Serie A
Bologna-Verona, le formazioni ufficiali: la scelta su Calafiori…
Bologna e Verona, allo Stadio Renato Dall’Ara, aprono la 26esima Giornata di Serie A, in un match cruciale per ambo le squadre.
Il Bologna ha ricevuto un forte imprimatur dalla mistica calcistica quando ha battuto la Lazio allo Stadio Olimpico, nell’ultimo turno di campionato. Uno scontro diretto, dove quindi la vittoria è valsa virtualmente sei punti e non i tre canonici, che ha legittimato le ambizioni europee della squadra di Motta.
Non più un sogno, quindi, ma una solida realtà: come diceva qualcuno. Non più una sorpresa, ma una realtà comprovata. La si può sempre considerare una outsider, certo, ma comunque una pretendente credibile e accreditata.
Il Bologna non può sbagliare, perché dietro la Lazio, con tutti i suoi noti problemi, ha ripreso a vincere e ora è “solo” a meno cinque. Perché comunque la Roma arriva. E arriverà. Per la qualità del proprio organico, ancora lungi dall’essere completo ma s’intravede un barlume di “Roma virtuale” in fondo al tunnel dell’infermeria, e nonostante il “gioco” raffazzonato di De Rossi.
E poi c’è l’Atalanta, che dopo stasera avrà ben due partite in meno: anche se una contro l’Inter. Da canto suo il Verona, dopo aver fermato la Juventus e aver chinato il capo dinanzi al Napoli solo nel recupero, è una delle squadre più in forma del campionato ma soprattutto una delle più sorprendenti.
Nonostante un mercato che le ha portato via più di dieci milioni, di cui cinque nel mercato di Gennaio, e la conseguente rivoluzione invernale, la squadra di Baroni ha mantenuto l’identità che il suo allenatore le aveva dato all’inizio della stagione. Una mentalità sicuramente diversa da quella che gli scaligeri, prima con Juric e poi con Tudor ma anche con Zaffaroni, e da quella che lo stesso allenatore italiano aveva fatto vedere nel Salento.
Se l’anno scorso il Lecce di Baroni era stata la penultima squadra della Serie A per possesso palla medio (41,3%, appena lo 0,1% in più proprio dell’Hellas), le cose quest’anno sono cambiate. Il possesso medio dei veneti è salito di oltre tre punti percentuali (dal 41,2% al 44,4%) così come il numero di volte in cui la squadra ha avuto il predominio territoriale rispetto all’avversario.
Quest’anno il Verona ha avuto un possesso palla superiore rispetto a quello del proprio avversario 5 volte in 25 giornate di campionato, ovvero una media del 20% esatta, mentre l’anno scorso accade appena 2 volte in 38 partite.
Poco più del 5%, nonostante 13 partite in meno come campione. L’Hellas di quest’anno è sicuramente una squadra con una filosofia diversa rispetto alla scorsa stagione, ma quella squadra si salvò (nonostante una campagna di indebolimento molto simile divenuta oramai una triste consuetudine sotto la gestione Setti) mentre questa, attualmente, è diciottesima in classifica.
A pari punti con il Sassuolo, certo, ma se il campionato finisse prima delle 20:45 di stasera sarebbe retrocessa in Serie B. Non sarà certo una partita facile per il Bologna. Una partita che esigerà dalla compagine di Baroni certamente una partita diversa da quelle esibite nel recente passato, dato che i rossoblu sono la seconda squadra per possesso medio della Serie A.
57,5%, dietro soltanto al Napoli: 60,4%. Per Baroni sarebbe quasi un miracolo salvare una squadra in queste condizioni, eppure l’anno scorso la “strana coppia” composta da Bocchetti e Zaffaroni ci riuscì. Lo fecero (anche) perché scelsero un calcio più adatto alle caratteristiche della rosa. Riuscirà a Baroni la stessa “impresa” pur scegliendo un approccio che, solitamente, a queste latitudini della classifica tende sempre a pagare meno?
Bologna-Verona, ecco le scelte dei due allenatori
BOLOGNA (4-3-3): Skorupski; Posch, Beukema, Lucumì, Kristiansen; Ferguson, Freuler, Fabbian; Orsolini, Zirkzee, Ndoye. All.: Thiago Motta.
VERONA (4-2-3-1): Montipò; Centonze, Dawidowicz, Magnani, Cabal; Duda, Folorunsho; Noslin, Suslov, Serdar; Swiderski. All.: Baroni.
Serie A
Roma-Juventus, le formazioni ufficiali
Roma-Juventus è il big match della 35esima giornata di Serie A. Il Monday Night che chiude questo turno di calcio italiano.
Nel calcio è sempre rischioso focalizzarsi unicamente su un solo obiettivo. Se poi quell’obiettivo non lo centri, al netto magari anche di un percorso virtuoso, la tua stagione verrà ricordata come fallimentare poiché hai puntato tutte le tue fiches su un singolo obiettivo. E’ quello che ha fatto Mourinho nelle sue due stagioni sulla panchina della Roma. La prima volta gli è andata bene, mentre la seconda meno.
Eppure, oggi come allora, ribadisco che nel calcio nessuno sceglie scientemente di sacrificare un obiettivo per concentrarsi su un altro. Le squadre cercano sempre di rimanere aggrappate a quanti più obiettivi possibili, ma quando senti che uno ti sta sfuggendo di mano mentre l’altro si fa sempre più vicino allora subentra un meccanismo inconscio di ripartizione delle energie quando queste vengono meno.
Tuttavia, anche volendo ipotizzare che a qualcuno piaccia perdere e che quindi un agonista scenda in campo con la volontà di farlo (una follia legalizzata dal web), non si può affermare che Mourinho abbia sbagliato nel prendere la sua scelta. Soprattutto alla luce del rendimento attuale della Roma, che ha messo in luce un qualcosa che il portoghese andava sbandierando da tempo: ovvero l’inadeguatezza di parte della rosa.
Anche scegliere di non scegliere è una scelta, anzi forse è la peggiore di tutti poiché ti consegni scientemente al disegno divino che il fato ha scelto per te. E la Roma, prossima a salutare l’Europa League dopo lo 0-2 subito in casa dal Bayer Leverkusen nella semifinale d’andata, punta tutto sul quinto posto per tornare a giocare la Champions League dopo cinque anni e non dilapidare l’esaltazione generale portata da De Rossi.
Il tecnico romano, dopo aver speculato e lucrato sul lavoro del proprio predecessore e su una situazione che gli era totalmente favorevole a livello ambientale, è atteso alla sfida più difficile della sua esperienza sulla panchina della Roma: ovvero iniziare ad allenare per davvero. L’Atalanta deve ancora recuperare la partita contro la Fiorentina (piccolo inciso: solo in Italia si può pensare di far recuperare una partita a campionato finito) e se dovesse vincerla scavalcherebbe la Roma, mettendo De Rossi nelle condizioni di far peggio del suo predecessore.
L’anno scorso Mourinho è arrivato sesto (63 punti in campionato) e in finale di Europa League, uscendo invitto dal doppio confronto con il Bayer Leverkusen dello stesso Xabi Alonso. Se De Rossi dovesse ottenere lo stesso risultato a livello nazionale ma peggiore a livello internazionale, la stampa giochista, dopo mesi di vergognosa propaganda, ne uscirebbe a pezzi. Per scongiurare questo scenario De Rossi deve fare ciò che in due anni e mezzo non era mai riuscito a fare il suo predecessore, ovvero battere la Juventus di Massimiliano Allegri.
Ipotizzando l’attuale quinto posto della Roma (che, ripeto, potrebbe diventare sesto poiché Fiorentina-Atalanta è ancora sospesa nell’etere dell’incertezza) come benchmark per la qualificazione in Champions, con una vittoria stasera la Juventus sarebbe praticamente certa di centrare il proprio obiettivo stagionale e potrebbe concentrarsi sulla finale di Coppa Italia.
Tuttavia, considerando il calendario che attende romani e torinesi (alla prossima la Roma va a Bergamo mentre la Juventus ha la Salernitana in casa) anche un pareggio metterebbe una serie ipoteca sul terzo (o quarto) posto dei bianconeri. Roma-Juventus più che una partita di calcio sembra una seduta spiritica, con De Rossi che sente il fiato sul collo dello spirito di Mourinho mentre Allegri deve convivere con quello di Thiago Motta.
Tuttavia, se Allegri è consapevole di aver fatto il massimo possibile (sia quest’anno che nei precedenti sette in cui ha onorato la causa juventina) lo stesso non si può dire del suo collega, che avrebbe tutta la carriera davanti per rimediare ma si sa: nel calcio basta un attimo per vedere le stelle e un attimo per vedere le stalle.
Roma-Juventus, ecco le scelte ufficiali dei due tecnici
Di seguito, ecco le formazioni ufficiali di Roma-Juventus:
Roma (4-3-3): Svilar; Kristensen, Llorente, N’Dicka, Angelino; Cristante, Paredes, Pellegrini; Baldanzi, Lukaku, Dybala. Allenatore: De Rossi.
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Weah, McKennie, Locatelli, Rabiot, Cambiaso; Vlahovic, Chiesa. Allenatore: Allegri.
Serie A
Salernitana: i convocati per il match contro i nerazzurri
Salernitana: di seguito i convocati granata per il match contro l’Atalanta, in programma domani, lunedì 6 maggio 2024, alle ore 18:00.
Di seguito la lista dei convocati granata per il match contro l’Atalanta in programma domani, lunedì 6 maggio 2024, alle ore 20:45 allo Stadio Arechi:
Portieri: Costil, Fiorillo, Salvati;
Difensori: Bradaric, Fazio, Guccione, Manolas, Pasalidis, Pellegrino, Pirola, Sambia, Zanoli;
Centrocampisti: Basic, Coulibaly, Legowski, Martegani, Sfait, Vignato;
Attaccanti: Fusco, Ikwuemesi, Simy, Tchaouna, Weissman.
Serie A
Lazio, il punto sugli infortunati dopo il match di Monza
Le ultime sugli infortunati in casa Lazio dopo il match contro il Monza, terminato sul punteggio di 2-2. La situazione degli indisponibili.
Lazio, le ultime sugli infortunati
Il medico dei biancocelesti Fabio Rodia ha parlato della situazione degli infortunati ai canali del club bianco celeste dopo il match contro il Monza terminato in parità.
Di seguito le parole del medico ai canali ufficiali della società bianco celeste:
“Nulla di preoccupante per Felipe Anderson, ha avuto semplicemente dei crampi, dovuti dalle tante partite giocate. E’ stato tolto solo per precauzione.
Provedel? Sta facendo gli allenamenti con la squadra, per quanto riguarda la parte medica il problema è risolta. Per Gila sta andando tutto nel migliore dei modi, all’inizio della prossima settimana faremo un check che ci aiuterà anche a quantificare i tempi di recupero”.
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