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Pioli-Leao, un masochismo che non si può permettere: Thiaw e Origi certezze agli opposti

Pioli-Leao, un’esclusione che farà discutere a lungo, soprattutto quando capita per due giornate consecutive. Ma non è solo questo, la serata di ieri è stata un insuccesso su tutta la linea per il quale pesano come macigni le scelte fatte dal tecnico rossonero.

Il Diavolo sprofonda all’inferno, prende schiaffi da tutte le parti contro i cugini dell’Inter e si ritrova nel giro di poco tempo da seconda in solitaria a sesto in classifica, sebbene a pari punti con Atalanta Lazio.

Una gara da dimenticare, salvata – ironia della sorte – proprio dal tanto bistrattato Tatarusanu, non certo un fulmine di guerra, ma un onesto lavoratore che ha permesso ieri sera di non uscire dallo stadio San Siro con l’ennesima batosta sul groppone.

Tutta da capire la scelta di lasciare ancora una volta in panchina Rafael Leao. Che il portoghese non stia vivendo uno dei suoi momenti migliori, questo è indubbio, ma non avvalersi del migliore giocatore della Serie A della passata stagione, il solo a trovare spunti e giocate, questo lascia davvero perplessi. Soprattutto se al posto suo non disponi di tutto quel fior fiore di talenti. Una prova di coraggio, un eccesso di masochismo che Pioli non ha nel dna e che non può di certo permettersi in un derby.

E veniamo ad altri due giocatori, Divock Origi e Malick Thiaw, due giocatori che per motivi differenti si sono visti ben poco in campo. Il primo probabilmente ha dimostrato ancora una volta di non essere un giocatore da Milan, a parti innegabili doti balistiche. Un fantasma in campo, molle, non adatto per combattere. Il secondo invece una sorpresa, che non è nemmeno tale in quanto ogni volta che è stato chiamato in campo ha sempre risposto presente.

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Probabilmente Pioli dovrebbe avere il coraggio di lasciare in panchina Simon Kjaer, in evidenti difficoltà, per far posto a Thiaw, un gigante sulle palle alte e, di fatto, senza alcun timore reverenziale.

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