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Stankovic: “La sosta è arrivata nel momento giusto. Nuytinck e Lammers due acquisti mirati”
Il tecnico della Sampdoria Dejan Stankovic ha parlato nel corso della conferenza stampa pre-gara in vista del match di domani contro il Sassuolo. Di seguito le sue parole.
Nel dettaglio

La sosta è arrivata al momento giusto?
“Questa sosta è arrivata nel momento giusto per noi perché abbiamo affrontato tante difficoltà. Staccare, riposare un po’ e rimettere forze fresche ci ha aiutato di sicuro. Io non posso dire cosa è andato meglio o peggio, ma con quelli che ho parlato ho visto un’altra mentalità e un altro approccio alle gare. Di sicuro ci stiamo preparando per lottare. Le difficoltà sicuro arriveranno ma dobbiamo essere molto più forti di prima. Non dico che possiamo vincere tutte le partite ma ci sono modi e modi di perdere. Non possiamo mollare alla prima difficoltà che affrontiamo come non possiamo dire che è tutto se una, due o tre partite andranno come vogliamo noi. Dobbiamo avere sempre i piedi per terra, cuore caldo e la testa fredda“.
Il Sassuolo che avversario sarà?
“Negli ultimi anni è una squadra e una società stabile con bravi allenatori. Tutti quelli che hanno guidato il Sassuolo hanno fatto un buon calcio perché è una società molto stabile e ogni anno inseriscono qualche nuovo talento. Con le certezze come Berardi negli ultimi anni hanno inserito Pinamonti e Laurienté. Ora stanno cercando di trovare una nuova posizione per Traoré, c’è Frattesi che è esploso e che per me è un top player. Abbiamo seguito l’ultima amichevole contro l’Inter e hanno fatto un’ottima gara. Noi cerchiamo di avere le nostre chance. Dobbiamo essere pronti per qualsiasi situazioni, domani a mezzogiorno dobbiamo avere le risposte“.
Crede nella salvezza?
“Io ci credo, anche i ragazzi. Avete visto: sono arrivati due nuovi giocatori, Lammers e Nuytinck. Ragazzi pronti e con tanta voglia di dimostrare il proprio valore. Non vedono l’ora di lottare per la Sampdoria. La vedevano da fuori come la vedo io. Come una grande società, con una grande tifoseria, con una grande storia e noi dobbiamo regalare ai nostri tifosi una continuità. Dobbiamo lottare insieme a loro per rimanere in Serie A“.
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Napoli, brutte notizie: infortunio di Anguissa in Nazionale
Non arrivano buone notizie alle orecchie di Antonio Conte. Il centrocampista camerunese del Napoli Zambo Anguissa si è infortunato in Nazionale: le condizioni.
Continua il periodo grigio per la squadra partenopea, alla quale si aggiunge anche l’infortunio di uno dei migliori giocatori. Anguissa ha rimediato un problema fisico nel suo primo allenamento con il Camerun. Si è trattato di un problema a livello muscolare e si teme addirittura uno stiramento.
Il giocatore nelle prossime ore farà nuovi aggiornamenti, ma non c’è particolare ottimismo per le sue condizioni. Il camerunese sicuramente salterà i suoi impegni con la Nazionale, e potrebbe rientrare a Napoli già nella giornata di oggi.
Antonio Conte può solo incrociare le dite e sperare che l’esito degli esami non riveli un infortunio di questo tipo.

André-Frank Anguissa in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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L’ex Sampdoria e Cagliari Albin Ekdal annuncia il ritiro
Una vecchia conoscenza della Serie A come Albin Ekdal annuncia il suo ritiro dal calcio giocato all’età di 36 anni, chiudendo una carriera ricca di successi e sfide.
Un addio al calcio dopo una carriera straordinaria
Albin Ekdal, centrocampista svedese noto per la sua versatilità e intelligenza tattica, ha deciso di appendere le scarpe al chiodo. La notizia del suo ritiro è stata accolta con emozione e rispetto nel mondo del calcio. Dopo aver militato in squadre prestigiose come la Juventus, il Bologna e la Sampdoria, Ekdal lascia un segno indelebile nel panorama calcistico italiano. La sua carriera è stata caratterizzata da numerosi traguardi, tra cui oltre 60 presenze con la nazionale svedese, contribuendo alla crescita e al successo del calcio svedese a livello mondiale.
L’eredità di Ekdal nel calcio moderno
La decisione di Ekdal di ritirarsi arriva dopo una lunga riflessione, dettata anche dalle sfide fisiche che ha dovuto affrontare negli ultimi anni. La sua abilità nel gestire il centrocampo e la capacità di influenzare positivamente i compagni di squadra rimarranno un esempio per le future generazioni di calciatori. Ekdal ha sempre dimostrato grande professionalità, sia dentro che fuori dal campo, guadagnandosi il rispetto di allenatori, compagni e tifosi. Il suo ritiro segna la fine di un’era, ma il suo impatto sul gioco continuerà a essere avvertito per molti anni a venire.
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Fonte: l’account X di Schira
Albin #Ekdal has announced his retirement from football as player at 36. #transfers
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Nov 10, 2025
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Serie A è il campionato più indebitato in Europa
Serie A: un analisi chiara e semplice sui club che hanno situazioni finanziarie disastrose e alcune imbarazzanti. Perdite milionarie e malagestione.

Secondo i rapporti FIGC e Deloitte il campionato Serie A ha i seguenti dati:
- Perdite aggregate ultime 3 stagioni: ~1,6 miliardi di euro
- Debito finanziario totale campionato: oltre 3,5 miliardi di euro
Da questi rapporti emerge un fatto molto particolare che sarebbe il problema principale per cui la Serie A non sia mai arrivata ai livelli della Premier League in ottica di numeri.
I club italiani spendono più di quanto guadagnano, soprattutto tra ingaggi e costi di gestione.
L’Italia ha il secondo monte ingaggi più alto d’Europa. Molti club non possiedono lo stadio, perdendo potenziali introiti da merchandising e altri tipologie di entrate collaterali. L’equilibrio dei club dipende spesso da plusvalenze o interventi delle proprietà.
Tra le big-team resistono solo il Milan e il Napoli. Il Milan si muove tra controlli sui costi e da poco ha acquisito lo stadio San siro. Il Napoli cresce in modo lento ma costante.
Mentre l’Inter sta in alto rischio sistematico, 800 milioni di debito e 85 milioni di perdite nell’ultima stagione. Anche la Roma sta in una situazione particolare, ma è sostenuta dalla proprietà.
La Lazio invece sta meglio ma è fragile e senza altri introiti la società troverà ostacoli però ha un debito molto basso.
I club italiani si può dire che hanno il vizio di pensare ad avere lo stadio di proprietà. Solo 5 squadre su 20 possiedono uno stadio.
Non avere uno stadio significa niente:
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introiti da merchandising durante le partite
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naming partnerships
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hospitality
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eventi extra-calcistici
La conclusione di questa analisi sarebbe che ridurre i costi non è scelta ma un dovere per continuare a regalare emozioni ai propri tifosi, anche valutare di creare modelli sostenibili e smetterla di sopravvivere con bilanci precari e di interventi delle proprietà.
Di Omar Benz
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