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Milan, un Diavolo da quota cento: piatto ricco Champions League

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Milan, un valore inestimabile dal punto di vista del blasone, ma non solo.

La partecipazione alla Champions League non porta solamente visibilità, ma una pioggia di soldi freschi da utilizzare per il bilancio ed i movimenti di mercato in estate. Ed i rossoneri di manovre dovranno farne molte, soprattutto dal centrocampo in avanti.

Come detto, l’arrivo ai quarti di finale è stato importante, ma battere il Napoli ed arrivare ancora più su equivarrebbe davvero a fare la differenza sotto il punto di vista economico portandosi a casa ulteriori 12,5 milioni di euro.

Possiamo infatti dire che fino a qua il Milan ha superato la quota 100 milioni di euro. Tutto quello che accadrà in seguito – se positivo – non farà altro che accrescere ulteriormente tale cifra. Ecco quindi spiegato perchè per i rossoneri è importantissimo il cammino in Champions, ma è fondamentale la qualificazione tra le prime quattro in campionato.

Già solo per il fatto di essere qualificati porta un introito di 50 milioni ai quali aggiungere tutto il resto.

 

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Napoli, Spalletti rivela: “Lo staff mi disse: Vendono tutti, che restiamo a fare?”

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Spalletti

L’ex tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, ha parlato a Il Corriere dello Sport soffermandosi sul tormentato addio sulla panchina partenopea.

Luciano Spalletti, attuale commissario tecnico dell’Italia, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport soffermandosi sulla sua esperienza al Napoli, sul rapporto con Aurelio De Laurentiis e del burrascoso addio dopo la vittoria del tricolore.

Italia, Spalletti

Napoli, le parole di Spalletti

Io la tristezza l’ho scelta e abbracciata lasciando Napoli dopo quella cosa là. Sarebbe stato più facile e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato al top, godersi la felicità del momento, quella fatta provare alla gente di Napoli. Ho scelto la tristezza”.

Spalletti quindi prosegue nel suo ragionamento…

“Io non so allenare il cinismo. Allenare per me significa voler bene al calciatore, saperlo difendere, aggiungergli qualcosa. Esiste il calciatore timido che non riesce a esprimere totalmente il proprio potenziale e allora intervengo con il lavoro. Al Napoli ne avevo un paio. Con l’esercizio cerco di portare il timido nella condizione ideale per alzare il livello del rendimento.

Non riesco a fare niente in superficie. Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho piazzato il lettino nell’ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo particolare, mi risparmiavo la mezz’ora di auto da Napoli a Castel Volturno”.

Hai mai subìto una decisione?

“Ho sempre deciso per me stesso. Il mestiere vuol dire 365 giorni di grande lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante.

Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto”.

I colloqui con De Laurentiis?

“Io ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e al momento giusto parlare. De Laurentiis ha una grande comunicativa, un linguaggio scorrevole. E poi dipende sempre dal De Laurentiis che ti ritrovi di fronte, ne esistono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri”.

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Questione allenatore, Juventus e Milan nella stessa situazione: spunta una clamorosa ipotesi

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Questione allenatore, lo abbiamo scritto diverse volte, ma Juventus e Milan stanno affrontando una situazione analoga. Andiamo qui di seguito a svelarne i motivi senza escludere una clamorosa ipotesi.

La situazione di Milan Juventus è speculare. Entrambi i club, con buone probabilità, lasceranno partire i loro rispettivi allenatori in estate. Sappiamo che i bianconeri hanno stretto rapporti con Thiago Motta e i rossoneri con Julen Lopetegui. C’è chi parla già di preaccordi e condivisioni sulle strategie di mercato. Cose possibili, ma andiamo ad analizzare il trait d’union che lega insieme le due dirigenze. Una parte di entrambe infatti vorrebbe sulla panchina Antonio Conte.

Vero motivo per il quale il tecnico leccese sta aspettando e provvisoriamente rifiutando Napoli. Sappiamo che Conte alla Juventus ci andrebbe al volo, viste le sue esigenze di rimanere in Italia e vicino a Torino, ma sappiamo anche, per gli stessi motivi, che la soluzione Milan sarebbe altrettanto gradita. L’altra parte delle rispettive dirigenze invece non vuole Conte. Chi la spunterà?

Se Conte dovesse alla fine andare alla Juventus, Thiago Motta potrebbe essere il nome che metterebbe tutti d’accordo all’interno della galassia Milan, ad oggi piuttosto fredda su Lopetegui. Ovviamente, per entrambe, ci sono prima da piazzare Allegri Pioli, con quest’ultimo particolarmente adulato dallo stesso De Laurentiis. Insomma, un intreccio sull’asse Torino-Milano che potrebbe nascondere insidie, ma anche sorprese.

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Milan, effetto Lopetegui: Cardinale mette tutto in stand-by | I veri motivi

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Milan, abbiamo visto in una sola giornata, quella di sabato, la reazione del popolo rossonero nei confronti dell’allenatore spagnolo. Lo abbiamo chiamato effetto Lopetegui e di certo non ha lasciato indifferente la dirigenza. Sveliamo qui di seguito i veri motivi.

Gerry Cardinale ha deciso di prendere tempo, una notizia di certo non scontata, ma che comunque dimostra una presa di posizione piuttosto chiara. Noi di Calcio Style abbiamo interpretato la situazione e soprattutto raccolto parecchie informazioni in questi ultimi giorni e i motivi di questo apparente dietrofront, e poi spieghiamo perché apparente, sono da ricondurre principalmente a due motivi specifici.

Punto primo, Cardinale teme la disaffezione dei tifosi, dopo la cacciata di Paolo Maldini lo scorso anno. Fare un altro errore adesso, significherebbe perdere la fiducia dell’intera tifoseria che si tradurrebbe in meno abbonamentiCa va sans dire, ma è questo uno degli aspetti che stanno più a cuore alla proprietà rossonera. Tradotto: per Cardinale sarebbe molto più comodo prendere uno come Antonio Conte il quale andrebbe ad assicurare in estate un sicuro boom di abbonamenti. Motivo per il quale si è deciso di riflettere ancora un attimo.

Secondo motivo, ma non meno importante, è la reazione dei giocatori. Sappiamo che in questi giorni diversi procuratori hanno telefonato alla dirigenza rossonera per manifestare un certo malcontento ed un certo stupore alla notizia di Lopetegui. Gli stessi Theo Hernandez, Tomori, Leao vorrebbero maggiori garanzie di un progetto ambizioso e portato a vincere, il tecnico spagnolo ha portato più di un mugugno all’interno dello spogliatoio. Si esige quindi chiarezza. Anche qui, il nome di Conte andrebbe a mettere tutti d’accordo.

Perché lo abbiamo definito apparente dietrofront? Perché comunque Cardinale potrebbe confermare la scelta di Furlani e Moncada andando comunque ad avallare Lopetegui a fine stagione. Come detto, il patron di Redbird ha deciso di stoppare tutto, ma non è detto che alla fine non vada a confermare la decisione. Ora la palla ce l’ha in mano lui, dobbiamo solo attendere.

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