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Udinese-Venezia: curiosità e statistiche

Udinese-Venezia: domani alle 15:00, al Bluenergy Stadium di Udine, andrà in scena il derby Friuli-Veneto, in occasione della 23ª giornata di Serie A.
Nonostante viga un grande equilibrio nelle sole 11 sfide tra Udinese e Venezia giocate in Serie A (4 vittore per parte e 3 pareggi), per i lagunari la formazione bianconera si rivela essere una vera “bestia nera” rendendo veramente difficile portare a casa i tre punti, specialmente quando gioca davanti ai propri tifosi dove il Venezia non è mai riuscito a vincere.
L’Udinese di Runjaic ci aveva abituato benissimo fino ad ora in questa stagione conquistando un ottimo dodicesimo posto, rialzandosi dopo aver rischiato la retrocessione nella scorsa stagione. Ad oggi invece le cose rischiano rischiano di cambiare per i friulani, che non sono riusciti a vincere in nessuna delle ultime 5 partite, cosa che non era ancora mai accaduta all’interno della stagione 2024/2025.
Udinese-Venezia: i precedenti
Il Venezia si presenterà alla sfida in uno dei suoi momenti migliori: avendo ottenuto nelle ultime otto gare disputate in Serie A, lo stesso numero di punti ottenuti invece nelle ultime 14. Mettendo assieme anche due pareggi in fila, che qualora dovessero essere seguiti da un terzo questo sabato, segnerebbe oltre che l’ennesima non vittoria dell’Udinese tra le mura amiche (che non vince da inizio novembre) anche il terzo pareggio in fila nella massima serie che non succedeva dal 1962.
La sconfitta del Penzo per 3-2 andata in scena nel girone d’andata darebbe la possibilità in caso di ripetizione al Venezia di scacciare un record negativo che dura dalla scorsa stagione in Seria A dei lagunari: che non vincono entrambi i match contro una sola squadra dal Bologna nel 2021/2022.
La rivalità tra Venezia e Udinese affonda le proprie radici nel primi del 900‘ essendo due squadre storiche appartenenti a due città del Nord-Est italiano, dando così vita ad un derby non ufficiale tra Friuli e Veneto.

Florian Thauvin ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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Finale Carabao Cup a Wembley confermata il 16 marzo

La finale della Carabao Cup si terrà il 16 marzo a Wembley, appuntamento fissato alle 16:30.
La tanto attesa finale della Carabao Cup 2025 è stata ufficialmente programmata per il 16 marzo, con calcio d’inizio previsto alle 16:30. L’iconico stadio di Wembley ospiterà questo prestigioso evento, che vedrà due delle migliori squadre del calcio inglese sfidarsi per il trofeo. La competizione, che ha visto una serie di partite avvincenti e sorprendenti quest’anno, culminerà in una finale che promette spettacolo e intensità.
Un appuntamento imperdibile per gli amanti del calcio
Questo evento rappresenta uno dei momenti più attesi nel calendario calcistico inglese. La Carabao Cup, spesso trampolino di lancio per giovani talenti e un’opportunità per club di conquistare un trofeo importante, attira l’attenzione di tifosi e appassionati di tutto il mondo. Mentre le squadre finaliste si preparano per questo scontro decisivo, i tifosi possono iniziare a pianificare il loro viaggio a Wembley, pronti a sostenere i loro beniamini.
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Fonte: [l’account X di Fabrizio Romano](https://x.com/FabrizioRomano)
🚨🏆 Carabao Cup final at Wembley will be on day March 16 at 16:30. pic.twitter.com/9nYagcuV42
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) February 13, 2025
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Milan, Conceicao: “Nessuna sottovalutazione del Feyenoord. Stagione complicata? Si può migliorare con impegno e fiducia.”

Milan, Sergio Conceição affronta le critiche sulla strategia adottata contro il Feyenoord, sottolineando l’importanza di mantenere l’equilibrio in campo.
L’allenatore del Porto, Sergio Conceição, ha recentemente risposto alle critiche ricevute per la scelta di schierare quattro attaccanti nella partita contro il Feyenoord. Dopo una sconfitta che ha sollevato dubbi sulla tattica adottata, Conceição ha dichiarato che la decisione di mettere in campo un attacco così offensivo non è stata presa alla leggera. Ha inoltre sottolineato che la squadra comprendeva anche altri sette giocatori che avrebbero dovuto contribuire a mantenere l’equilibrio.
Milan, lavorare per raddrizzare la stagione
Conceição ha ammesso che la stagione è stata finora difficile, ma ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di migliorare le prestazioni del Porto. “Lavoriamo e ci crediamo” ha affermato, ribadendo la sua fiducia nella capacità della squadra di superare le difficoltà attuali. L’allenatore ha sottolineato che il commento critico sulla presenza di quattro punte è semplice a posteriori, e che il suo compito è trovare la giusta armonia per la squadra.
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Fonte: l’account X di Schira
#Conceicao: “Non abbiamo sottovalutato #Feyenoord. Stagione difficile? Si può raddrizzare, lavoriamo e ci crediamo. Quattro punte? Facile commentare dopo la gara. Sono io che devo lavorare su questo per trovare l’equilibrio giusto, ma in campo non c’erano solo loro 4 ma altri 7” pic.twitter.com/kORCdu6sXt
— Nicolò Schira (@NicoSchira) February 12, 2025
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VAR, parla Altafini: “Ecco i fattori che non mi vanno giù del calcio moderno”

In un’intervista a La Stampa, l’ex attaccante Josè Altafini ha parlato dei cambiamenti del calcio contemporaneo. Evidenziando i fattori, a suo dire, negativi.
Per l’ex giocatore Josè Altafini il cambiamento del calcio è positivo: “Chi subentra ha l’opportunità di capire in che direzione sta andando la gara, come poter mettere in difficoltà gli avversari dopo averli studiati. Non è solo una questione di freschezza, fondamentale è saper leggere la partita”.
Poi l’ex di Milan, Juventus e Napoli, oggi 86enne, ha parlato nello specifico di alcuni fattori del calcio moderno, alcuni dei quali non condivisibili.
I cambiamenti del calcio secondo José Altafini
Molti allenatori sostengono di non voler più fare distinzioni tra titolari e riserve. È davvero così?
“Magari qualcuno lo pensa sinceramente. Io però credo che ci siano dei giocatori che non andrebbero mai sostituiti se non per infortunio, mi riferisco a quei centravanti che magari non toccano un pallone per 89 minuti e poi gli basta un lampo per cambiare una partita.
Penso a centravanti come Lukaku e Vlahovic. Lo diceva pure Leonidas, una leggenda del calcio brasiliano, quando da commentatore parlava anche di me”.
Oggi le sostituzioni sono diventate cinque. Troppe?
“Non lo so, forse ora è giusto così considerando quante partite si giocano e i pochi giorni a disposizione per rifiatare. Una volta bastavano un portiere, un difensore e un attaccante in panchina, ora ci sono quindici giocatori. Diciamo che sono altri i fattori che proprio non mi vanno giù del calcio moderno”.
Per esempio?
“La gestione del Var, soprattutto a proposito del fuorigioco. Come si fa a pensare che un tacchetto o una mano possano far scattare il fuorigioco? Il vantaggio per chi attacca c’è solo se tutto il corpo è davanti all’ultimo difensore, si dovrebbe fare la foto come nell’ippica se proprio si vuole ricorrere alla tecnologia.
Poi serve chiarezza, una volta non si parlava di posizione passiva o attiva, con un giocatore oltre la linea era sempre fuorigioco. Ed era tutto più chiaro”.
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