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Pezzella ha le idee chiare: “Fiorentina in finale di Coppa Italia”
Intervenuto dal Teatro Carlo Monni di Campi Bisenzio, il capitano della Fiorentina German Pezzella parla del momento della sua squadra mentre riceve il premio ‘Top Player Viola’: “Quest’anno ci siamo prefissati come obiettivo di giocare 5 partite di Coppa Italia, ovvero di raggiungere la finale, anche se sarà difficile.”
Il difensore argentino, davanti al padre di Davide Astori, sottolinea tutto l’orgoglio e la responsabilità che sente nell’indossare la sua fascia e come lo sfortunato difensore, insieme a Badelj, siano stati fondamentali a farlo crescere di personalità.
Infine una battuta su Chiesa: il numero 20 gigliato afferma di chiuderlo in casa per non farlo muovere.
Parlano Pasqual e Dainelli
Oltre a Pezzella, questa sera sono presenti personaggi importanti nell’ambito Fiorentina, dal sindaco Dario Nardella, il quale ha parlato di tematiche riguardanti il nuovo stadio all’ex portiere Giovanni Galli, con quest’ultimo che si aspettava un altro tassello dal mercato di gennaio.
Oltre a loro, hanno preso la parola due ex capitani della squadra gigliata, stiamo parlando di Dario Dainelli e Manuel Pasqual. Il primo si dice ottimista sul fatto che i viola possono battere il Napoli ed è speranzoso, anche lui, che Chiesa rimanga a Firenze ancora per molto; il secondo, rimasto a Firenze per 11 stagioni, si dice rammaricato per non aver concluso la carriera nel capoluogo toscano e dice che sarebbe contento se la squadra vincesse qualcosa.
Difesa da rifare
Contro il Napoli difesa da ricostruire. Stefano Pioli, infatti, dovrà fare a meno dello squalificato Milenkovic e probabilmente di Vitor Hugo, anche se quest’ultimo sta cercando di recuperare per la partita di sabato. Nel caso non ce la facesse, spazio a Ceccherini, con Pezzella sul centro destra, Laurini ancora confermato terzino e ballottaggio Birgahi-Hancko, con il primo favorito e non di poco.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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