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Stadio Milan-Inter, ecco i due progetti per il nuovo San Siro

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L’incontro di ieri pomeriggio avvenuto a Palazzo Marino tra i capigruppo dei partiti insieme all’ amministratore delegato dell’Inter, Alessandro Antonello, e al presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha evidenziato la totale volontà dei due club di non voler ristrutturare San Siro, presentando i due progetti ancora in carica per la realizzazione di un nuovo impianto.

Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, è intervenuto sulla questione: “A questo punto mi pare di aver già detto tante cose, credo che ora sia utile rimanere in silenzio finché non si capisce il progetto e tutti i dettagli tecnici rispetto alla sua fattibilità. Il mio legame con San Siro resta così come la mia volontà di ristrutturarlo, ma se le squadre ritengono che la via sia un’altra vanno ascoltate nel rispetto di tutte le regole. Il nuovo stadio rischia di essere per ricchi? Non sarà come quello della Juventus, avrà una capienza da 60 mila posti, quindi la riduzione rispetto a San Siro sarebbe limitata”.

I due progetti rimasti in lizza sono Il progetto Populous, di stampo americano e Il progetto Italo-Americano Manica-Cmr.

Progetto Populous

Il progetto Americano presenta come principale caratteristica il forte richiamo al Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele II. Si tratta di un progetto avveniristico, con spazi interrati e con uno stile che richiamerebbe ai due simboli della città di Milano, inoltre lo stadio sarà avvolto da pareti di vetro che cambieranno colore a seconda della squadra che gioca in casa.
Lo studio di architettura Populous ha già lavorato nel mondo del calcio, infatti gli fu commissionato di progettare il nuovo Wembley Stadium e il nuovo stadio del Tottenham.

Progetto Manica-Cmr

Il progetto Italo-Americano invece presenta un impianto classico ovale, con unica particolarità la presenza di due anelli congiunti per esprimere la compresenza dei due club. Lo studio di architettura di proprietà di David Manica ha già progettato la Sardegna Arena del Cagliari.

 

San Siro demolito?

La decisione dei due club di non rinnovare lo stadio Meazza è dovuta principalmente da un problema legato alla conduzione delle gare, nonostante un rinnovo dell’impianto sarebbe costato di meno ai due club( 510 millioni circa, contro i 650 del nuovo impianto) la decisione finale è stata quella di demolire San Siro per riutilizzare lo spazio per il nuovo stadio.

Nuova area divertimenti

Con lo spazio ricavato dalla demolizione sarà dunque possibile procedere con la nuova area divertimenti, idea presente in entrambi i progetti in corsa. Vi sarà un’area commerciale di circa 65 mila metri quadri, un’area di intrattenimento(parco ecc…) per circa 13 mila metri quadri, e infine un’area dedicata agli uffici e a servizi alberghieri per circa 76 mila metri quadri. La zona, quindi, sarà completamente rielaborata e strutturata secondo gli ordini del progetto. Il nuovo impianto vedrà una riduzione della capienza, passando dagli 80 mila posti dell’attuale San Siro ai 60 mila del nuovo stadio, più ravvicinati verso il campo da gioco.

Parola ai due club

Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha dichiarato dopo l’incontro di ieri pomeriggio: «Siamo pronti ai prossimi incontri con le commissioni e a presentare i progetti in un evento nella prossima settimana».
L’ad dell’Inter, Alessandro Antonello, ha espresso l’entusiasmo dopo l’incontro: «Siamo soddisfatti dell’incontro. Avanti compatti sul nuovo stadio? Assolutamente, sempre. Molte sono le domande emerse alle quali risponderemo nei prossimi incontri con le commissioni nell’ottica della massima trasparenza»

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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto

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Inter, Marotta

Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.

Le parole del CEO dell’Inter

Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter  di operare al meglio.  Un’altra questione approfondita dal dirigente  é come  Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.

Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team  è per lui   responsabile di ciò che accade all’interno del club.

Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.

Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha  apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.

Marotta parla del club

Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.

Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.

Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá  ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro.  Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.

Inter, Marotta

Giuseppe Marotta

La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.

La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.

È  importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.

 

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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