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Not a Game – Roberto Baggio, il Divin Codino ai raggi X
Roberto Baggio. Forse è sufficiente unire questo specifico nome al cognome di riferimento per rievocare un’emozione, un sussulto, una speranza, oppure per sprigionare una dose considerevole d’amore che unita a quella maniacale bramosia di libertà è in grado di farci riscoprire più umani di quanto pensassimo. Proprio come Roberto in occasione di quel maledetto rigore. “Riscoprirsi semplicemente umani e non semidei, e nella metamorfosi continuare ad autoinfliggersi le stesse pene: questo è il più grande passo che l’uomo è chiamato a compiere nell’arco della propria esistenza”, così si esprimeva il filosofo, così ha fatto quel ragazzo nato a Caldogno il 18 febbraio 1967.
L’entità empatica Roberto Baggio si è abbattuta sull’Italia un po’ alla volta, passo dopo passo. E’ come se il percorso del calciatore e quello del paese procedessero, per certi versi, simultaneamente in direzione di una meta inizialmente sconosciuta, poi rivelatasi essere il Rose Bowl di Pasadena. Anche per questo in molti lo ricordano semplicemente come Roberto, a mo’ di fratello o figlio, oppure lo appellano alla stessa maniera ma con tono sommesso, in grado di sfociare quasi in timore, sintomo e simbolo dicotomico di quanto e cosa abbia rappresentato quest’uomo per la nostra nazione e per ognuno di noi.
Persona, personalità e personaggio
Persona, personalità e personaggio. Questi tre passaggi rappresentano i fondamentali dell’ascesa popolare e mediatica. La persona diventa personaggio anche grazie alla personalità, chiave di volta utile al fine di riconoscersi in qualcosa o qualcuno dando voce al proprio io, proiettando così se stessi nella maniera che si ritiene più appropriata all’esteriorità. Così ha fatto anche Roberto Baggio, votando la propria vita al buddhismo, rivelatosi fondamentale per inglobare ed epurare tutte le proprie sofferenze, e all’umiltà, all’attaccamento nei confronti della propria terra d’origine, perseverando tutt’ora nella sua attività agricola.
Il personaggio Roberto Baggio si è fuso a più riprese con la persona, anche per questo, nonostante abbia vestito le tre maglie più pesanti in Italia, Juventus, Milan ed Inter, oltre a quelle di Fiorentina, Brescia, Bologna e Vicenza, è tra le individualità più venerate del territorio nazionale. Il personaggio, nel momento in cui decide di mostrare le proprie paure e debolezze, unite ad uno spregiudicato ardore nel volerle superare combacia perfettamente con la proiezione che ogni persona ha di sé, mettendo in relazione i frutti dei tre fondamentali precedentemente citati: l’uomo, il campione e la gente. Ecco, la vita e la carriera di uno dei numeri 10 azzurri più amati della storia, se non il più amato, è racchiusa proprio qui, nel rapporto perpetuo, seppur a volte contrastante, tra questi due triangoli immaginari che hanno dato vita ad un’esperienza sentimentale unica e ad una storia destinata all’eternità.
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Chievo Verona: Pellissier dà nuovamente vita al club
Chievo Verona: il club veneto torna ad avere vita dopo il fallimento di due anni fa grazie alla sua bandiera Sergio Pellissier.
Di seguito il comunicato stampa del club veronese:
“Verona, 10 maggio 2024 – Una giornata storica, il marchio Chievo torna alla sua gente. È un secondo sogno che si avvera, per Sergio Pellissier ed Enzo Zanin, dopo la nascita nel 2021 del progetto calcistico FC Clivense, di cui sono – rispettivamente – presidente e vicepresidente.
Pellissier, già bandiera del Chievo Verona, primatista di presenze in Serie A, con 112 goal, “riconsegna” oggi – insieme a Zanin, ex portiere dello stesso Chievo della favola – il marchio A.C. Chievo Verona nelle mani e nei cuori di quanti lo hanno amato e hanno lottato in questi tre anni per dare vita ad un progetto nuovo e sano: FC Clivense, un progetto calcistico partecipato e condiviso da 800 soci.
Ce l’hanno fatta Sergio Pellissier ed Enzo Zanin: hanno mantenuto la promessa che era tra gli obiettivi del piano industriale di FC Clivense 2021-2029. Forti del supporto di tutti i soci e sponsor di FC Clivense che in queste settimane hanno fatto quadrato intorno alla società e l’hanno supportata nella condivisione di questo obiettivo.
L’apertura delle buste oggi, 10 maggio, alle ore 15 davanti al curatore; quindi, l’avvio dell’asta con la seconda offerente che questa mattina ha avanzato la sua proposta. Alle ore 15.20 la chiusura con esito positivo per Clivense che, pertanto, si aggiudica tutti i marchi appresi all’attivo del fallimento dell’A.C. Chievo Verona, costituiti dai marchi d’impresa marchio italiano n. 751606 “CHIEVO”; marchio italiano figurativo Chievo Verona n. 751607; marchio dell’Unione Europea Chievo Verona n. 2649994; marchio dell’Unione Europea Chievo Verona n. 005897897″.
Vi sono ora 90 giorni per chiudere tutto l’iter con il saldo della quota.
Sergio Pellissier, presidente FC Clivense
“In questi tre anni, da quel 13 agosto 2021 quando fondammo FC Clivense proprio in questi uffici, società che oggi milita in serie D, il nostro impegno è stato quello di ripartire e fondare un nuovo progetto con un gruppo di persone coeso, per bene, che quella favola del Chievo l’avevano vissuta e alla quale avevano dato una parte importante della loro vita. Ora, restituiamo a quelle persone, ai tifosi e a tutti i soci quel marchio. Il “nome” non fa il progetto – che c’è e si evolve – ma restituisce, a quella che a me piace chiamare famiglia, un patrimonio che è di tutti. Quale sarà il nome che sceglieremo da ora in avanti, quali i colori, quali gli scenari futuri: tutto sarà deciso in condivisione con i nostri soci. L’ho sempre detto: questa non è la società
di Pellissier o Zanin, è la società di tutti i soci Clivense. A loro, agli sponsor, a tutti i nostri tifosi va il nostro grazie. E in accordo con loro prenderemo le prossime decisioni”.
Enzo Zanin, vicepresidente di FC Clivense:
“La Clivense è dei cuori che battono per lei sia nella gioia della vittoria, sia nella pena della sconfitta. E oggi è la gioia della vittoria. L’acquisto dei marchi Chievo Verona è un obiettivo che abbiamo perseguito nella massima trasparenza con i soci, con i tifosi, con i nostri sponsor sostenitori. Con trasparenza, serietà e attenzione alla piena sostenibilità dell’operazione: questi i fari che guidano Clivense dalla sua fondazione, cui aggiungiamo lealtà sportiva ed etica del lavoro. Si aprono ora nuovi scenari, ma il progetto prosegue seguendo gli obiettivi posti dal piano industriale di Clivense: incrementare il numero delle squadre del settore giovanile, lavorare al rilascio della nuova APP per un coinvolgimento diretto e partecipato di soci e tifosi; con l’attenzione alla struttura e centro sportivo”.
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Juventus: il tesoretto arriva dalla Next Gen
Uno degli scopi della Juventus nella creazione della Next Gen era proprio questo. Formare giocatori in grado di garantire anche delle piene plusvalenze.
Juventus, Giuntoli non ha dubbi: per finanziare il prossimo mercato si farà cassa con le cessioni di Soulé, Huijsen e gli altri
La nuova Juventus di Giuntoli avrà basi solide e giocatori formati, giovani ma pronti a garantire fin da subito un alto livello di rendimento, per poter tornare nell’immediato a competere per i trofei che contano.
Da una parte c’è la questione rinnovi, con le situazioni Rabiot, Chiesa e Mckennie su tutte, ancora in stand-by; dall’altra c’è una dirigenza che non vuole scendere a grossi compromessi con nessuno ed è pronta a ripartire con nuove idee.
In mezzo a tutto ciò c’è però una certezza, quantomeno apparente, un qualcosa che sembrerebbe quasi necessario per garantire alla Vecchia Signora un nuovo ciclo vincente: ovvero, nessuno dei giocatori attualmente in prestito resterà a Torino in estate.
Per “giocatori in prestito” intendiamo ovviamente i ragazzi delle Next Gen che avevano già esordito con la maglia bianconera e che successivamente sono stati dirottati in prestito ad altre società che garantivano una crescita e un impiego maggiore.
Da chi possono arrivare le maggiori entrate
Stiamo parlando di Matias Soulé, Dan Huijsen, Enzo Barrenechea e Kaio Jorge, che pur non essendo un prodotto dell’Under 23 juventina, rientra comunque nel ragionamento che facevamo sopra.
L’obiettivo della società bianconera è chiaro, monetizzare al massimo le cessioni e ricavare un tesoretto utile a sistemare la rosa senza dover fare follie sul mercato, sarà complicato quindi vedere operazioni in stile Vlahovic o Chiesa per intendersi.
L’intenzione di Giuntoli sarebbe quella di valutare i cartellini di Soulé e Huijsen sui 60/65 milioni complessivi, dal momento che probabilmente sono anche i due ad avere più richieste dalla Premier e dalla Bundesliga, mentre Barrenechea e Kaio Jorge potrebbero essere utilizzati come contropartite tecniche in altre operazioni.
In più c’è da registrare l’interesse di diverse società di Premier per Iling-Junior ed anche la sua eventuale cessione per una cifra vicina ai 10 milioni, potrebbe rimpinguare le casse della Juventus.
Primi movimenti e prime idee che prendono forma, in attesa anche di capire quale sarà il futuro della panchina.
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Milan, Pioli cambia tutto: fuori quattro big per il match contro il Cagliari
Il Milan sarà impegnato domani sera contro il Cagliari nel match valido per la 36° giornata di campionato. Pioli sembra, però, pronto a stravolgere l’undici iniziale.
Come cambia il Milan
Come riportato dal sito gianlucadimarzio.com, infatti, il tecnico rossonero sarebbe intenzionato ad escludere quattro top dall’undici iniziale: si tratterebbe di Leao, Tomori, Calabria e Theo Hernandez.
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