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Tokyo 2020, terremoto nel tennis: clamorose eliminazioni
Terremoto nel gotha del tennis, fuori i più grandi.
Perde Novak Diokovic, il numero 1 al mondo. Perde e lo fa malamente contro il tedesco Alexander Zverev, che vince sul serbo che vince il primo set 6-1 ma poi crolla 6-3 6-1 in appena 2h e 5′. Perde Djokovic e così dice addio al Golden Slam, ovvero la vittoria in tutti i quattro circuiti dello Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open) e la medaglia d’oro olimpica. Perde, e lo fa anche nel doppio misto. Ora gli resta solo la finale per il bronzo, che lo vedrà opposto allo spagnolo Carreno Busta. Un disastro dopo il trionfo a Wimbledon sul nostro Matteo Berrettini. Perde Diokovic e dimostra così di essere umano anche lui. Caduta ma non di stile, come capita a Fabio Fognini, il tennista serbo rimane comunque un campione, anche senza la medaglia d’oro al collo.
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Naomi Osaka e Ashleigh Barty, clamorose eliminazioni

Fanno scalpore l’eliminazione della beniamina di casa, numero 2 al mondo, e dell’australiana, numero 1. Naomi Osaka, simbolo del Giappone e ultima tedofora alla cerimonia di apertura, esce di scena rovinosamente contro la ceca Marketa Vondrousova, che s’impone 6-1 6-4. Un trauma difficile da superare per l’intero Giappone, convinto che la sua eroina potesse arrivare fino in fondo e salire sul gradino più alto del podio. Per lei invece, ventiquattrenne ambiziosa, non ci sarà nemmeno il bronzo. Per lei, che aveva dichiarato di soffrire di depressione, c’è soltanto una cocente delusione con qualche rimpianto. Speriamo che possa riprendersi e ritornare in campo più forte di prima.
Ashleig Barty crolla, la numero 1 al mondo è fuori dai giochi di Tokyo. La sua è un’eliminazione a freddo, pronti via e subito a casa. L’australiana si arrende infatti 6-4 6-3, quindi abbastanza nettamente, contro la spagnola Sorribes Tormo, che sta vivendo il momento migliore della sua carriera. la Barty ha ammesso di aver commesso molti errori gratuiti, ben 55, e ora ed è fuori anche nel doppio classico, fuori ai quarti di finale. Nel doppio misto ha raggiunto la finale per il bronzo, quindi la Barty resta in gara almeno per una medaglia, per quanto amara possa essere è pur sempre una medaglia. La caduta degli Dei, ma forse non troppo in basso.
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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
Esteri
Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce
Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.
Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.
Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga
L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.
Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.
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Juventus, blitz a Napoli: arrivo domenica mattina e mini-sosta prima del match. La decisione di Spalletti
Juventus, blitz a Napoli: la squadra arriverà solo domenica mattina per la sfida contro il Napoli, evitando tensioni e minimizzando lo stress dei giocatori.
La Juventus non dormirà a Napoli: lo ha comunicato Sky Sport nella giornata di ieri. Luciano Spalletti ha deciso di modificare l’itinerario della squadra, originariamente prevista per arrivare nel capoluogo campano sabato. Il nuovo programma prevede l’arrivo dei bianconeri in città solo domenica mattina, così da evitare eventuali tensioni con i tifosi partenopei.
La squadra rimarrà in hotel solo per poche ore, prima della consueta riunione tecnica del pomeriggio, e poi si recherà direttamente allo Stadio Diego Armando Maradona. Dopo la partita, i giocatori faranno immediato ritorno a Torino.
La strategia di Spalletti è chiara: ridurre al minimo lo stress dei calciatori in una trasferta storicamente complicata per la Juventus, caratterizzata da un clima ostile. Un vero e proprio blitz “mordi e fuggi” in terra partenopea.
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