”

La Fiorentina deve ricostruire…

❞In questo finale di stagione ha perso Joe Barone e l’allenatore ha già detto che andrà via: è stata una brutta botta. Ora Conference e Coppa Italia servono per chiudere in bellezza, ma poi c’è una squadra da rifare. Vanno scelti allenatore, direttore generale e direttore sportivo: dal mio punto di vista il mercato dei viola negli ultimi tre anni è stato disastroso.”

Atalanta e Bologna invece vanno a gonfie vele…

All’Atalanta vanno fatti i complimenti per la vittoria contro il Liverpool, ma il quinto posto va ancora raggiunto e la Coppa Italia va ribaltata. Credo non ci sia nulla da toccare. Il Bologna invece dovrà fare i salti mortali per trattenere i protagonisti di questo miracolo sportivo. L’infortunio brutto di Ferguson è una tegola oggi, ma potrebbe far restare in Emilia lo scozzese anche per la prossima stagione. Zirkzee e Calafiori, come Motta, invece, andranno sostituiti degnamente. Sono sicuro che ci faranno divertire anche l’anno prossimo.”

E il Torino…

Mi auguro che il presidente faccia qualcosa di più per completare questa rosa. Alcuni giocatori sono a fine corsa e altri non hanno mai performato: il cambio di allenatore sarà fondamentale per individuare quei calciatori in grado di far fare il salto di qualità al club e riportarlo a lottare per un posto in Europa.”

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Cartoline dal futuro. Stefano Trillocco: “Il mio idolo? Vidal”

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Cartoline dal futuro: Stefano Trillocco del Grosseto

Oggi inauguriamo un ciclo di interviste fatte a talenti giovani, ragazzi che potrebbero fare tanta strada nel mondo del calcio. Il primo è Stefano Trillocco.

Per il ciclo di interviste Cartoline dal futuro oggi conosciamo meglio Stefano Trillocco, 18 anni, un metro e ottantotto di potenza, difensore centrale del Grosseto. Al momento è fermo per un infortunio al ginocchio ma presto tornerà a giocare nel club toscano.

Originario di Civitavecchia, frequenta l’ultimo anno delle superiori e parallelamente alla scuola porta avanti la sua carriera da giocatore di calcio professionista. Dopo aver militato nella maggior parte dei club del Lazio, Trillocco ha intrapreso una nuova avventura in Toscana.

Ha un procuratore che è tutto un programma: Franco Zavaglia, noto per essere stato il primo procuratore di Francesco Totti e l’agente di Giuseppe Giannini.

Simpatizzante juventino, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi e con le idee chiare sul proprio futuro. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Stefano Trillocco (Grosseto Calcio)


Descriviti.

“Sono un difensore centrale molto dotato tecnicamente e fisicamente”.

Quali sono le tue specialità, come difensore centrale?
“La marcatura a uomo: sono cattivo il giusto, senza troppi falli. Infatti raramente prendo cartellini, intervengo sempre pulito sul pallone. La dote migliore che ho sono i lanci, da 50-60 metri”.

Sei destro o sinistro?
“Sono tendenzialmente destro, ma crescendo ho imparato anche a giocare sinistro”.

Hai iniziato la tua carriera da difensore centrale?
“Io ho iniziato da difensore centrale e ho quasi sempre giocato in questo ruolo, tranne alcuni anni che ho giocato con ragazzi più grandi di due anni: a 16 anni giocavo con la Juniores del Rieti e lì giocavo anche come terzino”.

Quando hai scoperto la tua propensione per il calcio?
“Ho iniziato da piccolo, a 5-6 anni, qui a Civitavecchia. Mi aveva segnato papà, mi piaceva il calcio e fin da subito, anche perché ero un po’ più alto degli altri, mi hanno messo dietro fin da subito. Da piccolo non mi piaceva più di tanto fare il difensore, segni raramente… Poi, crescendo, ho capito che è uno dei ruoli più importanti del calcio. Mi piace prendermi questa responsabilità”.

Quindi il merito della tua passione è anche della tua famiglia.
“Ho un ricordo, da piccolino, della finale degli Europei 2012 Spagna-Italia: lì mi sono innamorato di Torres. Poi ho iniziato a giocare a pallone, vedevo tutte le partite con papà. Pure mamma è molto appassionata di calcio, e ci accompagna avanti e indietro tutti i giorni per Grosseto. E’ un sacrificio più per loro che per me, perché vado lì, gioco, mi diverto. Loro guidano, stanno in macchina tutto il pomeriggio, tutti i pomeriggi.

Mi sento di doverli ringraziare perché mi stanno appresso tutti i giorni 24 ore su 24 ore e perché qualsiasi cosa mi serva me lo fanno trovare subito. A partire dalle cure mediche quando mi faccio male a portarmi avanti e indietro tutti i giorni”.

Hai fratelli o sorelle?
“Ho una sorella più grande di 8 anni che non si occupa di calcio: fa la commercialista e il revisore legale a Roma”.

Quand’è che hai pensato che il calcio potesse essere un’opportunità lavorativa, per te?
“Da piccolo. Quando giocavo qui al DLF Civitavecchia mi è arrivata una chiamata dal Ladispoli. Avevo 14 anni. Quell’anno, forse perché ero troppo piccolo, non ci sono voluto andare. Ma è stato meglio così, visto che dopo è arrivata la chiamata della Viterbese e sono andato lì per un anno. Poi purtroppo si è bloccato tutto con il COVID”.

Come hai gestito la situazione, nel periodo del COVID?
“Andavo da solo, ogni tanto mi videochiamavo con la squadra. Quando è finito il COVID abbiamo fatto alcuni tornei e li abbiamo vinti, sempre nel Viterbese, con squadre di zona. All’epoca, alla Viterbese giocavano anche Baschirotto, Adopo… Li ho visti, loro erano grandi, io ero piccolo. Quindici, sedici anni”.

Dopo la Viterbese, com’è continuato il tuo percorso?
“Dopo è arrivata la chiamata del Rieti, e mi hanno detto di giocare nella Juniones. Io sono 2005 e giocavo con ragazzi 2003-2004. Ero un po’ scettico di andare tutti i giorni fino laggiù, ma poi quell’anno mi sono divertito molto. Ho imparato tanto sul piano caratteriale. Loro erano più grandi, io non mollavo mai e sono arrivato al passo loro, a volte superandoli. Loro mi hanno insegnato a non mollare mai“.

Quanto è importante per un giocatore molto giovane potersi confrontare con compagni più grandi ed esperti?
“Per me è stato fondamentale”.

E poi?
“Il Rieti è fallito. Così lo scorso anno sono andato a Grosseto, ci sono stato fino a dicembre-gennaio nella sezione Juniores, poi ho avuto un infortunio al ginocchio e sono tornato a Civitavecchia. Sono stato fermo 3 mesi e poi all’inizio di questa stagione sono tornato al Grosseto”.

Lo stemma del Grosseto Calcio, il club di Stefano Trillocco

Insomma: ti sei girato un po’ tutto il Lazio.
“Sì, lo scorso anno mi sono fatto anche un po’ di esperienza al Civitavecchia in Prima Squadra”.

A noi puoi dirlo: quali sono i tuoi obiettivi?
“Magari, l’anno prossimo, esordire in Prima Squadra in Serie C o Serie D. Mio padre è stato già contattato da alcune squadre. Spero di trovare una squadra di buon livello e iniziare a giochicchiare. Andare avanti con il calcio fino a… sognare”.

Posso chiederti quali squadre ti hanno cercato?
“Non lo dico per scaramanzia (ride, ndr)”.

Saresti disposto a trasferirti altrove?
“Lo sono sempre stato, anche ai tempi della Viterbese. Tranne quest’ultimo anno, perché sono in quinto e ho deciso di concludere le scuole qui”.

Andresti anche all’estero?
“Volentieri. Sognando in grande, a me piacerebbe giocare in Inghilterra. Per il clima e perché mi piacciono i campionati tecnici molto più di quelli fisici”.

In quale squadra inglese ti piacerebbe giocare, se potessi sognare in grande?
“Mi piacerebbe molto giocare all’Old Trafford con il Manchester United“.

Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Da piccolino, nel mio ruolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos. Però il mio idolo è sempre stato Arturo Vidal“.

Dei difensori centrali della Serie A ce n’è qualcuno che ti piace?
“Quest’anno, secondo me, Bremer è molto forte fisicamente. Uno dei più forti del mondo”.

A proposito di Juventus: che chances ha quest’anno?
“Secondo me non può puntare troppo in alto, deve aspirare al terzo o quarto posto e arrivare in Champions per andare bene l’anno prossimo. Secondo me ci arriva”.

Tornando a te: cosa vedi nel tuo immediato futuro?
“Non trascuro la scuola per il calcio, ho sempre fatto tutte e due insieme senza problemi. Mi vorrei anche iscrivere all’università qui a Civitavecchia, alla Tuscia di Economia. Alle medie ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico. Vorrei prendere una laurea in Economia Circolare come mia sorella, di cui vorrei seguire le orme”.

Come si concilia la vita di un giovane calciatore con la vita privata?
“Ormai ci sono abituato, sono 4-5 anni che faccio questa vita. Ho sempre messo in primo piano il calcio, poi c’è sempre stata la scuola. Vado abbastanza bene. La sera studio e faccio i compiti che ci danno. La famiglia la vedo sempre e quando posso esco, ho tanti amici. Conduco una vita normale”.

Quante volte a settimana ti alleni?
“Dal lunedì al giovedì. Esco da scuola, parto e torno a cena”.

Se andassi a giocare in Serie A, dove andresti a giocare?
“Adesso come adesso l’Inter è il top in Italia. Poi Juventus e Milan, indifferentemente”.

Con quale allenatore ti piacerebbe lavorare?
“In Serie A forse Thiago Motta, per il suo stile di gioco”.

Per la Juve: meglio Motta o Conte?
“Lo stile di gioco di Allegri non mi fa impazzire. Fra Conte e Thiago Motta sceglierei Conte, perché ha la carica giusta come con lo scudetto dell’Inter di qualche anno fa. Però anche Thiago Motta è un nuovo allenatore che ha le sue idee ben chiare”.

A proposito di allenatori: cosa pensi di Palladino del Monza?
“E’ un bravo allenatore. Forse un gradino sotto Thiago Motta”.

Come giudichi l’operato di De Rossi a Roma?
“Ha cambiato la squadra: perché con Mourinho non giocava. Con l’arrivo di De Rossi, soprattutto per la sua romanità e per la sua grinta, ha risvegliato tutti quanti, compreso Pellegrini. C’è un’alta probabilità che il suo contratto venga rinnovato a fine stagione”.

Roma-Milan chi la vince?
“Roma-Milan in casa della Roma dipende da come starà Leao: se sta bene non ce n’è per nessuno”.

Dimentichi il fattore Abraham.
“Anche Abraham è forte, ma prima che ritrovi la condizione si arriva all’inizio della prossima stagione. Recuperare dopo una lesione al crociato non è mai semplice”.

Chiudiamo con un quiz: l’attaccante più forte della Serie A.
Lautaro Martinez“.

Il centrocampista più forte?
Barella, che per me è molto simile a Vidal”.

Il difensore più forte?
“Bremer”.

E il portiere?
“Ce ne sono tanti in Serie A. Provedel della Lazio è fortissimo, Szczęsny è un gatto, Sommer prende raramente gol. Ma secondo me il più forte è Maignan del Milan“.

Ringraziamo Stefano per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo tanta fortuna per la sua carriera.

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ESCLUSIVA CS – Silvio Brocco: “L’obbiettivo del Pineto è valorizzare i giovani. Playoff? Sarebbe un sogno”

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Pineto

Le parole del presidente del Pineto Calcio Silvio Brocco rilasciate in esclusiva ai microfoni di Calciostyle, relative al suo club e non solo.

Pineto, le parole di Silvio Brocco

Pineto

Il presidente del Pineto Calcio, club cha attualmente milita in Serie C, Silvio Brocco ha rilasciato un’intervista esclusiva ai nostri microfoni, nella quale fa il punto della situazione relativa al suo club e non solo.

Di seguito l’intervista integrale:

Cosa si aspetta in questo finale di stagione da parte del Pineto?

“Penso che abbiamo raggiunto quello che era il primo obbiettivo cioè quello di rimanere in questa categoria e quindi mi auguro che i ragazzi con queste tre partite possano acquisire ancora dei risultati positivi tali da aggiungere eventualmente dei playoff, che sarebbe un bellissimo traguardo per una società, per una squadra che ha affrontato per la prima volta un campionato professionistico.”

 

Per quanto riguarda invece il discorso relativo alle seconde squadre, lei è favorevole a farle giocare in Italia o servirebbe un ulteriore modifica alla regolamentazione?

“Io personalmente lascerei agli organi competenti questo tipo di cose, per me non c’è nessun problema nonostante diversi club abbiano espresso opinioni contrastanti, però oggi come oggi non posso esprimere un opinione.”

 

A cosa è dovuto il fatto che alcune squadre non riescono a iscriversi ai campionati nazionali soprattutto in Serie C?

“Io personalmente so che la Lega incentiva e dà degli incentivi economici sulla base dei minutaggio, cioè ai ragazzi del proprio settore giovanile o proveniente da altre squadre. Dovrebbe forse incentivare tutto questo, perchè se si fa un discorso di spesa, di acquisizione dei giocatori con contratti un pò pesanti è ovvio che poi le società vanno poi in difficoltà.

Se invece si finalizza un pò di più a l’utilizzo dei giovani locali perchè la federazione, lo stato stesso, spende moltissimo nonché le società a livello privatistico dei campionati di ogni genere dagli esordienti, dagli allievi , dagli Juniores. Questo per dire che noi società spendiamo tantissimo dai settori giovanili.”

 

Lei è d’accordo con me se le dico che il primo passo per far rinascere il campionato italiano e portarlo ad un certo livello bisogna partire dalle strutture per quanto riguarda i settori giovanili?

“Se vogliamo avere delle categorie maggiori più ricche di calciatori italiani sarebbe bello che le società di Serie A e di Serie B attingessero di più in tutti questi settori giovanili di una marea di società che però arrivano ad un certo punto senza giovani e quindi siamo costretti a prenderli all’estero.

Dietro a questo però c’è un investimento enorme da parte delle società per curare i vari settori giovanili, però dopo i risultati non ci sono, motivo per cui andrebbe rivisto questo concetto, poi ci sono società come Perugia e Pescara che con numeri di abitanti grandi e una storia calcistica di spicco devono fare degli investimenti enormi come ad esempio la stessa Spal, ma i risultati nonostante ciò non arrivano.”

 

Per quanto riguarda il Pescara, voi siete ancora sponsor?

“Io dò una mano come sponsor, perchè negli anni ho sempre fatto questo per il Pescara Calcio e continuerò con questo visto il rapporto che abbiamo tra le società, per me è solo che un piacere.”

 

Se io fossi un presidente di un club mi consiglierebbe di investire nel calcio di oggigiorno?

“Io faccio il presidente per passione, non c’è altro se poi qualcuno confonde questo per altre cose non so che dire.”

 

Cosà farà il prossimo anno, cercherà di emergere pian piano quindi sempre con il Pineto come ha fatto fino ad ora?

“L’obbiettivo del Pineto è quello di valorizzare i ragazzi, noi ne abbiamo diversi che abbiamo acquisito anche dalle società professionistiche più alte e cercheremo di ripetere quello. L’obbiettivo finale deve essere questo qui.”

 

Le faccio una domanda personale, quale è il suo hobby nella vita privata?

“Il mio hobby prima di tutto è lo sport quindi il calcio perchè ancora gioco con il mio gruppo amatoriale, poi è da una vita che io ho il mio gruppo musicale dove sono un batterista rock degli anni 6o/70 quindi ci divertiamo con il mio gruppo a fare concerti soprattutto estivi e in beneficenza aiutando bambini con disabilità.”

Mentre per quanto riguarda il suo vero lavoro?

“Io nasco come microbiologo clinico di laboratorio e mi sono sempre occupato di microbiologia clinica e da qui ho fatto nascere un’azienda che produce sistemi per test antibiogramma per l’isolamento degli agenti patogeni. Ho potuto fare questo anche grazie all’aiuto dei miei figli con cui abbiamo creato anche una sede in Danimarca, una in America dove diffondiamo prodotti che sono diventati nel nuovo standard per l’antibiogramma, che consiste nella scelta degli antibiotici per combattere i batteri più resistenti.

Concludendo diciamo che la mia è un’azienda proiettata a far vivere questo essere su questo pianeta a differenza invece di quello che vediamo tutti i giorni.”

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