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Serie A

Denzel Dumfries: l’olandese irrequieto pronto a prendersi l’Inter

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Denzel Justus Morris Dumfries nasce il 18 aprile 1996 a Rotterdam, in Olanda.

Proveniente da una famiglia di modeste origini, Denzel fin da piccolino mostrava l’animo ed il carattere di un ragazzo predestinato per giocare e sgambare sulla fascia: non stava mai fermo, tenerlo seduto per un’ora era come una punizione per il giovane bambino che aveva il pallone e la corsa nel sangue. L’infanzia del leone olandese fu caratterizzata da una vivacità fuori dal comune, tanto che i genitori dovevano periodicamente recarsi a scuola per parlare con i professori di Denzel, preoccupati dal suo animo instancabile e mai domo.

Indice

L’infanzia caratterizzata da una vivacità fuori dal comune

Marleen e Boris, genitori di Dumfries, si mostrarono preoccupati dal comportamento del loro primogenito, tanto che dovettero portarlo da uno specialista per sottoporlo ad un test di epilessia.

Il risultato non mostrò però alcuna patologia, il ragazzo era semplicemente “affetto” dall’instancabilità infantile, virtù comune in molti ragazzi della sua età.

Il ragazzo di Rotterdam, oltre a questa peculiare sfumatura del suo carattere, mostrava tutti i sintomi dell’innamoramento verso il calcio: si concentrava solamente sul pallone, non aspettava altro che prendere la sua bici e dirigersi verso il campo d’allenamento, che ci fossero 40 o -2 gradi per Denzel non c’era alcuna differenza.

Dumfries, almeno in età giovanile, non era però quel bimbo prodigio a cui si prestava subito attenzione, era bensì un giocatore normalissimo, che nessuno aveva adocchiato come un futuro campione. Il ragazzo era l’unico a credere nelle sue doti, autoconvincendosi che un giorno il mondo del calcio sarebbe caduto ai suoi piedi.

I primi passi tra i professionisti

Calciomercato Inter, Denzel Dumfries

Un altro uomo, dopo vari allenamenti, cominciò ad intravedere del talento e del potenziale importante in Denzel: Rick Thape, allenatore di una squadra giovanile in cui il nativo di Rotterdam militava, si accorse subito della grandissima dedizione che quel ragazzo aveva per il calcio, dando sempre il 100% in ogni allenamento e mangiando perennemente del cibo sano.

Thape lo prese sotto la propria ala, plasmandolo sia tecnicamente sia caratterialmente in un baby calciatore doc, imprimendogli quelle nozioni dogmatiche per far sì che il sogno di Denzel Dumfries divenisse realtà.

L’allenatore ci aveva in effetti visto lungo, dal momento che di lì a poco il ragazzo strappò il suo primo contratto presso lo Sparta Rotterdam, squadra del suo paese.

Da questo suo primo passo nel calcio professionistico, la carriera di Denzel prese una piega totalmente ascendente: il ragazzo diede prova di essere un giocatore formidabile, dotato di una velocità fuori dal comune, ma anche di un fiuto del gol non da tutti.

Le sue prestazioni lo misero al centro delle attenzioni di tutta Europa, tanto da meritarsi la convocazione nella nazionale maggiore olandese. Come se non bastasse, nello stesso anno arrivò anche la chiamata del PSV Eindhoven, squadra di primo ordine olandese, che decise di puntare su quel terzino magnifico che stava incantando il mondo.

Le prestazioni altisonanti ad Euro2020 e la chiamata dell’Inter

Neanche il PSV sbagliò a puntare su di lui, dato che qui Denzel arrivò a toccare l’apice del suo percorso calcistico: assieme ad una catena smisurata di prestazioni altisonanti, collezionò 16 gol e 20 assist, tanto da meritarsi la chiamata ad Euro2020 con la sua Olanda.

Dopo un rendimento clamoroso anche nella competizione tra nazionali, l’Inter, convinto e conscio del fenomeno olandese, ha deciso di puntarci, pagando 12,5 milioni di euro al PSV.

Ecco allora Denzel Dumfries, l’erede di Hakimi pronto a prendersi la scena anche in Italia, con un pensiero sempre costante a chi diceva che non ce l’avrebbe fatta.

Denzel è riuscito invece nel suo sogno, è riuscito a mutare il suo carattere complicato pur di proseguire il suo percorso, godendosi ora il meritato successo.

E chissà se a Milano, con la pioggia torrenziale che cade in inverno, ripenserà agli inizi della sua carriera, a quelle sgambate in bicicletta sotto il freddo glaciale, rese meno sgradevoli da una passione smisurata per il gioco più bello del mondo.

 

 

 

Serie A

Giudice Sportivo, gli squalificati dopo la 34esima giornata: sono 9 i giocatori fermati

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Il Giudice Sportivo ferma nove giocatori dopo il 34esimo turno di Serie A: due giocatori espulsi e sette per essere stati ammoniti dopo la diffida.

Ecco il testo del comunicato della Lega Serie A:

il Giudice Sportivo, dott. Gerardo Mastrandrea, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Carlo Moretti, nel corso della riunione del 30 aprile 2024, ha assunto le decisioni qui di seguito riportate:

CALCIATORI ESPULSI 
SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA
BEUKEMA Sam (Bologna): doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
TAMEZE AOUTSA Adrien Fidele (Torino): per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete.

CALCIATORI NON ESPULSI 
SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA
CABAL MURILLO Juan David (Hellas Verona): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
GAGLIARDINI Roberto (Monza): per comportamento scorretto nei con- fronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
MUSAH Yunus Dimoara (Milan): per comportamento scorretto nei con- fronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PAYERO Martin Ismael (Udinese): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PEREZ Patricio Nehuen (Udinese): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PIEROZZI Niccolo (Salernitana): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
TRESSOLDI NETTO Ruan (Sassuolo): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione

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Serie A

Hellas Verona: contro la Fiorentina è atteso il sold out

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Hellas Verona

Hellas Verona: domenica i gialloblù sono attesi dal match contro la Fiorentina, in programma alle ore 15:00 allo Stadio Bentegodi, per la 35esima giornata.

Fiorentina

Il club scaligero domenica sarà di fronte alla Fiorentina per il match valevole per la 35esima giornata di Serie A.

Allo Stadio Bentegodi è attesa una grande cornice di pubblico, per un match importantissimo per i ragazzi di Marco Baroni in chiave salvezza.

Il club veneto ha voluto comunicare sui propri social la situazione della vendita dei tagliandi, comunicando che l’impianto potrebbe raggiungere  la sua capienza massima.

Si prevedono circa 21 mila spettatori per il match contro la squadra gigliata

Sono stati staccati 8 mila tagliandi in 24 ore dall’apertura delle vendite.

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Serie A

Balotelli: “Se ci fossi stato io al suo posto…”

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Balotelli

Mario Balotelli, ex attaccante di Milan e Inter, ha parlato delle scintille del derby e della festa Scudetto nerazzurra.

Balotelli

Balotelli

Dal veleno che scorreva nelle vene di Hakan Calhanoglu, alle scintille tra Denzel Dumfries contro Theo Hernandez hanno portato il derby milanese sulle prime pagine dei giornali: soprattutto per alcuni episodi discutibili.

Quanto accaduto due giorni fa ha fatto discutere anche durante la puntata di ‘Controcalcio’ di lunedì sera, dove erano presenti in live alcune vecchie glorie della Serie A, come Mario Balotelli, Emiliano Viviano e Radja Nainggolan.

E proprio con Balotelli si è parlato di Calhanoglu, di Dumfries e di Theo Hernandez: oltre che della rivalità tra Milan e Inter, in un contesto nella quale i nerazzurri hanno conquistare lo Scudetto proprio nel derby.

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“Fossero questi gli sfottò del calcio”

Balotelli si è lasciato andare a una sonora risata senza condannare Dumfries: anzi, secondo lui è stata una goliardata sulla quale non vale la pena soffermarsi.

“Bellissimo. Bellissimo ragazzi. Fossero questi gli sfottò del calcio…”.

A questo punto, Viviano ha chiesto a Balotelli se a parti invertite si sarebbe creata una polemica sul razzismo:

“Sì, si sarebbe creata una polemica sul razzismo perché l’Italia è un paese di ignoranti, ma sicuramente non perché sarebbe stato razzismo”.

“Se ci fossi stato io al suo posto…”

Balotelli si mette poi nei panni di Theo Hernandez:

“Se fossi stato io al posto di Theo Hernandez avrei rosicato, però fa parte del calcio. Se avesse vinto lui probabilmente l’avrebbe fatto lui”.

Il pensiero su Calhanoglu

L’ex attaccante della Nazionale italiana ha espresso, poi, un’opinione anche sull’ex Hakan Calhanoglu:

“Devo essere sincero, è stato un signore. Fossi stato io Calhanoglu non sai cos’avrei combinato, lascia stare. Io avrei fatto mille volte peggio, lui è stato veramente un signore”.

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