Serie A
Chiesa: La Juve lo aspetta, quando torna Federico?
La Juventus attraversa un periodo a dir poco difficile, e Federico Chiesa manca molto al tecnico ed alla squadra. Sono passati oltre 9 mesi dall’infortunio ed il numero 7 bianconero è vicino al rientro in campo.
Le tappe dell’infortunio di Chiesa:
Oggi sono 9 mesi esatti dal giorno dell’intervento. Era il 23 gennaio scorso quando Federico Chiesa si sottoponeva ad Innsbruck all’intervento di ricostruzione completa dei legamenti del ginocchio sinistro.
L’infortunio di Chiesa è datato 9 gennaio 2022, l’attaccante bianconero uscì dal campo dolorante durante Roma-Juventus.

La prognosi di rottura dei legamenti fu un duro colpo per il calciatore, per la Juventus ed anche per la Nazionale italiana.
I tempi di recupero stimati inizialmente dovevano essere di circa 7 mesi. Chiesa da combattente si è calato in modo propositivo e positivo nella situazione, lavorando sodo per provare a bruciare le tappe.
Già tra marzo ed aprile Federico si vedeva camminare senza stampelle ed iniziare la riabilitazione in palestra. Poi però qualcosa è cambiato, tra maggio e giugno è sceso il silenzio sul procedere della rieducazione.
La Juventus ha deciso di cambiare linea e di procedere con la massima cautela possibile essendo disposti ad allungare l’attesa del rientro dell’ala pur di esser certi di evitare possibili ricadute.
All’inizio della stagione Allegri ha parlato della situazione di Chiesa dicendo di aspettarsi il rientro a pieno regime soltanto nel 2023. Il tecnico però si è parzialmente contraddetto, inserendo Federico Chiesa nella lista valida per la prima fase di Champions League, in corso da settembre a novembre.
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La situazione attuale e le aspettative:
Oggi come detto sono passati 9 mesi dall’operazione di ricostruzione dei legamenti del ginocchio sinistro effettuata dal professor Christian Fink. Luminare austriaco per quel tipo di interventi, ha operata anche altri campioni legati alla Juventus come Chiellini e Demiral, ma anche il romanista Zaniolo e Leroy Sané del Bayern Monaco.
Tornando ad oggi, Federico Chiesa è pronto, alla ripresa dopo l’attuale pausa per le nazionali, a tornare ad allenarsi parzialmente sul campo con i compagni della Juventus.
Questo non vuol dire che potremo rivederlo in campo nelle prossime partite dei bianconeri, ma servirà a lui per riprendere confidenza con il campo e con i compagni.

Realisticamente possiamo aspettarci Chiesa convocato verso la fine del mese di ottobre, per poi vederlo in campo, almeno per qualche scampolo di partita, prima della lunga sosta per i mondiali.
La Juventus lo aspetta, ha bisogno di ritrovare i suoi campioni, superare questo momento difficile, e da gennaio spera di avere Chiesa al 100%, lui insieme a Pogba sono i 2 grandi campioni di cui i bianconeri stanno patendo particolarmente l’assenza.
Serie A
Fiorentina, i Viola Club dicono “Basta, non ci riconosciamo più con questa società!”| Il duro comunicato dell’associazione
L’ACCVC, l’Associazione Centro Coordinamento Viola Club, attraverso un duro comunicato taglia i ponti con la società viola: parole di fuoco per l’operato del club.
Questo il comunicato apparso ieri sui profili social dell’associazione:
“ORA BASTA !!! Riteniamo opportuno intervenire per far conoscere al popolo viola il punto di vista dei club organizzati sulla situazione attuale della Fiorentina. Non è nostro compito suggerire soluzioni per fronteggiare quella che appare a tutti gli effetti “una caduta libera senza paracadute.”
Noi siamo tifosi, siamo l’organizzazione che racchiude il maggior numero di viola club e possiamo perciò lamentare quella che negli ultimi anni è sembrata una deriva molto chiara e lucida da parte della Società, arroccata dentro al bellissimo e costosissimo Viola Park.
Elementi fondamentali come “identità” e “senso di appartenenza” che in questo momento sarebbero indispensabili, sono stati messi da parte e ritenuti non strategici.
L’ostentata indifferenza verso l’Associazione e i Viola club stessi ne è stata la plastica dimostrazione. Senza dimenticare quella maglia”arancione” di ieri che è sembrata l’ultimo “sfregio” a Firenze e ai tifosi “VIOLA”
Noi possiamo solo registrare il senso di smarrimento e di disorientamento che sta pervadendo tutto il mondo viola.
Abbiamo paura e siamo terrorizzati all’idea di finire in serie B per di più nell’anno del Centenario.
Abbiamo una squadra che ad oggi è riuscita a raccogliere 6 punti sui 45 disponibili, una miseria e l’eventuale retrocessione sarà una macchia indelebile per calciatori,
staff tecnico e dirigenti.
VERGOGNATEVI !!!


Leggendo l’intervista del Presidente speravamo di trovare una “idea” di soluzione invece la paura di retrocedere è aumentata ulteriormente.
E evidente che il Presidente vive, o lo fanno vivere, in un mondo parallelo che non ha niente a che vedere con la realtà, tanto che possiamo affermare che di quella intervista non abbiamo condiviso “NIENTE”.Ci attendevamo ben altro !!!
Noi credevamo di poter intraprendere con questa Proprietà un cammino diverso dall’aver lottato per non retrocedere tre anni su sette di loro gestione e raggiungere come massimo risultato un sesto posto. Il Presidente ci ha fatto capire che tutto “va bene così …”.
E’ libero di pensarla come crede ma sappia, o fategli sapere, che a questo punto…
NOI NON CI RICONOSCIAMO PIU’ IN QUESTA PROPRIETA’ e pertanto….
LE NOSTRE STRADE SI DIVIDONO.
Continueremo per sempre ad essere tifosi della Fiorentina e lotteremo con tutte le nostre forze affinchè lo spettro dei “COSMOS” smetta di aleggiare su Firenze”.
Serie A
Fiorentina, crisi attuale: film già visto ben 2 volte?
La Fiorentina esce sconfitta da Verona ed è crisi nera: per i viola si alleggia già lo spettro retrocessione, un film già visto ben 2 volte, 1993 e 2002.
La Fiorentina perde con l’Hellas Verona ed è per i viola crisi nera: rischio retrocessione si fa concreto, un confronto con le altre debacle gigliate, nel 1993 e nel 2002.

LUCA RANIERI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, dopo Verona è rischio Serie B: un confronto con il 1993 e il 2002
Per la Fiorentina è allarme rosso, dopo la sconfitta con l’Hellas Verona: ultimo posto con appena 6 punti, davvero un campionato disastroso, che per i tifosi viola si cominciano ad alleggiare incubi del passato, pagina che sembrano dimenticate per sempre, soprattutto nelle ultime stagioni, con le finali perse di Conference League, ovvero nel 1993 ma soprattutto il 2002, la più brutta pagina della storia viola, con retrocessione e fallimento targato Vittorio Cecchi Gori.
Un confronto con le due annate nefaste per i viola vanno fatte, per capire meglio l’attuale situazione: nel 1992/93 la squadra era in partenza che ambiva posizioni europee, più o meno come quella attuale, basti pensare che in rosa c’erano gente come Effenberg, Batistuta e Laudrup, mica gli ultimi arrivati. Il girone d’andata non fu così male, ma le cose cominciarono cambiare al giro di poi, cominciando perdere partite, persino contro la meteora Ancona, una delle peggiori squadre di sempre della storia della massima Serie. Ci furono ben 4 allenatori in quella stagione, si iniziò con Radice e si finì con Antognoni, prima di lui Chiarugi che lo ritroveremo anche nel 2002. Davvero una retrocessione inaspettata, Batistuta ne fece 16 di reti, ma non bastarono per evitare la discesa nei cadetti.
Il 2001/2002 in certo senso era una retrocessione annunciata nell’aria, già solo ad inizio luglio, con Cecchi Gori che per iscrivere la squadra svendette tutti i pezzi pregiati, incominciando da Rui Costa, passato al Milan, ed a Toldo andato all’Inter. Ma però, nonostante si fece un campionato di bassa classifica, non si era in questo momento a 6 punti, quindi l’attuale classifica viola è peggiore di quella squadra alla deriva più totale. In panchina ci andarono Bianchi, alla sua ultima esperienza da tecnico, e appunto Luciano Chiarugi, che ci fu anche nel 1993.
Quindi, visti i precedenti, la preoccupazione a Firenze è notevole, il ritiro tempo indeterminato fu una delle misure prese nel 2002, si spera che ci sia quell’epilogo, un incubo chiamato Serie B che inizia ad alleggiare, purtroppo.
Serie A
Como, Fàbregas: “Mancini? Con lui normale chiacchierata. Diao? Dolore al flessore”
Il tecnico del Como, Cesc Fàbregas, ha avuto modo di esprimersi sulla sconfitta per 1-0 contro la Roma. Ecco le parole dell’allenatore.

NICO PAZ E MILE SVILAR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Como, le parole di Fàbregas
“Ho visto una squadra fisica, che noi non abbiamo. Quando si gioca così, o si gioca a calcio e si mette la palla a terra per giocare o è difficile. Sono orgoglioso di giocare, penso che sia un gollino. Ma complimenti alla Roma, hanno un giocatore fortissimo come Soulé, grandissimo giocatore del futuro. Godiamocelo in Italia, sarà di altissimo livello e ha fatto la differenza”.
Nico Paz dove deve migliorare?
“Sì, è stato 3 giorni con la febbre, lo abbiamo forzato e non abbiamo tanta gente a disposizione. Sono partite però dove o vai subito in porta oppure no: chi vince più duelli normalmente questa partita la vince. Oggi loro ne hanno vinti di più, il calcio italiano è la lega dove si gioca meno, perché ci sono tanti duelli e falli. Oggi l’arbitro ha lasciato andare giustamente un po’ di più e qui possiamo migliorare”.
Addai si è infortunato sull’azione del gol di Wesley…
“No, penso che lui si sia infortunato in quella stessa giocata. La sto vedendo ora più chiaramente, è difficile per un giocatore, deve avere un’onestà estrema. Il 99.9% non butterebbe palla fuori, è giusto che continuino. Dal VAR non ci si aspettava niente”.
Che tipo di atteggiamento si aspetta dal CT del Senegal quando deve partire per la Coppa d’Africa? E come sta Diao?
“Si è fatto male al flessore facendo quella cavalcata in porta. lo parlo nel post-partita e spesso noi allenatori non possiamo essere troppo sinceri, io provo a parlare con passione e sono un grande fan della Nazionale. Spero che tutti ci vadano. lo ho chiesto per favore un po’ di senso, di non portarlo perché in 8 mesi ha fatto 3 partite, mezze e mezze. È tornato adesso e succede anche oggi l’infortunio. Se va via, noi paghiamo gli stipendi e ci ritroviamo un giocatore fuori. La risposta del CT? Che se non va con loro, non andrà al Mondiale. Ed è stato spiacevole. Se il giocatore gioca con paura a 20 anni e una carriera davanti si sbaglia”.
Era un po’ nervoso, indispettito a un certo punto della partita. Poi a fine partita è andato a parlare direttamente con Gianluca Mancini. Ci può dire cosa vi siete detti e cosa l’ha fatta arrabbiare?
“No, va bene, dai, non è un problema. Provo sempre a parlare con rispetto e attenzione. È stata una chiacchierata onesta, lui mi ha detto la sua, io la mia. Dal mio punto di vista, lo so che c’è la furbizia, lo so che c’è l’esperienza. Tutti vogliamo vincere nel calcio. Gli ho detto: guarda che quello li ha 20 anni e stai provando a fare quello, lui sicuramente ti guarda e ti vuole imparare. Magari oggi va a casa pensando che si aspettava un po’ di più a livello di atteggiamento, a livello di parole dentro il campo, di provocazioni. È stata una chiacchierata normalissima di calcio che alcune volte va bene per me e va bene per lui.”
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