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Napoli-Torino, le formazioni ufficiali: gioca Pellegri, Calzona non cambia
Napoli-Torino: la gara del Diego Armando Maradona fra azzurri e granata è il friday night che apre la 28esima giornata di Serie A.
Il Napoli di Francesco Calzona sembra un’altra squadra rispetto a quella dei suoi predecessori. Non solo perché è stata affidata a un allenatore che conosce a menadito l’ambiente partenopeo (quello lo conosceva anche Mazzarri, anche se la sua esperienza azzurra è più datata di quella del suo successore) ma anche perché questo Napoli non ha la pretesa di essere quello di Spalletti.
E’ molto più simile a quello di Sarri e infatti Calzona è stato il vice di Sarri nel suo triennio partenopeo, sebbene abbia avuto anche un ruolo da collaboratore tecnico con Luciano Spalletti. Per onestà intellettuale, però, bisogna ricordare che sia il Napoli di Garcia che quello di Mazzarri partirono benissimo.
Il tecnico francese vinse le prime due partite di campionato contro Frosinone e Sassuolo, mentre l’allenatore labronico vinse a Bergamo contro l’Atalanta e fece una gran figura al Santiago Bernabeu. Presto quindi per parlare di un Napoli rivitalizzato, ma sicuramente (dopo le due partite non esaltanti contro Cagliari e Barcellona, dove però quantomeno è arrivato un pareggiato nella gara d’andata contro i blaugrana) le ultime due vittorie (quella rotonda contro il Sassuolo e quella contro la Juventus) hanno ridato slancio allo spirito azzurro.
Il Napoli non vuole arrendersi all’idea di non qualificarsi alle coppe europee da Campione d’Italia uscente. Il sogno quarto posto dista otto punti, ma il calendario propone un avversario ostico come il Torino di Juric. Squadra che è sempre scomoda da affrontare, soprattutto a tre giorni da una trasferta in catalogna che a questo punto per gli azzurri vale una stagione.
I granata hanno definitivamente abdicato al sogno europeo e con ogni probabilità saluteranno il tecnico croato in estate, ma l’orgoglio che è insito nel cuore toro obbliga moralmente la compagine piemontese a onorare ogni singola che si frapporrà da qui al termine della stagione. La formazione ospite si presenterà al Diego Armando Maradona decisamente incerottata.
Mancheranno sicuramente Ricci (squalificato) e Ilic, che si è infortunato nella gara contro la Fiorentina, oltre al lungodegente Schuurs. In forte dubbio la presenza di Tameze e Lovato.
Napoli-Torino sarà sicuramente un’occasione per i campani di proseguire il proprio momento di forma, ma i torinesi hanno dimostrato di saper attingere a risorse dalla provenienza misteriosa nei momenti di difficoltà.
Napoli-Torino, ecco le scelte ufficiali dei due allenatori
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Ostigard, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. All.: Calzona.
TORINO (3-4-1-2): Milinkovic Savic; Djidji, Buongiorno, Masina; Bellanova, Linetty, Gineitis, Rodriguez; Vlasic; Pellegri, Zapata. All.: Juric.
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Spezia, il monte ingaggi continua a preoccupare: la situazione
Spezia, la situazione degli ingaggi elevati continua a condizionare il mercato. Sono tre, in particolare, i giocatori fuori dai parametri. Vediamo di seguito nel dettaglio.
Prosegue a rilento il mercato dello Spezia, frenato da altre priorità, come per esempio la questione relativa al monte ingaggi.
Come riferisce Il Secolo XIX, infatti, vari giocatori percepiscono emolumenti fuori dai parametri stabiliti, e per i quali bisognerà trovare una soluzione.
Daniele Verde
Gli interessati sono Daniele Verde e Arkadiusz Reca, con uno stipendio di 900mila euro annui, e Lukas Muhl con 750mila.
Qualora non dovessero trovarsi adeguate soluzioni, spiega il quotidiano ligure, si percorrerà la pista della spalmatura della cifra su più anni.
Si va verso la definizione, infine, per quanto riguarda la posizione di Szymon Zurkowski, in procinto di passare all’Empoli.
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Juventus, tesoretto Next Gen: la strategia
La crescente importanza della squadra Under 23 in Italia, soprattutto per club come la Juventus, rappresenta una strategia efficace per sviluppare giovani talenti e generare significativi ritorni economici.
Questa squadra funge da ponte cruciale tra la Primavera e la prima squadra, offrendo un’esperienza competitiva ai giovani che non sono ancora pronti per il massimo campionato.
Giocare in Serie C fornisce ai giovani calciatori un’esperienza di gioco più fisica e tattica rispetto ai campionati giovanili, accelerando il loro sviluppo.
I giocatori possono essere inseriti gradualmente in prima squadra, riducendo il rischio di bruciare talenti acerbi.
Gli allenatori possono valutare il potenziale dei giocatori in un contesto competitivo, decidendo con maggiore precisione chi può fare il salto in prima squadra.
La Juventus ha dimostrato di poter vendere giocatori sviluppati nella Nex Gen (si chiama cosi l’under 23 bianconera) per cifre significative.
Juventus tesoretto da oltre 120 milioni
Esempi recenti includono:
Iling-Junior e Barrenechea:Parte dell’operazione che ha portato Douglas Luiz a Torino, generando introiti significativi.
Matias Soulè e Dean Huijsen: Vendite imminenti che contribuiscono al totale di oltre 60 milioni di euro.
Le vendite di giocatori come Stephy Mavididi, Franco Tongya, Simone Muratore e Manolo Portanova hanno portato complessivamente decine di milioni di euro.
Radu Dragusin e Koni De Winter, entrambi venduti al Genoa, hanno fruttato circa 20 milioni di euro.
Anche Giacomo Vrioni ha contribuito con circa 4 milioni di euro.
Stephy Mavididi: Venduto al Montpellier dopo un periodo di prestito al Digione, rappresenta uno dei primi esempi del successo del modello Under 23 della Juventus.
Franco Tongya: Scambiato con Marley Akè, ha contribuito a rafforzare la prima squadra mentre generava una significativa valutazione di mercato.
Simone Muratore e Manolo Portanova: Le loro cessioni hanno portato risorse fresche e dimostrato la validità del progetto Under 23.
L’integrazione di giovani come Miretti, Fagioli, Yildiz e Nicolussi Caviglia nella prima squadra è un chiaro esempio del successo del progetto Under 23.
Questi giocatori sono ora colonne portanti della squadra e potenziali fonti di ulteriori plusvalenze future.
Il modello Under 23 della Juventus rappresenta un circolo virtuoso che beneficia sia dal punto di vista tecnico che economico.
Permette al club di sviluppare talenti, integrarli gradualmente nella prima squadra o venderli a prezzi elevati, reinvestendo poi queste risorse nel club.
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Enrico Valentini: da capitano del Norimberga a tifoso della Juventus
Enrico Valentini, 35enne e abruzzese di orine, del Norimberga ha il cuore diviso: dall’essere capitano della formazione tedesca a primo della Juventus.
Italiano del Norimberga e tifoso della Juventus. Una coincidenza: infatti, oggi pomeriggio (alle ore 17:00) si sfideranno in amichevole proprio la formazione tedesca e quella bianconera.
Di chi stiamo parlando? Proprio del capitano tedesco, Enrico Valentini.
35 anni compiuti a febbraio, terzino destro e (a dispetto del nome) italiano proprio non lo è: infatti è nato e cresciuto in Germania, proprio a Norimberga. Le sue origini sono, comunque, legate al nostro paese: i genitori Vincenzo e Maria, trasferitisi in Germania tanti anni fa per aprire un’attività di ristorazione, sono originari dell’Abruzzo.
La particolarità di Valentini? È un super tifoso della Juventus.
Detto e ribadito a più riprese dallo stesso calciatore, il capitano del Norimberga ha sempre sognato di disputare un’amichevole contro i bianconeri: e le due società lo hanno accontentato.
Indice
“La Juve vince perché merita”
Dopo la conquista del Tricolore (2018) da parte della Juventus, Valentini si esponeva così:
“In Italia la Juve vince perché merita ma si cerca di infamarla. In Germania è diverso e ciò non accade: anche qui il Bayern Monaco trionfa in continuazione ma viene accettato perché è indubbiamente la squadra più forte.
Beh, poi in Italia si festeggia quando si è un punto dietro… Un grave errore da parte del Napoli, che così non ha fatto altro che caricare la Juve“.
L’inno bianconero
E poi c’è la storia dell’inno della Juventus cantato dai giocatori del Norimberga, dove lo stesso Valentini aveva spiegato l’origine dell’usanza:
“Durante uno dei miei primi allenamenti il nostro capitano ha messo la canzone della Juve nello spogliatoio ed io sono rimasto un po’ così. Ero stupito: non me l’aspettavo. L’aveva sentita in Champions dopo le vittorie dei bianconeri e gli piaceva.
In Germania, come in quasi tutti i club, quando arriva un giocatore nuovo deve presentarsi cantando una canzone davanti a tutti. Così io ne ho approfittato cantando proprio l’inno della Juve. Da inizio stagione è diventato il nostro tormentone”.
Un sogno che si avvera
Un sogno che si avvera per il capitano del Norimberga, un sogno che le due Società gli hanno concretizzato:
“Sarebbe un sogno fare un’amichevole contro i bianconeri. Io non posso decidere niente a riguardo ma… lanciamo un appello (raccontava al sito di Gianluca Di Marzio sei anni fa). Da bambino il mio idolo assoluto era Del Piero e lo sarà per sempre. Seguo sempre i bianconeri e sono contentissimo per questo Scudetto: sofferto ma meritato”.
Insomma: quella di oggi, per Valentini, non sarà una semplice amichevole. Soprattutto per il battito del suo cuore.
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