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Si torna allo stadio! Le regole
A partire dal 11 giugno si potrà tornare allo stadio in occasione delle partite del Campionato Europeo. Vediamo con quali regole.
Anche questa volta la stoccata del fioretto di Valentina Vezzali è andata a segno: il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo Sport ha infatti firmato il decreto che regola l’accesso del pubblico allo Stadio Olimpico di Roma in occasione del Campionato Europeo di calcio.
I criteri di accesso
Saranno ammessi all’ Olimpico 15.948 spettatori, pari al 25% della capienza, per le tre partite della Nazionale Italiana del 11, 16 e 20 giugno e del quarto di finale che si disputerà il 3 luglio nella capitale. I requisiti di ammissione prevedono tre opzioni: 1) certificato di guarigione da Covid19 rilasciato da autorità sanitaria italiana negli ultimi 6 mesi; 2) certificato di avvenuta vaccinazione, anche solo prima dose, eseguita da almeno 15 giorni. Una stima molto attendibile valuta che al 11 giugno circa il 50% degli italiani rientrerà in queste due categorie. La terza opzione prevede un test negativo al Covid19 effettuato entro le 48 ore precedenti la partita, sarà considerato valido anche il test rapido antigenico eseguito nelle farmacie.
Regola per gli stranieri
Per gli spettatori stranieri che non saranno in possesso di certificazione emessa da autorità sanitarie italiane sarà necessario esclusivamente l’esito del tampone. Non è previsto per il momento l’utilizzo di apposite APP.
Una notizia che regala a tutti gli appassionati la speranza che la fine del tormentato periodo della pandemia volga al termine e che si possa finalmente tirar fuori dall’armadio la bandiera della nazionale ed in seguito anche quella della squadra del cuore. Buona partita a tutti.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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