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Roma-Friedkin tutto in stand-by
L’Italia intera sta vivendo un periodo carico di difficoltà a causa del Covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’intera nazione. Le conseguenze che questo virus comporta inglobano tutti i settori, compreso il calcio e la nostra Serie A.
Come già espresso dal Premier Giuseppe Conte nella serata di ieri, il campionato italiano resterà fermo fino al 3 aprile, decisione che non esclude il fatto che vi sia il rischio di non riuscire a portarlo a termine.
Una situazione destabilizzante come poche altre nel corso della nostra storia recente, inevitabilmente destinata a continuare a creare ingenti danni, anche nei confronti delle società calcistiche. Un evidente prova di ciò è quella che sta riguardando la Roma che, nelle ultime ore, è stata costretta a mettere in stand-by la trattativa con Dan Friedkin, dopo aver concordato la decisione con lo stesso, riguardante l’acquisizione del club.
Il punto sull’avvicendamento societario
Il Covid-19 continua a creare numerose problematiche, specialmente sotto l’aspetto economico. Infatti sono diverse le Borse ad aver perso punti negli ultimi giorni, una su tutte quella di Milano, scesa dell’11%. Calo che ha, inevitabilmente, inficiato su tutte le società quotate in borsa, tra cui l’A.S. Roma che ieri sera ha chiuso al -20,52%.
Un’enorme perdita che potrebbe spingere Dan Friedkin a chiedere uno sconto a James Pallotta per l’acquisizione del club giallorosso. Situazione che, però, sembra non scoraggiare il possibile futuro presidente della Roma, ipotesi sostenuta anche dalla recente chiusura della “due diligence“, avvenuta proprio pochi giorni fa.
I responsabili del Friedkin Group stanno, inoltre, monitorando minuto per minuto la situazione, continuando a studiare le carte relative all’amministrazione del club capitolino, dichiarando, in aggiunta, tramite il proprio dirigente, come entrambi i componenti della trattativa si siano ritrovati in accordo sul mettere l’operazione in stand-by, in attesa di miglioramenti.
La definitiva chiusura sembra, di conseguenza, rimandata a questa estate, Covid-19 permettendo.
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Baggio, da 20 anni “orfani” del Divin Codino
Roberto Baggio è stato uno degli attaccanti che hanno fatto la storia, il più amato dai tifosi. Vent’anni fa il suo ritiro dal calcio giocato.
Il 16 maggio 2004 è un giorno che è rimasto impresso nella memoria di molti: è allora, infatti, che Roberto Baggio, noto a tutti come il Divin Codino, ha disputato la sua ultima partita.
All’epoca, al teatro del calcio si celebrava lo scudetto del Milan e, allo stesso tempo, si salutava l’ormai ex giocatore e il suo numero 10 al Brescia.
Dopo un calvario di infortuni fisici – due menischi in meno, i legamenti di un ginocchio ricostruiti, tre operazioni, due anni senza giocare – a San Siro si rendeva omaggio a un gigante. Che uscì dal campo al 39esimo minuto.
Baggio tra vittorie, cadute e risalite
Vincitore del Pallone d’Oro nel 1993, il giocatore è stato amato soprattutto dai tifosi e dagli appassionati di calcio, indossando maglie di club contrapposti tra loro – Fiorentina, Juventus, Milan e Inter – e riuscendo ad unire l’Italia e i suoi tifosi, anche rivali.
È stato protagonista di alcuni momenti passati alla storia: i gol del Mondiale Italia 1990, il rigore sbagliato al Mondiale 1994, i molti infortuni, la conversione al buddhismo E poi l’addio e il ritiro in Argentina, dopo aver giocato 643 partite da professionista, segnato 291 gol e realizzato infiniti assist.
Come canta Cesare Cremonini nella canzone Marmellata #25, “dal momento in cui Baggio ha smesso di giocare, non è più domenica”.
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Roma, l’infermeria si svuota
La Roma sta svuotando l’infermeria in vista del match contro il Genoa
Daniele De Rossi sta valutando insieme al suo staff i giocatori da schierare o meno, i problemi fisici continuano nonostante l’infermeria sia – sostanzialmente – svuotata. Sul fronte Paulo Dybala la faccenda è particolare perchè lo staff medico non rileva nessun infortunio ma il ragazzo continua a sentire fastidio. Nel pre-match contro il Bayer Leverkusen si è voluto ascoltare il parere della Joya lasciandolo a riposo. L’unico giocatore, ad oggi, indisponibile è Leonardo Spinazzola che ha una lesione muscolare al flessore destro.
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Milan-Conte, i dieci giorni della verità: il nodo Pioli e il risiko delle panchine
Milan-Conte, parte ufficialmente il countdown, o dentro o fuori. Andremo a provare a fare chiarezza con questo articolo, consapevoli che potrebbe letteralmente ancora accadere di tutto.
Iniziamo a parlare della situazione Antonio Conte al Milan. Nonostante le secche smentite di grandissima parte degli organi di stampa, a noi di Calcio Style risulta che il primo nome per la panchina sia proprio il tecnico leccese. Tutto fatto? Probabilmente no, per il semplice fatto che il tanto atteso incontro tra Conte e Furlani, probabilmente in presenza anche di Gerry Cardinale via Skype, ad oggi, salvo errori, non c’è ancora stato.
Situazione, se fosse confermata, a tratti imbarazzante, ma giustificabile dal fatto che tra oggi e domani la dirigenza avrà un lungo colloquio proprio con Stefano Pioli durante il quale si cercheranno di capire molte cose, soprattutto dal punto di vista economico e professionale del tecnico parmense.
Conte pretende un incontro entro fine settimana prossima con la dirigenza e siamo certi che avverrà. O dentro o fuori. La situazione è sempre la stessa, Furlani e Moncada continuano a non vedere di buon occhio il tecnico leccese, tuttavia la strada sembra essere quella e l’accordo potrebbe essere trovato.
Troviamo quindi il Napoli che certamente ha avuto diversi contatti con Conte, ma per adesso, dopo i ripetuti rifiuti del tecnico, sarebbe orientato verso altri allenatori quali Gasperini, Italiano e lo stesso Pioli. La Juventus potrebbe ritenersi soddisfatta con l’arrivo di Thiago Motta, ma come il Milan, prima dovrà piazzare Massimiliano Allegri.
Inutile dire che se Pioli dovesse rimanere senza una squadra, ancorché sembra che Sarri sia orientato verso Bologna, diverrebbe difficile per lo stesso Milan sostenere l’ultimo stipendio del parmense e nello stesso tempo assoldare Conte.
Riteniamo che solo ed esclusivamente non si trovasse una quadra per la buonuscita di Pioli, e tra oggi e domani sapremo, Conte potrebbe essere a rischio. E solo ed esclusivamente allora sarebbe inevitabile virare su un piano B che la dirigenza, ad oggi, non ha ancora previsto. I nomi di Fonseca e Gallardo sono venuti fuori perché proposti dai loro agenti e non perché direttamente cercati dal Milan.
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