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Discoteche, la data della riapertura: ecco quando sportivi e wags potranno tornare a ballare
Entertainment industry al tappeto. Sempre più isolata. Sempre più abbandonata a sé stessa. Sempre più artefice, probabilmente, del proprio (tragico) destino. Performance catastrofiche, il rischio è quello di raschiare definitivamente il fondo del barile. C’era una volta il mondo della notte, la “movida selvaggia”, c’erano le discoteche, autentico tempio del divertimentificio. C’era una volta il post-partita in pista, per festeggiare una vittoria… Discoteche, sportivi e wags si scatenavano. “In the box”, verrebbe da dire. Ora in tempi di lockdown tutto è cambiato… Che futuro avrà la celebre Disco? E’ questa la domanda che si pongono anche alcuni calciatori, sportivi e star della tv, quelli che amano il concetto di discoteca a tutto tondo. Nella disco, quella originale, c’era un po’ di tutto: luci, musica, drink, emozioni, flirt, fidanzamenti, sbornie e perfino scazzottate. Oggi, ai tempi del Coronavirus, non è più così. Distanziamento all’ordine del giorno, limitatissima la socializzazione in tempi di pandemia.
Per fortuna, dopo tanta attesa, sembra essere scattato proprio in queste ore il countdown per la riapertura delle discoteche, uno dei settori più colpiti dall’emergenza pandemica. “Riapriranno in Italia entro il 10 luglio, si accederà tramite Green Pass“, sono state queste le parole del Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite oggi di RTL. Intanto, con l’auspicio che l’ufficialità della riapertura delle disco arrivi al più presto, nel nostro paese si continua a discutere riguardo ai protocolli sanitari da adottare per il contenimento del rischio. L’idea che potrà mettere davvero tutti d’accordo sarà quella dell’utilizzo dello strumento del Green Pass: la certificazione verde, stando alle informazioni di questi giorni, sarà fondamentale per poter entrare in discoteca. Nelle sale da ballo saranno ammessi solo coloro che potranno dimostrare l’avvenuta guarigione dal Covid, l’avvenuta vaccinazione o l’esito negativo di un test antigenico o molecolare realizzato nelle 48 ore precedenti l’accesso in discoteca. Le mascherine a quanto pare serviranno all’interno di locali al chiuso, mentre potrebbero non essere necessarie in piste e ambienti esterni (in pratica come se le disco fossero una disciplina sportiva). Green pass o non green pass, mascherina o non mascherina, nessuno parla probabilmente della cosa più importante ovvero la possibilità di cenare all’interno della discoteca.
Molti locali da ballo, infatti, prevedono la possibilità di aprire la serata con una bella cena in compagnia dei propri amici, magari per festeggiare un compleanno, ad esempio un party fissato circa 1 mese fa per la data di sabato 3 luglio. Prendiamo il caso di 30 persone già informate da tempo provenienti da diverse zone d’Italia, molte delle quali non vaccinate. Ok, si potranno fare vaccino o tampone prima di entrare in disco, ma la questione principale su cui tutti hanno bisogno di chiarimenti è la seguente: se ceno dentro la discoteca alle ore 21 (presupponendo che si possa fare) e non ho né tamponé né green pass potrò poi scatenarmi in pista nel post-dinner? O meglio ancora, visto che cenare in un ristorante qualunque non prevede ad oggi di fare un tampone o di avere un green pass, questa ipotesi vale anche per il ristorante interno alla discoteca? Sarà vietato anche cenare all’interno del locale da ballo? Ma se posso cenare poi posso ballare? Chi controllerà i vaccinati o non vaccinati, chi controllerà se le trenta persone invitate della cena avranno fatto un test antigenico o molecolare? Domande a cui nessuno sembra ad oggi saper dare una risposta chiara e nitida.
La situazione pare davvero essere farraginosa e borderline (tanto per cambiare) e probabilmente se non verrà chiarita tutti gli imprenditori della notte faranno affidamento alla propria interpretazione, a loro più conveniente. Caspiterina, ci mancherebbe altro… già che di aiuti ne hanno avuti pochissimo (“qualche briciola – è il grido comune – giusto per saldare la voce ‘costo fisso’), già che di feste parallele in piazza o party clandestini ce ne sono a quanto pare in quantità industriale. Le istituzioni (nutriamo massima fiducia e rispetto nei loro confronti, va sottolineato) dovranno fare in fretta (ma i tempi tecnici sono all’ordine del giorno a quanto pare) e spiegarci questa diavolo di situazione relativa alle discoteche. Gli imprenditori della notte vogliono saperlo al più presto, giustamente! Ciò senza dimenticare che il mondo della notte (la movida in termini più chic) attira turisti e crea occupazione. Insomma, un periodo sostanzialmente a “incasso zero”, un record negativo senza precedenti per l’industria (quella originale) dell’intrattenimento, che rischia di raschiare il fondo del barile. In particolar modo, nel nostro paese, il numero delle discoteche abbatte quota 3.000 unità, con un giro d’affari complessivo (non soltanto locali e indotto, anche eventi) di miliardi e miliardi di euro. Cifre emblematiche, numeri di un settore pingue per poter scomparire. Speriamo che dopo il danno, non ci sia anche la beffa. Per le disco la speranza di riaprire (a pieno ritmo) è l’ultima a morire… Si salvi chi può, ma il governo faccia in fretta e aiuti questo settore che dà da mangiare a tanti lavoratori. #Riapriamoinsieme è l’imperativo assoluto, nel rispetto di tutti i protocolli sanitari. W le disco, w il divertimento, w la modiva, w i nostri giovani che saranno gli imprenditori e i protagonisti del domani. Facciamoli divertire, nel rispetto di tutte le regole!
Che futuro avranno le discoteche? L’augurio è di tornare presto alla normalità, anche se molto dipenderà dagli sviluppi dell’emergenza da qui al prossimo autunno e dalle decisioni del governo e degli scienziati che, magari, si staranno già chiedendo: “Conversione a food, spettacoli e live-show potrà essere in futuro una delle alternative alla definizione più classica di discoteca?”. Staremo a vedere nei prossimi giorni cosa succederà.
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Rui Patricio annuncia il ritiro dal calcio a 37 anni
Rui Patricio annuncia il ritiro dal calcio giocato a 37 anni, confermato dal novembre scorso.
Fine di un’era
Rui Patricio, il celebre portiere portoghese, ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal calcio giocato all’età di 37 anni. La notizia, già anticipata lo scorso novembre, non sorprende gli appassionati di calcio, che avevano già percepito la possibilità di un addio imminente. Patricio ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio, grazie alle sue eccezionali prestazioni sia a livello di club che con la nazionale portoghese.
Durante la sua carriera, Rui Patricio ha collezionato numerosi successi, tra cui il campionato europeo vinto con il Portogallo nel 2016. Le sue parate decisive e la sua leadership in campo lo hanno reso un punto di riferimento per i suoi compagni di squadra e un avversario temuto.
La carriera di Rui Patricio: Un viaggio tra successi e riconoscimenti
La carriera di Rui Patricio è iniziata nelle giovanili dello Sporting Lisbona, dove ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2006. Da lì, ha continuato a scalare la vetta del calcio europeo, difendendo i pali di prestigiosi club come il Wolverhampton e la Roma. La sua abilità nel gestire la pressione e la sua capacità di parare i rigori lo hanno consacrato come uno dei migliori portieri della sua generazione.
Oltre ai successi con i club, Rui Patricio ha avuto un ruolo chiave nella nazionale portoghese, contribuendo al trionfo nel Campionato Europeo del 2016 e alla conquista della Nations League nel 2019. Questi traguardi hanno confermato il suo status di leggenda del calcio portoghese.
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Fonte: l’account X di Schira
#RuiPatricio has announced his retirement from football as player at 37. No surprise here and confirmed since the last November 19! #transfers
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 10, 2025
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Protagonisti del calcio diventati simbolici nella cultura pop
Il calcio è ormai parte integrante della cultura pop e rappresenta una delle arti sportive più importanti e seguite al mondo.
Dai grandi campioni agli allenatori più tenaci e fuori dalle righe, fino alle statistiche delle scommesse sportive e record assoluti impossibili da battere, il mondo del pallone ci ha regalato storie incredibili che hanno influenzato anche il cinema.
Iniziamo il nostro viaggio all’interno della sfera più seguita tra tutti gli sport: ecco i protagonisti della storia del calcio che sono diventati veri simboli della cultura pop.
Trapattoni tra record e interviste impossibili
Mago del calcio, ancora oggi detiene il record assoluto di 7 scudetti in Serie A, oltre alla Champions con la Juve ha trionfato anche in Bundesliga con il Bayern. Trapattoni è un’icona pop che negli anni ‘90 è diventata ancora più famosa con le interviste impossibili del programma satirico dedicato al calcio Mai Dire Gol. Ancora oggi i suoi detti vengono usati da allenatori e calciatori.
Mazzone l’allenatore più longevo e veloce della Serie A
Con le sue 792 panchine in Serie A dal 1974 al 2006, Carletto Mazzone è l’allenatore più longevo della massima categoria, amato e conosciuto da tutti anche per i suoi detti e le battute in romano stretto. Famoso perché ha lanciato Pirlo, Guardiola, Totti, Materazzi e ha fatto rinascere Baggio dal 2000 al 2004, ma soprattutto per la sua corsa folle nel derby lombardo tra Brescia e Atalanta: Sor Magara è cultura pop allo stato puro.
Cassano e Balotelli tra letteratura e risate
Non solo nella cultura pop, perché Cassano e Balotelli sono entrati proprio nel dizionario della lingua italiana con le parole Cassanate e Balotellate, che significano rispettivamente comportamenti fuori luogo e soprattutto fuori dalle righe. Non dimentichiamo però i grandi gol di questi due top player e la cavalcata a Euro 2012 con gli Azzurri, che purtroppo persero in finale contro la Spagna.
Oronzo Pugliese il mago scaramantico
Ha fatto impazzire le grandi squadre e soprattutto Helenio Herrera, ma dietro la sua tecnica c’erano diversi riti scaramantici, come le galline porta fortuna nascoste in panchina, lo spargimento del sale a centrocampo e ogni diavoleria che Il Mago di Turi riuscisse a tirare fuori dal suo cilindro magico.
Negli anni ‘80 Banfi si ispira a lui per l’interpretazione di Oronzo Canà, tra i grandi classici di Pugliese, c’erano le interviste in dialetto stretto per depistare I giornalisti e diverse parole inventate per ogni occasione.
Francesco Totti tra record, risate e lacrime
Totti è il più grande calciatore contemporaneo e con i suoi 250 gol in Serie A è diventato il secondo miglior bomber di tutti i tempi, l’unico calciatore a segnare così tanto con un solo club. Il Capitano ha fissato anche il record assoluto di 71 rigori segnati e ci ha fatto ridere con le sue barzellette, che sono diventate anche libri per beneficenza.
Una delle ultime storie postate sui social racconta di un tifoso in lacrime, che ha confessato al Pupone di continuare a fare l’abbonamento ma di non guardare più le partite della Roma da quando nel 2017 si è ritirato. Ed è proprio il suo ritiro con la lettera d’addio che ha fatto piangere gli amanti del calcio e tutto il mondo, perché Totti era già entrato a pieno titolo nella cultura pop.
Zemanlandia il maestro dello spettacolo
Zeman è un allenatore che ha rivoluzionato il calcio più di chiunque altro, un gioco totalmente proiettato sullo spettacolo perché le persone che pagavano il biglietto avevano tutto il diritto di divertirsi. Prima con il Foggia negli anni ‘90 e poi con la Roma di Totti, il maestro del 4-3-3 è ancora oggi un’icona pop venerata e osannata.
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Genoa, Ricciardella: “Il nuovo store è simbolo della città”
Il Genoa inaugura il nuovo Store: un simbolo della città, afferma il Direttore Generale Ricciardella, che celebra l’unione tra sport e cultura.

I TIFOSI DEL GENOA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Genoa, le parole del DG Ricciardella
Un nuovo Store
Il Genoa Cricket and Football Club ha recentemente inaugurato un nuovo Store, un progetto che rappresenta un importante passo avanti per la storica società calcistica. La cerimonia di apertura si è tenuta alla presenza di numerosi tifosi e personalità del mondo sportivo, sottolineando l’importanza di questo spazio non solo come punto vendita, ma anche come simbolo di identità e appartenenza per la città di Genova.
Significato culturale
Durante l’inaugurazione, il Direttore Generale del Genoa, Ricciardella, ha sottolineato come il nuovo Store sia un luogo che riflette l’anima della città. “Un luogo che rappresenta la città”, ha dichiarato, evidenziando il legame profondo tra il club e la comunità locale. Questo spazio non sarà soltanto un negozio, ma anche un punto di incontro per i tifosi, unendo sport, storia e cultura in un unico ambiente.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio.
.@GenoaCFC, inaugurato il nuovo Store. Il Direttore Generale Ricciardella: “Luogo che rappresenta la città”
gianlucadimarzio.com/genoa-s…— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) Dec 10, 2025
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