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Roma, Nela: grande uomo sia dentro che fuori dal campo
Roma, Sebino Nela oggi ha compiuto 62 anni, e in occasione del suo compleanno vogliamo ricordare la sua esperienza in giallorosso.
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Sebino Nela è stato uno dei terzini più amati e significativi della storia giallorossa.
Dopo gli esordi con il Genoa dove ha giocato per tre stagioni raggiungendo la promozione in Serie A, è stato poi acquistato dalla Roma del presidente Viola nel 1980-1981.
A 20 anni è riuscito ad esordire in maglia giallorossa nel settembre del 1981, vincendo uno scudetto nella stagione 1982-1983 da terzino destro, sebbene lui abbia sempre preferito giocare a sinistra, essendo mancino.
Nella stagione 1983-1984 l’anno che la Roma è arrivata in finale di Coppa dei Campioni, ha poi perso in casa ai rigori contro il Liverpool.
In quell’occasione ha dato prova di ottime prestazioni, meritandosi il titolo di migliore terzino destro della stagione.
Ricordiamo anche la bella stagione del 1986 sempre con i giallorossi quando ha giocato il campionato contro la Juventus fino alle ultime giornate, putroppo perdendolo.
Dopo un brutto infortunio avuto l’anno successivo che lo ha tenuto fermo per un anno, Nela ha continuato sempre a dare il suo contributo alla Roma, fino al 1992.
Con i capitolini ha vinto anche tre Coppe Italia per poi chiudere la sua carriera al Napoli nel 1994.
Quando era calciatore, il difensore ha sempre dimostrato di essere un professionista serio, pronto a dare tutto sé stesso per aiutare la sua squadra. Tanto popolare che anche Antonello Venditti gli dedicò una canzone: Correndo, correndo.
Alla Roma, in particolare, ha mostrato le sue qualità migliori sia tecniche che caratteriali, diventando per la sua vis pugnandi e l’amore per quei colori un idolo dei tifosi.
Il fatto che sia un uomo di grande carattere dotato di una profonda conoscenza del calcio lo si è potuto notare anche fuori dal campo.
Dopo aver lasciato il calcio giocato, infatti, ha partecipato a diverse trasmissioni sportive come apprezzato opinionista, facendo anche la seconda voce nelle telecronache di alcune partite del Mondiale 2022.
Grazie alle sue qualità è entrato a pieno diritto nel cuore dei tifosi e delle squadre dove ha giocato, soprattutto Genoa e Roma, tanto da entrare nella Hall of Fame di entrambe le squadre.
Sebino Nela: un uomo “vero” non solo in campo ma anche fuori.
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Milan-Conte, ci siamo? Le (ultime) resistenze di Furlani
Milan-Conte, un accostamento che noi di Calcio Style scriviamo da gennaio, mese del famoso accordo di massima con l’allenatore. Vediamo le evoluzioni della situazione.
“Vediamo cosa succede”, queste le poche parole di Antonio Conte dette a un tifoso rossonero il quale una settimana fa gli aveva chiesto se vi fossero possibilità concrete di vederlo sulla panchina del Milan la prossima stagione. Avrebbe potuto rispondere diversamente, con un no comment, oppure con un’altra frase di circostanza ed invece la speranza nel leccese di una chiamata è viva più che mai. Soprattutto nel day after la sconfitta contro la Roma che è valsa l’uscita dall’Europa League.
Il treno Conte non passa tante volte, bisogna salirci. Questa è un po’ l’idea di Zlatan Ibrahimovic il quale, fin dall’inizio della sua nuova esperienza da dirigente, ha fatto il nome del tecnico leccese stringendo con lui un accordo di massima a gennaio. Le vicende poi le abbiamo seguite tutti. Un Milan che si è fortemente ripreso in campionato, l’indagine della Procura di Milano che ha di fatto rallentato l’ingresso di nuovi soci di minoranza, operazione solo rimandata e la ritrosia di Giorgio Furlani il quale preferirebbe proseguire con Pioli o con altre tipologie di tecnici maggiormente aziendalisti.
Giusto o sbagliato che sia, un ministro senza portafoglio come Ibrahimovic può lanciare l’idea, ma ci vuole il consenso dell’Amministratore Delegato e della proprietà. Gerry Cardinale ha praticamente detto a Ibra di fare quello che serve per rilanciare il Milan, dimostrazione di piena fiducia, ma c’è ancora da scardinare quell’idea comune che vede in Conte un possibile destabilizzatore dell’ambiente. L’aspetto economico in questo caso sembra essere in secondo piano.
Lo svedese riuscirà a convincere Furlani? Per la risposta, questione di poche settimane.
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Pioli, secondo posto poi Napoli: il futuro del tecnico
Pioli, una serata da dimenticare quella di ieri sera in Europa League contro la Roma. Andiamo a vedere cosa gli riserverà il futuro in base alle informazioni che abbiamo raccolto.
“Portate pazienza fino alla fine della stagione”, questo ha detto ieri sera Stefano Pioli durante la conferenza stampa che ha messo i titoli di coda alla partecipazione in Europa League. E a dire il vero, di pazienza i tifosi ne hanno sempre meno.
Ma c’è un cammino in campionato da portare avanti, un secondo posto da difendere con le unghie e coi denti e soprattutto un derby da giocare lunedì sera. Ci si aspetta una reazione decisa, sebbene i cugini interisti abbiano mille motivazioni per fare bene proprio in quella serata.
Il futuro di Pioli è praticamente già scritto, noi di Calcio Style lo sosteniamo da tempo. Non è sicuramente una partita a spostare l’ago della bilancia a favore o contro il tecnico parmense. La decisione era già stata presa e, con la gara di ieri, si è solamente fortificata l’idea tra la dirigenza di avere fatto la scelta giusta.
Ci sono buone possibilità che Pioli possa scendere al sud Italia ed accasarsi al Napoli. Nonostante De Laurentiis abbia finora fatto una corte serrata ad Antonio Conte, anche l’ego ha una certa importanza. Vedersi respinto in almeno 3 occasioni non deve di certo essere piaciuto al vulcanico presidente partenopeo il quale avrebbe deciso di puntare su Pioli.
Un allenatore ideale per ricostruire un ambiente complicato. Lo abbiamo visto con il Milan quando da zero ha saputo portare la squadra allo scudetto. Anche dal punto di vista dell’ingaggio, Pioli sarebbe decisamente più a buon mercato rispetto al leccese. Tra De Laurentiis e Pioli ci sono stati contatti diverse settimane fa. Il tecnico parmense aveva fatto capire di essere lusingato dall’interesse, tuttavia non si era pronunciato perché concentrato sulla stagione in corso. Come più volte detto, si ragionerà a bocce ferme, ma siamo certi che le cose stiano andando avanti.
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Roma-Milan 2-1, De Rossi inchioda il Diavolo: le pagelle
Roma-Milan 2-1, i capitolini battono i rossoneri e si guadagnano il passaggio del turno in Europa League. All’Olimpico i giallorossi si impongono grazie ai gol di Mancini e Dybala. A nulla è servito il gol di Gabbia nel finale.
Maignan 6: ultimamente gli tocca spesso raccogliere palloni alle sue spalle, ma di colpe ne ha ben poche.
Calabria 4: concorso di colpa con il tecnico che lo utilizza (sbagliando) a centrocampo (dal 46 Reijnders 5: inspiegabile questo cambio)
Gabbia 5,5: errore su Dybala, ma tiene botta e segna la rete dei rossoneri
Tomori 5: cerca di reggere una situazione non facile. Balla in maniera eccessiva, ma ha l’attenuante del rientro
Theo Hernandez 4: si vede poco e si fa espellere nel finale
Musah 5: si innamora troppo del pallone, ma ha grinta da vendere. Uno dei meno peggio
Bennacer 5: prova complicata, viene sostituito per lasciare spazio ad un altro attaccante (dal 40’ Jovic 4: non incide)
Pulisic 4,5: sbaglia troppi palloni, la peggiore partita da quando è al Milan
Loftus-Cheek 4: in un pessimo stato di forma, si vede praticamente mai (dal 46’ Chukwueze 6: il più in forma)
Leao 3: grandi premesse, ma imbarazzante e al limite dell’irritante
Giroud 3: non gli si può chiedere di più, non ne ha
Pioli 2: sbaglia tutto, cambi inspiegabili e sotto l’aspetto della mentalità in campo non si commenta nemmeno. Subìsce in due occasioni una lezione di calcio da De Rossi
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