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Roma, Svilar imposto a Mou: è crisi?
Roma, il cambio fra i pali imposto dai piani alti. Mourinho ha dovuto piegarsi, principio dell’addio? Tutti i dettagli
Dopo la sconfitta in Coppa Italia ad opera della Lazio (con conseguente eliminazione) e il 3-1 subito dal Milan ieri sera è calato il gelo sull’ambiente giallorosso. Risultati alla mano, la stagione al momento è fallimentare.
La squadra è al nono posto in classifica con il seguente score: 8 vittorie, 5 pareggi, 7 sconfitte, 32 reti realizzate, 24 subite, 29 punti in classifica. Ma non tutto è perduto per agganciare il treno che porta in Europa.
Ma occorre riprendere a correre, in un clima infuocato. I social e le radio capitoline danno voce alla frustrazione dei tifosi, fra i pro e contro Mourinho. Uno degli allenatori più vincenti della storia è in discussione.
A partire dalla società stessa, indecisa se proseguire con l’allenatore portoghese giunto a sei mesi dalla scadenza contrattuale. Troppo controverso il personaggio, porta molti valori aggiuntivi ma altri ne toglie.
Roma, la mossa della società per indebolire l’ex Inter?
Ieri sera fra la sorpresa generale in porta è stato schierato il portiere belga naturalizzato serbo Mats Svilar. Il classe 1999 è sempre stato alle spalle del titolare Rui Patricio. Scelta tecnica, ma in realtà è stata la dirigenza a imporlo a Mou.
Infatti il club vuole capire le potenzialità del ragazzo, visto che Rui Patricio a fine stagione andrà via. La Roma è in contatto con gli agenti di Wladimiro Falcone, il favorito numero uno. Ma è seguito anche Michele Di Gregorio.
Prima di fare un investimento economico importante la società vuole valutare il portiere arrivato dal Benfica e qualche anno fa considerato uno dei portieri più forti della nuova generazione. L’allenatore ha capito e si è piegato.
Ma non ha gradito l’ingerenza tecnica e sa che la sua panchina traballa: le partite con Verona e Salernitana potrebbero segnarne il destino. Pronto il vice Salvatore Foti, anche se rumors candidano Daniele De Rossi come traghettatore.
Roma, oltre Mourinho: la lista dei “papabili”
Se la famiglia Friedkin dovesse decidere di non proseguire con l’attuale allenatore, la rosa dei candidati è già negli uffici di Trigoria. Qualche nome è stato suggerito dal g.m. uscente Tiago Pinto, sta per lasciare a fine mese.
Al suo posto potrebbe sbarcare Frederic Massara, ma vige il riserbo assoluto. Non è escluso un nome americano, un personaggio di fiducia della famiglia proprietaria del club. Ma andiamo a vedere chi sono i nomi per il futuro.
Segnato in rosso il nome di Vincenzo Italiano, piace per come fa giocare e per l’empatia che crea con l’ambiente. Un cavallo di ritorno gradito alla piazza potrebbe essere Paulo Fonseca, oggi al Losc Lille. Occhio a Vincenzo Montella.
Un altro nome che solletica e non poco è quello di Stefano Pioli, solo lo scudetto potrebbe legarlo ancora a Milanello. Ma lascerà il posto con ogni probabilità ad Antonio Conte. Infine è stato proposto Marcelo Bielsa, ma non trova gradimento.
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Spezia, il monte ingaggi continua a preoccupare: la situazione
Spezia, la situazione degli ingaggi elevati continua a condizionare il mercato. Sono tre, in particolare, i giocatori fuori dai parametri. Vediamo di seguito nel dettaglio.
Prosegue a rilento il mercato dello Spezia, frenato da altre priorità, come per esempio la questione relativa al monte ingaggi.
Come riferisce Il Secolo XIX, infatti, vari giocatori percepiscono emolumenti fuori dai parametri stabiliti, e per i quali bisognerà trovare una soluzione.
Daniele Verde
Gli interessati sono Daniele Verde e Arkadiusz Reca, con uno stipendio di 900mila euro annui, e Lukas Muhl con 750mila.
Qualora non dovessero trovarsi adeguate soluzioni, spiega il quotidiano ligure, si percorrerà la pista della spalmatura della cifra su più anni.
Si va verso la definizione, infine, per quanto riguarda la posizione di Szymon Zurkowski, in procinto di passare all’Empoli.
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Juventus, tesoretto Next Gen: la strategia
La crescente importanza della squadra Under 23 in Italia, soprattutto per club come la Juventus, rappresenta una strategia efficace per sviluppare giovani talenti e generare significativi ritorni economici.
Questa squadra funge da ponte cruciale tra la Primavera e la prima squadra, offrendo un’esperienza competitiva ai giovani che non sono ancora pronti per il massimo campionato.
Giocare in Serie C fornisce ai giovani calciatori un’esperienza di gioco più fisica e tattica rispetto ai campionati giovanili, accelerando il loro sviluppo.
I giocatori possono essere inseriti gradualmente in prima squadra, riducendo il rischio di bruciare talenti acerbi.
Gli allenatori possono valutare il potenziale dei giocatori in un contesto competitivo, decidendo con maggiore precisione chi può fare il salto in prima squadra.
La Juventus ha dimostrato di poter vendere giocatori sviluppati nella Nex Gen (si chiama cosi l’under 23 bianconera) per cifre significative.
Juventus tesoretto da oltre 120 milioni
Esempi recenti includono:
Iling-Junior e Barrenechea:Parte dell’operazione che ha portato Douglas Luiz a Torino, generando introiti significativi.
Matias Soulè e Dean Huijsen: Vendite imminenti che contribuiscono al totale di oltre 60 milioni di euro.
Le vendite di giocatori come Stephy Mavididi, Franco Tongya, Simone Muratore e Manolo Portanova hanno portato complessivamente decine di milioni di euro.
Radu Dragusin e Koni De Winter, entrambi venduti al Genoa, hanno fruttato circa 20 milioni di euro.
Anche Giacomo Vrioni ha contribuito con circa 4 milioni di euro.
Stephy Mavididi: Venduto al Montpellier dopo un periodo di prestito al Digione, rappresenta uno dei primi esempi del successo del modello Under 23 della Juventus.
Franco Tongya: Scambiato con Marley Akè, ha contribuito a rafforzare la prima squadra mentre generava una significativa valutazione di mercato.
Simone Muratore e Manolo Portanova: Le loro cessioni hanno portato risorse fresche e dimostrato la validità del progetto Under 23.
L’integrazione di giovani come Miretti, Fagioli, Yildiz e Nicolussi Caviglia nella prima squadra è un chiaro esempio del successo del progetto Under 23.
Questi giocatori sono ora colonne portanti della squadra e potenziali fonti di ulteriori plusvalenze future.
Il modello Under 23 della Juventus rappresenta un circolo virtuoso che beneficia sia dal punto di vista tecnico che economico.
Permette al club di sviluppare talenti, integrarli gradualmente nella prima squadra o venderli a prezzi elevati, reinvestendo poi queste risorse nel club.
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Enrico Valentini: da capitano del Norimberga a tifoso della Juventus
Enrico Valentini, 35enne e abruzzese di orine, del Norimberga ha il cuore diviso: dall’essere capitano della formazione tedesca a primo della Juventus.
Italiano del Norimberga e tifoso della Juventus. Una coincidenza: infatti, oggi pomeriggio (alle ore 17:00) si sfideranno in amichevole proprio la formazione tedesca e quella bianconera.
Di chi stiamo parlando? Proprio del capitano tedesco, Enrico Valentini.
35 anni compiuti a febbraio, terzino destro e (a dispetto del nome) italiano proprio non lo è: infatti è nato e cresciuto in Germania, proprio a Norimberga. Le sue origini sono, comunque, legate al nostro paese: i genitori Vincenzo e Maria, trasferitisi in Germania tanti anni fa per aprire un’attività di ristorazione, sono originari dell’Abruzzo.
La particolarità di Valentini? È un super tifoso della Juventus.
Detto e ribadito a più riprese dallo stesso calciatore, il capitano del Norimberga ha sempre sognato di disputare un’amichevole contro i bianconeri: e le due società lo hanno accontentato.
Indice
“La Juve vince perché merita”
Dopo la conquista del Tricolore (2018) da parte della Juventus, Valentini si esponeva così:
“In Italia la Juve vince perché merita ma si cerca di infamarla. In Germania è diverso e ciò non accade: anche qui il Bayern Monaco trionfa in continuazione ma viene accettato perché è indubbiamente la squadra più forte.
Beh, poi in Italia si festeggia quando si è un punto dietro… Un grave errore da parte del Napoli, che così non ha fatto altro che caricare la Juve“.
L’inno bianconero
E poi c’è la storia dell’inno della Juventus cantato dai giocatori del Norimberga, dove lo stesso Valentini aveva spiegato l’origine dell’usanza:
“Durante uno dei miei primi allenamenti il nostro capitano ha messo la canzone della Juve nello spogliatoio ed io sono rimasto un po’ così. Ero stupito: non me l’aspettavo. L’aveva sentita in Champions dopo le vittorie dei bianconeri e gli piaceva.
In Germania, come in quasi tutti i club, quando arriva un giocatore nuovo deve presentarsi cantando una canzone davanti a tutti. Così io ne ho approfittato cantando proprio l’inno della Juve. Da inizio stagione è diventato il nostro tormentone”.
Un sogno che si avvera
Un sogno che si avvera per il capitano del Norimberga, un sogno che le due Società gli hanno concretizzato:
“Sarebbe un sogno fare un’amichevole contro i bianconeri. Io non posso decidere niente a riguardo ma… lanciamo un appello (raccontava al sito di Gianluca Di Marzio sei anni fa). Da bambino il mio idolo assoluto era Del Piero e lo sarà per sempre. Seguo sempre i bianconeri e sono contentissimo per questo Scudetto: sofferto ma meritato”.
Insomma: quella di oggi, per Valentini, non sarà una semplice amichevole. Soprattutto per il battito del suo cuore.
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