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Nuovo San Siro: Tempi di costruzione, costi e ricavi per Milan e Inter
Indice
In attesa del dibattito pubblico, che dovrebbe iniziare il 28 settembre 2022, Calcio e Finanza riporta il dossier che Inter e Milan hanno consegnato al Comune di Milano per la realizzazione del nuovo San Siro.
Nuovo San Siro, le tempistiche
- Nella Fase 1, è prevista la realizzazione del nuovo Stadio, posto nell’area a Ovest rispetto al sottopasso Patroclo, e del Centro Congressi. Il nuovo impianto dovrebbe così essere pronto per il 12 settembre 2027, all’inizio della stagione sportiva 2027-28.
- Nella Fase 2, possibile solo dopo l’apertura del nuovo Stadio, comincerà invece la demolizione integrale dello Stadio Meazza, la successiva realizzazione dei Parcheggi interrati a servizio del Comparto Plurivalente e il completamento degli edifici complementari al nuovo Stadio, ovvero Centro Commerciale, Centro Attività Sportive, Intrattenimento, Museo dello Sport e nuovo Distretto dello Sport (insieme di tutte le opere di soprasuolo, quali percorsi pedonali, verde attrezzato e arredi vari).
LE DATE FONDAMENTALI | ATTIVITÀ |
1° gennaio 2024 | Inizio stimato dei lavori |
Dal 21 gennaio 2024 al 7 agosto 2028 | Attività ambientali suolo e smaltimento macerie |
Dal 1° gennaio 2024 al 18 novembre 2027 | Cosiddetta Fase 1 |
12 settembre 2027 | Conclusione del Nuovo San Siro |
Dal 13 settembre 2027 al 31 luglio 2030 | Cosiddetta Fase 2 |
31 luglio 2030 | Fine lavori |
Quanto puntano ad incassare Milan ed Inter dal nuovo stadio?
Calcio e Finanza, che ha visionato documenti che riportano una “stima sommaria dei ricavi”
I guadagni sono stati divisi in due gruppi: comparto stadio e comparto plurivalente.
Il primo è basato sulle le attività legate strettamente alla struttra, ad esempio i naming rights, mentre il secondo fa riferimento ai ricavi da attività commerciali.
I due club puntano ad incassare circa 80 milioni di euro, due terzi del totale, dalle attività legate allo stadio, con i restanti 40 milioni di euro che arriverebbero dal comparto plurivalente.
La cifra totale, circa 120 milioni di euro, non tiene comunque conto dei ricavi del botteghino (biglietti e abbonamenti).
Partendo dal comparto stadio, queste sono le voci e i relativi ricavi considerati:
Naming Rights – 17.880.000 euro
Altri Sponsor – 9.000.000 euro
Parcheggi – 1.000.000 euro
Concessioni/Merchandise (net) – 5.500.000 euro
Tour/Museo – 18.129.000 euro
Visite Turistiche – 12.000.000 euro
Eventi Corporate/Concerti – 11.400.000 euro
Bar/Ristorazione/Catering – 5.209.183 euro
TOTALE RICAVI ANNUI – 80.118.183 euro
Ricavi Centro Congressi – 910.066 euro
Uffici – 8.861.625 euro
Parcheggi Uffici – 419.813 euro
Parcheggi Retail – 6.884.904 euro
Attività di Leisure & Entertainment (incluso attività commerciali) – 23.208.092 euro
TOTALI RICAVI ANNUI – 40.284.500 euro
La cifra totale, 120,4 milioni di euro, Milan ed Inter cercheranno di raggiungere nel 2030: si prevede di partire da un minimo di 40,2 milioni di euro nel 2025 e di crescere negli anni successivi.
Per fare un confronto, nell’ultima stagione disputata interamente con il pubblico, M-I Stadio (la società partecipata da Inter e Milan attraverso cui gestiscono San Siro) nel 2018/19 ha registrato ricavi da Museo, Tour, Store, Eventi e Sponsor per complessivi 12,3 milioni di euro.
I costi
- Costi di costruzione ambito San Siro: 1 miliardo e 38 milioni di euro circa. Si tratta della voce più importante e impattante, a livello di cifre, perché riguarda la costruzione del nuovo Stadio, la demolizione integrale dello Stadio Meazza e tutto ciò che è legato al Comparto Plurivalente. A titolo di esempio, tra le varie voci di spesa troviamo: Comparto Stadio (604 milioni circa), demolizione Stadio Meazza (52 milioni circa), Comparto Plurivalente (360 milioni circa).
- Costi “soft”, o somme a disposizione dell’Amministrazione: 236 milioni di euro circa. Di essi, 69 milioni circa saranno destinati agli importi base, mentre circa 145 serviranno per le spese tecniche.
- Oneri da costo di costruzione: 21 milioni di euro circa. Tra di essi, spiccano sicuramente i 15 milioni circa necessari per il Centro Commerciale.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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