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VAR, Rosetti: “In media c’è un errore ogni dodici gare”
“Il progetto VAR non esiste più: è totalmente integrato nell’arbitraggio” afferma Roberto Rosetti, presidente della Commissione Arbitri della UEFA, durante il ‘Festival dello Sport’ di Trento.

l’arbitro romeno istvan kovacs e Lautaro Martinez ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole di Roberto Rosetti sul VAR
Il VAR: un’evoluzione tecnologica
Roberto Rosetti, presidente della Commissione Arbitri della UEFA, ha parlato dell’evoluzione e dell’integrazione del VAR nel mondo del calcio durante il ‘Festival dello Sport’ di Trento. Secondo Rosetti, l’uso del VAR è fondamentale per garantire la correttezza delle decisioni arbitrali. “Un arbitro commette un errore importante ogni due partite e mezza/tre. Col VAR, commettiamo ancora errori ma uno ogni dodici. Il motivo per cui gli errori continuano a esserci è che siamo umani, anche di fronte a un’analisi situazionale sbagliamo”, ha dichiarato.
Il presidente della Commissione Arbitri della UEFA ha inoltre sottolineato l’importanza dell’evoluzione tecnologica nel calcio, citando come esempio l’introduzione del famoso ‘SAOT’, acronimo di Semi-Automated Offside Technology, in Serie A. Rosetti ha però sottolineato che esistono ancora situazioni complesse da valutare, come il contatto della palla con un braccio largo dentro l’area di rigore, che richiedono un’analisi soggettiva.
L’importanza degli arbitri
Nonostante l’importanza del VAR, Rosetti ha ribadito che il ruolo dell’arbitro rimane fondamentale. “Il VAR e l’arbitro sono due lavori totalmente diversi: stiamo arrivando col tempo a una professionalizzazione dei VAR. Il VAR – conclude – non sostituirà mai l’arbitro. Noi abbiamo bisogno di arbitri in campo, arbitri che prendano decisioni sul terreno di gioco e che conoscano questo sport. Vogliamo dei VAR, vero. Ma che facciano valutazioni sulle immagini”, ha detto.
Inoltre, ha sottolineato che se il VAR interviene è perché ritiene che ci sia un errore evidente e che la decisione finale spetta sempre all’arbitro. Rosetti ha evidenziato l’importanza delle decisioni cruciali, come i rigori e i rossi, e la gestione della partita, del ritmo, la conoscenza del gioco, l’empatia con i giocatori, la lettura della gara, l’impostazione tecnica e disciplinare. “E questo non ha una visione analitica: parliamo di feeling col calcio. E i giocatori sentono l’arbitro. Io quando incontro gli ex calciatori li abbraccio. L’arbitro deve avere questo amore per il calcio: tutto passa dal game management”, ha concluso.
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Fonte: Gianluca Di Marzio.
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Lega Serie A, stretta risarcimento: colpo al calcio illegale
Dopo DAZN, la Lega Serie A: la pacchia è finita per i fruitori del calcio illegale, il cosiddetto pezzotto. Ecco cosa li attende.
Dopo DAZN, anche la Lega Serie A passa all’azione nella lotta contro lo streaming illegale. La Lega ha annunciato che chiederà un risarcimento economico agli utenti individuati nell’inchiesta della Procura di Lecce e della Guardia di Finanza, che nei mesi scorsi aveva smascherato circa duemila persone sorprese a guardare partite di calcio tramite il cosiddetto pezzotto.
L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, nel corso del Football Summit Forum organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dall’Università Bocconi di Milano. Simonelli non ha ancora comunicato l’importo esatto delle richieste di risarcimento, ma ha anticipato che la cifra sarà superiore ai 500 euro chiesti da DAZN nella recente campagna di lettere inviate agli utenti sospettati di pirateria.
La piattaforma di streaming, nelle scorse settimane, aveva infatti proposto ai trasgressori il pagamento di 500 euro per evitare un’azione legale. Una mossa definita “priva di valore coercitivo” dall’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che aveva ricordato come “un privato non possa obbligare nessuno a pagare senza un giudizio” e che “solo un tribunale può stabilire l’effettivo danno e la cifra dovuta”.
Ora tocca alla Serie A, che sembra intenzionata a seguire la stessa strada ma con richieste più pesanti. L’obiettivo è chiaro: colpire economicamente chi usufruisce dei contenuti calcistici tramite canali illegali e scoraggiare la pirateria.
Secondo Stefano Azzi, amministratore delegato di DAZN Italia, il fenomeno del pezzotto provoca ogni anno oltre 300 milioni di euro di mancati incassi per l’industria sportiva. Un danno che, per Lega Serie A e broadcaster, non può più essere ignorato.
La battaglia contro la pirateria, dunque, entra in una nuova fase: non solo indagini e sequestri, ma anche richieste dirette di risarcimento a chi ha scelto di guardare il calcio fuori dai canali legali.
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Juventus, Tether: “Serve più responsabilità e coinvolgimento trasparente”
Tether commenta l’assemblea Juventus tra apprezzamenti per l’ingresso di Garino nel CdA e richiami alla governance, mentre Elkann ribadisce l’impegno di Exor nel progetto bianconero.
Nel giorno dell’assemblea degli azionisti, la Juventus ha vissuto una delle pagine più particolari della sua storia societaria recente. Tether, che con l’11,5% del capitale è il secondo azionista del club, ha salutato con favore l’ingresso nel Consiglio d’amministrazione di Francesco Garino, espressione diretta della società delle stablecoin. Un’apertura positiva, accompagnata però da critiche puntuali alla governance bianconera.
In una nota ufficiale, Tether ha sottolineato: “Tether è lieta di vedere il Dott. Francesco Garino nominato nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Tifoso bianconero da sempre, nato, cresciuto e residente a Torino, il Dott. Garino porta con sé un profondo legame con il territorio e una vasta esperienza professionale che saranno di grande beneficio per i tifosi e per la comunità del club”.
Parole distensive, seguite però da un passaggio più duro: “Sebbene la Juventus resti una delle società calcistiche più iconiche al mondo, Tether ha costantemente promosso una governance più solida, una maggiore responsabilità e un coinvolgimento più trasparente con gli azionisti di minoranza. Il risultato odierno mette in evidenza le sfide ancora presenti nella struttura di governance attuale del club e la sua riluttanza a coinvolgere in modo trasparente tifosi e azionisti di minoranza”.
Il comunicato si chiude con un messaggio che suona insieme come impegno e monito: “Tether non vede l’ora di collaborare in modo costruttivo con il Consiglio di Amministrazione per contribuire a garantire che la Juventus prosperi dentro e fuori dal campo. Insieme, puntiamo a rendere nuovamente grande la Juventus, secondo il motto “Make Juventus Great Again””.
La presa di posizione segna un passaggio inedito: per la prima volta, la storica galassia Agnelli–Elkann si ritrova di fronte un socio capace di esporsi pubblicamente e di rivendicare un ruolo più attivo nella governance.
Dal canto suo, John Elkann ha voluto ribadire la centralità di Exor nel progetto bianconero e la volontà di non cedere quote, pur lasciando aperta la porta a nuove collaborazioni: “Rimaniamo pienamente impegnati nel progetto Juventus e siamo orgogliosi di esserne l’azionista di controllo da oltre un secolo. Siamo – e siamo sempre stati – aperti a idee costruttive da parte di tutti gli stakeholder che condividono la nostra ambizione e la nostra passione per il club”.
Un botta e risposta formale, ma che definisce con chiarezza gli equilibri di una Juventus che, dopo anni complessi, si prepara a una fase in cui la dialettica interna potrebbe diventare un elemento centrale del percorso di ricostruzione.
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Juventus, approvato il bilancio 2025: perdita ridotta e nuovo CDA al via
Juventus, approvato il bilancio 2025: perdita ridotta a 58,1 milioni. Assemblea all’Allianz Stadium e nuovo CDA con Ferrero confermato presidente.
Con il 99,9% del capitale presente in assemblea, la Juventus ha approvato il bilancio 2025, relativo all’esercizio chiuso al 30 giugno. Il club ha registrato una perdita di 58,1 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai –199,2 milioni dell’esercizio precedente. Un risultato favorito dal ritorno in Champions League e dall’aumento dei proventi legati alla gestione dei diritti dei calciatori, voci fondamentali del documento contabile.
L’assemblea, ospitata all’Allianz Stadium, è durata quasi tre ore. In chiusura, il presidente Gianluca Ferrero ha salutato l’amministratore delegato uscente Maurizio Scanavino, pronto a cedere il ruolo a Damien Comolli. «Lo ringrazio per il lavoro svolto con dedizione in anni complicati: oggi la Juventus ha basi solide su cui costruire», ha dichiarato Ferrero. Scanavino ha ricambiato: «Abbiamo tracciato un percorso importante, sostenuti dagli azionisti anche nei momenti difficili. Le fondamenta per il futuro ci sono. Ci vediamo allo stadio».
Successivamente, l’assemblea ha votato la nomina del nuovo Consiglio d’amministrazione della Juventus, che resterà in carica per un massimo di tre esercizi. Il CDA Juventus sarà composto da Gianluca Ferrero, Damien Comolli, Antonio Belloni, Guido de Boer, Laura Cappiello, Fioranna Vittoria Negri, Kerstin Andrea Lutz, Diva Moriani e Francesco Garino. Quest’ultimo rappresenta Tether, l’azionista di minoranza che detiene l’11,5% del capitale del club. Ferrero è stato confermato presidente anche per il nuovo mandato.
Un passaggio formale, ma significativo nella strategia di governance societaria, con cui la Juventus prova a consolidare la propria struttura interna e a dare continuità al processo di risanamento economico iniziato negli ultimi anni.
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