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Napoli: Fabian Ruiz il vero top a centrocampo
Alla luce delle due ottime prestazioni che hanno fruttato risultati deludenti, l’allenatore Carlo Ancelotti, seppur con un pugno di mosche in mano ha ricevuto dalla squadra risposte incoraggianti e stimolanti. Il pari di Parigi e contro la Roma certamente non faranno ridimensionare i progressi avuti dalla squadra che si è rivelata l’unica anti Juve.
Dubbi tra garanzie e sorprese
Provare ad intuire la formazione del Napoli oramai si è rivelata un arduo compito per tutti, considerando la moltitudine di impegni della squadra e la volontà di presentare sempre un Napoli con diverse vesti.
Se per quanto riguarda la coppia di centrali non abbiamo mai assistito a dei cambiamenti significativi, il centrocampo e l’attacco fanno caso a sé. Milik e Mertens coesistono alternandosi quasi in ogni partita con Insigne come unica garanzia.
Fabian Ruiz, è lui il centrocampista più in voga del momento che sta facendo vacillare ogni sicurezza di Ancelotti. L’ex Betis ha scavalcato nelle gerarchie il compagno di reparto Zielinski anch’egli, come il suo connazionale in attacco, non sta attraversando un buon periodo di forma.
La sorpresa Ruiz
Le pregevoli prestazioni sia in campionato che in Champions League gli hanno regalato fino ad ora la certezza di essere un predestinato a diventare una pedina pregiata e attualmente imprescindibile dello scacchiere di Ancelotti. Un avvio il suo condizionato da un infortunio di lieve entità che non gli ha compromesso le sue possibilità di mettersi in mostra agli occhi del suo allenatore.
Contro la Roma è stato sicuramente il migliore in campo dei partenopei e nella precedente uscita in campionato ha coronato la sua superba prestazione con un gol. Un tiro a giro che sia per traiettoria che per il piede con cui è stato calciato ricordava molto la classica giocata del compagno di squadra napoletano Lorenzo Insigne.
Un calciatore che non ha avuto bisogno di presentazioni, considerando anche l’importante sforzo economico del Napoli che ha superato anche la concorrenza del Real Madrid che fino all’ultimo provò a suscitare ripensamenti per poterlo strappare agli azzurri. Il colpo della sessione estiva di mercato targato Giuntoli è destinato a ritagliarsi sempre più spazi negli schemi del tecnico, dimostrando anche di essere l’uomo giusto per la nazionale spagnola al prossimo Europeo.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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